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Venice Design Biennial
Auto-Exotic è il tema della quarta edizione della Venice Design Biennial, proposto dai curatori e fondatori del progetto, Luca Berta e Francesca Giubilei. La ricerca dell’esotico si raccoglie nelle pieghe più o meno nascoste della nostra stessa cultura di appartenenza.
Comunicato stampa
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Auto-Exotic è il tema della quarta edizione della Venice Design Biennial, il cui programma di mostre torna a Venezia dal 19 maggio al 18 giugno, in parallelo al primo mese della Biennale Architettura.
THE CURATORIAL THEME
ll tema curatoriale di questa edizione, proposto dai curatori e fondatori del progetto, Luca Berta e Francesca Giubilei, è Auto-Exotic.
L’esotico è morto – viva l’esotico. Ci hanno rubato l’altrove! Che fare? Ci sarà un auto-altrove da qualche parte.
Designers di tutto il mondo unitevi, auto-colonizzatevi, auto-appropriatevi!
Nel suo seminale saggio Orientalismo (1978), Edward Said mostrò come fin dal Settecento l’indagine culturale sull’Oriente, inteso come spazio fisico e mentale dell’esotismo, rivelasse delle saldature concettuali con le pratiche colonialiste.
L’altrove, popolato di odalische e califfi, denso di misteri e sensualità, esercitò in Europa una fascinazione che si intrecciava alle pratiche di egemonia politica, militare e commerciale. L’eccitante passività, la femminilità, l’indolente sensualità-sessualità, l’immobilismo, il tradizionalismo, l’irrazionalità: tutti tratti distintivi proiettati sull’Oriente per ricavare in negativo lo stampo dove versare la materia incandescente - virile, progressiva, razionale - dell’identità occidentale.
Negli ultimi anni si sono imposti due fenomeni interconnessi, che hanno alterato questo scenario in modo radicale. Da una parte le culture e le civiltà “esotiche” hanno spettacolarmente invertito il cliché dell’immobile tradizionalismo.
Le grandi potenze emergenti si trovano al di fuori dell’occidente. È l’occidente che mostra segni di declinante immobilismo. L’altrove ha trovato la sua voce – ed è diversa da come ce l’aspettavamo.
L’altro fenomeno è il correlativo tramonto della globalizzazione come l’abbiamo conosciuta, ovvero come un moto espansivo perpetuo del capitalismo occidentale. Con buona probabilità il predominio capitalistico rimane, ciò che vacilla è la sua declinazione occidentale, con il corollario di aspetti sociali e politici, il cui valore di esportazione si è rivelato a dir poco modesto. Nel frattempo la globalizzazione ha fatto il suo lavoro, e tutto ciò che in passato si manifestava in un’aura di irraggiungibile lontananza, appare ora nel suo elusivo essere a portata di mano sempre, ovunque, senza ritardi.
La conseguenza è che la ricerca dell’esotico, dell’altrove eccitante e misterioso, slitta verso un orizzonte che non si distende più in senso geografico, ma si raccoglie piuttosto nelle pieghe più o meno nascoste della nostra stessa cultura di appartenenza, e nelle sue propaggini sia in senso di marginalità che di avanguardia.
La sfida per i designer attivi oggi è come indagare questo altro da sé, vicino e lontano, in un modo depurato da pregiudizi ormai stantii, ma non sprovvisto della radicalità di chi i pregiudizi vuole abbatterli. La Venice Design Biennial vuole invitarli a presentare la loro visione in una città che è la culla del concetto di esotico, cerniera tra Occidente e Oriente, dove il resoconto del leggendario viaggio di Marco Polo per la prima volta aprì nuovi orizzonti allo sguardo e all’immaginazione applicati a un altrove fuori dai limiti dell’esperienza conosciuta.
