Veronica Veronese Palmieri

Veronica Veronese Palmieri cattura e fotografa apparizioni transitorie, racconti visivi in color cherubino o rosso amaranto, presenze smaterializzate o decalcomanie di protagonisti misteriosi. Allo sguardo, impreviste tra le sfumature, esse esercitano quella polarità magnetica che Roland Barthes chiama l’attrattiva dell’avventura propria del mezzo fotografico, avvezzo a stupire e a provocare la fascinazione, capace di rendere ‘la pressione dell’indicibile che vuole esprimersi’.
Le sue immagini più nuove, dopo le esperienze incentrate sul tema dei ritratti imprevisti e delle apparenze femminili romanticamente avvolte nell’elemento cromatico, sono contagiate da una fase visionaria e magica. L’interesse si sposta sul corpo, sull’indagine di cosa significhi essere in un luogo, sia pur indefinito, sui rapporti tra l’interno e l’esterno di noi stessi. Occultando l’identificazione dei particolari, là dove le tonalità rosso carminio osano il rosato e il magenta, le forme suggeriscono figure pure e leggere, intrappolate e sospese dentro ad un tempo indefinito ma non fermo, in movimento, come in un mondo parallelo dove potrebbe accadere qualsiasi cosa. Veronese Palmieri pone in atto una narrazione fatta più di sensazioni che di storie dichiarate: una fiaba armoniosa sotto cui scorre un’inquietudine sottile, occupata da fantàsime silenziose, da brusii dilatati come onde di mare. Le sue Ofelie e le sue Mirande galleggiano in un’atmosfera dilatata e rarefatta, senza dolori e senza tempeste, scompaiono leggere nel cromatismo flottante come in una vertigine. Personaggi maschili in cerca di azione, niente volto e niente nome, scandiscono il ritmo compositivo e asimmetrico delle immagini, comunicando col movimento delle loro ombre un senso ora di trasparenza, ora di opacità. Lo scorcio dell’immagine, così precario e indefinito, richiama un universo irreale, sensoriale, di impressione cinematografica; evoca associazioni di pensiero, sensazioni tra l’infantile e il favoloso, provocando talvolta un senso di stranita ambiguità. L’atmosfera surreale e vaporosa, simile a spire di nebbia, emana una struggente nostalgia, come in cerca di qualcosa perduto per sempre.

 
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27 settembre 2003

Veronica Veronese Palmieri

Dal 27 settembre al 19 novembre 2003
arte contemporanea
Location
AB23 – CHIESA DEI SANTI AMBROGIO E BELLINO
Vicenza, Contrà Sant'ambrogio, 23, (Vicenza)
Orario di apertura
orario 15.00-19.00_da martedì a domenica

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