Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Vent’anni di Domus Academy
Tavola rotonda, presentazione del libro, inaugurazione nuova sede.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Mercoledì, 10 novembre 2004, alle ore 18.00, nella nuova sede di Domus Academy, in via Watt 27,
a Milano, si terranno:
- una tavola rotonda sul libro Il design parla italiano: Vent’anni di Domus Academy
- la presentazione dei nuovi progetti di sviluppo della scuola
- l’inaugurazione della nuova sede
TAVOLA ROTONDA
condotta da:
Gian Luigi Falabrino, giornalista e autore del volume
Maria Grazia Mazzocchi, presidente di Domus Academy
con interventi di:
Adelaide Acerbi Astori, direttore immagine Driade Marca e Design
Stefano Boeri, direttore della rivista Domus
Andrea Granelli, membro di e-Europe
Vico Magistretti, architetto e designer
Davide Rampello, presidente della Triennale di Milano
Alberto Seassaro, preside della Facoltà di Design del Politecnico di Milano
Riccardo Sarfatti, amministratore delegato di Luceplan
ingresso libero
info: Federica Cimatti tel./fax 02 670 770 82
________
UNA BELLA AVVENTURA:
IL DESIGN PARLA ITALIANO
VENT’ANNI DI DOMUS ACADEMY
IL LIBRO
L’influenza dell’insegnamento di Domus Academy sull’evoluzione mondiale del design degli anni Ottanta è stata capitale.
Pierre Restany
Una scuola internazionale post-universitaria – un luogo di ricerca e formazione – che divide con il Royal College of Arts di Londra il primato fra le scuole di design nel mondo: questo è Domus Academy, che rappresenta oggi ciò che hanno significato il Bauhaus (1919-33) e la Scuola di Ulm (1955-68). Nel 1983 Maria Grazia Mazzocchi con Pierre Restany, Alessandro Mendini, Alessandro Guerriero, Valerio Castelli, fondò Domus Academy. Fu un'intuizione importante: il paradosso del design italiano era che esso si stava imponendo al mondo, senza che nessuno lo insegnasse, se non nelle "botteghe" dei singoli designer. Non c'erano altre scuole, e, fino al 1995-96, mancavano, nella facoltà di architettura, i corsi di laurea specialistici in design; soltanto nel 1997 il Politecnico di Milano si è dotato di una Facoltà di Design.
Domus Academy è una visione innovativa, un luogo di ricerca e formazione che ha saputo negli anni arricchire, diffondere e aggiornare la cultura del progetto.
Nata come un’esperienza a termine – ossia da concludere a dieci anni dalla fondazione – Domus Academy è cresciuta come territorio unico e originale di produzione di idee.
E questa crescita ha portato alla decisione di far sì che il progetto continuasse.
Insieme ai designer c’erano antropologi, psicologi, sociologi e tantissimi personaggi provenienti dalle discipline più eterogenee. Era un’impostazione allora rivoluzionaria, capace di produrre idee, creare relazioni e offrire grande visibilità internazionale.
Nei suoi primi vent'anni, Domus Academy ha insegnato industrial design, fashion design, urban management, e interactive design (cui ora si sono aggiunti interior and living design, business design e il rinnovato urban and architectural design), a centinaia di giovani, provenienti da più di 50 paesi del mondo.
Gli studenti sono stati coinvolti nei programmi del DARC, il Centro Ricerche di Domus Academy, che si è distinto per gli studi pionieristici sulla scomposizione e riutilizzo di materiali come la plastica e per i progetti di design dei servizi e delle funzioni informatiche.
Domus Academy ha maturato e mantenuto negli anni una sorta di doppia anima: lo spirito anticonformista che ne caratterizza la didattica, e la ricerca avanzata su un territorio creativo importantissimo – il progetto della relazione fra tecnologie e comportamenti umani.
In questo libro, Il design parla italiano: Vent’anni di Domus Academy, Gian Luigi Falabrino ha scritto le vicende dei primi vent’anni della scuola. Il volume è composto da una parte propriamente storica e da una cinquantina d’interviste e dichiarazioni dei suoi protagonisti, a cura di Maria Grazia Mazzocchi e dello stesso Falabrino: da Gianfranco Ferré, per sette anni direttore del settore moda, a Ezio Manzini, fin dall’inizio “colonna” e teorico del nuovo design; da Stefano Marzano, oggi CEO & Chief Creative Director di Philips Design, a Francesco Morace, vulcanico sociologo impegnato nella ricerca predittiva nel campo della moda e del progetto, da Andrea Branzi, fin dai primi anni direttore della scuola, ad Ampelio Bucci, da Emilio Genovesi, direttore generale per molti anni, ad Antonio Petrillo, ad Elena Pacenti, ai direttori attuali dei Master, e a tutte le personalità del design e della moda che hanno partecipato allo sviluppo di Domus Academy. La natura e i risultati dei corsi sono illustrati attraverso una notevole documentazione fotografica.
