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Videoderive dell’arte_2. Dallo stupore allo sguardo impuro
La mostra propone per la seconda volta un’insolita presentazione di film e video a soggetto artistico (sull’arte e a partire dall’arte) esposti in proiezione continua nelle sale per l’occasione completamente oscurate del pianoterra del museo, come altrettanti quadri in movimento.
Comunicato stampa
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Dal 25 luglio al 23 agosto, il Museo di Villa dei Cedri di Bellinzona presenta la mostra Videoderive dell’arte_2. Dallo stupore allo sguardo impuro. Curata dal regista e critico d’arte Adriano Kestenholz, la mostra propone per la seconda volta un’insolita presentazione di film e video a soggetto artistico (sull’arte e a partire dall’arte) esposti in proiezione continua nelle sale per l’occasione completamente oscurate del pianoterra del museo, come altrettanti quadri in movimento.
Decontestualizzati rispetto al loro luogo di fruizione originario (gallerie d’arte, palinsesti televisivi, performances, grandi mostre) e visibilmente sviati nella loro funzione mediatica (critica, informativa, promozionale, didattica), i lavori in mostra (“Cover Dalì”; “Cités Antérieures: Brugge”; “A tratti: le parole e l’arte di Piero Dorazio”; “The perfect circe”; “Around”; “The Illustrated Girl”; “Stones and Flies: Richard Long in the Sahara”; “Mosaici di Piazza Armerina”; “L’isola dei Morti”; “Signers Koffer”; “Daniel Buren: une oeuvre en direct”; “Circle of light”) si presentano come altrettante opere autonome, segnatamente come altrettanti approdi di percorsi di derivazione da soggetti artistici preesistenti.
Firmati da Alessandro Amaducci, Christian Boustani, Giorgio Cappozzo, Pappi Corsicato, Philip Haas, Adriano Kestenholz, Peter Liechti, Giampaolo Penco, Anthony Roland questi lavori (che prendono le mosse rispettivamente da Salvador Dalì, da Brugge e la pittura fiamminga, dall’opera di Piero Dorazio, dal Grand canale di Versailles, da sculture di Richard Serra e Sol LeWitt, da interventi di Richard Long nel deserto, dai mosaici di Villa del Casale in Sicilia, da un dipinto di Arnold Böcklin, da azioni di Roman Signer, dall’operare di Daniel Buren, da fotografie di Pamela Bone), si sottraggono tutti in un modo o nell’altro alla dittatura del commento parlato, caratteristica vigente di molta comunicazione d’arte contemporanea, per iscriversi, ciascuno secondo una propria cifra, nel solco di una tradizione che si riallaccia al purovisibilismo, fautrice pertanto di un atteggiamento di tipo poetico, quasi a dimostrare che l’arte, e il fare arte, è il miglior modo per “parlarne”.
Con la mostra Videoderive dell’arte_2. Dallo stupore allo sguardo impuro il museo propone per la seconda volta una mostra laboratorio rivolta a un’utenza che ama sia l’arte sia l’immagine in movimento, consapevole che, nell’era dell’ormai compiuta logica dell’accesso globale e dell’interconnessione digitale, il confronto con l’opera richiede nonostante tutto un sentire che coinvolga tutti i sensi e pertanto si pone come arca di un fruire autentico legato al corpo.
Decontestualizzati rispetto al loro luogo di fruizione originario (gallerie d’arte, palinsesti televisivi, performances, grandi mostre) e visibilmente sviati nella loro funzione mediatica (critica, informativa, promozionale, didattica), i lavori in mostra (“Cover Dalì”; “Cités Antérieures: Brugge”; “A tratti: le parole e l’arte di Piero Dorazio”; “The perfect circe”; “Around”; “The Illustrated Girl”; “Stones and Flies: Richard Long in the Sahara”; “Mosaici di Piazza Armerina”; “L’isola dei Morti”; “Signers Koffer”; “Daniel Buren: une oeuvre en direct”; “Circle of light”) si presentano come altrettante opere autonome, segnatamente come altrettanti approdi di percorsi di derivazione da soggetti artistici preesistenti.
Firmati da Alessandro Amaducci, Christian Boustani, Giorgio Cappozzo, Pappi Corsicato, Philip Haas, Adriano Kestenholz, Peter Liechti, Giampaolo Penco, Anthony Roland questi lavori (che prendono le mosse rispettivamente da Salvador Dalì, da Brugge e la pittura fiamminga, dall’opera di Piero Dorazio, dal Grand canale di Versailles, da sculture di Richard Serra e Sol LeWitt, da interventi di Richard Long nel deserto, dai mosaici di Villa del Casale in Sicilia, da un dipinto di Arnold Böcklin, da azioni di Roman Signer, dall’operare di Daniel Buren, da fotografie di Pamela Bone), si sottraggono tutti in un modo o nell’altro alla dittatura del commento parlato, caratteristica vigente di molta comunicazione d’arte contemporanea, per iscriversi, ciascuno secondo una propria cifra, nel solco di una tradizione che si riallaccia al purovisibilismo, fautrice pertanto di un atteggiamento di tipo poetico, quasi a dimostrare che l’arte, e il fare arte, è il miglior modo per “parlarne”.
Con la mostra Videoderive dell’arte_2. Dallo stupore allo sguardo impuro il museo propone per la seconda volta una mostra laboratorio rivolta a un’utenza che ama sia l’arte sia l’immagine in movimento, consapevole che, nell’era dell’ormai compiuta logica dell’accesso globale e dell’interconnessione digitale, il confronto con l’opera richiede nonostante tutto un sentire che coinvolga tutti i sensi e pertanto si pone come arca di un fruire autentico legato al corpo.
25
luglio 2009
Videoderive dell’arte_2. Dallo stupore allo sguardo impuro
Dal 25 luglio al 23 agosto 2009
arte contemporanea
Location
MUSEO VILLA DEI CEDRI
Bellinzona, Piazza San Biagio, 9, (Bellinzona)
Bellinzona, Piazza San Biagio, 9, (Bellinzona)
Orario di apertura
martedì – venerdì: 14.00 – 18.00. chiuso lunedi. aperture serali fino alle ore 20.00 il primo giovedì di ogni mese
Autore
Curatore