Questa mostra del grande artista concettuale napoletano alla Galleria Studio Vigato di Bergamo, è legata al tema dei molti sé che interpreta nel tempo l’autore e al paradosso di vedersi nelle vesti di un divertente pupazzo: ―Io sono il pupazzo di Paracelso‖. Significativa la scelta di avvicinarsi, o identificarsi, con Paracelso, originale figura di medico, astrologo, alchimista, aforista –una delle figure più emblematiche del Rinascimento—da parte di Vettor Pisani, che non rinuncia mai a proiettarsi nel suo mondo ermetico-esoterico. In ogni opera l’artista cerca sempre ―due mondi‖, quello psichico-paradossale e quello alchemico, ma anche le due ―verità‖ del comico e della sensazione forte.
Se guardiamo opere, installazioni, sculture,recenti, come: ―Ruote del destino‖, ―Pupazzo di Paracelso‖, ―Macchina anatomica di Isadore Ducasse‖( una metafora costruita sul pensiero e sull’ironia duchampiana ), ―Io sono il pupazzo‖, ( uno straordinario autoritratto tenuto sulla cifra dell’uomo ridotto ad automa di se stesso): Sentiamo dunque che aveva ragione Socrate quando diceva che chi è ―poeta tragico‖, secondo l’arte è anche ―poeta comico‖, quindi la presenza del mito comico muta completamente la natura dell’elemento tragico. Il processo dell’anima alla ricerca di
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se stessa, e dunque della verità, è segno di liberazione rispetto alla prosaicità dell’uomo non iniziato.
In questo caso il godimento estetico e mentale è malia, fascinazione, dimenticanza della morte: tuffo nelle leggerezza del vivere ―contro‖ il peso del nostro essere qui oggi.
L’ispirazione non è per Pisani la folgore di un istante che acceca, ma è anche la luce costante e folle che avvolge l’esistenza, e quindi il suo modo di creare, è un sentire l’esistenza, capire l’essenziale. La Commedia umana, è una risata paradossale, che aiuta gli altri a capire il mondo.