Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Veronica Della Porta – Gli oggetti rivelati
“Gli oggetti rivelati” di Veronica Della Porta presenta 30 opere inedite (acrilici su fotografie) che raffigurano strumenti d’atelier come forbici, pennelli, spilli. Grazie al gesto pittorico, questi oggetti comuni si trasformano in entità portatrici di nuova identità, storia e valore estetico.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Maja Arte Contemporanea è lieta di ospitare da giovedì 28 Novembre 2024, la mostra dal titolo "Gli oggetti rivelati" dell'artista Veronica Della Porta, alla sua seconda personale in galleria.
In mostra 30 opere inedite (acrilici su stampe fotografiche) ci conducono all'interno di un atelier dove, a fine giornata, si ripongono gli oggetti utili alla creazione: forbici e pennelli di dimensioni varie, spilli, recipienti, compongono un universo popolato di strumenti "a riposo" fino al mattino successivo, in cui operosi ritroveranno la loro "funzione" tra le mani dell'artista.
È all'interno di questo universo estetico che si posa lo sguardo sensibile di Veronica Della Porta: dapprima li fotografa, nobilitandoli, successivamente li anima attraverso il tocco del colore che dona loro una nuova identità visiva, rendendoli materia che contribuisce alla creazione artistica. Non più strumenti – dunque – ma entità "rivelate" nel loro nuovo significato, portatrici di storia, funzione e estetica.
Osserva Isabella Ducrot nel testo in catalogo: "Come fa la fotografa Veronica a rimettere al 'loro posto' le cose per loro natura 'trasandate'? Fotografandole. Il suo sguardo le piazza all'interno del loro senso nascosto che lei solo conosce. Così la loro ragione d'essere diventa manifesta; grazie alla sua testimonianza, esteticamente ragionevoli diventano i pennelli, ragionevoli le forbici, ragionevoli le sedie."
Protagonisti di una narrazione visiva che li esalta e rende significativi a loro volta come opere d'arte, "loro, gli strumenti, dapprima catturati e poi lasciati 'parlare' da oggetti, si sono trasformati in soggetti, come se fossero animati e vivi, e il colore scorre lungo le loro belle sagome, quasi corpi esaltati dal vivido rosso, dal trionfante oro, arancio, violetto." – annota Nora Iosia nel suo contributo critico. "L'artista ci si sofferma con lo sguardo e li traduce in nuove forme, come se li sorprendesse quando, rimasti soli, fuoriusciti dalle loro funzioni, liberi da legami, dialogano tra di loro e con lo spazio che li accoglie: e chissà allora quali storie si intessono tra le forbici per carta dalla punta affilatissima, giunte a Roma dal lontano Giappone, e quelle da sarto venute dall'India, tra i pennelli cinesi e gli spilli raccolti nella conchiglia di ceramica [...]. Innumerevoli possono essere queste favole, racconti d'amore, giocosi, a lieto fine o struggenti come 'Il Soldatino di stagno' e Veronica Della Porta ne suggerisce gli intrecci possibili e infiniti, perché innumerevoli sono le prospettive e gli attimi di vita degli oggetti dello studio di un artista che affiorano da una 'immensità discreta', non logorati dallo scorrere del tempo anzi artefici di una gioia senza alcun tempo. L'artista è assorta nella sicura ricerca di questa sostanza surreale che compone la quotidiana vita e fa sì che il colore vesta le forme, e i bianchi di fondo esaltino le sagome modificando i punti di vista e le prospettive. Questi oggetti vengono così amati e lasciati respirare, come se la loro presenza fissata nelle immagini fosse 'il deposito di tutte le vite che hanno attraversato' e che attraverseranno, perché loro hanno una energia vitale straordinaria, e veicolano amore e attaccamento come tutto ciò che esiste al mondo, assorbono e restituiscono lo sguardo di chi li ha voluti, tenuti con cura e utilizzati felicemente."
NOTE BIOGRAFICHE
Veronica Della Porta nasce a Modena nel 1964. Vive e lavora a Roma.
Scenografa e costumista, collabora con diversi artisti - tra cui Mario Schifano e Isabella Ducrot - prima di intraprendere un percorso creativo autonomo.
Del 2013 la prima personale curata da Ludovico Pratesi presso la galleria s.t. di Roma. Seguono collettive e la seconda personale alla galleria Maja Arte Contemporanea (Roma, 2017).
Partecipa a fiere italiane e internazionali quali: Affordable Art Fair, Roma 2012; Set Up Fair, Bologna 2015; Start Art Fair, Saatchi Gallery, Londra 2015; MIA Photo Fair, Milano 2019.
Mostre
2019 — AlbumArte, Roma (collettiva)
2018 — "Triptychs", Maja Arte Contemporanea, Roma (collettiva); Lia Rumma Gallery, Napoli (collettiva)
2017 — "Nessuna proprietà per la memoria", Maja Arte Contemporanea, Roma (personale); "L'oltre, l'altro e l'altrove", Maja Arte Contemporanea, Roma (collettiva)
2015 — Relais Rione Ponte spazio arte, Roma (collettiva)
2014 — s.t. Foto Libreria Galleria, Roma (collettiva)
2013 — "Scale", s.t. Foto Libreria Galleria, Roma (personale)
In mostra 30 opere inedite (acrilici su stampe fotografiche) ci conducono all'interno di un atelier dove, a fine giornata, si ripongono gli oggetti utili alla creazione: forbici e pennelli di dimensioni varie, spilli, recipienti, compongono un universo popolato di strumenti "a riposo" fino al mattino successivo, in cui operosi ritroveranno la loro "funzione" tra le mani dell'artista.
