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Vincenzo Balsamo – L’improbabile identità del dogma
Vincenzo Balsamo presenta, in questa mostra personale di Viterbo, due gruppi di lavori particolarmente significativi all’interno del suo excursus artistico, che ha avuto inizio dagli anni ’50.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Galleria Miralli, in collaborazione con il Comune di Viterbo - Assessorato alla Cultura, presenta la mostra personale di Vincenzo Balsamo.
Vincenzo Balsamo presenta, in questa mostra personale di Viterbo, due gruppi di lavori particolarmente significativi all’interno del suo excursus artistico, che ha avuto inizio dagli anni ’50.
A Palazzo Chigi espone una trentina di olii, risalenti a questi ultimi anni, che evidenziano con chiarezza che egli non ritiene essenziale per il suo percorso creativo arrivare all’astrazione pura, alle forme geometriche più rigorose e puriste, ma indica la sua disponibilità per l’impulso vitale, per una continua variazione immaginativa, per il colore reso sensibile da una luce che la superficie sfarinata della cromia, la quale non misconosce memorie impressioniste, divisioniste - ama il tocco “diviso” di Segantini e Pellizza - che sommano alle inquietudini di Mirò, Klee, Kandinsky, agli automatismi di Tobey e Twombly.
Per Balsamo la materia non vive alla stato grezzo, ma si dà al nostro sguardo come un agglomerato di remotissime esperienze sedimentate nel tempo. Nella sua scrittura pittura si notano frammenti minutissimi di residui organici di pesci, insetti e larve, essi rivelano gli strati profondi dell’esistenza, la parte più viva del nostro essere psichico e fisico, nel suo divenire suono e “figura”.
Al Portico della Giustizia, XlI sec., sono invece esposte le belle carte (una decina a partire dagli anni ottanta), in cui Balsamo cerca un difficile equilibrio tra: colore, segno e immagine, tra memoria e tempo presente, tra autobiografia, confessioni, tra vita vissuta e gioco. Esse esprimono il pulsare dei giorni, la necessità di raccontarli in un “diario” segreto, di sottile fase poetica.
A Balsamo in fondo interessa esprimere una sua realtà, che non è visione frontale del mondo visivo, ma sostanza del sentimento, desiderio di meditare in silenzio e cercare la fluttuazione origine, luce e materia.
Vincenzo Balsamo presenta, in questa mostra personale di Viterbo, due gruppi di lavori particolarmente significativi all’interno del suo excursus artistico, che ha avuto inizio dagli anni ’50.
A Palazzo Chigi espone una trentina di olii, risalenti a questi ultimi anni, che evidenziano con chiarezza che egli non ritiene essenziale per il suo percorso creativo arrivare all’astrazione pura, alle forme geometriche più rigorose e puriste, ma indica la sua disponibilità per l’impulso vitale, per una continua variazione immaginativa, per il colore reso sensibile da una luce che la superficie sfarinata della cromia, la quale non misconosce memorie impressioniste, divisioniste - ama il tocco “diviso” di Segantini e Pellizza - che sommano alle inquietudini di Mirò, Klee, Kandinsky, agli automatismi di Tobey e Twombly.
Per Balsamo la materia non vive alla stato grezzo, ma si dà al nostro sguardo come un agglomerato di remotissime esperienze sedimentate nel tempo. Nella sua scrittura pittura si notano frammenti minutissimi di residui organici di pesci, insetti e larve, essi rivelano gli strati profondi dell’esistenza, la parte più viva del nostro essere psichico e fisico, nel suo divenire suono e “figura”.
Al Portico della Giustizia, XlI sec., sono invece esposte le belle carte (una decina a partire dagli anni ottanta), in cui Balsamo cerca un difficile equilibrio tra: colore, segno e immagine, tra memoria e tempo presente, tra autobiografia, confessioni, tra vita vissuta e gioco. Esse esprimono il pulsare dei giorni, la necessità di raccontarli in un “diario” segreto, di sottile fase poetica.
A Balsamo in fondo interessa esprimere una sua realtà, che non è visione frontale del mondo visivo, ma sostanza del sentimento, desiderio di meditare in silenzio e cercare la fluttuazione origine, luce e materia.
19
dicembre 2003
Vincenzo Balsamo – L’improbabile identità del dogma
Dal 19 dicembre 2003 all'undici gennaio 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA MIRALLI – PORTICO DELLA GIUSTIZIA XII SEC.
Viterbo, Via San Lorenzo, 57, (Viterbo)
Viterbo, Via San Lorenzo, 57, (Viterbo)
Orario di apertura
Orari Galleria Miralli: 10,30 - 12,30 -- 16,30 - 19,30
Orari Palazzo Chigi: 16,30 - 19,30
Vernissage
19 Dicembre 2003, ore 17,30
Sito web
www.vincenzobalsamo.com