Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Vincenzo Busà – Dove sono i miei poeti?
Performance
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Busà è l’uomo moderno, l’uomo che è di fronte alla solitudine e all’assenza. Ma l’artista conosce la scienza degli addii? L’addio, l’abbandono, la piaga d’amore si metabolizzano con degli strumenti emotivi che l’artista non possiede. L’artista, vittima del merito della sua ipersensibilità, è senza pelle. E dal giorno dell’abbandono dipingerà quella donna come una messalina dai caratteri luciferini, con la gestualità e l’impeto dei sensi stravolti, guidati dalla rabbia e dal dolore. L’oggetto della sua pittura si rivela incessantemente incentrato su torbidi soggetti femminili, nutrendosi di un’assenza, di una mancanza, verso la quale rivolge un odio mortalmente neoplatonico. Il desiderio è frustrato, Eros diviene il dramma grottesco della rarefazione della carne nel tentativo sperimentale della sua decostruzione, la pulsione creativa mossa ormai solo da illeciti turbamenti.
Curatrice della mostra è Hary Daqua, la quale si avvale della performance – che avrà luogo solo durante il vernissage inaugurale - ideata dall’artista Valerio de Filippis, messa in scena dall’attore Stefano Benassi, coadiuvato dalla danzatrice Barbara De Blasio e diretta dal regista Massimiliano Perrotta.
Una modella, spoglia degli abiti usuali, si aggira fra le opere porgendo poesie che vengono declamate da colui che interpreta l’artista. Alle luminose immagini poetiche degli stilnovisti, contraddistinte dalla idealizzazione della donna, si contrappone il concetto dell’amore come utopia e corporeità. La dicotomia, provocata dall’immaginazione poetica e dalla bellezza della performer da un lato, contrapposta alla visione delle opere pittoriche dall’altro, cortocircuita l’osservatore. Il motivo della poetica stilnovista della donna-angelo che reca beatitudine, purezza e virtù all’animo, guida e tramite spirituale all’elevazione divina, è ribaltato dalla visione delle opere del pittore, che ci conduce nei più oscuri e tenebrosi anfratti dello spirito umano.
Al romantico tappeto sonoro, che fa da sottofondo alla performance, eseguito al pianoforte da Francesco Pietrella, viene sovrapposto il suono elettronico della connessione internet e quello di un telefono libero, poi sempre occupato. Le due piste sonore sembrano rincorrersi per affermarsi l’una sull’altra, il desiderio si tende fino allo spasimo nella sua ostinata resistenza di fronte alla negazione.
La performance diventa rappresentazione della piaga d’amore divenuta alienazione, lungo i gesti insani e i colori acidi della follia pittorica.
Curatrice della mostra è Hary Daqua, la quale si avvale della performance – che avrà luogo solo durante il vernissage inaugurale - ideata dall’artista Valerio de Filippis, messa in scena dall’attore Stefano Benassi, coadiuvato dalla danzatrice Barbara De Blasio e diretta dal regista Massimiliano Perrotta.
Una modella, spoglia degli abiti usuali, si aggira fra le opere porgendo poesie che vengono declamate da colui che interpreta l’artista. Alle luminose immagini poetiche degli stilnovisti, contraddistinte dalla idealizzazione della donna, si contrappone il concetto dell’amore come utopia e corporeità. La dicotomia, provocata dall’immaginazione poetica e dalla bellezza della performer da un lato, contrapposta alla visione delle opere pittoriche dall’altro, cortocircuita l’osservatore. Il motivo della poetica stilnovista della donna-angelo che reca beatitudine, purezza e virtù all’animo, guida e tramite spirituale all’elevazione divina, è ribaltato dalla visione delle opere del pittore, che ci conduce nei più oscuri e tenebrosi anfratti dello spirito umano.
Al romantico tappeto sonoro, che fa da sottofondo alla performance, eseguito al pianoforte da Francesco Pietrella, viene sovrapposto il suono elettronico della connessione internet e quello di un telefono libero, poi sempre occupato. Le due piste sonore sembrano rincorrersi per affermarsi l’una sull’altra, il desiderio si tende fino allo spasimo nella sua ostinata resistenza di fronte alla negazione.
La performance diventa rappresentazione della piaga d’amore divenuta alienazione, lungo i gesti insani e i colori acidi della follia pittorica.
23
novembre 2006
Vincenzo Busà – Dove sono i miei poeti?
Dal 23 novembre al 04 dicembre 2006
performance - happening
Location
DOMUS ROMANA GALLERY
Roma, Via Delle Quattro Fontane, 113, (Roma)
Roma, Via Delle Quattro Fontane, 113, (Roma)
Vernissage
23 Novembre 2006, ore 19
Autore
Curatore