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Viky Zizzo – Rebis
Tutto si moltiplica, i sensi impazziscono. Senti che in quel magma, in quell’intreccio ti trovi appagata, parte del tutto, non sei più o BIANCO o NERO. Da questa esperienza sono uscita col profumo della vernice nel naso e la consapevolezza di voler essere il tutto. Alla fine si tratta di scegliere da che parte restare. Io non so vivere se non in quella molteplicità.”
Comunicato stampa
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Nulla di più poetico che la crescita di due colori che si uniscono, che si fondono per mescolare le loro anime. La ricchezza parte da questo scambio, da questo perenne cercarsi, dall'amalgamarsi perdutamente.
Bianco e nero.
Cercare il punto di incontro, sfondare le barriere, i confini, non sapere più chi sei, prendere qualcosa dell’altro, sentire che sei prima solo, alla ricerca di te e poi ecco che inizia la moltiplicazione. L’identità sfugge a volte, ma nell'incontro verso l’altro inizi a riempirti di sfumature. Cosa desideri essere? Non puoi più saperlo. Arrivano altre anime, le mani, le gambe, i capelli, i piedi, tutto si intreccia, perdi i dettagli della tua singolarità, ne acquisti altri, i quali nascono solo dalla fusione, dal desiderio di posare la tua mano su carne altrui, farla scivolare, rubare un po'della loro unicità.
Tutto si moltiplica, i sensi impazziscono.
Senti che in quel magma, in quell’intreccio ti trovi appagata, parte del tutto, non sei più o BIANCO o NERO.
Da questa esperienza sono uscita col profumo della vernice nel naso e la consapevolezza di voler essere il tutto. Alla fine si tratta di scegliere da che parte restare. Io non so vivere se non in quella molteplicità, meravigliosa parte di un quadro, particolare che arricchisce e rende armonico il mondo.
(Simona Gelao)
Vincenza Zizzo nasce a Bari nel 1984. Nel 2010 interrompe gli studi in medicina veterinaria ad un passo dalla laurea per dedicarsi interamente alla passione fulminante per la fotografia. Intraprende gli studi di fotografia presso la scuola Camera Chiara di Francesco De Napoli, dove si specializza nei ritratti.
Ultimamente si è dedicata ad un progetto fotografico che prevede delle performance di nudo artistico, la mostra REBIS raccoglie il frutto di queste sue ultime ricerche. Il tema dell'identità sessuale è evidente, la scelta tra bene e male, capire chi siamo, come potremmo definirci.
L'accesso alla mostra sarà possibile ad una persona per volta, affinché lo spettatore possa comunicare in solitudine con la fotografia e così iniziare un percorso volto all'introspezione.
Al termine della visita ci sarà un breve dibattito, previsto per le ore 20.30, mediato da Enzo Varricchio con la partecipazione di Milena Marzano, dottore in psicologia presso l'Università di Bari. Il dibattito verterà sulle reazioni suscitate dalla visione di un video e della mostra fotografica e, soprattutto sul tema dell'identità sessuale nell'arte, del doppio e della ricerca introspettiva.
A seguire Dj set samueltron – ore 22.30 circa
Il REBIS è l’obiettivo dell’artista, l'unità ginandrica, lo Yin e lo Yang che si fondono nel TAO.
REBIS è un simbolo che racchiude nel suo interno il mistero del numero due. Il Rebis (da res bina, la cosa doppia) è una famosa figura ermetica che rappresenta un androgino con due teste, una femminile ed una maschile, che tiene sottomesso un drago alato, con la sinistra tiene un compasso e con la destra una squadra, sul petto riporta la parola Rebis. Nel cielo brilla a sinistra il sole e a destra la luna, al centro una Stella Fiammeggiante a cinque punte contenente il simbolo alchemico del Mercurio, lateralmente si trovano quattro stelle a sei punte (sigillo di Salomone) contenente ciascuna il simbolo di Marte e Venere a sinistra, e di Giove e Saturno a destra. L’intera figura sormonta un complicato pentacolo inscritto in un cerchio, il tutto è racchiuso in un ovale. L'androgino, congiunzione fra energia maschile ed energia femminile, non è un ermafrodita, e cioè una mostruosità biologica, né una sintesi statica degli elementi maschili e femminili, ma è un doppio, una cosa duplice (come dice il suo stesso nome) in cui questi elementi si completano e si esaltano a vicenda, invece di neutralizzarsi, perché sono in stato di equilibrio conflittuale.
REBIS è quindi il simbolo della duplicità, dell'Adam Kadmon cabalistico, dell'Anthropos gnostico, nell'Homo Maior dei tempi mitici, dell'Advaita dell'induismo (concetto che esprime la non-dualità della dualità), dell'Adamo primitivo, ovvero l'archetipo divino di uomo e donna sia maschio che femmina, ma né maschio né femmina esattamente come il seme; in esso infatti coesistono in perfetta armonia e equilibrio le forze maschili e femminili. L'Adam Kadmon è l'immagine primordiale a somiglianza della quale noi siamo stati creati, e presenta come corrispettivo antropologico l'Adamo del giardino dell'Eden, ma al contrario di quest'ultimo non è mai disceso dalla perfezione celeste.
