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Venanzo Crocetti – I segni della formazione
Disegni degli anni Trenta
Comunicato stampa
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A distanza di sei anni il Museo d’Arte dello Splendore ripropone una mostra dello scultore Venanzo Crocetti (Giulianova 1913 – Roma 2002) dedicata, questa volta, al disegno, momento cruciale per la sua formazione.
Rispetto alla precedente esposizione, incentrata su di un lasso di tempo di circa sessantott’anni, nella quale si ammirarono soprattutto sculture, l’attuale mostra, curata da Francesco Tentarelli, intende focalizzare l’attenzione sui disegni realizzati a Roma dall’allora giovanissimo artista, impegnato a seguire i corsi serali delle Accademie capitoline e a perfezionare, attraverso il disegno, la capacità di calibrare adeguatamente le superfici plastiche delle sue opere in creta.
Questa sorta di scultura disegnata, o prodromica al modellato, costituisce l’elemento fondamentale per comprendere gli sviluppi della sua poetica, articolata in episodi progressivi contraddistinti dall’acquisizione dello sviluppo sensibile dell’uso della mano e dalla volontà di apprendimento. In tal senso suo maestro e collega fu Arturo Martini, dal quale erediterà, dopo la sua morte, avvenuta nel 1947, la cattedra di scultura all’Accademia di Venezia.
I 36 disegni e le 7 incisioni che si presentano sono stati realizzati tra il 1929 e il 1940, nel periodo cioè a cavallo tra le due guerre. Durante questo lasso di tempo, coincidente con il Ventennio, lo scultore dimostra come, attraverso la sua poetica artistica, fosse in definitiva estraneo alla retorica del realismo totalitario e invece partecipe pienamente al mantenimento dell’integrità dell’uomo sociale raffigurato in tutti i momenti della sua esistenza. Una posizione costatagli molto cara e pagata con l’esilio forzato dai salotti della critica.
Nell’esposizione giuliese confluiranno, infine, anche due sculture bronzee raffiguranti Papa Giovanni XXIII e la Porta dei Sacramenti (bozzetto definitivo) realizzata per la basilica di San Pietro. Le due opere saranno cedute dal Museo Crocetti, in comodato, al Museo d’Arte dello Splendore che si arricchirà, così, di due capolavori della scultura italiana del Novecento.
Negli ultimi tempi la Fondazione e il Museo Venanzo Crocetti hanno registrato notevoli successi soprattutto in Cina e in Giappone dove sono state allestite, nelle più grandi città, mostre dedicate al maestro con grande afflusso di pubblico e note positive di critica.
Nel mese di aprile il museo dell’Ermitage di San Pietroburgo ospiterà una interessante mostra su Manzù, Crocetti e Minguzzi, autori delle porte bronzee della Basilica romana.
La mostra di Giulianova, pertanto, si inserisce nel più vasto programma di rilettura critica dell’opera dell’artista attraverso la messa a fuoco di un periodo preciso, quello degli anni Trenta , coincidente con una forte volontà d’arte che farà di Crocetti, come esattamente rilevato da Mario De Micheli, uno degli scultori operanti nel «solco più ricco e fruttuoso della scultura italiana».
Rispetto alla precedente esposizione, incentrata su di un lasso di tempo di circa sessantott’anni, nella quale si ammirarono soprattutto sculture, l’attuale mostra, curata da Francesco Tentarelli, intende focalizzare l’attenzione sui disegni realizzati a Roma dall’allora giovanissimo artista, impegnato a seguire i corsi serali delle Accademie capitoline e a perfezionare, attraverso il disegno, la capacità di calibrare adeguatamente le superfici plastiche delle sue opere in creta.
Questa sorta di scultura disegnata, o prodromica al modellato, costituisce l’elemento fondamentale per comprendere gli sviluppi della sua poetica, articolata in episodi progressivi contraddistinti dall’acquisizione dello sviluppo sensibile dell’uso della mano e dalla volontà di apprendimento. In tal senso suo maestro e collega fu Arturo Martini, dal quale erediterà, dopo la sua morte, avvenuta nel 1947, la cattedra di scultura all’Accademia di Venezia.
I 36 disegni e le 7 incisioni che si presentano sono stati realizzati tra il 1929 e il 1940, nel periodo cioè a cavallo tra le due guerre. Durante questo lasso di tempo, coincidente con il Ventennio, lo scultore dimostra come, attraverso la sua poetica artistica, fosse in definitiva estraneo alla retorica del realismo totalitario e invece partecipe pienamente al mantenimento dell’integrità dell’uomo sociale raffigurato in tutti i momenti della sua esistenza. Una posizione costatagli molto cara e pagata con l’esilio forzato dai salotti della critica.
Nell’esposizione giuliese confluiranno, infine, anche due sculture bronzee raffiguranti Papa Giovanni XXIII e la Porta dei Sacramenti (bozzetto definitivo) realizzata per la basilica di San Pietro. Le due opere saranno cedute dal Museo Crocetti, in comodato, al Museo d’Arte dello Splendore che si arricchirà, così, di due capolavori della scultura italiana del Novecento.
Negli ultimi tempi la Fondazione e il Museo Venanzo Crocetti hanno registrato notevoli successi soprattutto in Cina e in Giappone dove sono state allestite, nelle più grandi città, mostre dedicate al maestro con grande afflusso di pubblico e note positive di critica.
Nel mese di aprile il museo dell’Ermitage di San Pietroburgo ospiterà una interessante mostra su Manzù, Crocetti e Minguzzi, autori delle porte bronzee della Basilica romana.
La mostra di Giulianova, pertanto, si inserisce nel più vasto programma di rilettura critica dell’opera dell’artista attraverso la messa a fuoco di un periodo preciso, quello degli anni Trenta , coincidente con una forte volontà d’arte che farà di Crocetti, come esattamente rilevato da Mario De Micheli, uno degli scultori operanti nel «solco più ricco e fruttuoso della scultura italiana».
02
febbraio 2007
Venanzo Crocetti – I segni della formazione
Dal 02 febbraio al 10 marzo 2007
disegno e grafica
Location
MAS – MUSEO D’ARTE DELLO SPLENDORE
Giulianova, Viale Dello Splendore, 112, (Teramo)
Giulianova, Viale Dello Splendore, 112, (Teramo)
Orario di apertura
dal martedì alla domenica: 10–13; 15-19
Vernissage
2 Febbraio 2007, ore 18
Autore
Curatore