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Vincenzo Marano – Ottovolante. Un’opera unica
Il titolo del quadro è Ottovolante, Vincenzo lo ha pensato come un racconto autobiografico svolto attraverso immagini di pitture amate unificate da una festa di colori.
Comunicato stampa
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COMUNICATO STAMPA/INVITO
Inaugurazione Mercoledì 6 Dicembre 2017 alle ore 19.00
Bibliothè Contemporary Art
Quarto appuntamento della seconda rassegna di
Unum
a cura di Francesco Gallo Mazzeo
con il coordinamento di Enzo Barchi
Un'opera unica di Vincenzo Marano
OTTOVOLANTE
“Tutto si conduce ad unità – afferma Gallo Mazzeo - [...] nei modi più imprevisti ed imprevedibili è diventare scoperta di sé, del sé nascosto che in tanto errare e peregrinare non si è mai allontanato da sé stesso, dal proprio sogno, perimetro e area di una grande avventura, in cui ogni nome pronuncia un nome, ogni volto cerca un volto e tutti insieme recitano Unum.”
L’esposizione resterà aperta fino al 19 Dicembre 2017
Orario: dal lunedì al sabato: 11.00/23.00
Info: (+39) 06 6781427
https://www.facebook.com/events/527098850987330/
Testo di Donatella Palermo
Il titolo del quadro è Ottovolante,
Vincenzo lo ha pensato come un racconto autobiografico svolto attraverso immagini di pitture amate unificate da una festa di colori.
Al centro lui, un uomo chiuso in una bolla circolare. Davanti una strada grigia, una triste realtà.
Ma intorno la vita vera, quella del pensiero e della immaginazione.
Pifferai di chagalliana memoria suonano sinfonie amorose a bellissime donne liberty.
La ballerina batte i suoi piatti d'oro al tempo di un ritmo gioioso e fiori e colori riempiono uno spazio felice.
Il tutto racchiuso in una cornice che si intuisce sospesa nel vuoto.
Quale miglior racconto di sè per un uomo che ha sempre dato più valore alla iconografia che alla vita reale?
Per un'artista che ha cercato e trovato le ragioni della sua felicità nell'amore per il colore e nel suo essere profondamente pittore?
Donatella Palermo
BIOGRAFIA
Vincenzo Marano nasce ad Acicastello in provincia di Catania il 24 Agosto 1938.
Frequenta l’Istituto d’Arte di Catania, in quegli anni di tutte le scuole d’arte il più ricco di artisti, allievi ed insegnanti
Nel 1957 lascia la Sicilia per iscriversi alla Accademia di Belle Arti di Roma . Inizia un lavoro di collaborazione con il quotidiano l’Unità , dove pubblica diversi disegni. Proprio grazie a questo lavoro incontra Renato Guttuso. Nasce un rapporto di amicizia e stima .
Nel 64 tiene la sua prima personale a Bari. Sul finire degli anni 60 espone a Roma ed ancora a Bari.
Partecipa alla Quadriennale di Roma , in USA alla mostra itinerante Print Show Young European Artist e a Bruxelles alla Contemporary Italian and Belgium
Nel 68 espone alla prestigiosa Galleria Zanini di Roma.
Guttuso scrive di lui :
… Marano è una natura fortemente poetica ed ha doti specifiche di pittore, un linguaggio cioè specificatamente pittorico. Ha un suo segno ed una sua tipica idea del colore che lo collocano tra i più significativi assertori della sua tendenza….
E la tendenza è la pittura di figurazione ed impegno, che tenta di dare risposte e motivazioni ad un momento storico in cui un vento di rinnovamento sta per modificare i rapporti di forza. Si crede nella forza propulsiva dell’arte, nella sua capacità di criticare la società, nella possibilità per l’artista impegnato di cambiare il mondo.
Dice ancora di lui Guttuso
… il pensiero della pittura , di ciò che deve dire con la pittura, lo possiede in modo totale….
Marano dipinge in quegli anni la figura femminile che arriva nelle sue tele direttamente dalle pagine patinate di Vogue ed Harpers Bazaar.
