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Vettor Pisani – Animanimale. Arte e delirio: io non sto qui a pettinare le bambole nè a curare le biciclette di Rops, Bellmer, Dalì e Duchamp
Wunderkammer
Comunicato stampa
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ANIMANIMALE
Ci si stupisce di come opere esteticamente corrette, possano contenere in sé i segni conturbanti delle dissonanze e dei paradossi. Accade che in un chip dello sguardo, dentro l’involucro di un linguaggio perfetto, esplodano: ambiguità, sarcasmo, ironia, profondità critica, riferimenti a mondi dell’anima, a memorie della storia dell’arte. Una sala espositiva spesso acquista la valenza di una Wunderkammer (Camera delle meraviglie). In ANIMANIMALE, allestimento di Vettor Pisani nello spazio espositivo della pH7 Art Gallery, si colgono una serie di paradigmi della velocità, dell’acrobatico accorciamento delle distanze tra spazio tempo e modalità rappresentative. L’uso di opere che sembrano gli elementi di un discorso unico, sono i frammenti e i dettagli dentro cui, a detta di Aby Warburg, “Il buon Dio si annida”, e che comprendono i segni delle vibrazioni dell’anima e lo stile di un percorso pittorico. Nel dettaglio, inoltre, si ridisegna il rapporto particolare/universale, si padroneggiano le somiglianze, l’opera d’arte diventa una macchina, un emblema, un pensiero insensato sulla soglia della verità. Nel titolo ANIMANIMALE, come in altri titoli di mostre o in altre opere immaginate da Vettor Pisani, possiamo benissimo rintracciare quella volontà di agnizione, di “rivolgimento dall’ignoranza alla conoscenza” (Umberto Eco) fondata sullo stupore, l’enigma, la risoluzione inaspettata di un mistero. In questa mostra scorgiamo l’impatto, il contraddittorio, il fusionale tra simbologie musicali e velocità mercuriale, tra la spada dell’eroe e il prosciutto dell’uomo banale, tra il sofà freudiano per deliranti dislocamenti dell’io e la testa di cinghiale, realtà greve dei sensi. Tra L’isola dei morti di Böcklin e l’immagine seduttiva della Dea Madre. Il via vai del pensiero immaginario ci trasporta “nel cuore del fantastico”. L’Anima, da pensiero molle, sfilacciato si ricompatta con il doppio gemellare, si androginizza, arrotondandosi nel passato del mito o nel pensiero filogenetico, aggancia il senso mistico della storia, il presente, il futuro, la nudità dell’essere animale. Nell’idraulica fluttuante dei frammenti, collochiamo la definizione imbarazzante di Jacques Derrida “L’uomo è un animale mancante di sé”.
Ci si stupisce di come opere esteticamente corrette, possano contenere in sé i segni conturbanti delle dissonanze e dei paradossi. Accade che in un chip dello sguardo, dentro l’involucro di un linguaggio perfetto, esplodano: ambiguità, sarcasmo, ironia, profondità critica, riferimenti a mondi dell’anima, a memorie della storia dell’arte. Una sala espositiva spesso acquista la valenza di una Wunderkammer (Camera delle meraviglie). In ANIMANIMALE, allestimento di Vettor Pisani nello spazio espositivo della pH7 Art Gallery, si colgono una serie di paradigmi della velocità, dell’acrobatico accorciamento delle distanze tra spazio tempo e modalità rappresentative. L’uso di opere che sembrano gli elementi di un discorso unico, sono i frammenti e i dettagli dentro cui, a detta di Aby Warburg, “Il buon Dio si annida”, e che comprendono i segni delle vibrazioni dell’anima e lo stile di un percorso pittorico. Nel dettaglio, inoltre, si ridisegna il rapporto particolare/universale, si padroneggiano le somiglianze, l’opera d’arte diventa una macchina, un emblema, un pensiero insensato sulla soglia della verità. Nel titolo ANIMANIMALE, come in altri titoli di mostre o in altre opere immaginate da Vettor Pisani, possiamo benissimo rintracciare quella volontà di agnizione, di “rivolgimento dall’ignoranza alla conoscenza” (Umberto Eco) fondata sullo stupore, l’enigma, la risoluzione inaspettata di un mistero. In questa mostra scorgiamo l’impatto, il contraddittorio, il fusionale tra simbologie musicali e velocità mercuriale, tra la spada dell’eroe e il prosciutto dell’uomo banale, tra il sofà freudiano per deliranti dislocamenti dell’io e la testa di cinghiale, realtà greve dei sensi. Tra L’isola dei morti di Böcklin e l’immagine seduttiva della Dea Madre. Il via vai del pensiero immaginario ci trasporta “nel cuore del fantastico”. L’Anima, da pensiero molle, sfilacciato si ricompatta con il doppio gemellare, si androginizza, arrotondandosi nel passato del mito o nel pensiero filogenetico, aggancia il senso mistico della storia, il presente, il futuro, la nudità dell’essere animale. Nell’idraulica fluttuante dei frammenti, collochiamo la definizione imbarazzante di Jacques Derrida “L’uomo è un animale mancante di sé”.
14
febbraio 2008
Vettor Pisani – Animanimale. Arte e delirio: io non sto qui a pettinare le bambole nè a curare le biciclette di Rops, Bellmer, Dalì e Duchamp
Dal 14 febbraio al 29 marzo 2008
arte contemporanea
Location
PH7 ART GALLERY
Roma, Via Della Scrofa, 46, (Roma)
Roma, Via Della Scrofa, 46, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 16.00 - 20.00
o su appuntamento
Vernissage
14 Febbraio 2008, dalle ore 18.00
Autore
Curatore