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Vetrine d’Artista 2009 – Nicolaj Diulgheroff
Continua anche nel 2009 la fortunata iniziativa denominata “Vetrine d’Artista”, presso due vetrine messe a disposizione dalla Direzione della Cassa di Risparmio di Savona, site in corso Italia a Savona. La prima “vetrina” del 2009, inoltre, riveste la funzione di ricordare il centenario della fondazione del movimento del Futurismo da parte di F.T. Marinetti, occasione culturale che sarà nel corso di quest’anno solare ricordata in tutto il mondo. Nicolaj Diulgheroff è stato scelto da Silvia Bottaro giacché ha lavorato anche ad Albissola Marina assieme a Tullio d’Albisola.
Comunicato stampa
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Continua anche nel 2009 la fortunata iniziativa denominata “Vetrine d’Artista”, presso due vetrine messe a disposizione dalla Direzione della Cassa di Risparmio di Savona, site in corso Italia a Savona. Il programma, approvato dal Presidente Prof. Franco Bartolini al quale corre il nostro più sentito ringraziamento per la fiducia rinnovataci, prevede la formula degli “omaggi” ad alcuni protagonisti della Cultura e dell’Arte del Novecento, alternati ad altre proposte contemporanee.
La prima “vetrina” del 2009, inoltre, riveste la funzione di ricordare il centenario della fondazione del movimento del Futurismo da parte di F.T. Marinetti, occasione culturale che sarà nel corso di quest’anno solare ricordata in tutto il mondo.
Nicolaj Diulgheroff è stato scelto da Silvia Bottaro giacché ha lavorato anche ad Albissola Marina assieme a Tullio d’Albisola.
Quando nel 1926 giunse a Torino Nicolaj Diulgheroff, la città, rispetto all’ambiente italiano, stava avendo una notevole vivacità culturale. Nel 1923 Fillia, al quale si affiancheranno Diulgheroff e Mino Rosso, aveva fondato il gruppo futurista torinese che partecipò agli sviluppi della cultura cubista, costruttivista e purista europea e fu, dagli anni Trenta, aderente ai linguaggi d’interiore lirismo e di plasticità formale mirati a ricreare la coesione del Futurismo dei primi anni. Diulgheroff in particolare fu un interprete del passaggio che stava avvenendo in quegli anni dal Secondo Futurismo al razionalismo. Questo sviluppo si era verificato all’interno di una generale tendenza alla meccanizzazione del design, sviluppata con l’avvento della problematica neoplastica e in conseguenza delle teorie del Werkbund e del Bauhaus. In Italia, negli anni Venti, non vi erano vere e proprie produzioni di tipo industriale e il design era allora ancora un misto d’artigianato e arte che aspirava solamente alla produzione su grande scala. Proprio in questo percorso i Futuristi italiani, intorno agli anni Trenta, semplificarono la progettazione d’oggetti abbandonando decori e forme irregolari per linee semplici impostate su quadrati e triangoli; uno primo sconfinamento nella visione razionalista. Proprio in questo senso l’arrivo di Diulgheroff apportò nell’ambiente industrializzato torinese una solida formazione costruttivista mitteleuropea maturata alla Kunstgewerbeschule di Vienna, alla Der Weg di Dresda e al Bauhaus di Weimar, scuole nelle quali era stato allievo. Alla I Mostra di Architettura Futurista, allestita al Valentino di Torino, Diulgheroff presentò il progetto del “Faro della vittoria della macchina”.
Fra le collaborazioni più proficue si può annoverare quella con il massimo ceramista futurista, scultore, nonché poeta, Tullio d’Albisola, con il quale era entrato in contatto nel 1929 e che concretizzò i suoi disegni in ceramiche a gran fuoco: servizi da tè vicini ai modelli di Malevitch, vasi, piatti e servizi per liquori. La cittadina stessa di Albisola divenne un centro culturale del Futurismo per la quale, nel 1932-34, Diulgheroff progettò la casa atelier Mazzotti (per la quale disegnava lui stesso le ceramiche). Un edificio tuttora esistente conservato nel proprio aspetto originario come sorta di architettura pubblicitaria distinta in tre volumi diversamente colorati: il corpo del negozio paglierino, quello dell’abitazione blu grigio e quello del blocco scala giallo.