… Donne che sanno quello che si deve o non si deve fare, che si muove in una dimensione di vetrine e neon ,lo turba come rappresentazione ordinata di un disordine estraniante . ricopia l’oggetto del suo turbamento we lo dipinge finchè non lo esorcizza, finchè non lo deforma con il peso della sua fantasia, finchè non lo trasforma in una sua creatura … così Duilio Morosini.
Il turbamento è il motore della ricerca pittorica di Vincenzo Marano, turbamento che può nascere dalla visione di una fotografia, di un quadro, per esorcizzare il quale nascono le immagini che raccontano la sua personale visione del mondo. I compratori del Metropolitan Museum of Modern Art di New York acquistano 2 sue opere grafiche. Anche i compratori del Carnegie Institute acquistano un'opera.
Nel 1969 torna in Sicilia. La spinta personale in parte illusoria verso una vita più autentica coinvolge anche il suo divenire pittorico. Per la prima volta cerca nei quadri un rapporto diretto con la realtà. Le sue tele e la sua casa si popolano di tartarughe, granchi, ranocchie . Nasce cosi la mostra romana del 1970 alla Galleria Zanini.
… Animali alla deriva in città, sopra semafori bullonati, sfuggiti ad un immaginario diluvio, animali dipinti e disegnati con l’animo e la mano di chi ne contempli stupito e turbato ad un tempo la complicazione delle forme, l’asperità delle superfici, il diluvio è insomma quello che agita l’immaginazione dell’autore,ai quali l’urbanesimo e la tecnica appaiono come demoni da esorcizzare con i colori della natura … ( Duilio Morosini)
Dopo questo ciclo Marano torna ad un rapporto con la realtà mediato dalle immagini, mai diretto. La fotografia è per lui equivalente della percezione sensoriale oggettiva.
Marano le guarda come se non avesse sotto gli occhi dei documenti visivi ma dei personaggi in carne ed ossa.
Per raccontare una società che sente volare veloce verso il crollo degli ideali politici lasciando diverse vittime sul campo, Marano rinuncia al colore. Il grigio, il viola, il bianco costruiscono immagini intorno alle quali il mondo si è dissolto in un improbabile nero. Nel gioco di luce ed ombra è l’ombra che esce vincente
Partecipa nel decennio dei 70 a diverse collettive, le mostre itineranti Prospettive, Arte ed Impegno Civile, Mostra del disegno alla Permanente di Milano etc. Espone in mostre personali a Roma , in Sicilia ed a Stoccolma.
Sul finire degli anni 70 la storia dell’arte sempre più chiaramente diviene per lui un immenso serbatoio iconografico ed emotivo.
Figure del passato dialogano nei suoi quadri con fotomodelle ed entrano nella rappresentazione del quotidiano.
... Ai bordi c’è solo la cornice e dentro la cornice il mondo è formulato da Marano come relazione di se alla memoria… scrive Salvatore Silvano Nigro
Le antiche bellezze rivivono in una multiforme contemporaneità, una ricerca che continua nei grandi fogli ad acquarello e matita che disegna negli anni 80.
…Si tratta di amorose citazioni di stile ma non solo questo anche e soprattutto della possibilità di accordare valore di immagine allo studio della psicologia femminile in relazione a specifici contesti sociali…( dal Catalogo Bolaffi )
Nel 1985 si tiene a Palazzo dei Diamanti una mostra che presenta il lavoro dell’artista nell’ultimo quinquennio. Nel 1986 realizza due opere di grandi dimensioni, gli Incolpevoli e la Caduta. I due quadri vengono esposti in varie mostre, in Italia ed in Francia. Rappresentano una summa, un punto di arrivo. La pittura di impegno alla quale si è dedicato trova la sua massima espressione nella descrizione degli Incolpevoli, figure simbolo del potere sociale ed intellettuale intorno ad un tavolo da gioco. Ma sul tappeto verde tra le carte da gioco c’è il corpo morbido e senza vita di una giovane donna, la vittima innocente. Scrive Marano :
… la severità dei giocatori mima una strana assenza tanto da far pensare che il vero scopo non sia quello di vincere, bensi di poter rimescolare promiscuamente i ruoli nella costante accidentalità della fortuna e non c’è da stupirsi del fatto che se questa stessa filosofia dell’esistenza sfociasse nella vita soffrirebbe di una smagata assenza di etica …
L’assenza di etica , è questo il grande male che Marano ha fin qui raccontato attraverso le sue immagini.
