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Venezia in Cadore 1420 – 2020
Accanto ad una ricca documentazione che inquadra il rapporto con la Serenissima, si potrà ammirare La dedizione del Cadore a Venezia (1599), dipinto appena riportato all’originale bellezza realizzato da Cesare Vecellio, cugino di secondo grado del più celebre Tiziano: è l’immagine allegorica di Venezia, che accoglie, sotto la protezione divina della Vergine e di San Marco, il Cadore. La ricorrenza costituisce anche l’occasione per una riflessione territoriale finalizzata alla salvaguardia della bellezza e all’importanza della cultura
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Accanto ad una ricca documentazione che inquadra il rapporto con la Serenissima, si potrà ammirare La
dedizione del Cadore a Venezia (1599), dipinto appena riportato all’originale bellezza realizzato da Cesare
Vecellio, cugino di secondo grado del più celebre Tiziano: è l’immagine allegorica di Venezia, che accoglie,
sotto la protezione divina della Vergine e di San Marco, il Cadore.
La ricorrenza costituisce anche l’occasione per una riflessione territoriale finalizzata alla salvaguardia
della bellezza e all’importanza della cultura.
Dopo il grande successo di Tiziano. L’enigma dell’autoritratto nel 2019, Casa natale di Tiziano Vecellio a
Pieve di Cadore, Belluno, ospita anche nel 2020 un focus espositivo sulla scia della precedente, creando
una stretta relazione tra storia, arte e riflessione territoriale: si tratta de Venezia in Cadore 1420 - 2020,
una mostra dossier che ricorda i 600 anni di legame tra il Cadore e la Serenissima e sarà inaugurata
sabato 18 luglio 2020 (resterà visitabile fino al 28 settembre 2020).
Un evento, quello in programma nell’estate cadorina, fortemente voluto dalla Magnifica Comunità di
Cadore, realizzato in partenariato con il Comune di Pieve di Cadore e della Fondazione Centro Studi
Tiziano e Cadore, la consulenza scientifica della Soprintendenza area metropolitana Venezia e province
Belluno Padova Treviso, e con il determinante sostegno dalla Regione Veneto, di Cortina Banca e della
Fondazione Cariverona. L’emergenza sanitaria non ha infatti frenato il lavoro degli studiosi e delle
istituzioni che, nonostante tutto, anche quest’anno riescono a presentare una proposta di valore.
La storia: un legame pluricentenario. La mostra valorizza il legame secolare tra il Cadore e la Serenissima,
che si concretizza il 31 luglio 1420 con la stipula del Privilegio ducale, un particolare meccanismo di
integrazione nello stato veneziano nel corso della sua espansione in terraferma. Il popolo cadorino fu
l’ultimo a consegnarsi a Venezia dopo aver chiesto lo scioglimento del vincolo con il Patriarca di Aquileia:
con la dedizione il Cadore ottenne la conferma del proprio Statuto di autogoverno, che risalivano al 1338 e
da quel momento iniziavano oltre tre secoli di rapporti diretti tra il Cadore e la Serenissima che hanno
contraddistinto lo sviluppo economico, sociale e culturale del territorio.
Con la dedizione il Cadore ottenne la conferma del proprio Statuto di autogoverno, che risalivano al 1338.
La mostra: tra storia, arte e territorio. Le fonti originali, la ricostruzione storica, i simboli e le opere degli
artisti che celebrano il patto di fedeltà, che culminano nel dipinto di Cesare Vecellio, cugino di secondo
grado del più celebre Tiziano, La dedizione del Cadore a Venezia (1599), restaurato per l’occasione dal
laboratorio di Mariangela Mattia di Belluno, assieme ad altre sei opere, allo stemma ligneo settecentesco e
al gonfalone, tracciano un percorso storico, artistico ma anche di riflessione identitaria e territoriale che si
snodano lungo sei secoli.
L’opera di Cesare Vecellio sintetizza le diverse tematiche che la mostra dossier vuole sottoporre ai
visitatori, diventando il simbolo della celebrazione dei seicento anni della Dedizione: ancora oggi nel luogo
originario, la Sala del Consiglio nel piano nobile del Palazzo della Magnifica Comunità.
