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Veronica Branca-Masa – Sculture 1987-2010
una rassegna monografica sull’artista ticinese Veronica Branca-Masa, in cui saranno esposti una sessantina di lavori. Le opere monumentali saranno collocate nel parco del museo, mentre le sculture di medio e piccolo formato, tra cui un nucleo di sculture-incisioni a parete in ardesia, saranno allestite nelle sale.
Comunicato stampa
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Il Museo Vincenzo Vela di Ligornetto (Canton Ticino, Svizzera), sviluppando i suoi programmi di attenzione alla scultura contemporanea, presenta a partire dall’8 maggio, una rassegna monografica sull’artista ticinese Veronica Branca-Masa, esponendo una sessantina di lavori. Le opere monumentali saranno collocate nel parco del museo, mentre le sculture di medio e piccolo formato, tra cui un nucleo di sculture-incisioni a parete in ardesia, saranno allestite nelle sale.
La mostra considera l’intero percorso creativo dell’artista a partire dal 1987, data del suo spostamento da Ranzo a Carrara, ove la scultrice apre il suo atelier ai piedi delle cave di marmo bianco, materiale da sempre privilegiato nella sua ricerca artistica.
La scelta di passare nei primi anni ’80 dalla pittura degli anni di formazione - mai del tutto abbandonata, sebbene ‘abbreviata’ in un discorso di matrice grafica - alla scultura, nasce dal personale desiderio di Branca-Masa di istaurare un contatto diretto, fisico, con la materia-pietra, con la quale la scultrice intesse da trent'anni un dialogo di rara schiettezza e intensità, reso possibile dal taglio della pietra realizzato personalmente, senza intervento di terzi. Con il passare degli anni, alla sapiente e controllata levigatura del marmo, ha fatto seguito una ricerca molto personale sul mondo interiore della roccia calcarea, di cui Branca-Masa mette in luce lo ‘stato primordiale’, l’espressività recondita, data dall’inclusione delle parti ‘naturali’ della pietra, non trasformate dalla mano di questa artista che Gianna Mina, direttrice del Museo, definisce rigorosa, perseverante e temeraria nel suo dialogo costante e rispettoso con un interlocutore inerte e insieme vivo (la materia).
Nel testo in catalogo che percorre l’evoluzione formale e sostanziale della sua ricerca, Bruno Corà sottolinea vari aspetti del suo lavoro, partendo dal valorizzare quella compresenza nelle sue opere di parti lavorate secondo le tradizionali tecniche di levigatura e lucidatura a base di sistemi abrasivi e frese, con parti lasciate completamente grezze, così come presenti nel blocco litico al momento del suo prelevamento per giungere alla attenta complessa e ardua esemplificazione dell’entità del “vuoto” raggiunta dall’artista dopo una lunga meditazione che da topologica è divenuta poi estetica e poetica.
E, per altri versi, Maria Will argomenta sul vigore espressivo dell’artista, in un saggio opportunamente intitolato “Tra materia e idea, un esempio di titanismo”, e sottolinea come la sua personalità artistica sia caratterizzata dalla messa in campo di una forza e di un’energia tali da proiettarsi oltre la loro azione fisica per diventare, sul piano delle idee, rivendicative di un diritto pieno all’espressione che l’ha condotta – è sempre Will che ne scrive – a quella spinta creativa che libera in modo deciso il germe della disarticolazione dello spazio. E aggiunge: Veronica Branca-Masa possiede i mezzi per misurarsi con la forza centrifuga delle sue sculture, per le quali da tempo ha contemplato la possibilità del movimento, impresso per meccanica naturale (il dondolio per contatto o per travaso di pesi), e alle quali non nega la facoltà di occupare lo spazio in tutte le sue direzioni, fossero pure sospese in aria, come si vede in alcune delle più recenti realizzazioni.
L’occasione di ammirare il lungo divenire della scultura di Branca-Masa (e le acquisizioni formali e di rapporto con lo spazio maturate negli anni) in un confronto dialettico con la grande scultura ottocentesca di Vincenzo Vela sarà per i visitatori uno stimolo in più a considerare l’arte contemporanea come uno sviluppo naturale delle intuizioni e delle esperienze del passato.
Veronica Branca-Masa, nata a Locarno, ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Firenze, diplomandosi in pittura nel 1977. Si avvicina all’arte plastica nel 1981 e, a partire dal 1987, divide la sua vita fra Carrara, dove ha stabilito lo Studio Artemisia (punto di incontro e scambio fra le comunità di artisti internazionali presenti sul territorio) e progettato un parco di sculture, e Ranzo, nel Canton Ticino, dove ha la sua casa-studio. Importante è stato il contatto con le antiche civiltà dell’America Latina (dove ha soggiornato per tre anni alla fine degli Anni Settanta) e del Messico, dove si è recata fra il 1983 e il 1984.
Veronica Branca Masa è stata insignita di numerosi premi e ha esposto in Svizzera, Italia, Austria, Germania, Danimarca e Norvegia. Quella del Museo Vincenzo Vela è la prima mostra monografica a lei dedicata da un museo.