Ma da questo momento, da questo quadro , volta pagina in modo totale come testimonia in uno scritto che titola L’alchimia abitò i regni del mito.
… Iniziai ad avvertire l’urgenza di osservare con più attenzione le motivazioni che mi facevano organizzare in un certo modo la pittura …
Una frase di Cocteau riveste un particolare significato per spiegare la sua scelta, un taglio netto per temi pittorici con il suo precedente lavoro.
Alla storia preferisco la mitologia, perché la storia parte dalla realtà e va velocemente verso la menzogna , mentre la mitologia parte dalla fantasia e va velocemente verso la realtà
Marano inizia la serie delle Tavolette Alchemiche
Attraverso 40 piccole opere su legno si dipana una lunga serie di sogni allegorici che scrive Duccio Trombadori
… lasciano pensare alla lenta meditazione di una nuova visione del mondo …
In quegli anni si è fatta strada una nuova corrente, gli Anacronisti, pittori colti che si rivolgono al passato della pittura ritenendo il presente della ricerca pittorica privo di valore.
Le figure che popolano la mente ed il racconto pittorico delle tavolette sono archetipi senza tempo.
Ma anche questa volta Marano conferma la sua natura da outsider.
Non si unisce alla corrente della pittura colta, che a suo parere si prende troppo sul serio, anche nella ricerca di un linguaggio totalmente inattuale.
No, le sue costruzioni allegoriche vivono attraverso un segno frammentario che porta in se la forza della nostra epoca,che da forza contemporanea alle immagini del mito e riveste il racconto di ironia.
Dice ancora Vincenzo …trovai molto comoda una rielaborazione della pittura classica e mi ci applicai di impeto. cercai di distinguere e svolgere i caratteri e di fare delle antiche storie un opera nuova ed indipendente. Insomma mi rappresentai tutte le vicende nei particolari e me le dipinsi per filo e per segno con la massima precisione….
“C’è forse bisogno d’altro - si chiede Duccio Trombadori - per valutare appieno il carattere metafisico ed altamente letterario della vocazione totale di Vincenzo Marano alla Pittura ed al suo straordinario mestiere?"
Sul finire degli anni 90 e nei primi anni 2000 riprende a dipingere tele di grandi dimensioni in cui mirabilmente a brani di vita vissuta si mescola la vita immaginata attraverso le suggestioni dell’arte. Scrive Marano
Sentii il bisogno di racchiudere in grandi spazi una unicità di rappresentazione articolata in molteplici elementi in cui immagini ed emozioni della vita vissuta assumono nel proprio interno emozioni derivanti dalla storia dell’arte.
Un altro ciclo si fa pian piano strada, la storia delle sirene che irridenti e beffarde escono dal mare per vedere il mondo, parenti libere ed irrequiete delle fotomodelle , espressione di mito e reali nel loro beffarsi del tempo degli uomini. E gli uomini incantati che le guardano ammirati rispecchiano il turbamento dell’artista di fronte alla bellezza finalmente non mercificata ed inafferrabile . Scrive Vincenzo Marano
Occuparmi di loro è stato come ritrovare la mia terra, la Sicilia a Roma pensarle arrampicate sugli scogli o innamorate come racconta Tommasi di Lampedusa di un giovane studioso ed al tempo stesso farsi scherno di lui. Come vorrei essere io su quella barca circondato da sirene irridenti
Vincenzo dal 2012 nel suo studio, circondato dsi suoi sogni dipinti, vive il difficile percorso di una malattia invalidante,e nonostante questo ogni giorno si rivolge alla pittura rinnovando attraverso l’acquarello la magia del colore. Muore a Roma il 7 marzo 2016
In conclusione di questi appunti biografici riportiamo un brano di un intervista rilasciata di recente da Vincenzo Marano alla Sicilia, semplifica cosi il suo percorso pittorico:
Per anni ho creduto che la pittura potesse cambiare il destino dell’uomo, influire sull’andamento della società, denunciandone gli errori e contribuendo a renderla migliore. La pittura come atto di accusa ha avuto una parte importante nella mia produzione, una pittura esaltata dagli acrilici , dai bianchi e neri . Ma quando volevo prendermi una vacanza dall’impegno mi rivolgevo agli amati Ingres e Leger collocandoli in contesti inusuali oppure ad Alice, la bambina di Lewis Carrol, che rappresenta il predominio della immaginario sul reale e che , divenuta per me figura archetipica di colei che guarda, mi ha accompagnato per anni. E dopo, senza soluzione di continuità tornavo ad una pittura impoverita dall’acrilico, come i personaggi che rappresentavo.
