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Verdiano Marzi – Mosaicista
Il mosaico del fondo è trattato alla maniera classica con i suoi regolari andamenti e i minimi interstizi tra le tessere, ma è la figura ancora una volta ad uscire dallo schema tradizionale con l’irruenza di materie musive oblique, verticali e taglienti, che tracciano le linee di forza…
Comunicato stampa
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Comunicato stampa
Inaugura Domenica 11 maggio alle ore 18.00 presso la Galleria "del Carbone" la mostra personale
di Verdiano Marzi mosaicista di San Marino che attualmente vive e lavora a Parigi. La rassegna è
il risultato della collaborazione del Carbone con la critica d'arte Laura Gavioli che ha proposto l'opera
di Marzi, un Maestro del mosaico dal forte impatto cromatico e poetico. La mostra presenta venti
opere ed una particolare installazione che "affolla" la sala d'ingresso della Galleria.
VERDIANO MARZI
Mosaico, un mezzo originale, atemporale, non decorativo.
Con gli straordinari mezzi della posta elettronica, qualche giorno fa ho ricevuto una serie di immagini da Parigi: sono quelle dei mosaici preparati da Verdiano Marzi per la sua imminente mostra a Ferrara, alla Galleria del Carbone.
Gli avevo chiesto di portare avanti, se il suo interesse avesse coinciso con il mio, quella ricerca sul ritratto, apparsa la prima volta con una serie di piccoli lavori nella recente e bellissima mostra di Ravenna, presso lo studio di Marco De Luca. Quelle opere erano fortemente impressionanti e lasciavano presagire ulteriori evoluzioni, come puntualmente adesso si presentano alla nostra attenzione.
Se il ritratto può definirsi la rappresentazione di un volto o della figura di una determinata persona della quale si cercano o la somiglianza pura e semplice o il carattere psicologico o morale, o anche il significato simbolico, ideale, di rango sociale cui appartiene... allora chissà chi sono Grimace e l'altro personaggio semplicemente intitolato Silenzio? E un terzo ritratto di giovane sognante che andrà a comporre questo trittico e che vuole essere il preludio ad una ricerca ancora più vasta e concentrata sul tema, tutta da sviluppare...?
La tecnica del mosaico non è la più adatta alla rappresentazione di particolari anatomici, di linee rappresentate dal disegno, a meno che non si voglia usare quel micro-mosaico che in passato era stato impiegato per rendere la “pittura eterna”.
Verdiano Marzi ha raggiunto in questi anni una tale abilità e padronanza del mezzo espressivo da riuscire a sottomettere la materia musiva a qualsiasi condizionamento fino a realizzare dei volti dalla espressività complessa, alternando parti frammentate e ridotte a minute schegge a larghi blocchi di pasta vitrea inseriti con definitiva convinzione.
Anche le due opere intitolate Icona sono particolarmente originali; qui il mosaico del fondo è trattato alla maniera classica con i suoi regolari andamenti e i minimi interstizi tra le tessere, ma è la figura ancora una volta ad uscire dallo schema tradizionale con l'irruenza di materie musive oblique, verticali e taglienti, che tracciano le linee di forza della forma-corpo e scompigliano la quiete fisica e classica del mosaico tradizionale circostante. Queste icone ricordano la Russia del primo ‘900 e le figure di Kazimir Malevič del post suprematismo con il ritorno dell’artista alla figura e all’ideale del Rinascimento oltre che alla mistica primitiva e popolare. Sono icone autentiche e moderne, rivisitate da un artista di oggi che fa tesoro delle sue esperienze culturali, pensando soltanto all'attualità, anzi mantenendo un rapporto di consuetudine giornaliera con l'opera, sentita come una necessaria proiezione della sensibilità, hinc et nunc, senza enfasi e senza retorica. Il lavorare quotidiano di Verdiano non può sovvertire l'estrema sensibilità del suo fare che anzi si rafforza nell’esercizio continuo; l’intuizione della forma avviene in perfetta libertà e prende sempre il volo, oltre la materia, come nella composizione Icaro, un’opera tra le più affascinanti in questa mostra, dove la passione dell'autore, che si sente sempre attratto dalla scultura, trova soluzioni molto raffinate di colore. La percezione del tempo e della luce, così come dell'andamento delle stagioni, è espressa in una serie di opere come All'imbrunire, Alba, Autunno, Contrejour1e 2, Luna rossa: tutte fasi che dicono di un sentimento della natura, di uno sguardo abituato a catturare e conservare il fascino dell'emozione oltre il fenomeno contingente.