La sua influenza sui “futuristi” del gruppo “Sant’Elia” savonese è stata rilevante: da Acquaviva a Farfa a Maria Ferrero Gussago, ad un giovanissimo Gigi Caldanzano. Questo piccolo “omaggio” è abbastanza raro da vedersi a Savona ed apre, in un certo senso, l’impegno della nostra Associazione verso il Secondo Futurismo savonese che ci vedrà impegnati nel 2009-2010 in altre prossime inedite iniziative.
La prima “vetrina” del 2009, inoltre, riveste la funzione di ricordare il centenario della fondazione del movimento del Futurismo da parte di F.T. Marinetti, occasione culturale che sarà nel corso di quest’anno solare ricordata in tutto il mondo.
Nicolaj Diulgheroff è stato scelto da Silvia Bottaro giacché ha lavorato anche ad Albissola Marina assieme a Tullio d’Albisola.
Quando nel 1926 giunse a Torino Nicolaj Diulgheroff, la città, rispetto all’ambiente italiano, stava avendo una notevole vivacità culturale. Nel 1923 Fillia, al quale si affiancheranno Diulgheroff e Mino Rosso, aveva fondato il gruppo futurista torinese che partecipò agli sviluppi della cultura cubista, costruttivista e purista europea e fu, dagli anni Trenta, aderente ai linguaggi d’interiore lirismo e di plasticità formale mirati a ricreare la coesione del Futurismo dei primi anni. Diulgheroff in particolare fu un interprete del passaggio che stava avvenendo in quegli anni dal Secondo Futurismo al razionalismo. Questo sviluppo si era verificato all’interno di una generale tendenza alla meccanizzazione del design, sviluppata con l’avvento della problematica neoplastica e in conseguenza delle teorie del Werkbund e del Bauhaus. In Italia, negli anni Venti, non vi erano vere e proprie produzioni di tipo industriale e il design era allora ancora un misto d’artigianato e arte che aspirava solamente alla produzione su grande scala. Proprio in questo percorso i Futuristi italiani, intorno agli anni Trenta, semplificarono la progettazione d’oggetti abbandonando decori e forme irregolari per linee semplici impostate su quadrati e triangoli; uno primo sconfinamento nella visione razionalista. Proprio in questo senso l’arrivo di Diulgheroff apportò nell’ambiente industrializzato torinese una solida formazione costruttivista mitteleuropea maturata alla Kunstgewerbeschule di Vienna, alla Der Weg di Dresda e al Bauhaus di Weimar, scuole nelle quali era stato allievo. Alla I Mostra di Architettura Futurista, allestita al Valentino di Torino, Diulgheroff presentò il progetto del “Faro della vittoria della macchina”.
Fra le collaborazioni più proficue si può annoverare quella con il massimo ceramista futurista, scultore, nonché poeta, Tullio d’Albisola, con il quale era entrato in contatto nel 1929 e che concretizzò i suoi disegni in ceramiche a gran fuoco: servizi da tè vicini ai modelli di Malevitch, vasi, piatti e servizi per liquori. La cittadina stessa di Albisola divenne un centro culturale del Futurismo per la quale, nel 1932-34, Diulgheroff progettò la casa atelier Mazzotti (per la quale disegnava lui stesso le ceramiche). Un edificio tuttora esistente conservato nel proprio aspetto originario come sorta di architettura pubblicitaria distinta in tre volumi diversamente colorati: il corpo del negozio paglierino, quello dell’abitazione blu grigio e quello del blocco scala giallo.
La sua influenza sui “futuristi” del gruppo “Sant’Elia” savonese è stata rilevante: da Acquaviva a Farfa a Maria Ferrero Gussago, ad un giovanissimo Gigi Caldanzano. Questo piccolo “omaggio” è abbastanza raro da vedersi a Savona ed apre, in un certo senso, l’impegno della nostra Associazione verso il Secondo Futurismo savonese che ci vedrà impegnati nel 2009-2010 in altre prossime inedite iniziative.
07
gennaio 2009
Vetrine d’Artista 2009 – Nicolaj Diulgheroff
Dal 07 al 27 gennaio 2009
arte contemporanea
Location
CASSA DI RISPARMIO – GRUPPO CARIGE
Savona, Corso Italia, 10, (Savona)
Savona, Corso Italia, 10, (Savona)
Autore