Poi un giorno il colore, l’olio, la tempera prendono per sempre il soppravvento nel mio cuore .
Il desiderio di cambiare il mondo si tramuta definitivamente e fino ad oggi dentro di me nella avventura di un viaggio attraverso i canoni del mito e della favola, il mio personale percorso verso la soggettività della rappresentazione. Ho sempre cercato. Una chiave, un modo, un percorso di rappresentazione pittorica. E in questo mi ha guidato l’ innamoramento. Per una idea, un immagine, una materia.
Mi sono innamorato con tutto me stesso e per seguire la fascinazione ho cambiato più volte strada, ho intrecciato percorsi apparentemente lontani , ed in questo essere uno e cento ho mantenuto fede alla caratteristica più profonda di me stesso, rielaborare nella mia interiore alchimia l’altro da me, comprendere nell’ accezione latina, prendere dentro di se l’altro fino al punto di non saper più distinguere dove finisce uno ed inizia l’altro.
Inaugurazione Mercoledì 6 Dicembre 2017 alle ore 19.00
Bibliothè Contemporary Art
Quarto appuntamento della seconda rassegna di
Unum
a cura di Francesco Gallo Mazzeo
con il coordinamento di Enzo Barchi
Un'opera unica di Vincenzo Marano
OTTOVOLANTE
“Tutto si conduce ad unità – afferma Gallo Mazzeo - [...] nei modi più imprevisti ed imprevedibili è diventare scoperta di sé, del sé nascosto che in tanto errare e peregrinare non si è mai allontanato da sé stesso, dal proprio sogno, perimetro e area di una grande avventura, in cui ogni nome pronuncia un nome, ogni volto cerca un volto e tutti insieme recitano Unum.”
L’esposizione resterà aperta fino al 19 Dicembre 2017
Orario: dal lunedì al sabato: 11.00/23.00
Info: (+39) 06 6781427
https://www.facebook.com/events/527098850987330/
Testo di Donatella Palermo
Il titolo del quadro è Ottovolante,
Vincenzo lo ha pensato come un racconto autobiografico svolto attraverso immagini di pitture amate unificate da una festa di colori.
Al centro lui, un uomo chiuso in una bolla circolare. Davanti una strada grigia, una triste realtà.
Ma intorno la vita vera, quella del pensiero e della immaginazione.
Pifferai di chagalliana memoria suonano sinfonie amorose a bellissime donne liberty.
La ballerina batte i suoi piatti d'oro al tempo di un ritmo gioioso e fiori e colori riempiono uno spazio felice.
Il tutto racchiuso in una cornice che si intuisce sospesa nel vuoto.
Quale miglior racconto di sè per un uomo che ha sempre dato più valore alla iconografia che alla vita reale?
Per un'artista che ha cercato e trovato le ragioni della sua felicità nell'amore per il colore e nel suo essere profondamente pittore?
Donatella Palermo
BIOGRAFIA
Vincenzo Marano nasce ad Acicastello in provincia di Catania il 24 Agosto 1938.