Il dipinto raffigura in maniera allegorica Venezia, che accoglie, sotto la protezione divina della Vergine e di
San Marco, il Cadore raffigurato nei panni di una giovane donna che regge lo stemma nell’atto di ricevere il
privilegio. L’opera richiede un approccio contestuale, interdisciplinare e iconologico: il legame con la
pittura di Stato veneziana, il contributo di altre discipline, come la storia della moda, delle idee e della
cultura, il confronto con le fonti letterarie e figurative permette di cogliere la complessa trama di significati
e contenuti che le immagini trasmettono. Cesare Vecellio accoglie i modelli artistici e i significati allegorici
del sistema politico e ideologico elaborato da Venezia e li interpreta per soddisfare le esigenze celebrative
della comunità cadorina. Il dipinto sigilla il processo di assimilazione e integrazione della classe dirigente
cadorina ai modelli della Dominante e mette in scena il riconoscimento (non solo politico e territoriale, ma
anche culturale) dell’appartenenza e della fedeltà politica alla Serenissima; è un allineamento al governo
veneziano, visto come modello di giustizia e di pace. Il dipinto, assieme a La Vergine con bambino, san
Marco e le allegorie della Fede e della Fortezza (Allegoria politica del Cadore) di Marco Vecellio,
rappresenta il patrimonio artistico più importante della Magnifica Comunità di Cadore.
Il restauro ha riservato anche qualche sorpresa: i particolari ora emergono con maggior chiarezza, come i
dettagli di Palazzo Ducale ne La dedizione del Cadore a Venezia, e lo stemma ligneo che negli anni Sessanta
era stato dipinto in modo maldestro, è stato riportato all’essenza originale.
Per una riflessione contemporanea. La mostra dossier non vuole essere soltanto una rievocazione storica:
l’obiettivo della Magnifica Comunità di Cadore è infatti quello di tracciare un percorso che continua ancora
oggi, di riflessione e valorizzazione territoriale. Per questo a corollario dell’esposizione a settembre
riprenderanno gli appuntamenti didattici sul territorio.
dedizione del Cadore a Venezia (1599), dipinto appena riportato all’originale bellezza realizzato da Cesare
Vecellio, cugino di secondo grado del più celebre Tiziano: è l’immagine allegorica di Venezia, che accoglie,
sotto la protezione divina della Vergine e di San Marco, il Cadore.
La ricorrenza costituisce anche l’occasione per una riflessione territoriale finalizzata alla salvaguardia
della bellezza e all’importanza della cultura.
Dopo il grande successo di Tiziano. L’enigma dell’autoritratto nel 2019, Casa natale di Tiziano Vecellio a
Pieve di Cadore, Belluno, ospita anche nel 2020 un focus espositivo sulla scia della precedente, creando
una stretta relazione tra storia, arte e riflessione territoriale: si tratta de Venezia in Cadore 1420 - 2020,
una mostra dossier che ricorda i 600 anni di legame tra il Cadore e la Serenissima e sarà inaugurata
sabato 18 luglio 2020 (resterà visitabile fino al 28 settembre 2020).
Un evento, quello in programma nell’estate cadorina, fortemente voluto dalla Magnifica Comunità di
Cadore, realizzato in partenariato con il Comune di Pieve di Cadore e della Fondazione Centro Studi
Tiziano e Cadore, la consulenza scientifica della Soprintendenza area metropolitana Venezia e province
Belluno Padova Treviso, e con il determinante sostegno dalla Regione Veneto, di Cortina Banca e della
Fondazione Cariverona. L’emergenza sanitaria non ha infatti frenato il lavoro degli studiosi e delle
istituzioni che, nonostante tutto, anche quest’anno riescono a presentare una proposta di valore.
