Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Verita Monselles – Codice inverso
La dissacrazione dell’archetipo maschile nella fotografia di Verita Monselles
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 3 giugno alle ore 18,00 s i inaugura presso gli spazi espositivi Le Antiche Stanze in via Santa Caterina 17 a Prato la mostra fotografica Codice inverso. La dissacrazione dell’archetipo maschile nella fotografia di Verita Monselles a cura di Lara-Vinca Masini. Abbinato alla mostra e in funzione di catalogo sarà pubblicato nell’occasione il fascicolo n. 5 dei “Quaderni di AFT” contenente un’ampia scelta delle foto esposte con i testi introduttivi di Lara Vinca Masini e Lea Vergine, l’autobiografia scritta dalla stessa artista e varie testimonianze.
Nata a Buenos Aires nel 1929, Verita Monselles è morta a Firenze nel 2005 dopo una lunga malattia tanto devastante nel fisico quanto vissuta con dignità e quella dose di ironia che ha anche segnato l’intera sua produzione di artista. La mostra e l’annesso catalogo rappresentano in certa misura il testamento spirituale al quale ha lavorato con entusiasmo fino all’ultimo giorno, incontrano e parlandone con amici e collaboratori.
Alla fotografia, in particolare alla fotografia di ricerca e d’arte, Verita Monselles ha iniziato a dedicarsi fin dai primissimi anni Settanta, in coincidenza con profondi cambiamenti che avevano interessato l’ambito privato degli affetti familiari e delle abitudini sociali da cui era conseguito anche il trasferimento definitivo da Napoli a Firenze. In quella particolare circostanza e situazione, la fotografia fu una scoperta, e ancor più lo strumento di ricerca di nuovi valori che molto si sposarono con il ruolo della donna e la sua figura, nella società e nella cultura. Negli anni Ottanta ha lavorato come fotografa professionista nello studio di Firenze. Questo doppio approccio le permetteva da un lato di “professionalizzarsi” nel settore della fotografia commerciale, di moda e pubblicità, dall’altro di proseguire un suo discorso profondamente autoironico, vicino alle tematiche femminili allora di moda che interpretò in forme meno improvvisate.
E’ stata una delle esponenti più rappresentative della fotografia d’arte “al femminile”, in Italia e in Europa; le sue immagini sono state esposte in importanti gallerie, non solo fotografiche, ottenendo recensioni. copertine e riconoscimenti. Nel 1982 è presente a Parigi al Centre Pompidou nella mostra Sei Fotografe Italiane presentate dalla Galleria di Milano Il Diaframma. Lo stesso anno tiene a Napoli un personale presso il Maschio Angioino con il patrocinio del Comune. Nel 1984 partecipa in Germania alla mostra 11 donne fotografe patrocinata dall’Assofoto nell’ambito della fiera internazionale della fotografia di Colonia. Lo stesso anno è relatrice a Dinnard, in Francia, al Congresso dell’Associazione Nazionale Fotografi Professionisti Francesi (GNPP). Nel 1987 espone a Milano nella sezione culturale del Sicof, la fiera nazionale della fotografia, presentata in catalogo da Pier Vittorio Tondrilli. Negli anni Novanta, chiuso lo studio di fotografa professionista, si dedica alla sperimentazione di tecniche a lei più congeniali fra le nuove tecnologie rielaborando le proprie tematiche in nuovi linguaggi d’immagine.
La mostra che l’Archivio Fotografico Toscano le dedica a Prato, giusto riconoscimento al suo impegno umano, culturale e artistico, ripercorre in sequenza cronologica l’intero arco di attività, lungo oltre un trentennio dal 1970 al 2004. Vi sono esposte le opere più significative e più conosciute: le prime immagini in bianco e nero degli anni settanta con paesaggi e passanti poi riprese in nuove sequenze interpretative alla fine degli anni novanta, la serie di forte impatto critico riunita sotto il titolo comune “divagazioni sul tema” che comprende le sue fotografie più note (Natura morta I e II, Amore I e II, Merletto bianco, La gabbia d’oro, Margherite rosa, Il velo, Abito nuziale, Scelta, Bijoux, Stars, Superstars), le sequenze dissacranti di Ecce homo, la Paolina in versione femminista, i trittici degli anni ottanta dove, come lei stessa afferma, “Le scenografie sono scomparse, in evidenza è il trucco femminile, il trucco subentra come metamorfosi”, le variazioni sul tema “etruschi” con l’immagine direttamente ricostruita ed elaborata al computer, ultima scoperta della sua fervida fantasia creativa. L’obiettivo è di offrire una ricostruzione completa del suo percorso di artista vissuto nell’ottica dell’impegno sociale per l’emancipazione culturale della donna..
