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Vincenzo Florio – il gusto della modernità
La mostra, promossa dall’assessorato comunale alla Cultura, organizzata dalla “Eidos comunicazioni visive” e curata da Marina Giordano, contiene una sessantina di opere, tra oli su tela e su cartone, schizzi, tempere, disegni, documenti e fotografie, realizzati da Vincenzo Florio, ultimo esponente di una delle più importanti famiglie palermitane e anche pittore e fotografo, legato alle avanguardie culturali del tempo.
La mostra annovera opere realizzate nel periodo compreso tra i primi del Novecento e gli anni Venti e si propone di testimoniare, soprattutto, il clima culturale della città d’inizio secolo che, nella Belle Epoque, ha vissuto uno dei momenti di massmo splendore: è questo il tempo in cui le Officine Ducrot (1899) e il Teatro Biondo (1903), in cui si afferma l’architettura liberty del Basile, e nel quale Palermo viene influenzata dalle nuove tendenze culturali europee. In questo periodo, nel 1908, proprio Ernesto Basile progetta il grande albergo Villa Igiea, sovrapposto a una costruzione già esistente, ispirata al ‘400 siciliano, la cui proprietà era di un gentiluomo inglese.
Vincenzo Florio – il gusto della modernità
Palermo, Via Dante, 53, (Palermo)