Frequenta l’Istituto d’Arte di Catania, in quegli anni di tutte le scuole d’arte il più ricco di artisti, allievi ed insegnanti
Nel 1957 lascia la Sicilia per iscriversi alla Accademia di Belle Arti di Roma . Inizia un lavoro di collaborazione con il quotidiano l’Unità , dove pubblica diversi disegni. Proprio grazie a questo lavoro incontra Renato Guttuso. Nasce un rapporto di amicizia e stima .
Nel 64 tiene la sua prima personale a Bari. Sul finire degli anni 60 espone a Roma ed ancora a Bari.
Partecipa alla Quadriennale di Roma , in USA alla mostra itinerante Print Show Young European Artist e a Bruxelles alla Contemporary Italian and Belgium
Nel 68 espone alla prestigiosa Galleria Zanini di Roma.
Guttuso scrive di lui :
… Marano è una natura fortemente poetica ed ha doti specifiche di pittore, un linguaggio cioè specificatamente pittorico. Ha un suo segno ed una sua tipica idea del colore che lo collocano tra i più significativi assertori della sua tendenza….
E la tendenza è la pittura di figurazione ed impegno, che tenta di dare risposte e motivazioni ad un momento storico in cui un vento di rinnovamento sta per modificare i rapporti di forza. Si crede nella forza propulsiva dell’arte, nella sua capacità di criticare la società, nella possibilità per l’artista impegnato di cambiare il mondo.
Dice ancora di lui Guttuso
… il pensiero della pittura , di ciò che deve dire con la pittura, lo possiede in modo totale….
Marano dipinge in quegli anni la figura femminile che arriva nelle sue tele direttamente dalle pagine patinate di Vogue ed Harpers Bazaar.
… Donne che sanno quello che si deve o non si deve fare, che si muove in una dimensione di vetrine e neon ,lo turba come rappresentazione ordinata di un disordine estraniante . ricopia l’oggetto del suo turbamento we lo dipinge finchè non lo esorcizza, finchè non lo deforma con il peso della sua fantasia, finchè non lo trasforma in una sua creatura … così Duilio Morosini.
Il turbamento è il motore della ricerca pittorica di Vincenzo Marano, turbamento che può nascere dalla visione di una fotografia, di un quadro, per esorcizzare il quale nascono le immagini che raccontano la sua personale visione del mondo. I compratori del Metropolitan Museum of Modern Art di New York acquistano 2 sue opere grafiche. Anche i compratori del Carnegie Institute acquistano un'opera.
Nel 1969 torna in Sicilia. La spinta personale in parte illusoria verso una vita più autentica coinvolge anche il suo divenire pittorico. Per la prima volta cerca nei quadri un rapporto diretto con la realtà. Le sue tele e la sua casa si popolano di tartarughe, granchi, ranocchie . Nasce cosi la mostra romana del 1970 alla Galleria Zanini.
… Animali alla deriva in città, sopra semafori bullonati, sfuggiti ad un immaginario diluvio, animali dipinti e disegnati con l’animo e la mano di chi ne contempli stupito e turbato ad un tempo la complicazione delle forme, l’asperità delle superfici, il diluvio è insomma quello che agita l’immaginazione dell’autore,ai quali l’urbanesimo e la tecnica appaiono come demoni da esorcizzare con i colori della natura … ( Duilio Morosini)
Dopo questo ciclo Marano torna ad un rapporto con la realtà mediato dalle immagini, mai diretto. La fotografia è per lui equivalente della percezione sensoriale oggettiva.
Marano le guarda come se non avesse sotto gli occhi dei documenti visivi ma dei personaggi in carne ed ossa.
Per raccontare una società che sente volare veloce verso il crollo degli ideali politici lasciando diverse vittime sul campo, Marano rinuncia al colore. Il grigio, il viola, il bianco costruiscono immagini intorno alle quali il mondo si è dissolto in un improbabile nero. Nel gioco di luce ed ombra è l’ombra che esce vincente
Partecipa nel decennio dei 70 a diverse collettive, le mostre itineranti Prospettive, Arte ed Impegno Civile, Mostra del disegno alla Permanente di Milano etc. Espone in mostre personali a Roma , in Sicilia ed a Stoccolma.
Sul finire degli anni 70 la storia dell’arte sempre più chiaramente diviene per lui un immenso serbatoio iconografico ed emotivo.
