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Veronique Pozzi / Attilio Tono – Live#01/C
Durante l’inaugurazione gli artisti completeranno l’allestimento fatto di piccoli elementi scultorei con altri elementi prodotti attraverso l’interazione con il pubblico, creando un’installazione site specific in cui le macchine esposte diverranno parte integrante del progetto artistico.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il Museo Centanin apre nuovamente al pubblico nella sesta giornata del contemporaneo indetta da AMACI.
L'evento è il primo step del progetto Live in Museum/Fabrikarte nei Musei che si propone di rivalutare lo spazio museale rendendolo un laboratorio vivo, mantenendo il giusto equilibrio fra l’identità nativa e una nuova valenza artistica. Il tutto attraverso una pianificazione di mostre ed eventi che tengano conto delle risorse e ricchezze del territorio, aperta però a nuove contaminazioni provenienti da altri territori e culture.
Il cuore del progetto è insito nella funzione estetica e sociale dell’arte, che meglio di ogni altro linguaggio si presta a dare impulsi di progressione e modernità in ogni campo della vita sociale.
Intervenire con nuove valenze in una struttura così ricca di connotazioni storiche, non significa sminuirne l’accezione originaria, quanto piuttosto levarle la patina di esposizione statica, denotandola di significati diversi e stimolanti.
Il Museo diviene diviene laboratorio attivo e polifunzionale, aperto al nuovo e alla sperimentazione; non più semplice contenitore da osservare, ma centro di attività culturali e didattiche.
L’involucro trasparente che lo avvolge senza costringerlo, testimonia “apertura” e invita a fare parte di qualcosa che fino ad ieri era vista come immutabile e inavvicinabile, estranea al quotidiano.
Non più solo macchine termiche da osservare, quindi, non più solo muri quali pareti espositive, quanto piuttosto compenetrazione e scambio reciproco fra passato, presente e futuro.
In perfetta sinergia con il concept del progetto, gli artisti non proporranno un percorso espositivo già strutturato, ma un allestimento in progress quale risultato dell’interazione con il pubblico, che contribuirà così a creare, fabrikare, l’opera d’arte.
Gli artisti, nella loro progettualità , partono da un’analisi dello spazio e del territorio.
La presenza di macchine termiche, motori per idrovore, motrici a vapore utilizzati per bonificare terreni paludosi e renderli coltivabili, hanno richiamato in modo subitaneo elementi quali potenza, calore, acqua, terra, fertilità, cibo: ragionando su questi concetti, realizzeranno una grande installazione utilizzando prevalentemente terra, creta, acqua, semi per un intervento "site specific" negli spazi museali, in cui le macchine esposte diverranno parte integrante del progetto artistico.
L'installazione può essere quindi considerata un "work in progress" perchè inizialmente vede l’allestimento di piccoli elementi scultorei in terra, creta, semi che verrà successivamente completata con altri elementi prodotti attraverso l’interazione degli artisti con il pubblico.
I visitatori,i manipolando la creta e disponendo i manufatti all'interno del museo, contribuiranno quindi a creare l’opera d’arte venendo a stretto contatto con concetti quali cambiamento, imprevedibilità, mutabilità.
Poichè la creta sarà materiale largamente impiegato per l'installazione nel museo Centanin, per la giornata inaugurale gli artisti hanno inoltre pensato di ispirarsi a vecchie ricette di cucina in cui fosse utilizzata per la cottura: il cibo viene in questo caso impiegato per performance artistico-gastronomiche in cui si crea tra gli artisti ed il pubblico una significativa relazione di condivisione.
L'evento si avvale della collaborazione della Cooperativa Le Macchine Celibi di Bologna e del coordinamento di Deborah Coron.
L'introduzione critica è di Michele Govoni.