Nata a Buenos Aires nel 1929, Verita Monselles è morta a Firenze nel 2005 dopo una lunga malattia tanto devastante nel fisico quanto vissuta con dignità e quella dose di ironia che ha anche segnato l’intera sua produzione di artista. La mostra e l’annesso catalogo rappresentano in certa misura il testamento spirituale al quale ha lavorato con entusiasmo fino all’ultimo giorno, incontrano e parlandone con amici e collaboratori.
Alla fotografia, in particolare alla fotografia di ricerca e d’arte, Verita Monselles ha iniziato a dedicarsi fin dai primissimi anni Settanta, in coincidenza con profondi cambiamenti che avevano interessato l’ambito privato degli affetti familiari e delle abitudini sociali da cui era conseguito anche il trasferimento definitivo da Napoli a Firenze. In quella particolare circostanza e situazione, la fotografia fu una scoperta, e ancor più lo strumento di ricerca di nuovi valori che molto si sposarono con il ruolo della donna e la sua figura, nella società e nella cultura. Negli anni Ottanta ha lavorato come fotografa professionista nello studio di Firenze. Questo doppio approccio le permetteva da un lato di “professionalizzarsi” nel settore della fotografia commerciale, di moda e pubblicità, dall’altro di proseguire un suo discorso profondamente autoironico, vicino alle tematiche femminili allora di moda che interpretò in forme meno improvvisate.
E’ stata una delle esponenti più rappresentative della fotografia d’arte “al femminile”, in Italia e in Europa; le sue immagini sono state esposte in importanti gallerie, non solo fotografiche, ottenendo recensioni. copertine e riconoscimenti. Nel 1982 è presente a Parigi al Centre Pompidou nella mostra Sei Fotografe Italiane presentate dalla Galleria di Milano Il Diaframma. Lo stesso anno tiene a Napoli un personale presso il Maschio Angioino con il patrocinio del Comune. Nel 1984 partecipa in Germania alla mostra 11 donne fotografe patrocinata dall’Assofoto nell’ambito della fiera internazionale della fotografia di Colonia. Lo stesso anno è relatrice a Dinnard, in Francia, al Congresso dell’Associazione Nazionale Fotografi Professionisti Francesi (GNPP). Nel 1987 espone a Milano nella sezione culturale del Sicof, la fiera nazionale della fotografia, presentata in catalogo da Pier Vittorio Tondrilli. Negli anni Novanta, chiuso lo studio di fotografa professionista, si dedica alla sperimentazione di tecniche a lei più congeniali fra le nuove tecnologie rielaborando le proprie tematiche in nuovi linguaggi d’immagine.
La mostra che l’Archivio Fotografico Toscano le dedica a Prato, giusto riconoscimento al suo impegno umano, culturale e artistico, ripercorre in sequenza cronologica l’intero arco di attività, lungo oltre un trentennio dal 1970 al 2004. Vi sono esposte le opere più significative e più conosciute: le prime immagini in bianco e nero degli anni settanta con paesaggi e passanti poi riprese in nuove sequenze interpretative alla fine degli anni novanta, la serie di forte impatto critico riunita sotto il titolo comune “divagazioni sul tema” che comprende le sue fotografie più note (Natura morta I e II, Amore I e II, Merletto bianco, La gabbia d’oro, Margherite rosa, Il velo, Abito nuziale, Scelta, Bijoux, Stars, Superstars), le sequenze dissacranti di Ecce homo, la Paolina in versione femminista, i trittici degli anni ottanta dove, come lei stessa afferma, “Le scenografie sono scomparse, in evidenza è il trucco femminile, il trucco subentra come metamorfosi”, le variazioni sul tema “etruschi” con l’immagine direttamente ricostruita ed elaborata al computer, ultima scoperta della sua fervida fantasia creativa. L’obiettivo è di offrire una ricostruzione completa del suo percorso di artista vissuto nell’ottica dell’impegno sociale per l’emancipazione culturale della donna..
03
giugno 2006
Verita Monselles – Codice inverso
Dal 03 al 26 giugno 2006
fotografia
Location
ANTICHE STANZE DI SANTA CATERINA
Prato, Via Dolce De' Mazzamuti, 1, (Prato)
Prato, Via Dolce De' Mazzamuti, 1, (Prato)
Orario di apertura
10-13 e 15-18, chiuso martedì e domenica
Vernissage
3 Giugno 2006, ore 18
Autore
Curatore