La storia: un legame pluricentenario. La mostra valorizza il legame secolare tra il Cadore e la Serenissima,
che si concretizza il 31 luglio 1420 con la stipula del Privilegio ducale, un particolare meccanismo di
integrazione nello stato veneziano nel corso della sua espansione in terraferma. Il popolo cadorino fu
l’ultimo a consegnarsi a Venezia dopo aver chiesto lo scioglimento del vincolo con il Patriarca di Aquileia:
con la dedizione il Cadore ottenne la conferma del proprio Statuto di autogoverno, che risalivano al 1338 e
da quel momento iniziavano oltre tre secoli di rapporti diretti tra il Cadore e la Serenissima che hanno
contraddistinto lo sviluppo economico, sociale e culturale del territorio.
Con la dedizione il Cadore ottenne la conferma del proprio Statuto di autogoverno, che risalivano al 1338.
La mostra: tra storia, arte e territorio. Le fonti originali, la ricostruzione storica, i simboli e le opere degli
artisti che celebrano il patto di fedeltà, che culminano nel dipinto di Cesare Vecellio, cugino di secondo
grado del più celebre Tiziano, La dedizione del Cadore a Venezia (1599), restaurato per l’occasione dal
laboratorio di Mariangela Mattia di Belluno, assieme ad altre sei opere, allo stemma ligneo settecentesco e
al gonfalone, tracciano un percorso storico, artistico ma anche di riflessione identitaria e territoriale che si
snodano lungo sei secoli.
L’opera di Cesare Vecellio sintetizza le diverse tematiche che la mostra dossier vuole sottoporre ai
visitatori, diventando il simbolo della celebrazione dei seicento anni della Dedizione: ancora oggi nel luogo
originario, la Sala del Consiglio nel piano nobile del Palazzo della Magnifica Comunità.
Il dipinto raffigura in maniera allegorica Venezia, che accoglie, sotto la protezione divina della Vergine e di
San Marco, il Cadore raffigurato nei panni di una giovane donna che regge lo stemma nell’atto di ricevere il
privilegio. L’opera richiede un approccio contestuale, interdisciplinare e iconologico: il legame con la
pittura di Stato veneziana, il contributo di altre discipline, come la storia della moda, delle idee e della
cultura, il confronto con le fonti letterarie e figurative permette di cogliere la complessa trama di significati
e contenuti che le immagini trasmettono. Cesare Vecellio accoglie i modelli artistici e i significati allegorici
del sistema politico e ideologico elaborato da Venezia e li interpreta per soddisfare le esigenze celebrative
della comunità cadorina. Il dipinto sigilla il processo di assimilazione e integrazione della classe dirigente
cadorina ai modelli della Dominante e mette in scena il riconoscimento (non solo politico e territoriale, ma
anche culturale) dell’appartenenza e della fedeltà politica alla Serenissima; è un allineamento al governo
veneziano, visto come modello di giustizia e di pace. Il dipinto, assieme a La Vergine con bambino, san
Marco e le allegorie della Fede e della Fortezza (Allegoria politica del Cadore) di Marco Vecellio,
rappresenta il patrimonio artistico più importante della Magnifica Comunità di Cadore.
Il restauro ha riservato anche qualche sorpresa: i particolari ora emergono con maggior chiarezza, come i
dettagli di Palazzo Ducale ne La dedizione del Cadore a Venezia, e lo stemma ligneo che negli anni Sessanta
era stato dipinto in modo maldestro, è stato riportato all’essenza originale.
Per una riflessione contemporanea. La mostra dossier non vuole essere soltanto una rievocazione storica:
l’obiettivo della Magnifica Comunità di Cadore è infatti quello di tracciare un percorso che continua ancora
oggi, di riflessione e valorizzazione territoriale. Per questo a corollario dell’esposizione a settembre
riprenderanno gli appuntamenti didattici sul territorio.
18
luglio 2020
Venezia in Cadore 1420 – 2020
Dal 18 luglio al 28 settembre 2020
arte antica
Location
CENTRO STUDI TIZIANO E CADORE – CASA DI TIZIANO L’ORATORE
Pieve Di Cadore, Piazza Tiziano, 29, (Belluno)
Pieve Di Cadore, Piazza Tiziano, 29, (Belluno)
Autore