Nel libro si rivivono i primi vent’anni della storia di Domus Academy, di quell’ “avventura … dove si lavora immaginando un mondo diverso e per molti aspetti migliore”, senza smettere di raccogliere sfide, con fantasia e rigore; e se l’entusiasmo è rimasto intatto in vent’anni di attività, “forse questo significa che, come la scuola ha bisogno del mondo esterno per confrontarsi con esso e per trasformarlo, anche il mondo esterno ha bisogno di lasciarsi cambiare, anche solo in minima parte, dall’energia vitale di Domus Academy”.
Ma non c’è soltanto la storia: l’ultimo capitolo delinea i programmi di ampliamento e sviluppo dei Master e dei corsi specialistici, cui si aggiunge l’attività di ArtExperience, serie di seminari sulle arti visive e sulla musica, a conferma del costante interesse di Domus Academy per le arti contemporanee.
Il design parla italiano: Vent’anni di Domus Academy
Design Speaks Italian: Domus Academy Story
di Gian Luigi Falabrino
Libri Scheiwiller, 2004
________
LA NUOVA SEDE
Domus Academy ha lasciato la sede di via Savona e si è trasferita in via Watt 27, tra l’ex area Richard-Ginori e le ex Concerie di via Malaga, in una zona di Milano che sempre più sta convertendo le sue vecchie industrie in uffici e attività commerciali.
Luce, grandi spazi aperti, colori neutri e trasparenza sono i caratteri principali e distintivi del progetto, realizzato dallo studio Albanese, da sempre particolarmente attento ai luoghi dell’attività intellettuale.
La suddivisione degli ambienti e le scelte progettuali sono funzionali all’attività di studio e di ricerca della scuola e alle necessità degli studenti. Proprio per loro infatti Domus Academy si è ingrandita: 2600 metri quadri di aule e spazio a disposizione.
L’edificio, di tipo industriale su due piani, ospita una grande sala computer, i laboratori di moda e quello di prototipazione dei modelli. Tante le aule in più per gestire al meglio ogni corso, volute anche in previsione di nuove attività didattiche: ricordiamo i nuovi Master in Interior and Living Design, Business Design e il rinnovato Urban and Architectural Design.
L’esigenza di salvaguardare il lavoro degli studenti e quello dei docenti e dei ricercatori ha suggerito una suddivisione netta degli spazi. Al piano terreno un ampio open space è a disposizione degli studenti, un luogo per discutere e sviluppare progetti comuni, in quell’attività di ricerca e di scambio sempre incoraggiata dalla scuola.
Bianco per i muri, vetro per le grandi finestre, cemento lisciato per il pavimento: questi i colori e i materiali usati, ma ridotti al minimo per rendere la luce protagonista assoluta. Consapevole la scelta di lasciare gli impianti meccanici ed elettrici a vista, anche per garantire una maggiore flessibilità nell’utilizzo degli spazi, adibiti di volta in volta a scopi culturali, creativi e espositivi.
Infine biblioteca e mediateca sono state organizzate in modo più razionale, per invitare gli studenti al miglior sfruttamento delle numerose informazioni disponibili in fase di ricerca.
Il primo piano, dedicato alla direzione didattica e ai dipartimenti, è un grande, lungo open space che accoglie, oltre agli spazi di lavoro, una piacevole area relax che si apre direttamente sui luoghi di passaggio, invitando a una convivialità inaspettata. Continua qui l’alternanza di luce e vetro; sullo sfondo colori e materiali diafani conferiscono all’ambiente un carattere unitario, cadenzato solo dalla presenza di pannelli in vetro, che pur lasciando spaziare la vista, garantiscono la privacy sonora: un compromesso interessante con le teorie dell’open space usate nella progettazione degli spazi di lavoro negli ultimi vent’anni. Pur volendo separare nettamente la parte didattica al pian terreno dal primo piano, non si è voluto rinunciare anche qui a ulteriori spazi per il lavoro di supervisione degli studenti con i tutor, al centro dell’open space.