Come nelle precedenti edizioni, la Venice Design Biennial esplorerà le diverse declinazioni di questo tema attraverso la mostra collettiva Auto-Exotic, curata da Francesca Giubilei e Luca Berta, e una serie di progetti collaterali di aziende, gallerie e designer che presenteranno le loro installazioni in spazi indipendenti. Ancora una volta, l’obiettivo è quello di coniugare la scoperta del design ad alta intensità curatoriale con l’esperienza della città, che a Venezia significa in primo luogo camminare, ma anche (a maggior ragione in questa edizione) andare in barca.
La mostra collettiva principale presenterà anche l’esito della Venice Design Biennial Residency, vinta quest’anno dal designer australiano Trent Jansen, che realizzerà il suo nuovo progetto in collaborazione con Vetralia Collectible, editore dell’opera.
McArthurGlen Noventa di Piave Designer Outlet, main partner della Venice Design Biennial 2023 e della Residency, sostiene questa edizione anche partecipando attivamente alla programmazione, con un progetto fotografico che interesserà i suoi iconici spazi e le sedi espositive di VDB a Venezia. Arte, cultura, design fanno parte da sempre del DNA del Gruppo McArthurGlen e McArthurGlen Noventa di Piave Designer Outlet ama arricchire la shopping experience dei propri ospiti anche con progetti artistici e culturali che valorizzino il territorio in cui opera.
Quest’anno Venice Design Biennial ha deciso di collaborare con la bottega gastronomica Baccalà Veneto, situata nel cuore del centro storico, nel sestiere di Rialto, vicino al famoso mercato del pesce. Baccalà Veneto, nato dalla passione per la cucina tradizionale del maestro Paolo Longhin e i figli Edoardo e Lorenzo, propone l’antica tradizione culinaria veneziana, in particolare quella legata alla conservazione e lavorazione del pesce, in originali scatole di latta dal sapore vintage. Per Venice Design Biennial e i suoi visitatori è stata realizzata un’edizione limitata di scatole in latta personalizzate per gustare il classico baccalà mantecato à-porter, che potranno essere acquisite sia negli spazi espositivi che nel punto vendita di Rialto di Baccalà Veneto (Sotoportego dei do Mori, 414).
THE CURATORIAL THEME
ll tema curatoriale di questa edizione, proposto dai curatori e fondatori del progetto, Luca Berta e Francesca Giubilei, è Auto-Exotic.
L’esotico è morto – viva l’esotico. Ci hanno rubato l’altrove! Che fare? Ci sarà un auto-altrove da qualche parte.
Designers di tutto il mondo unitevi, auto-colonizzatevi, auto-appropriatevi!
Nel suo seminale saggio Orientalismo (1978), Edward Said mostrò come fin dal Settecento l’indagine culturale sull’Oriente, inteso come spazio fisico e mentale dell’esotismo, rivelasse delle saldature concettuali con le pratiche colonialiste.
L’altrove, popolato di odalische e califfi, denso di misteri e sensualità, esercitò in Europa una fascinazione che si intrecciava alle pratiche di egemonia politica, militare e commerciale. L’eccitante passività, la femminilità, l’indolente sensualità-sessualità, l’immobilismo, il tradizionalismo, l’irrazionalità: tutti tratti distintivi proiettati sull’Oriente per ricavare in negativo lo stampo dove versare la materia incandescente - virile, progressiva, razionale - dell’identità occidentale.
Negli ultimi anni si sono imposti due fenomeni interconnessi, che hanno alterato questo scenario in modo radicale. Da una parte le culture e le civiltà “esotiche” hanno spettacolarmente invertito il cliché dell’immobile tradizionalismo.
Le grandi potenze emergenti si trovano al di fuori dell’occidente. È l’occidente che mostra segni di declinante immobilismo. L’altrove ha trovato la sua voce – ed è diversa da come ce l’aspettavamo.
L’altro fenomeno è il correlativo tramonto della globalizzazione come l’abbiamo conosciuta, ovvero come un moto espansivo perpetuo del capitalismo occidentale. Con buona probabilità il predominio capitalistico rimane, ciò che vacilla è la sua declinazione occidentale, con il corollario di aspetti sociali e politici, il cui valore di esportazione si è rivelato a dir poco modesto. Nel frattempo la globalizzazione ha fatto il suo lavoro, e tutto ciò che in passato si manifestava in un’aura di irraggiungibile lontananza, appare ora nel suo elusivo essere a portata di mano sempre, ovunque, senza ritardi.
