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Vestire i luoghi
4 installazioni in centro storico
Comunicato stampa
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Dal 28 maggio al 18 settembre 2016 il centro storico di Carpi (Modena) diventa museo a cielo aperto in occasione di Vestire i luoghi, mostra diffusa che racconta attraverso quattro interventi artistici in altrettanti luoghi simbolici, il carattere della città e le sue specificità. Con particolare riferimento al rapporto con il comparto della moda, nel rispetto dello status che fa di Carpi il fulcro di un distretto del tessile di assoluta rilevanza.
Vestire i luoghi, a cura di Luca Panaro, è promossa dal Comune di Carpi e dai Musei di Palazzo dei Pio, e coinvolge gli artisti Giuseppe De Mattia (Bari, 1980), Teresa Giannico (Bari, 1985), Francesco Pedrini (1973, Bergamo) e Fabio Sandri (Valdagno – VI, 1964).
Giuseppe De Mattia presenta lungo il Portico Lungo di Piazza dei Martiri una installazione site-specific dal titolo Madri. L’opera gioca sull’affinità, non solo semantica, tra il concetto di maternità e quello di matrice tipografica: la riflessione dell’artista muove infatti dalla scoperta dei reperti conservati nella sala che i musei civici di Carpi dedicano alla xilografia, antica arte di stampa usata anche in campo tessile per la creazione dei pattern delle diverse stoffe, perfezionata proprio da Ugo da Carpi (primo artista, nell’Italia del XVI secolo, a sperimentare questa procedura a più colori). De Mattia considera le matrici come madri che non possono più avere figli, alle quali riconoscere attraverso l’azione artistica un ultimo slancio creativo, sintetizzato nella riproduzione del loro segno su una lastra tipografica moderna e su un abito da lavoro, omaggio implicito al modello che Carpi ha rappresentato nel campo delle politiche per l’occupazione femminile.
Anche Teresa Giannico restituisce, nel Cortile d’onore di Palazzo dei Pio, la propria riflessione sul ruolo della donna nel tessuto produttivo e sociale di Carpi. Con The Peepshow l’artista pugliese costruisce surreali collage che assemblano vecchie immagini d’archivio conservate nel Centro di Ricerca Etnografica dei musei, reinventando i luoghi, gli strumenti e i gesti propri delle cucitrici che confezionavano o rifinivano abiti a domicilio. La memoria di un passato reale si confonde così a quella immaginata, mitizzata, governata in modo partecipato dal pubblico attraverso il Mutoscopio, scatola ottica a manovella che consente di fruire delle immagini in modo individuale.
Francesco Pedrini ritorna con Planetes all’epoca della raffinata corte rinascimentale dei Pio, evocando in modo implicito gli studi astronomici di Pico della Mirandola, zio di Alberto III, ultimo signore della città. Considerando la Torre della Sagra come il fulcro di un ideale universo, Pedrini colloca in otto punti di Carpi (biblioteca, ludoteca, librerie, ma anche la piscina dove si allena l’olimpionico di nuoto Gregorio Paltrinieri, carpigiano, e un centro commerciale) visibili proprio dalla cima della torre la riproduzione simbolica dei diversi pianeti del sistema solare: ne nasce una mappa astrale riportata su terra, tracciata per circa due chilometri e mezzo lungo i principali assi di percorrenza della città, mantenendo distanze e grandezze proporzionalmente affini a quelle celesti.
Guarda a un’epoca più vicina a noi, infine, Fabio Sandri, che si relaziona con l’opera permanente Architettura caco-goniometrica-entrexit, posta negli anni ottanta nell’Area verde di San Rocco da Gianni Colombo. Sandri riprende la scansione spaziale segnata a suo tempo da Colombo rivedendone i passaggi armonici tra arcate e camminamento, creando una nuova porta d’accesso all’Area verde: un’architettura effimera in grado, grazie a un articolato sistema dotato di carte fotosensibili, di “conservare memoria” dei passaggi del pubblico.