L'evento è il primo step del progetto Live in Museum/Fabrikarte nei Musei che si propone di rivalutare lo spazio museale rendendolo un laboratorio vivo, mantenendo il giusto equilibrio fra l’identità nativa e una nuova valenza artistica. Il tutto attraverso una pianificazione di mostre ed eventi che tengano conto delle risorse e ricchezze del territorio, aperta però a nuove contaminazioni provenienti da altri territori e culture.
Il cuore del progetto è insito nella funzione estetica e sociale dell’arte, che meglio di ogni altro linguaggio si presta a dare impulsi di progressione e modernità in ogni campo della vita sociale.
Intervenire con nuove valenze in una struttura così ricca di connotazioni storiche, non significa sminuirne l’accezione originaria, quanto piuttosto levarle la patina di esposizione statica, denotandola di significati diversi e stimolanti.
Il Museo diviene diviene laboratorio attivo e polifunzionale, aperto al nuovo e alla sperimentazione; non più semplice contenitore da osservare, ma centro di attività culturali e didattiche.
L’involucro trasparente che lo avvolge senza costringerlo, testimonia “apertura” e invita a fare parte di qualcosa che fino ad ieri era vista come immutabile e inavvicinabile, estranea al quotidiano.
Non più solo macchine termiche da osservare, quindi, non più solo muri quali pareti espositive, quanto piuttosto compenetrazione e scambio reciproco fra passato, presente e futuro.
In perfetta sinergia con il concept del progetto, gli artisti non proporranno un percorso espositivo già strutturato, ma un allestimento in progress quale risultato dell’interazione con il pubblico, che contribuirà così a creare, fabrikare, l’opera d’arte.
Gli artisti, nella loro progettualità , partono da un’analisi dello spazio e del territorio.
La presenza di macchine termiche, motori per idrovore, motrici a vapore utilizzati per bonificare terreni paludosi e renderli coltivabili, hanno richiamato in modo subitaneo elementi quali potenza, calore, acqua, terra, fertilità, cibo: ragionando su questi concetti, realizzeranno una grande installazione utilizzando prevalentemente terra, creta, acqua, semi per un intervento "site specific" negli spazi museali, in cui le macchine esposte diverranno parte integrante del progetto artistico.
L'installazione può essere quindi considerata un "work in progress" perchè inizialmente vede l’allestimento di piccoli elementi scultorei in terra, creta, semi che verrà successivamente completata con altri elementi prodotti attraverso l’interazione degli artisti con il pubblico.
I visitatori,i manipolando la creta e disponendo i manufatti all'interno del museo, contribuiranno quindi a creare l’opera d’arte venendo a stretto contatto con concetti quali cambiamento, imprevedibilità, mutabilità.
Poichè la creta sarà materiale largamente impiegato per l'installazione nel museo Centanin, per la giornata inaugurale gli artisti hanno inoltre pensato di ispirarsi a vecchie ricette di cucina in cui fosse utilizzata per la cottura: il cibo viene in questo caso impiegato per performance artistico-gastronomiche in cui si crea tra gli artisti ed il pubblico una significativa relazione di condivisione.
L'evento si avvale della collaborazione della Cooperativa Le Macchine Celibi di Bologna e del coordinamento di Deborah Coron.
L'introduzione critica è di Michele Govoni.
09
ottobre 2010
Veronique Pozzi / Attilio Tono – Live#01/C
Dal 09 ottobre al 28 novembre 2010
performance - happening
Location
MUSEO DELLE MACCHINE TERMICHE CENTANIN
Monselice, Via Francesco Petrarca, 44, (Padova)
Monselice, Via Francesco Petrarca, 44, (Padova)
Biglietti
libero per la giornata del 9 ottobre
intero €.2,60
ridotto €.1,10
Orario di apertura
OTTOBRE
venerdì 10.00/13.00-sabato 15.00/18.00-
domenica 10.00/13.00-15.00/18.00
NOVEMBRE
sabato 15.00/18.00-domenica 10.00/13.00_15.00/18.00
Vernissage
9 Ottobre 2010, ore 18.00
Autore
Curatore