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Viaggio in Sardegna
Fotografie tra ‘800 e ‘900 dalle Collezioni Alinari
Comunicato stampa
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Con l’importante contributo dell’Assessorato alla Cultura della Provincia di Sassari e la partecipazione dell’Assessorato alla Cultura della Regione Autonoma della Sardegna è stato possibile, per il Museo di Storia della Fotografia Fratelli Alinari, presentare a Sassari la bellissima mostra “Viaggio in Sardegna – Fotografie tra ‘800 e ‘900 dalle Collezioni Alinari”. L’esposizione è stata organizzata dalla stessa Fondazione Alinari e dall’Associazione Culturale Dies.
L’esposizione, inaugurata a Cagliari nel Luglio 2003, in occasione della riapertura del Centro Comunale d’Arte La Vetreria di Pirri, è frutto di un importante lavoro di selezione e ricerca di immagini svolto sia all’interno del patrimonio fotografico di Alinari sia presso varie Istituzioni e collezioni pubbliche e private. Arricchita per questa nuova sede di alcuni soggetti, la rassegna presenta 193 immagini suddivise in 6 sezioni tematiche: Alla scoperta della Sardegna – Il Paesaggio abitato – Le opere e i giorni – Celebrazioni – Caccia e Caccia Grossa – Il territorio trasformato.
Il volume di 176 pagine, edito da Alinari, contiene tutte le immagini in mostra. Due importanti autori hanno firmato i testi: il Professor Charles-Henri Favrod e il Professor Luciano Marrocu.
Ricerca iconografica: Maria Possenti e Alessandra Biagianti.
Organizzazione e coordinamento: Fondazione Alinari e Associazione Culturale Dies
Allestimento: Officina S.n.c. – Sassari
La Mostra
Le prime vedute fotografiche conosciute della Sardegna risalgono al 1854 e sono opera di un fotografo francese, Édouard Delessert. Esse mantengono ai nostri occhi una forza e un mistero ineguagliabili. Trasparenti e insieme enigmatiche, evocano un altro da noi da cui non è solo il tempo a separarci. Da allora la Sardegna è stata oggetto dell’attenzione di fotografi, spesso venuti da fuori, che hanno scoperto essi stessi la Sardegna guardandola dall’obiettivo e hanno cercato di raccontarla. Tra questi Vittorio Besso e Vittorio Alinari che ne fissano - Besso nell’ultimo Ottocento, Alinari negli anni immediatamente precedenti alla prima guerra mondiale – aspetti molto diversi: mentre il primo racconta la costruzione delle ferrovie nell’isola, il secondo è autore di paesaggi delle coste sarde ancora oggi di grande suggestione. L’occhio che si posa sulla Sardegna coglie paesaggi, monumenti,il lavoro di uomini e donne, le feste, la vita sociale, e il più delle volte cerca di raccontare tutto questo come espressione di un mondo rimasto inalterato nei secoli. Alla fine dell’Ottocento, l’Italia scopre la Sardegna, la scopre come una sorta di Africa in casa, la scopre come barbarie e arretratezza (il banditismo) ma anche come forza primigenia e autenticità che la modernità non ha corrotto, un’immagine a cui molto contribuirà il successo dei romanzi della Deledda. Ma cambiamento, tensioni, modernità si intrecciano nella storia dell’isola sempre più strettamente mano a mano che ci si inoltra nel nuovo secolo, il Novecento, e tutto questo non può che trovare espressione nell’immagine fotografica. Il Novecento è in Sardegna l’epoca delle grandi opere idrauliche che iniziano prima dell’avvento del fascismo ma continuano ben dentro il regime: la grande diga sul Tirso è l’icona di questa fase, la bonifica di Mussolinia (poi Arborea) la sua espressione più nota. Il secolo avanza e porta con sé la guerra, la seconda guerra mondiale. Nel giro di pochi mesi la Sardegna, nominata sul campo “vedetta di Roma” e “portaerei d’Italia”, subirà tutte le conseguenze di un ruolo non richiesto. La mostra segue il filo delle immagini e delle parole di innumerevoli testimoni. La fotografia dimostra che, da quando essa esiste, la Sardegna si è lasciata ritrarre, si è abbandonata con riserbo e dignità, si è offerta senza ritrosia. Padrona del proprio destino, nonostante le vicissitudini della storia e le trasformazioni conseguenti, l’Isola ha mantenuto la sua vitalità, la giovinezza e le sembianze dei suoi antenati, ricche di mistero e di suggestione.