Bianco e nero.
Cercare il punto di incontro, sfondare le barriere, i confini, non sapere più chi sei, prendere qualcosa dell’altro, sentire che sei prima solo, alla ricerca di te e poi ecco che inizia la moltiplicazione. L’identità sfugge a volte, ma nell'incontro verso l’altro inizi a riempirti di sfumature. Cosa desideri essere? Non puoi più saperlo. Arrivano altre anime, le mani, le gambe, i capelli, i piedi, tutto si intreccia, perdi i dettagli della tua singolarità, ne acquisti altri, i quali nascono solo dalla fusione, dal desiderio di posare la tua mano su carne altrui, farla scivolare, rubare un po'della loro unicità.
Tutto si moltiplica, i sensi impazziscono.
Senti che in quel magma, in quell’intreccio ti trovi appagata, parte del tutto, non sei più o BIANCO o NERO.
Da questa esperienza sono uscita col profumo della vernice nel naso e la consapevolezza di voler essere il tutto. Alla fine si tratta di scegliere da che parte restare. Io non so vivere se non in quella molteplicità, meravigliosa parte di un quadro, particolare che arricchisce e rende armonico il mondo.
(Simona Gelao)
Vincenza Zizzo nasce a Bari nel 1984. Nel 2010 interrompe gli studi in medicina veterinaria ad un passo dalla laurea per dedicarsi interamente alla passione fulminante per la fotografia. Intraprende gli studi di fotografia presso la scuola Camera Chiara di Francesco De Napoli, dove si specializza nei ritratti.
Ultimamente si è dedicata ad un progetto fotografico che prevede delle performance di nudo artistico, la mostra REBIS raccoglie il frutto di queste sue ultime ricerche. Il tema dell'identità sessuale è evidente, la scelta tra bene e male, capire chi siamo, come potremmo definirci.
L'accesso alla mostra sarà possibile ad una persona per volta, affinché lo spettatore possa comunicare in solitudine con la fotografia e così iniziare un percorso volto all'introspezione.
Al termine della visita ci sarà un breve dibattito, previsto per le ore 20.30, mediato da Enzo Varricchio con la partecipazione di Milena Marzano, dottore in psicologia presso l'Università di Bari. Il dibattito verterà sulle reazioni suscitate dalla visione di un video e della mostra fotografica e, soprattutto sul tema dell'identità sessuale nell'arte, del doppio e della ricerca introspettiva.
A seguire Dj set samueltron – ore 22.30 circa
Il REBIS è l’obiettivo dell’artista, l'unità ginandrica, lo Yin e lo Yang che si fondono nel TAO.
REBIS è un simbolo che racchiude nel suo interno il mistero del numero due. Il Rebis (da res bina, la cosa doppia) è una famosa figura ermetica che rappresenta un androgino con due teste, una femminile ed una maschile, che tiene sottomesso un drago alato, con la sinistra tiene un compasso e con la destra una squadra, sul petto riporta la parola Rebis. Nel cielo brilla a sinistra il sole e a destra la luna, al centro una Stella Fiammeggiante a cinque punte contenente il simbolo alchemico del Mercurio, lateralmente si trovano quattro stelle a sei punte (sigillo di Salomone) contenente ciascuna il simbolo di Marte e Venere a sinistra, e di Giove e Saturno a destra. L’intera figura sormonta un complicato pentacolo inscritto in un cerchio, il tutto è racchiuso in un ovale. L'androgino, congiunzione fra energia maschile ed energia femminile, non è un ermafrodita, e cioè una mostruosità biologica, né una sintesi statica degli elementi maschili e femminili, ma è un doppio, una cosa duplice (come dice il suo stesso nome) in cui questi elementi si completano e si esaltano a vicenda, invece di neutralizzarsi, perché sono in stato di equilibrio conflittuale.
REBIS è quindi il simbolo della duplicità, dell'Adam Kadmon cabalistico, dell'Anthropos gnostico, nell'Homo Maior dei tempi mitici, dell'Advaita dell'induismo (concetto che esprime la non-dualità della dualità), dell'Adamo primitivo, ovvero l'archetipo divino di uomo e donna sia maschio che femmina, ma né maschio né femmina esattamente come il seme; in esso infatti coesistono in perfetta armonia e equilibrio le forze maschili e femminili. L'Adam Kadmon è l'immagine primordiale a somiglianza della quale noi siamo stati creati, e presenta come corrispettivo antropologico l'Adamo del giardino dell'Eden, ma al contrario di quest'ultimo non è mai disceso dalla perfezione celeste.
03
luglio 2011
Viky Zizzo – Rebis
Dal 03 al 04 luglio 2011
arte contemporanea
Location
COMPLESSO DELLE MONACELLE
Casamassima, Via Roma, (Bari)
Casamassima, Via Roma, (Bari)
Vernissage
3 Luglio 2011, ore 18.30
Sito web
www.prolococasamassima.it
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