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Variopinto e no…
Nel fondo dell’antica Farmacia Peer si trova un consistente deposito di diverse sostanze coloranti e pigmentanti. Questa raccolta di coloranti naturali ed artificiali copre un lasso di tempo tra il XVIII ed il XX secolo e si offre ad hoc, per la varietà dei colori e delle sostanze, per l’attuale esposizione temporanea nel Museo della Farmacia. Le relative informazioni ed aneddoti sulle sostanze coloranti e pigmentanti con la loro stretta, qualche volta celata relazione tra l’artigianato, l’arte e la farmacia documentano e ravvivano il concetto base del Museo nella combinazione di questi campi di attività.
Comunicato stampa
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Sostanze coloranti e pigmenti in farmacia
Nel fondo dell’antica Farmacia Peer si trova un consistente deposito di diverse sostanze coloranti e pigmentanti. Questa raccolta di coloranti naturali ed artificiali copre un lasso di tempo tra il XVIII ed il XX secolo e si offre ad hoc, per la varietà dei colori e delle sostanze, per l’attuale esposizione temporanea nel Museo della Farmacia. Le relative informazioni ed aneddoti sulle sostanze coloranti e pigmentanti con la loro stretta, qualche volta celata relazione tra l’artigianato, l’arte e la farmacia documentano e ravvivano il concetto base del Museo nella combinazione di questi campi di attività.
Le sostanze coloranti e pigmentanti si differenziano innanzitutto per la loro solubilità: i coloranti sono per lo più idrosolubili, i pigmenti non sono solubili con l’acqua e perciò necessitano nella lavorazione di un legante. Fino alla metà del XIX secolo si ottenevano le sostanze coloranti esclusivamente da prodotti vegetali, animali o minerali.
I coloranti e i pigmenti ebbero per secoli un loro posto fisso nell’offerta merceologica delle farmacie: attraverso la loro utilizzazione nella preparazione medicinale, p. es. nella dermatologia e in aggiunta quali coloranti in medicamenti o preparati microscopici e quali indicatori nelle reazioni chimiche.
Inoltre si unì la loro utilizzazione con innumerevoli prodotti del cosiddetto assortimento periferico. Come le moderne farmacie dispongono oggi, accanto ai prodotti farmaceutici, di diversi servizi medici, allora la farmacia storica disponeva di un vasto sortimento di articoli di uso quotidiano. Fra questi è da annoverare la produzione di inchiostro, della cera per pavimenti, di vernici per il legno, di apprettature, di lacche a base di spirito, di coloranti alimentari, eccetera. Anche l’artigianato artistico e gli imbianchini prediligevano le sostanze coloranti e pigmentanti, particolarmente pure e pregiate, acquistate in farmacia.
Attorno al 1850 con la scoperta dei colori artificiali a base di anilina, iniziò la marcia trionfale dei coloranti sintetici e dell’industria chimica dei colori. I nomi collegati a queste scoperte sono famosi come le fabbriche Höchst, Bayer di Leverkusen o la ditta E. Merck di Darmstadt. Le conoscenze ottenute dalla ricerca dei colori misero le ali alla ricerca farmaceutica ed alcune delle ditte, inizialmente specializzate nella produzione dei colori, in seguito si dedicarono con successo alla produzione di medicinali. Gli esempi più noti al riguardo sono l’Aspirina della ditta Bayer e il Pyramidone della Höchst.
Oggi esistono migliaia di sostanze coloranti sintetiche e quasi tutte vengono estratte dai derivati del petrolio. In considerazione che col l’andar del tempo le scorte petrolifere si esauriranno, si ricerca da breve tenendo conto della chimica „dolce“, la quale utilizza solo materie prime che ricrescono e le cui scorie siano riciclabili.
23
gennaio 2010
Variopinto e no…
Dal 23 gennaio al 23 febbraio 2010
Location
MUSEO DELLA FARMACIA
Bressanone, Via Ponte Aquila, 4, (Bolzano)
Bressanone, Via Ponte Aquila, 4, (Bolzano)
Orario di apertura
martedì e mercoledì dalle ore 14 alle ore 18 e sabato dalle ore 11 alle ore 16.