L’esposizione, inaugurata a Cagliari nel Luglio 2003, in occasione della riapertura del Centro Comunale d’Arte La Vetreria di Pirri, è frutto di un importante lavoro di selezione e ricerca di immagini svolto sia all’interno del patrimonio fotografico di Alinari sia presso varie Istituzioni e collezioni pubbliche e private. Arricchita per questa nuova sede di alcuni soggetti, la rassegna presenta 193 immagini suddivise in 6 sezioni tematiche: Alla scoperta della Sardegna – Il Paesaggio abitato – Le opere e i giorni – Celebrazioni – Caccia e Caccia Grossa – Il territorio trasformato.
Il volume di 176 pagine, edito da Alinari, contiene tutte le immagini in mostra. Due importanti autori hanno firmato i testi: il Professor Charles-Henri Favrod e il Professor Luciano Marrocu.
Ricerca iconografica: Maria Possenti e Alessandra Biagianti.
Organizzazione e coordinamento: Fondazione Alinari e Associazione Culturale Dies
Allestimento: Officina S.n.c. – Sassari
La Mostra
Le prime vedute fotografiche conosciute della Sardegna risalgono al 1854 e sono opera di un fotografo francese, Édouard Delessert. Esse mantengono ai nostri occhi una forza e un mistero ineguagliabili. Trasparenti e insieme enigmatiche, evocano un altro da noi da cui non è solo il tempo a separarci. Da allora la Sardegna è stata oggetto dell’attenzione di fotografi, spesso venuti da fuori, che hanno scoperto essi stessi la Sardegna guardandola dall’obiettivo e hanno cercato di raccontarla. Tra questi Vittorio Besso e Vittorio Alinari che ne fissano - Besso nell’ultimo Ottocento, Alinari negli anni immediatamente precedenti alla prima guerra mondiale – aspetti molto diversi: mentre il primo racconta la costruzione delle ferrovie nell’isola, il secondo è autore di paesaggi delle coste sarde ancora oggi di grande suggestione. L’occhio che si posa sulla Sardegna coglie paesaggi, monumenti,il lavoro di uomini e donne, le feste, la vita sociale, e il più delle volte cerca di raccontare tutto questo come espressione di un mondo rimasto inalterato nei secoli. Alla fine dell’Ottocento, l’Italia scopre la Sardegna, la scopre come una sorta di Africa in casa, la scopre come barbarie e arretratezza (il banditismo) ma anche come forza primigenia e autenticità che la modernità non ha corrotto, un’immagine a cui molto contribuirà il successo dei romanzi della Deledda. Ma cambiamento, tensioni, modernità si intrecciano nella storia dell’isola sempre più strettamente mano a mano che ci si inoltra nel nuovo secolo, il Novecento, e tutto questo non può che trovare espressione nell’immagine fotografica. Il Novecento è in Sardegna l’epoca delle grandi opere idrauliche che iniziano prima dell’avvento del fascismo ma continuano ben dentro il regime: la grande diga sul Tirso è l’icona di questa fase, la bonifica di Mussolinia (poi Arborea) la sua espressione più nota. Il secolo avanza e porta con sé la guerra, la seconda guerra mondiale. Nel giro di pochi mesi la Sardegna, nominata sul campo “vedetta di Roma” e “portaerei d’Italia”, subirà tutte le conseguenze di un ruolo non richiesto. La mostra segue il filo delle immagini e delle parole di innumerevoli testimoni. La fotografia dimostra che, da quando essa esiste, la Sardegna si è lasciata ritrarre, si è abbandonata con riserbo e dignità, si è offerta senza ritrosia. Padrona del proprio destino, nonostante le vicissitudini della storia e le trasformazioni conseguenti, l’Isola ha mantenuto la sua vitalità, la giovinezza e le sembianze dei suoi antenati, ricche di mistero e di suggestione.
23
aprile 2005
Viaggio in Sardegna
Dal 23 aprile al 31 maggio 2005
fotografia
Location
MASEDU – MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA
Sassari, Corso Giovanni Pascoli, 16, (Sassari)
Sassari, Corso Giovanni Pascoli, 16, (Sassari)
Orario di apertura
da martedì a domenica 10-13 e 17-20,30
Vernissage
23 Aprile 2005, ore 18