Domus Academy
via Watt 27, Milano
a Milano, si terranno:
- una tavola rotonda sul libro Il design parla italiano: Vent’anni di Domus Academy
- la presentazione dei nuovi progetti di sviluppo della scuola
- l’inaugurazione della nuova sede
TAVOLA ROTONDA
condotta da:
Gian Luigi Falabrino, giornalista e autore del volume
Maria Grazia Mazzocchi, presidente di Domus Academy
con interventi di:
Adelaide Acerbi Astori, direttore immagine Driade Marca e Design
Stefano Boeri, direttore della rivista Domus
Andrea Granelli, membro di e-Europe
Vico Magistretti, architetto e designer
Davide Rampello, presidente della Triennale di Milano
Alberto Seassaro, preside della Facoltà di Design del Politecnico di Milano
Riccardo Sarfatti, amministratore delegato di Luceplan
ingresso libero
info: Federica Cimatti tel./fax 02 670 770 82
________
UNA BELLA AVVENTURA:
IL DESIGN PARLA ITALIANO
VENT’ANNI DI DOMUS ACADEMY
IL LIBRO
L’influenza dell’insegnamento di Domus Academy sull’evoluzione mondiale del design degli anni Ottanta è stata capitale.
Pierre Restany
Una scuola internazionale post-universitaria – un luogo di ricerca e formazione – che divide con il Royal College of Arts di Londra il primato fra le scuole di design nel mondo: questo è Domus Academy, che rappresenta oggi ciò che hanno significato il Bauhaus (1919-33) e la Scuola di Ulm (1955-68). Nel 1983 Maria Grazia Mazzocchi con Pierre Restany, Alessandro Mendini, Alessandro Guerriero, Valerio Castelli, fondò Domus Academy. Fu un'intuizione importante: il paradosso del design italiano era che esso si stava imponendo al mondo, senza che nessuno lo insegnasse, se non nelle "botteghe" dei singoli designer. Non c'erano altre scuole, e, fino al 1995-96, mancavano, nella facoltà di architettura, i corsi di laurea specialistici in design; soltanto nel 1997 il Politecnico di Milano si è dotato di una Facoltà di Design.
Domus Academy è una visione innovativa, un luogo di ricerca e formazione che ha saputo negli anni arricchire, diffondere e aggiornare la cultura del progetto.
Nata come un’esperienza a termine – ossia da concludere a dieci anni dalla fondazione – Domus Academy è cresciuta come territorio unico e originale di produzione di idee.
E questa crescita ha portato alla decisione di far sì che il progetto continuasse.
Insieme ai designer c’erano antropologi, psicologi, sociologi e tantissimi personaggi provenienti dalle discipline più eterogenee. Era un’impostazione allora rivoluzionaria, capace di produrre idee, creare relazioni e offrire grande visibilità internazionale.
Nei suoi primi vent'anni, Domus Academy ha insegnato industrial design, fashion design, urban management, e interactive design (cui ora si sono aggiunti interior and living design, business design e il rinnovato urban and architectural design), a centinaia di giovani, provenienti da più di 50 paesi del mondo.
Gli studenti sono stati coinvolti nei programmi del DARC, il Centro Ricerche di Domus Academy, che si è distinto per gli studi pionieristici sulla scomposizione e riutilizzo di materiali come la plastica e per i progetti di design dei servizi e delle funzioni informatiche.
Domus Academy ha maturato e mantenuto negli anni una sorta di doppia anima: lo spirito anticonformista che ne caratterizza la didattica, e la ricerca avanzata su un territorio creativo importantissimo – il progetto della relazione fra tecnologie e comportamenti umani.
In questo libro, Il design parla italiano: Vent’anni di Domus Academy, Gian Luigi Falabrino ha scritto le vicende dei primi vent’anni della scuola. Il volume è composto da una parte propriamente storica e da una cinquantina d’interviste e dichiarazioni dei suoi protagonisti, a cura di Maria Grazia Mazzocchi e dello stesso Falabrino: da Gianfranco Ferré, per sette anni direttore del settore moda, a Ezio Manzini, fin dall’inizio “colonna” e teorico del nuovo design; da Stefano Marzano, oggi CEO & Chief Creative Director di Philips Design, a Francesco Morace, vulcanico sociologo impegnato nella ricerca predittiva nel campo della moda e del progetto, da Andrea Branzi, fin dai primi anni direttore della scuola, ad Ampelio Bucci, da Emilio Genovesi, direttore generale per molti anni, ad Antonio Petrillo, ad Elena Pacenti, ai direttori attuali dei Master, e a tutte le personalità del design e della moda che hanno partecipato allo sviluppo di Domus Academy. La natura e i risultati dei corsi sono illustrati attraverso una notevole documentazione fotografica.
