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Vincent Bios – Il muro ha un suono
Le opere di Vincent Bios mettono in scena l’inconscio personale e collettivo nelle prestigiose sale del Palazzo Reale di Palermo. Pannelli cosparsi di cemento perforati da proiettili di vario calibro. Mappature di emozioni e di segni.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il 13 gennaio 2012 sarà inaugurata la prima personale dell'artista Vincent Bios a Palermo, nelle prestigiose sale del Palazzo Reale, con il Patrocinio della Regione Sicilia, dell'Assemblea Regione Siciliana e della Fondazione Federico II.
Il muro ha un suono, questo il titolo della mostra, è l'atteso ritorno dell'artista nella sua terra d’origine dopo l’esperienza artistica in Cina, le recenti mostre a Boston e Berlino e la collocazione presso la società Polimeri Europa dell’ENI della sua reinterpretazione del cane a sei zampe, simbolo della nota azienda.
Pittore bulimico ed energetico, artista performativo sia nei gesti con i quali riempie e scarnifica le sue opere bidimensionali, sia nelle mise en scene che sono parte integrante e vitale del suo lavoro, Bios ha una ricerca personale che indaga nella dimensione del sociale concentrandosi su temi spigolosi come l’aborto, l’ecologia, le sopraffazioni, la violenza, le barriere fisiche e mentali.
La sua straordinaria e inusuale pratica artistica, sempre in bilico tra pittura e installazione, trova nei pannelli termoacustici realizzati da URSA, azienda italiana leader in Europa nella produzione e commercializzazione di pannelli isolanti per l'edilizia, da sempre attenta al rispetto dell'ambiente, il supporto fisico e concettuale delle sue opere, un modo per assemblare i materiali più disparati - pittura, oggetti di riciclo, plastiche, tessuti, cemento - in composizioni che vanno dalle piccole alle grandi dimensioni per un lavoro artistico di forte impatto visivo ed emotivo.
Pannelli cosparsi di cemento o lasciati quasi a vivo e perforati da proiettili di vari calibri, Magnum, piombini, Lupara. “Quelli di Bios Vincent sono i muri della vita che raccontano la storia degli uomini che l’hanno vissuta.” – scrive l’architetto Michele Premoli Silva, che ha realizzato il progetto espositivo – “Chi è stato in luoghi di combattimento o di conflitto osservando il paesaggio circostante trova i segni di ciò che è avvenuto anche a distanza di anni… moltissimi anni. Spesso questi segni sono sui muri delle case dove raffiche di proiettili hanno inciso il loro alfabeto. Restano lì a ricordare che tra quel muro e chi sparava probabilmente sono state interrotte delle vite. Vincent ha scelto di raccontare la vita del Mondo attraverso il muro”.
Bios indaga l’inconscio personale e collettivo attraverso un’arte che si avvale di performance - in cui cacciatori sparano virtualmente sulla preda, metafora per eccellenza, o in cui l’artista impersona i “pinocchio” e ne simula crocefissioni - e di installazioni a parete, quadri che si fanno scultura nell’accogliere gettate di colore, scarnificazioni, oggetti circondati da numeri che sono un logo – come il 194, cifra che evoca la legge sull’aborto – o parole, lettere, scritte.
La sua ricerca è prolifica e costante, sempre più rivolta a problematiche di eco sostenibilità ed esistenza consacrate, necessariamente, alla spasmodica ricerca di giustizia, verità, coscienza, amore. “La ricostruzione e la protezione della memoria – afferma la curatrice Martina Cavallarin – si apre una strada nella superficie di cemento, prepotentemente, come le pallottole che la trafiggono, per espandere il silenzio e non smarrire il ricordo. Il muro ha un suono”.
Il muro ha un suono, questo il titolo della mostra, è l'atteso ritorno dell'artista nella sua terra d’origine dopo l’esperienza artistica in Cina, le recenti mostre a Boston e Berlino e la collocazione presso la società Polimeri Europa dell’ENI della sua reinterpretazione del cane a sei zampe, simbolo della nota azienda.
Pittore bulimico ed energetico, artista performativo sia nei gesti con i quali riempie e scarnifica le sue opere bidimensionali, sia nelle mise en scene che sono parte integrante e vitale del suo lavoro, Bios ha una ricerca personale che indaga nella dimensione del sociale concentrandosi su temi spigolosi come l’aborto, l’ecologia, le sopraffazioni, la violenza, le barriere fisiche e mentali.
La sua straordinaria e inusuale pratica artistica, sempre in bilico tra pittura e installazione, trova nei pannelli termoacustici realizzati da URSA, azienda italiana leader in Europa nella produzione e commercializzazione di pannelli isolanti per l'edilizia, da sempre attenta al rispetto dell'ambiente, il supporto fisico e concettuale delle sue opere, un modo per assemblare i materiali più disparati - pittura, oggetti di riciclo, plastiche, tessuti, cemento - in composizioni che vanno dalle piccole alle grandi dimensioni per un lavoro artistico di forte impatto visivo ed emotivo.
Pannelli cosparsi di cemento o lasciati quasi a vivo e perforati da proiettili di vari calibri, Magnum, piombini, Lupara. “Quelli di Bios Vincent sono i muri della vita che raccontano la storia degli uomini che l’hanno vissuta.” – scrive l’architetto Michele Premoli Silva, che ha realizzato il progetto espositivo – “Chi è stato in luoghi di combattimento o di conflitto osservando il paesaggio circostante trova i segni di ciò che è avvenuto anche a distanza di anni… moltissimi anni. Spesso questi segni sono sui muri delle case dove raffiche di proiettili hanno inciso il loro alfabeto. Restano lì a ricordare che tra quel muro e chi sparava probabilmente sono state interrotte delle vite. Vincent ha scelto di raccontare la vita del Mondo attraverso il muro”.
Bios indaga l’inconscio personale e collettivo attraverso un’arte che si avvale di performance - in cui cacciatori sparano virtualmente sulla preda, metafora per eccellenza, o in cui l’artista impersona i “pinocchio” e ne simula crocefissioni - e di installazioni a parete, quadri che si fanno scultura nell’accogliere gettate di colore, scarnificazioni, oggetti circondati da numeri che sono un logo – come il 194, cifra che evoca la legge sull’aborto – o parole, lettere, scritte.
La sua ricerca è prolifica e costante, sempre più rivolta a problematiche di eco sostenibilità ed esistenza consacrate, necessariamente, alla spasmodica ricerca di giustizia, verità, coscienza, amore. “La ricostruzione e la protezione della memoria – afferma la curatrice Martina Cavallarin – si apre una strada nella superficie di cemento, prepotentemente, come le pallottole che la trafiggono, per espandere il silenzio e non smarrire il ricordo. Il muro ha un suono”.
13
gennaio 2012
Vincent Bios – Il muro ha un suono
Dal 13 gennaio al 03 febbraio 2012
arte contemporanea
Location
PALAZZO DEI NORMANNI – PALAZZO REALE DI PALERMO
Palermo, Piazza Indipendenza, 1, (Palermo)
Palermo, Piazza Indipendenza, 1, (Palermo)
Biglietti
intero € 3
Orario di apertura
lun-sab: 8:30-17:40; dom e festivi: 8:30-13:00 (la biglietteria chiude un’ora prima del museo)
Vernissage
13 Gennaio 2012, ore 19:00
Autore
Curatore