Per le opere di questa mostra un dato interessante ed innovativo riguarda la tecnica e l'uso che un artista come questo, che possiede grande capacità professionale, può farne.
Abbiamo pensato e creduto fermamente che il mosaico potesse esprimere notevoli potenzialità nel nostro tempo e nell'arte attuale, che fosse un mezzo originale, atemporale, non decorativo e perfino antigrazioso: il lavoro di Verdiano Marzi conferma queste intuizioni e apre nuove prospettive ad un linguaggio che può lasciare la prassi antica alla storia perseguendo le suggestioni del pensiero artistico contemporaneo.
Maggio 2008 Laura Gavioli
Cenni biografici
Verdiano Marzi ha studiato il mosaico a Ravenna dove è nato nel 1949. Trasferitosi in Francia nel 1973,ha vinto
commissioni pubbliche e private di mosaici monumentali e fatto lavori di restauro, nonché mostre assieme ad altri
mosaicisti per far conoscere il mosaico in Francia e all'estero. Si dedica anche all'insegnamento. Ha ricevuto il premio
Murano a Venezia nel 1987 e il Grand prix régional des Métiers d'art a Parigi nel 1990.
Le sue ultime mostre personali si sono svolte nella Cappella Saint-Éman di Chartres (2004), nella Mediateca
comunale dl Bagnolet (2005) e nella galleria del Viaduc des Arts a Parigi (2007). Collabora con la Direzione
dei Laboratori del Louvre per l'insegnamento dell'arte del mosaico.
Inaugura Domenica 11 maggio alle ore 18.00 presso la Galleria "del Carbone" la mostra personale
di Verdiano Marzi mosaicista di San Marino che attualmente vive e lavora a Parigi. La rassegna è
il risultato della collaborazione del Carbone con la critica d'arte Laura Gavioli che ha proposto l'opera
di Marzi, un Maestro del mosaico dal forte impatto cromatico e poetico. La mostra presenta venti
opere ed una particolare installazione che "affolla" la sala d'ingresso della Galleria.
VERDIANO MARZI
Mosaico, un mezzo originale, atemporale, non decorativo.
Con gli straordinari mezzi della posta elettronica, qualche giorno fa ho ricevuto una serie di immagini da Parigi: sono quelle dei mosaici preparati da Verdiano Marzi per la sua imminente mostra a Ferrara, alla Galleria del Carbone.
Gli avevo chiesto di portare avanti, se il suo interesse avesse coinciso con il mio, quella ricerca sul ritratto, apparsa la prima volta con una serie di piccoli lavori nella recente e bellissima mostra di Ravenna, presso lo studio di Marco De Luca. Quelle opere erano fortemente impressionanti e lasciavano presagire ulteriori evoluzioni, come puntualmente adesso si presentano alla nostra attenzione.
Se il ritratto può definirsi la rappresentazione di un volto o della figura di una determinata persona della quale si cercano o la somiglianza pura e semplice o il carattere psicologico o morale, o anche il significato simbolico, ideale, di rango sociale cui appartiene... allora chissà chi sono Grimace e l'altro personaggio semplicemente intitolato Silenzio? E un terzo ritratto di giovane sognante che andrà a comporre questo trittico e che vuole essere il preludio ad una ricerca ancora più vasta e concentrata sul tema, tutta da sviluppare...?
La tecnica del mosaico non è la più adatta alla rappresentazione di particolari anatomici, di linee rappresentate dal disegno, a meno che non si voglia usare quel micro-mosaico che in passato era stato impiegato per rendere la “pittura eterna”.