È all'interno di questo universo estetico che si posa lo sguardo sensibile di Veronica Della Porta: dapprima li fotografa, nobilitandoli, successivamente li anima attraverso il tocco del colore che dona loro una nuova identità visiva, rendendoli materia che contribuisce alla creazione artistica. Non più strumenti – dunque – ma entità "rivelate" nel loro nuovo significato, portatrici di storia, funzione e estetica.
Osserva Isabella Ducrot nel testo in catalogo: "Come fa la fotografa Veronica a rimettere al 'loro posto' le cose per loro natura 'trasandate'? Fotografandole. Il suo sguardo le piazza all'interno del loro senso nascosto che lei solo conosce. Così la loro ragione d'essere diventa manifesta; grazie alla sua testimonianza, esteticamente ragionevoli diventano i pennelli, ragionevoli le forbici, ragionevoli le sedie."
Protagonisti di una narrazione visiva che li esalta e rende significativi a loro volta come opere d'arte, "loro, gli strumenti, dapprima catturati e poi lasciati 'parlare' da oggetti, si sono trasformati in soggetti, come se fossero animati e vivi, e il colore scorre lungo le loro belle sagome, quasi corpi esaltati dal vivido rosso, dal trionfante oro, arancio, violetto." – annota Nora Iosia nel suo contributo critico. "L'artista ci si sofferma con lo sguardo e li traduce in nuove forme, come se li sorprendesse quando, rimasti soli, fuoriusciti dalle loro funzioni, liberi da legami, dialogano tra di loro e con lo spazio che li accoglie: e chissà allora quali storie si intessono tra le forbici per carta dalla punta affilatissima, giunte a Roma dal lontano Giappone, e quelle da sarto venute dall'India, tra i pennelli cinesi e gli spilli raccolti nella conchiglia di ceramica [...]. Innumerevoli possono essere queste favole, racconti d'amore, giocosi, a lieto fine o struggenti come 'Il Soldatino di stagno' e Veronica Della Porta ne suggerisce gli intrecci possibili e infiniti, perché innumerevoli sono le prospettive e gli attimi di vita degli oggetti dello studio di un artista che affiorano da una 'immensità discreta', non logorati dallo scorrere del tempo anzi artefici di una gioia senza alcun tempo. L'artista è assorta nella sicura ricerca di questa sostanza surreale che compone la quotidiana vita e fa sì che il colore vesta le forme, e i bianchi di fondo esaltino le sagome modificando i punti di vista e le prospettive. Questi oggetti vengono così amati e lasciati respirare, come se la loro presenza fissata nelle immagini fosse 'il deposito di tutte le vite che hanno attraversato' e che attraverseranno, perché loro hanno una energia vitale straordinaria, e veicolano amore e attaccamento come tutto ciò che esiste al mondo, assorbono e restituiscono lo sguardo di chi li ha voluti, tenuti con cura e utilizzati felicemente."
NOTE BIOGRAFICHE
Veronica Della Porta nasce a Modena nel 1964. Vive e lavora a Roma.
Scenografa e costumista, collabora con diversi artisti - tra cui Mario Schifano e Isabella Ducrot - prima di intraprendere un percorso creativo autonomo.
Del 2013 la prima personale curata da Ludovico Pratesi presso la galleria s.t. di Roma. Seguono collettive e la seconda personale alla galleria Maja Arte Contemporanea (Roma, 2017).
Partecipa a fiere italiane e internazionali quali: Affordable Art Fair, Roma 2012; Set Up Fair, Bologna 2015; Start Art Fair, Saatchi Gallery, Londra 2015; MIA Photo Fair, Milano 2019.
Mostre
2019 — AlbumArte, Roma (collettiva)
2018 — "Triptychs", Maja Arte Contemporanea, Roma (collettiva); Lia Rumma Gallery, Napoli (collettiva)
2017 — "Nessuna proprietà per la memoria", Maja Arte Contemporanea, Roma (personale); "L'oltre, l'altro e l'altrove", Maja Arte Contemporanea, Roma (collettiva)
2015 — Relais Rione Ponte spazio arte, Roma (collettiva)
2014 — s.t. Foto Libreria Galleria, Roma (collettiva)
2013 — "Scale", s.t. Foto Libreria Galleria, Roma (personale)
28
novembre 2024
Veronica Della Porta – Gli oggetti rivelati
Dal 28 novembre 2024 al 25 gennaio 2025
arte contemporanea
personale
personale
Location
Maja Arte Contemporanea
Roma, Via Di Monserrato, 30, (Roma)
Roma, Via Di Monserrato, 30, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 15.30-19.30, sabato ore 11-13 e 15-19
Vernissage
28 Novembre 2024, ore 18
Sito web
Autore
Autore testo critico