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Victor Greenaway – Una leggera armonia. Ceramica d’arte
Nel solco delle mostre già allestite nel corso del 2008 la Ab Ovo Gallery presenta uno dei ceramisti più interessanti, originali ed affermati del continente australe che ha fatto della continua ricerca tecnica e stilistica la cifra della sua carriera artistica.
Comunicato stampa
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“Bisogna essere leggero come un uccello e non come una piuma” (Paul Valéry. Quaderni)
“Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo” (Bibbia.Genesi. 2,3)
Victor Greenaway (Sale, Victoria, Australia – 1947) rappresenta una delle massime espressioni del mondo dell'arte della ceramica contemporanea. Introdurre la sua opera è come entrare in un universo nel quale i rimandi e le suggestioni offrono allo spettatore numerose strade interpretative da percorrere, tutte affascinanti ed evocative. Sono sentieri fatti di segni, di piccole tracce, di sottili corrispondenze. Ognuna di queste strade, biforcuta come ogni simbolo, si duplica per aprire all'indagine speculativa nuove possibilità di lettura, nuovi e misteriosi mari da navigare.
Questa breve presentazione vuole, con molta discrezione, solo indicare, nella vastità di questo universo interpretativo, qualche possibile chiave di lettura.
Victor Greenaway è artista di rara sensibilità e raffinatezza, sia estetiche che tecniche. Le sue opere sono il frutto di un perfetto connubio di irrazionalità creativa e padronanza tecnica che, ben temperate, consentono all'artista di volare negli spazi sterminati della creatività con la consapevolezza dell'uccello che, dominando con lo strumento tecnico delle ali la resistenza dell'aria, conosce esattamente il suo punto di arrivo. Senza questa direzione di volo non ci sarebbe destinazione ed il percorso dell'artista si ridurrebbe a quello di una foglia spinta dalla casualità del vento, ogni volta in un luogo diverso, senza un progetto artistico definito.
La sensazione di questa “aerea leggerezza” che è già percepibile al solo guardare le opere di Greenaway, diventa ancora più evidente quando si passa dall'esperienza visiva a quella tattile. Toccare la superficie dei suoi splendidi e colorati lavori in porcellana, per esempio, dà la misura della sua estrema padronanza tecnica e sensibilità manuale. Ma anche del profondo rispetto che l'artista nutre nei confronti della materia: con la quale sembra quasi dialogare, con lo scopo di suggerire ma anche di farsi suggerire la forma e le proporzioni più adatte.
Tutto questo corredo di “ragione e sentimento”, “tecnica e fantasia” è alimentato da una vorace curiosità di conoscere e sperimentare nuove strade espressive. Ne è testimonianza la sua biografia nella quale, uccello migratore, Victor ha viaggiato dall'Oriente all'Occidente, lui figlio del nuovo mondo, alla ricerca di suggestioni antiche e moderne che gli consentissero di allargare ulteriormente il suo orizzonte creativo ed espressivo.
Da questa “tensione” nascono opere che uniscono alla forza di millenarie tecniche di lavorazione la continua ricerca di forme e colori, capaci di aprire al suo demone creativo nuovi orizzonti: vasi, coppe colorate, piccoli oggetti di uso quotidiano attraverso i quali si passa, come in una simbolica scorribanda spazio-temporale, dall'Etruria delle lavorazioni a bucchero alla tradizione delle porcellane di Limoges, dalla ceramica giapponese, con i suoi segni così essenziali e raffinati, ai vivacissimi colori dell'Australia, sua terra natale. Sempre con un tratto assolutamente distintivo nel quale le varie suggestioni culturali trovano la loro sintesi espressiva.
Nelle sue opere si avverte tutta la forza del dio creatore che, pur nella semplicità del mezzo utilizzato, riesce a dar vita ad oggetti che hanno una loro anima e capaci, come tutte le opere d'arte, di vivere di vita propria.
Sull'onda suggestiva di questa immagine, comune a molte mitologie religiose, entriamo in questo universo ed ascoltiamo quello che hanno da dirci le “anime” nascoste dentro l'arte di Victor Greenaway.
“Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo” (Bibbia.Genesi. 2,3)
Victor Greenaway (Sale, Victoria, Australia – 1947) rappresenta una delle massime espressioni del mondo dell'arte della ceramica contemporanea. Introdurre la sua opera è come entrare in un universo nel quale i rimandi e le suggestioni offrono allo spettatore numerose strade interpretative da percorrere, tutte affascinanti ed evocative. Sono sentieri fatti di segni, di piccole tracce, di sottili corrispondenze. Ognuna di queste strade, biforcuta come ogni simbolo, si duplica per aprire all'indagine speculativa nuove possibilità di lettura, nuovi e misteriosi mari da navigare.
Questa breve presentazione vuole, con molta discrezione, solo indicare, nella vastità di questo universo interpretativo, qualche possibile chiave di lettura.
Victor Greenaway è artista di rara sensibilità e raffinatezza, sia estetiche che tecniche. Le sue opere sono il frutto di un perfetto connubio di irrazionalità creativa e padronanza tecnica che, ben temperate, consentono all'artista di volare negli spazi sterminati della creatività con la consapevolezza dell'uccello che, dominando con lo strumento tecnico delle ali la resistenza dell'aria, conosce esattamente il suo punto di arrivo. Senza questa direzione di volo non ci sarebbe destinazione ed il percorso dell'artista si ridurrebbe a quello di una foglia spinta dalla casualità del vento, ogni volta in un luogo diverso, senza un progetto artistico definito.
La sensazione di questa “aerea leggerezza” che è già percepibile al solo guardare le opere di Greenaway, diventa ancora più evidente quando si passa dall'esperienza visiva a quella tattile. Toccare la superficie dei suoi splendidi e colorati lavori in porcellana, per esempio, dà la misura della sua estrema padronanza tecnica e sensibilità manuale. Ma anche del profondo rispetto che l'artista nutre nei confronti della materia: con la quale sembra quasi dialogare, con lo scopo di suggerire ma anche di farsi suggerire la forma e le proporzioni più adatte.
Tutto questo corredo di “ragione e sentimento”, “tecnica e fantasia” è alimentato da una vorace curiosità di conoscere e sperimentare nuove strade espressive. Ne è testimonianza la sua biografia nella quale, uccello migratore, Victor ha viaggiato dall'Oriente all'Occidente, lui figlio del nuovo mondo, alla ricerca di suggestioni antiche e moderne che gli consentissero di allargare ulteriormente il suo orizzonte creativo ed espressivo.
Da questa “tensione” nascono opere che uniscono alla forza di millenarie tecniche di lavorazione la continua ricerca di forme e colori, capaci di aprire al suo demone creativo nuovi orizzonti: vasi, coppe colorate, piccoli oggetti di uso quotidiano attraverso i quali si passa, come in una simbolica scorribanda spazio-temporale, dall'Etruria delle lavorazioni a bucchero alla tradizione delle porcellane di Limoges, dalla ceramica giapponese, con i suoi segni così essenziali e raffinati, ai vivacissimi colori dell'Australia, sua terra natale. Sempre con un tratto assolutamente distintivo nel quale le varie suggestioni culturali trovano la loro sintesi espressiva.
Nelle sue opere si avverte tutta la forza del dio creatore che, pur nella semplicità del mezzo utilizzato, riesce a dar vita ad oggetti che hanno una loro anima e capaci, come tutte le opere d'arte, di vivere di vita propria.
Sull'onda suggestiva di questa immagine, comune a molte mitologie religiose, entriamo in questo universo ed ascoltiamo quello che hanno da dirci le “anime” nascoste dentro l'arte di Victor Greenaway.
27
aprile 2008
Victor Greenaway – Una leggera armonia. Ceramica d’arte
Dal 27 aprile al primo giugno 2008
arte contemporanea
Location
AB OVO GALLERY
Todi, Via Del Forno, 4, (Perugia)
Todi, Via Del Forno, 4, (Perugia)
Orario di apertura
da martedì a domenica
ore 10,30-13,30/15,30-19,30
Vernissage
27 Aprile 2008, ore 10,30
Autore