La mostra considera l’intero percorso creativo dell’artista a partire dal 1987, data del suo spostamento da Ranzo a Carrara, ove la scultrice apre il suo atelier ai piedi delle cave di marmo bianco, materiale da sempre privilegiato nella sua ricerca artistica.
La scelta di passare nei primi anni ’80 dalla pittura degli anni di formazione - mai del tutto abbandonata, sebbene ‘abbreviata’ in un discorso di matrice grafica - alla scultura, nasce dal personale desiderio di Branca-Masa di istaurare un contatto diretto, fisico, con la materia-pietra, con la quale la scultrice intesse da trent'anni un dialogo di rara schiettezza e intensità, reso possibile dal taglio della pietra realizzato personalmente, senza intervento di terzi. Con il passare degli anni, alla sapiente e controllata levigatura del marmo, ha fatto seguito una ricerca molto personale sul mondo interiore della roccia calcarea, di cui Branca-Masa mette in luce lo ‘stato primordiale’, l’espressività recondita, data dall’inclusione delle parti ‘naturali’ della pietra, non trasformate dalla mano di questa artista che Gianna Mina, direttrice del Museo, definisce rigorosa, perseverante e temeraria nel suo dialogo costante e rispettoso con un interlocutore inerte e insieme vivo (la materia).
Nel testo in catalogo che percorre l’evoluzione formale e sostanziale della sua ricerca, Bruno Corà sottolinea vari aspetti del suo lavoro, partendo dal valorizzare quella compresenza nelle sue opere di parti lavorate secondo le tradizionali tecniche di levigatura e lucidatura a base di sistemi abrasivi e frese, con parti lasciate completamente grezze, così come presenti nel blocco litico al momento del suo prelevamento per giungere alla attenta complessa e ardua esemplificazione dell’entità del “vuoto” raggiunta dall’artista dopo una lunga meditazione che da topologica è divenuta poi estetica e poetica.
E, per altri versi, Maria Will argomenta sul vigore espressivo dell’artista, in un saggio opportunamente intitolato “Tra materia e idea, un esempio di titanismo”, e sottolinea come la sua personalità artistica sia caratterizzata dalla messa in campo di una forza e di un’energia tali da proiettarsi oltre la loro azione fisica per diventare, sul piano delle idee, rivendicative di un diritto pieno all’espressione che l’ha condotta – è sempre Will che ne scrive – a quella spinta creativa che libera in modo deciso il germe della disarticolazione dello spazio. E aggiunge: Veronica Branca-Masa possiede i mezzi per misurarsi con la forza centrifuga delle sue sculture, per le quali da tempo ha contemplato la possibilità del movimento, impresso per meccanica naturale (il dondolio per contatto o per travaso di pesi), e alle quali non nega la facoltà di occupare lo spazio in tutte le sue direzioni, fossero pure sospese in aria, come si vede in alcune delle più recenti realizzazioni.
L’occasione di ammirare il lungo divenire della scultura di Branca-Masa (e le acquisizioni formali e di rapporto con lo spazio maturate negli anni) in un confronto dialettico con la grande scultura ottocentesca di Vincenzo Vela sarà per i visitatori uno stimolo in più a considerare l’arte contemporanea come uno sviluppo naturale delle intuizioni e delle esperienze del passato.
Veronica Branca-Masa, nata a Locarno, ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Firenze, diplomandosi in pittura nel 1977. Si avvicina all’arte plastica nel 1981 e, a partire dal 1987, divide la sua vita fra Carrara, dove ha stabilito lo Studio Artemisia (punto di incontro e scambio fra le comunità di artisti internazionali presenti sul territorio) e progettato un parco di sculture, e Ranzo, nel Canton Ticino, dove ha la sua casa-studio. Importante è stato il contatto con le antiche civiltà dell’America Latina (dove ha soggiornato per tre anni alla fine degli Anni Settanta) e del Messico, dove si è recata fra il 1983 e il 1984.
Veronica Branca Masa è stata insignita di numerosi premi e ha esposto in Svizzera, Italia, Austria, Germania, Danimarca e Norvegia. Quella del Museo Vincenzo Vela è la prima mostra monografica a lei dedicata da un museo.
08
maggio 2011
Veronica Branca-Masa – Sculture 1987-2010
Dall'otto maggio al 31 luglio 2011
arte contemporanea
Location
MUSEO VELA
Ligornetto, Largo Vincenzo Vela, (Mendrisio)
Ligornetto, Largo Vincenzo Vela, (Mendrisio)
Orario di apertura
marzo-maggio 10.00-17.00 / giugno-settembre 10.00-18.00 / ottobre-dicembre 10.00-17.00
lunedì chiuso (aperto lunedì di Pasqua e di Pentecoste, 1 maggio, 1 agosto, 15 agosto e 1 novembre)
domenica 10.00-18.00
Vernissage
8 Maggio 2011, ore 11
Ufficio stampa
UESSEARTE
Autore