Verdiano Marzi ha raggiunto in questi anni una tale abilità e padronanza del mezzo espressivo da riuscire a sottomettere la materia musiva a qualsiasi condizionamento fino a realizzare dei volti dalla espressività complessa, alternando parti frammentate e ridotte a minute schegge a larghi blocchi di pasta vitrea inseriti con definitiva convinzione.
Anche le due opere intitolate Icona sono particolarmente originali; qui il mosaico del fondo è trattato alla maniera classica con i suoi regolari andamenti e i minimi interstizi tra le tessere, ma è la figura ancora una volta ad uscire dallo schema tradizionale con l'irruenza di materie musive oblique, verticali e taglienti, che tracciano le linee di forza della forma-corpo e scompigliano la quiete fisica e classica del mosaico tradizionale circostante. Queste icone ricordano la Russia del primo ‘900 e le figure di Kazimir Malevič del post suprematismo con il ritorno dell’artista alla figura e all’ideale del Rinascimento oltre che alla mistica primitiva e popolare. Sono icone autentiche e moderne, rivisitate da un artista di oggi che fa tesoro delle sue esperienze culturali, pensando soltanto all'attualità, anzi mantenendo un rapporto di consuetudine giornaliera con l'opera, sentita come una necessaria proiezione della sensibilità, hinc et nunc, senza enfasi e senza retorica. Il lavorare quotidiano di Verdiano non può sovvertire l'estrema sensibilità del suo fare che anzi si rafforza nell’esercizio continuo; l’intuizione della forma avviene in perfetta libertà e prende sempre il volo, oltre la materia, come nella composizione Icaro, un’opera tra le più affascinanti in questa mostra, dove la passione dell'autore, che si sente sempre attratto dalla scultura, trova soluzioni molto raffinate di colore. La percezione del tempo e della luce, così come dell'andamento delle stagioni, è espressa in una serie di opere come All'imbrunire, Alba, Autunno, Contrejour1e 2, Luna rossa: tutte fasi che dicono di un sentimento della natura, di uno sguardo abituato a catturare e conservare il fascino dell'emozione oltre il fenomeno contingente.
Per le opere di questa mostra un dato interessante ed innovativo riguarda la tecnica e l'uso che un artista come questo, che possiede grande capacità professionale, può farne.
Abbiamo pensato e creduto fermamente che il mosaico potesse esprimere notevoli potenzialità nel nostro tempo e nell'arte attuale, che fosse un mezzo originale, atemporale, non decorativo e perfino antigrazioso: il lavoro di Verdiano Marzi conferma queste intuizioni e apre nuove prospettive ad un linguaggio che può lasciare la prassi antica alla storia perseguendo le suggestioni del pensiero artistico contemporaneo.
Maggio 2008 Laura Gavioli
Cenni biografici
Verdiano Marzi ha studiato il mosaico a Ravenna dove è nato nel 1949. Trasferitosi in Francia nel 1973,ha vinto
commissioni pubbliche e private di mosaici monumentali e fatto lavori di restauro, nonché mostre assieme ad altri
mosaicisti per far conoscere il mosaico in Francia e all'estero. Si dedica anche all'insegnamento. Ha ricevuto il premio
Murano a Venezia nel 1987 e il Grand prix régional des Métiers d'art a Parigi nel 1990.
Le sue ultime mostre personali si sono svolte nella Cappella Saint-Éman di Chartres (2004), nella Mediateca
comunale dl Bagnolet (2005) e nella galleria del Viaduc des Arts a Parigi (2007). Collabora con la Direzione
dei Laboratori del Louvre per l'insegnamento dell'arte del mosaico.
11
maggio 2008
Verdiano Marzi – Mosaicista
Dall'undici maggio al primo giugno 2008
arte moderna e contemporanea
Location
GALLERIA DEL CARBONE
Ferrara, Via Del Carbone, 18, (Ferrara)
Ferrara, Via Del Carbone, 18, (Ferrara)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì 17.00-20.00 sabato e festivi 10.30-12.30 17.00-20.00 martedì chiuso
Vernissage
11 Maggio 2008, ore 18.00
Autore