Nel libro si rivivono i primi vent’anni della storia di Domus Academy, di quell’ “avventura … dove si lavora immaginando un mondo diverso e per molti aspetti migliore”, senza smettere di raccogliere sfide, con fantasia e rigore; e se l’entusiasmo è rimasto intatto in vent’anni di attività, “forse questo significa che, come la scuola ha bisogno del mondo esterno per confrontarsi con esso e per trasformarlo, anche il mondo esterno ha bisogno di lasciarsi cambiare, anche solo in minima parte, dall’energia vitale di Domus Academy”.
Ma non c’è soltanto la storia: l’ultimo capitolo delinea i programmi di ampliamento e sviluppo dei Master e dei corsi specialistici, cui si aggiunge l’attività di ArtExperience, serie di seminari sulle arti visive e sulla musica, a conferma del costante interesse di Domus Academy per le arti contemporanee.
Il design parla italiano: Vent’anni di Domus Academy
Design Speaks Italian: Domus Academy Story
di Gian Luigi Falabrino
Libri Scheiwiller, 2004
________
LA NUOVA SEDE
Domus Academy ha lasciato la sede di via Savona e si è trasferita in via Watt 27, tra l’ex area Richard-Ginori e le ex Concerie di via Malaga, in una zona di Milano che sempre più sta convertendo le sue vecchie industrie in uffici e attività commerciali.
Luce, grandi spazi aperti, colori neutri e trasparenza sono i caratteri principali e distintivi del progetto, realizzato dallo studio Albanese, da sempre particolarmente attento ai luoghi dell’attività intellettuale.
La suddivisione degli ambienti e le scelte progettuali sono funzionali all’attività di studio e di ricerca della scuola e alle necessità degli studenti. Proprio per loro infatti Domus Academy si è ingrandita: 2600 metri quadri di aule e spazio a disposizione.
L’edificio, di tipo industriale su due piani, ospita una grande sala computer, i laboratori di moda e quello di prototipazione dei modelli. Tante le aule in più per gestire al meglio ogni corso, volute anche in previsione di nuove attività didattiche: ricordiamo i nuovi Master in Interior and Living Design, Business Design e il rinnovato Urban and Architectural Design.
L’esigenza di salvaguardare il lavoro degli studenti e quello dei docenti e dei ricercatori ha suggerito una suddivisione netta degli spazi. Al piano terreno un ampio open space è a disposizione degli studenti, un luogo per discutere e sviluppare progetti comuni, in quell’attività di ricerca e di scambio sempre incoraggiata dalla scuola.
Bianco per i muri, vetro per le grandi finestre, cemento lisciato per il pavimento: questi i colori e i materiali usati, ma ridotti al minimo per rendere la luce protagonista assoluta. Consapevole la scelta di lasciare gli impianti meccanici ed elettrici a vista, anche per garantire una maggiore flessibilità nell’utilizzo degli spazi, adibiti di volta in volta a scopi culturali, creativi e espositivi.
Infine biblioteca e mediateca sono state organizzate in modo più razionale, per invitare gli studenti al miglior sfruttamento delle numerose informazioni disponibili in fase di ricerca.
Il primo piano, dedicato alla direzione didattica e ai dipartimenti, è un grande, lungo open space che accoglie, oltre agli spazi di lavoro, una piacevole area relax che si apre direttamente sui luoghi di passaggio, invitando a una convivialità inaspettata. Continua qui l’alternanza di luce e vetro; sullo sfondo colori e materiali diafani conferiscono all’ambiente un carattere unitario, cadenzato solo dalla presenza di pannelli in vetro, che pur lasciando spaziare la vista, garantiscono la privacy sonora: un compromesso interessante con le teorie dell’open space usate nella progettazione degli spazi di lavoro negli ultimi vent’anni. Pur volendo separare nettamente la parte didattica al pian terreno dal primo piano, non si è voluto rinunciare anche qui a ulteriori spazi per il lavoro di supervisione degli studenti con i tutor, al centro dell’open space.
Domus Academy
via Watt 27, Milano
10
novembre 2004
Vent’anni di Domus Academy
10 novembre 2004
incontro - conferenza
Location
DOMUS ACADEMY
Milano, Via Carlo Darwin, 20, (Milano)
Milano, Via Carlo Darwin, 20, (Milano)
Vernissage
10 Novembre 2004, ore 18.00. presso la nuova sede in via Watt 27, Milano