La conseguenza è che la ricerca dell’esotico, dell’altrove eccitante e misterioso, slitta verso un orizzonte che non si distende più in senso geografico, ma si raccoglie piuttosto nelle pieghe più o meno nascoste della nostra stessa cultura di appartenenza, e nelle sue propaggini sia in senso di marginalità che di avanguardia.
La sfida per i designer attivi oggi è come indagare questo altro da sé, vicino e lontano, in un modo depurato da pregiudizi ormai stantii, ma non sprovvisto della radicalità di chi i pregiudizi vuole abbatterli. La Venice Design Biennial vuole invitarli a presentare la loro visione in una città che è la culla del concetto di esotico, cerniera tra Occidente e Oriente, dove il resoconto del leggendario viaggio di Marco Polo per la prima volta aprì nuovi orizzonti allo sguardo e all’immaginazione applicati a un altrove fuori dai limiti dell’esperienza conosciuta.
Come nelle precedenti edizioni, la Venice Design Biennial esplorerà le diverse declinazioni di questo tema attraverso la mostra collettiva Auto-Exotic, curata da Francesca Giubilei e Luca Berta, e una serie di progetti collaterali di aziende, gallerie e designer che presenteranno le loro installazioni in spazi indipendenti. Ancora una volta, l’obiettivo è quello di coniugare la scoperta del design ad alta intensità curatoriale con l’esperienza della città, che a Venezia significa in primo luogo camminare, ma anche (a maggior ragione in questa edizione) andare in barca.
La mostra collettiva principale presenterà anche l’esito della Venice Design Biennial Residency, vinta quest’anno dal designer australiano Trent Jansen, che realizzerà il suo nuovo progetto in collaborazione con Vetralia Collectible, editore dell’opera.
McArthurGlen Noventa di Piave Designer Outlet, main partner della Venice Design Biennial 2023 e della Residency, sostiene questa edizione anche partecipando attivamente alla programmazione, con un progetto fotografico che interesserà i suoi iconici spazi e le sedi espositive di VDB a Venezia. Arte, cultura, design fanno parte da sempre del DNA del Gruppo McArthurGlen e McArthurGlen Noventa di Piave Designer Outlet ama arricchire la shopping experience dei propri ospiti anche con progetti artistici e culturali che valorizzino il territorio in cui opera.
Quest’anno Venice Design Biennial ha deciso di collaborare con la bottega gastronomica Baccalà Veneto, situata nel cuore del centro storico, nel sestiere di Rialto, vicino al famoso mercato del pesce. Baccalà Veneto, nato dalla passione per la cucina tradizionale del maestro Paolo Longhin e i figli Edoardo e Lorenzo, propone l’antica tradizione culinaria veneziana, in particolare quella legata alla conservazione e lavorazione del pesce, in originali scatole di latta dal sapore vintage. Per Venice Design Biennial e i suoi visitatori è stata realizzata un’edizione limitata di scatole in latta personalizzate per gustare il classico baccalà mantecato à-porter, che potranno essere acquisite sia negli spazi espositivi che nel punto vendita di Rialto di Baccalà Veneto (Sotoportego dei do Mori, 414).
19
maggio 2023
Venice Design Biennial
Dal 19 maggio al 18 giugno 2023
design
Location
SPARC* – SPAZIO ARTE CONTEMPORANEA
Venezia, Campo Santo Stefano, 2828A, (Venezia)
Venezia, Campo Santo Stefano, 2828A, (Venezia)
Orario di apertura
Tutti i giorni ore 11-19, chiuso il martedì
Ufficio stampa
Strategic Footprints
Autore
Curatore
Progetto grafico
Produzione organizzazione
Sponsor