Vestire i luoghi, a cura di Luca Panaro, è promossa dal Comune di Carpi e dai Musei di Palazzo dei Pio, e coinvolge gli artisti Giuseppe De Mattia (Bari, 1980), Teresa Giannico (Bari, 1985), Francesco Pedrini (1973, Bergamo) e Fabio Sandri (Valdagno – VI, 1964).
Giuseppe De Mattia presenta lungo il Portico Lungo di Piazza dei Martiri una installazione site-specific dal titolo Madri. L’opera gioca sull’affinità, non solo semantica, tra il concetto di maternità e quello di matrice tipografica: la riflessione dell’artista muove infatti dalla scoperta dei reperti conservati nella sala che i musei civici di Carpi dedicano alla xilografia, antica arte di stampa usata anche in campo tessile per la creazione dei pattern delle diverse stoffe, perfezionata proprio da Ugo da Carpi (primo artista, nell’Italia del XVI secolo, a sperimentare questa procedura a più colori). De Mattia considera le matrici come madri che non possono più avere figli, alle quali riconoscere attraverso l’azione artistica un ultimo slancio creativo, sintetizzato nella riproduzione del loro segno su una lastra tipografica moderna e su un abito da lavoro, omaggio implicito al modello che Carpi ha rappresentato nel campo delle politiche per l’occupazione femminile.
Anche Teresa Giannico restituisce, nel Cortile d’onore di Palazzo dei Pio, la propria riflessione sul ruolo della donna nel tessuto produttivo e sociale di Carpi. Con The Peepshow l’artista pugliese costruisce surreali collage che assemblano vecchie immagini d’archivio conservate nel Centro di Ricerca Etnografica dei musei, reinventando i luoghi, gli strumenti e i gesti propri delle cucitrici che confezionavano o rifinivano abiti a domicilio. La memoria di un passato reale si confonde così a quella immaginata, mitizzata, governata in modo partecipato dal pubblico attraverso il Mutoscopio, scatola ottica a manovella che consente di fruire delle immagini in modo individuale.
Francesco Pedrini ritorna con Planetes all’epoca della raffinata corte rinascimentale dei Pio, evocando in modo implicito gli studi astronomici di Pico della Mirandola, zio di Alberto III, ultimo signore della città. Considerando la Torre della Sagra come il fulcro di un ideale universo, Pedrini colloca in otto punti di Carpi (biblioteca, ludoteca, librerie, ma anche la piscina dove si allena l’olimpionico di nuoto Gregorio Paltrinieri, carpigiano, e un centro commerciale) visibili proprio dalla cima della torre la riproduzione simbolica dei diversi pianeti del sistema solare: ne nasce una mappa astrale riportata su terra, tracciata per circa due chilometri e mezzo lungo i principali assi di percorrenza della città, mantenendo distanze e grandezze proporzionalmente affini a quelle celesti.
Guarda a un’epoca più vicina a noi, infine, Fabio Sandri, che si relaziona con l’opera permanente Architettura caco-goniometrica-entrexit, posta negli anni ottanta nell’Area verde di San Rocco da Gianni Colombo. Sandri riprende la scansione spaziale segnata a suo tempo da Colombo rivedendone i passaggi armonici tra arcate e camminamento, creando una nuova porta d’accesso all’Area verde: un’architettura effimera in grado, grazie a un articolato sistema dotato di carte fotosensibili, di “conservare memoria” dei passaggi del pubblico.
28
maggio 2016
Vestire i luoghi
Dal 28 maggio al 18 settembre 2016
arte contemporanea
Location
SEDI VARIE – Carpi
Carpi, (Modena)
Carpi, (Modena)
Orario di apertura
Portico Lungo e Area verde di San Rocco: da lunedì a domenica, ore 0 – 24; Cortile d’onore di Palazzo dei Pio: da lunedì a domenica, ore 10 – 19; Torre della Sagra: sabato ore 15-19, domenica ore 10-13 e 15-19 (dal 28 giugno al 30 agosto anche il martedì: ore 21-24).
Vernissage
28 Maggio 2016, ore 18.00
Cortile d'onore di Palazzo dei Pio, Carpi (Modena)
Ufficio stampa
CLP
Autore
Curatore