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Vedo cose che non ci sono
L’Istituto Polacco di Roma e il Museo d’Arte Moderna di Varsavia presentano la mostra Vedo cose che non ci sono a cura di Sebastian Cichocki e Ana Janevski (Museo d’Arte Moderna di Varsavia).
Comunicato stampa
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Grazie ad uno strumento istituzionale come il museo noi impariamo a ricordare e a fissare canoni storici, ma anche a perfezionarci nell’arte dell’oblio. Gli oggetti, così come le narrazioni che li accompagnano, trovano il proprio posto all’interno o al di là della storia, mescolati con l’ausilio di arroccamenti espositivi, della rotazione tra la sala espositiva e il magazzino e anche della forza di coinvolgimento nei meccanismi di legittimazione del potere e del prestigio.
La mostra VEDO COSE CHE NON CI SONO è un breve racconto del museo e del suo bisogno compulsivo, ma anche capriccioso, di accumulare oggetti; a causa di ciò l’istituzione diventa una macchina per la stesura e la redazione sia della storia dell’arte che della storia in senso generale.
I lavori presentati in mostra fanno riferimento al processo di stravolgimento delle narrazioni storiche ufficialmente in vigore e dei metodi con cui vengono riportate le biografie individuali. Gli artisti, coscienti delle strategie adottate nei musei, operano una manipolazione del linguaggio e della memoria preannunciando il che cosa e il come debba essere ricordato, indipendentemente dal fatto che si tratti della retorica obbligatoria del “popolo eletto” (Uklanski) o di mitologie private (Bakowski, il cui lavoro – che per l’artista costituisce un “monumento” dedicato alla conversazione con un amico – dà il titolo all’intera mostra).
La mostra si compone principalmente di lavori che si trovano nella collezione del Museo d’Arte Moderna di Varsavia, una delle più giovani istituzioni artistiche in Europa (nata nel 2005) con un intensa attività espositiva, nonostante il museo non abbia ancora una propria sede definitiva. Tra le sue attività rientra tra l’altro la partecipazione attiva alla produzione di nuove opere che si riferiscono al contesto locale e alle trasformazioni politico-sociali e il contributo attivo alla riscrittura della storia dell’arte più recente dove, all’interno del canone internazionale, trovano la loro giusta collocazione artisti dimenticati o misconosciuti dell’Europa Centrorientale.
L’apertura di VEDO COSE CHE NON CI SONO, presso l’Istituto Polacco di Roma, costituisce un assaggio di strategie istituzionali di alto livello e, non a caso, coincide con l’apertura a Roma del MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo. Allo stesso tempo si tratta di una “postilla” al dibattito internazionale sul futuro e sulla missione dei musei pubblici.
L’Istituto Polacco di Roma, con la mostra VEDO COSE CHE NON CI SONO, aderisce al progetto Accademie in Festa, promosso da ROMA - The Road to Contemporary Art e realizzato in collaborazione con le Accademie e gli Istituti di Cultura stranieri presenti a Roma. Opening collettivo, martedì 25 maggio dalle ore 18:00 fino alle 21:00. Un servizio di navette collegherà tutte le sedi aderenti all'iniziativa.
La mostra è curata da Sebastian Cichocki e Ana Janevski, curatori del Museo d’Arte Moderna di Varsavia. Produzione: Katarzyna Karwanska
La mostra VEDO COSE CHE NON CI SONO è un breve racconto del museo e del suo bisogno compulsivo, ma anche capriccioso, di accumulare oggetti; a causa di ciò l’istituzione diventa una macchina per la stesura e la redazione sia della storia dell’arte che della storia in senso generale.
I lavori presentati in mostra fanno riferimento al processo di stravolgimento delle narrazioni storiche ufficialmente in vigore e dei metodi con cui vengono riportate le biografie individuali. Gli artisti, coscienti delle strategie adottate nei musei, operano una manipolazione del linguaggio e della memoria preannunciando il che cosa e il come debba essere ricordato, indipendentemente dal fatto che si tratti della retorica obbligatoria del “popolo eletto” (Uklanski) o di mitologie private (Bakowski, il cui lavoro – che per l’artista costituisce un “monumento” dedicato alla conversazione con un amico – dà il titolo all’intera mostra).
La mostra si compone principalmente di lavori che si trovano nella collezione del Museo d’Arte Moderna di Varsavia, una delle più giovani istituzioni artistiche in Europa (nata nel 2005) con un intensa attività espositiva, nonostante il museo non abbia ancora una propria sede definitiva. Tra le sue attività rientra tra l’altro la partecipazione attiva alla produzione di nuove opere che si riferiscono al contesto locale e alle trasformazioni politico-sociali e il contributo attivo alla riscrittura della storia dell’arte più recente dove, all’interno del canone internazionale, trovano la loro giusta collocazione artisti dimenticati o misconosciuti dell’Europa Centrorientale.
L’apertura di VEDO COSE CHE NON CI SONO, presso l’Istituto Polacco di Roma, costituisce un assaggio di strategie istituzionali di alto livello e, non a caso, coincide con l’apertura a Roma del MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo. Allo stesso tempo si tratta di una “postilla” al dibattito internazionale sul futuro e sulla missione dei musei pubblici.
L’Istituto Polacco di Roma, con la mostra VEDO COSE CHE NON CI SONO, aderisce al progetto Accademie in Festa, promosso da ROMA - The Road to Contemporary Art e realizzato in collaborazione con le Accademie e gli Istituti di Cultura stranieri presenti a Roma. Opening collettivo, martedì 25 maggio dalle ore 18:00 fino alle 21:00. Un servizio di navette collegherà tutte le sedi aderenti all'iniziativa.
La mostra è curata da Sebastian Cichocki e Ana Janevski, curatori del Museo d’Arte Moderna di Varsavia. Produzione: Katarzyna Karwanska
25
maggio 2010
Vedo cose che non ci sono
Dal 25 maggio al 10 settembre 2010
arte contemporanea
Location
PALAZZO BLUMENSTHIL – ISTITUTO POLACCO DI CULTURA
Roma, Via Vittoria Colonna, 1, (Roma)
Roma, Via Vittoria Colonna, 1, (Roma)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì ore 14-18
Vernissage
25 Maggio 2010, ore 18.00
Sito web
www.romacontemporary.it
Autore
Curatore