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Veronese inciso. Stampe da Veronese dal XVI al XIX secolo
Mostra dedicata dai Musei civici di Bassano del Grappa alla fortuna di Paolo Veronese nella stampa “di traduzione” segnalando l’enorme fama dell’artista e le capacità tecniche degli incisori di rendere con i tratti segnati sulla lastra la felicità e l’esuberanza del colore del Caliari.
Comunicato stampa
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Si inserisce nell’itinerario “Scopri il Veneto di Paolo Veronese” con altre 4 mostre e 32 siti intitolati a Paolo Veronese la mostra che espone una inedita selezione di 66 incisioni, datate tra la fine del Cinquecento e gli ultimi anni del Settecento. Sono qui riprodotti quasi tutti i capolavori del grande artista, a partire dalle acqueforti contemporanee di Agostino Carracci fino alla produzione più corrente dei Remondini, che in pieno Neoclassicismo non esitano a tradurre nei segni fortemente inchiostrati la magniloquenza del disegno più che la felicità del colore. È una dimostrazione della fortuna di Veronese, la cui fama, con la complicità del barocco e di Tiepolo, non aveva mai visto flessioni nel mercato di tutta Europa.
Due sono i nuclei più significativi. Il primo è quello disegnato da Agostino Carracci, il protagonista bolognese della prima stagione del Seicento, che nei suo viaggi veneziani del 1582 e 1585 incide, per Orazio Bertelli opere di Veronese – ancor vivo l’artista - scalate tra ottavo e nono decennio, anche perdute. Tra queste si segnala il grande foglio con Il martirio di Santa Giustina, tratto dall'opera eseguita nel 1575 da Paolo con il fratello Benedetto per l'altar maggiore dell'abbazia benedettina padovana intitolata alla santa patrona di Padova.
L'altro nucleo è quello costruito dal pittore e incisore fiammingo Valentin Lefevre (Le Febre) al quale si deve, alla fine della sua vita la pubblicazione di un'opera fondamentale per il barocco veneto, Il pregevolissimo volume Opera selectiora quae Titianus Vecellius Cadubrensis et Paulus Caliari Veronensis inventaverunt, ac pinxerunt, quaeque Valentinus Le Fevre Bruxellensis delineavit & sculpsit, Venezia 1680, ripubblicato due anni dopo, postumo. Da questa sono stati selezionati i fogli che documentano l'attività di Veronese e dei suoi allievi per Palazzo Ducale a Venezia, nella sala delle Udienze del Consiglio dei Dieci (1555-1557), nella Sala del Maggior Consiglio (1579-1582) e nella Sala del Collegio (1575-1577).
Alle Nozze di Cana, dipinte da Veronese tra il 1562 ed il 1563 per il Refettorio del convento di San Giorgio Maggiore ora al Louvre, sono riservati tra Sei e Settecento numerosi fogli, il più importante dei quali, esposto, è l'acquaforte incisa da Giovan Battista Vanni per Ferdinando II di Toscana, stampato a Roma nel 1637 da Gio:Giacomo de' Rossi.
Posto d'onore In mostra per i legni xilografici incisi, con tecnica da lui inventata, dall'inglese John Baptist Jackson, tutti ceduti a Giuseppe Remondini, che saranno esposti assieme ad una selezione di fogli da lui eseguiti sulle opere di Veronese. Una chicca che, in mezzo a stampe multiple, da sola vale il viaggio a Bassano, per gli addetti ai lavori e per chi vuole capire come le immagini si propaghino grazie alla forza espressiva delle immagini stesse.
Due sono i nuclei più significativi. Il primo è quello disegnato da Agostino Carracci, il protagonista bolognese della prima stagione del Seicento, che nei suo viaggi veneziani del 1582 e 1585 incide, per Orazio Bertelli opere di Veronese – ancor vivo l’artista - scalate tra ottavo e nono decennio, anche perdute. Tra queste si segnala il grande foglio con Il martirio di Santa Giustina, tratto dall'opera eseguita nel 1575 da Paolo con il fratello Benedetto per l'altar maggiore dell'abbazia benedettina padovana intitolata alla santa patrona di Padova.
L'altro nucleo è quello costruito dal pittore e incisore fiammingo Valentin Lefevre (Le Febre) al quale si deve, alla fine della sua vita la pubblicazione di un'opera fondamentale per il barocco veneto, Il pregevolissimo volume Opera selectiora quae Titianus Vecellius Cadubrensis et Paulus Caliari Veronensis inventaverunt, ac pinxerunt, quaeque Valentinus Le Fevre Bruxellensis delineavit & sculpsit, Venezia 1680, ripubblicato due anni dopo, postumo. Da questa sono stati selezionati i fogli che documentano l'attività di Veronese e dei suoi allievi per Palazzo Ducale a Venezia, nella sala delle Udienze del Consiglio dei Dieci (1555-1557), nella Sala del Maggior Consiglio (1579-1582) e nella Sala del Collegio (1575-1577).
Alle Nozze di Cana, dipinte da Veronese tra il 1562 ed il 1563 per il Refettorio del convento di San Giorgio Maggiore ora al Louvre, sono riservati tra Sei e Settecento numerosi fogli, il più importante dei quali, esposto, è l'acquaforte incisa da Giovan Battista Vanni per Ferdinando II di Toscana, stampato a Roma nel 1637 da Gio:Giacomo de' Rossi.
Posto d'onore In mostra per i legni xilografici incisi, con tecnica da lui inventata, dall'inglese John Baptist Jackson, tutti ceduti a Giuseppe Remondini, che saranno esposti assieme ad una selezione di fogli da lui eseguiti sulle opere di Veronese. Una chicca che, in mezzo a stampe multiple, da sola vale il viaggio a Bassano, per gli addetti ai lavori e per chi vuole capire come le immagini si propaghino grazie alla forza espressiva delle immagini stesse.
13
settembre 2014
Veronese inciso. Stampe da Veronese dal XVI al XIX secolo
Dal 13 settembre 2014 al 19 gennaio 2015
disegno e grafica
Location
PALAZZO STURM
Bassano Del Grappa, Via Schiavonetti, 40, (Vicenza)
Bassano Del Grappa, Via Schiavonetti, 40, (Vicenza)
Biglietti
intero € 5,00; ridotto € 3,50
Orario di apertura
da martedì a sabato 9:00-13:00 e 15:00-18:00
domenica e festivi 10:30-13:00/15:00-18:00
Vernissage
13 Settembre 2014, ore 17:00
Autore
Curatore