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ViAlloroInArt
Quattro artisti che lavorano a Palermo e su Palermo dialogano con lo spazio, la storia, l’architettura, l’ambiente di Via Alloro. L’antica e nobile strada palermitana costituisce allo stesso tempo il tema delle opere e la sede dell’esposizione
Comunicato stampa
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Quattro artisti che lavorano a Palermo e su Palermo dialogano con lo spazio, la storia,
l’architettura, l’ambiente di Via Alloro. L’antica e nobile strada palermitana costituisce allo stesso tempo il tema delle opere e la sede dell’esposizione.
Si tratta di installazioni in situ appositamente realizzate, che accendono nella via dei punti
sensibili o perturbanti inducendo chi passa a fare “mente locale” sulla qualità simbolica dell’ambiente,
nello spirito di un’arte urbana destinata non solo ai visitatori di mostre, ma anche ai fruitori involontari.
Alla presenza delle opere in Via Alloro, prevista per tutto settembre, si affianca, dal 10 al 12
settembre nei locali di EXPA, un atelier aperto nelle ore serali dove gli artisti partecipanti incontreranno il pubblico, mostreranno i loro progetti, dialogheranno con chi vorrà intervenire e approfondire.
Gli artisti, due più giovani e due nel pieno della loro maturità, hanno linguaggi e poetiche
differenti, ma hanno lavorato alle proprie installazioni intrattenendo tra loro un dialogo fitto sul multiplo
genius loci di Via Alloro. Un’altalena, uno specchio, alcuni ex-voto e tanti cappelli fluorescenti sono
diventati i protagonisti di un racconto in cui sacro e profano, vita e memoria, storia, sogno, spaesamento e gioco intrecciano le diverse modalità con cui l’uomo, e in particolare il cittadino di questa città, può rapportarsi al proprio ambiente.
Stefania Cucciardi (Palermo, 1972) ha lavorato sul concetto di gioco come strumento di socializzazione e di scambio, sulla voglia di cielo tra le strettoie viarie e il disagio del centro storico, e sull’idea di leggerezza come spinta verso l’alto e necessità dell’immaginazione come motore di ogni alternativa. L’altalena, soggetto della sua installazione, è il mezzo di trasporto per un viaggio surplace e la gente che vi si dondola ne diventa protagonista.
Christoph Fikenscher (Monaco, 1963) svia il cammino e crea un nuovo punto di vista e di sosta,
evidenziando una prospettiva sorprendente che porta all’esterno ciò che resta inaccessibile al passante di Via Alloro e celato dietro i portoni. L’interno diventa esterno, l’invisibile visibile, rendendo manifesta anche l’origine, cioè le spighe dei latifondi di cui quei palazzi erano i testimoni urbani. Il dialogo è con l’architettura e la storia, con la percezione fisica e mentale dello spazio..
Daniele Franzella (Palermo, 1978) si è riferito all’immaginario popolare-religioso e ha creato delle
edicole, come stazioni di un percorso devozionale, collettivo e personale al tempo stesso. Grandi ex voto, che narrano del corpo e delle sue storie, di grazie ricevute o immaginate, dell’esporsi di un sentimento privato in cerca di approvazione e conforto, e forse anche delle nostre mutilazioni reali o mentali.
Salvo Palazzolo (Palermo, 1960) ha trasformato Via Alloro in un quadro di Magritte, evocando
ironicamente il mondo sociale del passato e invitando al contempo l’oggi a puntare alto senza
rinunciare ai propri sogni. I cappelli sospesi evocano infatti il rito della passeggiata aristocratica alla
Marina e il gioco dei monelli armati di lenza per “scoperchiare i signori”, ma rappresentano anche
l’aspirazione al futuro e pensieri che volano alto, senza farsi addomesticare dai conti della spesa e dalle speculazioni.
l’architettura, l’ambiente di Via Alloro. L’antica e nobile strada palermitana costituisce allo stesso tempo il tema delle opere e la sede dell’esposizione.
Si tratta di installazioni in situ appositamente realizzate, che accendono nella via dei punti
sensibili o perturbanti inducendo chi passa a fare “mente locale” sulla qualità simbolica dell’ambiente,
nello spirito di un’arte urbana destinata non solo ai visitatori di mostre, ma anche ai fruitori involontari.
Alla presenza delle opere in Via Alloro, prevista per tutto settembre, si affianca, dal 10 al 12
settembre nei locali di EXPA, un atelier aperto nelle ore serali dove gli artisti partecipanti incontreranno il pubblico, mostreranno i loro progetti, dialogheranno con chi vorrà intervenire e approfondire.
Gli artisti, due più giovani e due nel pieno della loro maturità, hanno linguaggi e poetiche
differenti, ma hanno lavorato alle proprie installazioni intrattenendo tra loro un dialogo fitto sul multiplo
genius loci di Via Alloro. Un’altalena, uno specchio, alcuni ex-voto e tanti cappelli fluorescenti sono
diventati i protagonisti di un racconto in cui sacro e profano, vita e memoria, storia, sogno, spaesamento e gioco intrecciano le diverse modalità con cui l’uomo, e in particolare il cittadino di questa città, può rapportarsi al proprio ambiente.
Stefania Cucciardi (Palermo, 1972) ha lavorato sul concetto di gioco come strumento di socializzazione e di scambio, sulla voglia di cielo tra le strettoie viarie e il disagio del centro storico, e sull’idea di leggerezza come spinta verso l’alto e necessità dell’immaginazione come motore di ogni alternativa. L’altalena, soggetto della sua installazione, è il mezzo di trasporto per un viaggio surplace e la gente che vi si dondola ne diventa protagonista.
Christoph Fikenscher (Monaco, 1963) svia il cammino e crea un nuovo punto di vista e di sosta,
evidenziando una prospettiva sorprendente che porta all’esterno ciò che resta inaccessibile al passante di Via Alloro e celato dietro i portoni. L’interno diventa esterno, l’invisibile visibile, rendendo manifesta anche l’origine, cioè le spighe dei latifondi di cui quei palazzi erano i testimoni urbani. Il dialogo è con l’architettura e la storia, con la percezione fisica e mentale dello spazio..
Daniele Franzella (Palermo, 1978) si è riferito all’immaginario popolare-religioso e ha creato delle
edicole, come stazioni di un percorso devozionale, collettivo e personale al tempo stesso. Grandi ex voto, che narrano del corpo e delle sue storie, di grazie ricevute o immaginate, dell’esporsi di un sentimento privato in cerca di approvazione e conforto, e forse anche delle nostre mutilazioni reali o mentali.
Salvo Palazzolo (Palermo, 1960) ha trasformato Via Alloro in un quadro di Magritte, evocando
ironicamente il mondo sociale del passato e invitando al contempo l’oggi a puntare alto senza
rinunciare ai propri sogni. I cappelli sospesi evocano infatti il rito della passeggiata aristocratica alla
Marina e il gioco dei monelli armati di lenza per “scoperchiare i signori”, ma rappresentano anche
l’aspirazione al futuro e pensieri che volano alto, senza farsi addomesticare dai conti della spesa e dalle speculazioni.
13
settembre 2007
ViAlloroInArt
Dal 13 al 30 settembre 2007
arte contemporanea
Location
PALAZZO BONAGIA
Palermo, Via Alloro, (Palermo)
Palermo, Via Alloro, (Palermo)
Vernissage
13 Settembre 2007, ore 21
Autore
Curatore