Figure del passato dialogano nei suoi quadri con fotomodelle ed entrano nella rappresentazione del quotidiano.
... Ai bordi c’è solo la cornice e dentro la cornice il mondo è formulato da Marano come relazione di se alla memoria… scrive Salvatore Silvano Nigro
Le antiche bellezze rivivono in una multiforme contemporaneità, una ricerca che continua nei grandi fogli ad acquarello e matita che disegna negli anni 80.
…Si tratta di amorose citazioni di stile ma non solo questo anche e soprattutto della possibilità di accordare valore di immagine allo studio della psicologia femminile in relazione a specifici contesti sociali…( dal Catalogo Bolaffi )
Nel 1985 si tiene a Palazzo dei Diamanti una mostra che presenta il lavoro dell’artista nell’ultimo quinquennio. Nel 1986 realizza due opere di grandi dimensioni, gli Incolpevoli e la Caduta. I due quadri vengono esposti in varie mostre, in Italia ed in Francia. Rappresentano una summa, un punto di arrivo. La pittura di impegno alla quale si è dedicato trova la sua massima espressione nella descrizione degli Incolpevoli, figure simbolo del potere sociale ed intellettuale intorno ad un tavolo da gioco. Ma sul tappeto verde tra le carte da gioco c’è il corpo morbido e senza vita di una giovane donna, la vittima innocente. Scrive Marano :
… la severità dei giocatori mima una strana assenza tanto da far pensare che il vero scopo non sia quello di vincere, bensi di poter rimescolare promiscuamente i ruoli nella costante accidentalità della fortuna e non c’è da stupirsi del fatto che se questa stessa filosofia dell’esistenza sfociasse nella vita soffrirebbe di una smagata assenza di etica …
L’assenza di etica , è questo il grande male che Marano ha fin qui raccontato attraverso le sue immagini.
Ma da questo momento, da questo quadro , volta pagina in modo totale come testimonia in uno scritto che titola L’alchimia abitò i regni del mito.
… Iniziai ad avvertire l’urgenza di osservare con più attenzione le motivazioni che mi facevano organizzare in un certo modo la pittura …
Una frase di Cocteau riveste un particolare significato per spiegare la sua scelta, un taglio netto per temi pittorici con il suo precedente lavoro.
Alla storia preferisco la mitologia, perché la storia parte dalla realtà e va velocemente verso la menzogna , mentre la mitologia parte dalla fantasia e va velocemente verso la realtà
Marano inizia la serie delle Tavolette Alchemiche
Attraverso 40 piccole opere su legno si dipana una lunga serie di sogni allegorici che scrive Duccio Trombadori
… lasciano pensare alla lenta meditazione di una nuova visione del mondo …
In quegli anni si è fatta strada una nuova corrente, gli Anacronisti, pittori colti che si rivolgono al passato della pittura ritenendo il presente della ricerca pittorica privo di valore.
Le figure che popolano la mente ed il racconto pittorico delle tavolette sono archetipi senza tempo.
Ma anche questa volta Marano conferma la sua natura da outsider.
Non si unisce alla corrente della pittura colta, che a suo parere si prende troppo sul serio, anche nella ricerca di un linguaggio totalmente inattuale.
No, le sue costruzioni allegoriche vivono attraverso un segno frammentario che porta in se la forza della nostra epoca,che da forza contemporanea alle immagini del mito e riveste il racconto di ironia.
Dice ancora Vincenzo …trovai molto comoda una rielaborazione della pittura classica e mi ci applicai di impeto. cercai di distinguere e svolgere i caratteri e di fare delle antiche storie un opera nuova ed indipendente. Insomma mi rappresentai tutte le vicende nei particolari e me le dipinsi per filo e per segno con la massima precisione….
“C’è forse bisogno d’altro - si chiede Duccio Trombadori - per valutare appieno il carattere metafisico ed altamente letterario della vocazione totale di Vincenzo Marano alla Pittura ed al suo straordinario mestiere?"
Sul finire degli anni 90 e nei primi anni 2000 riprende a dipingere tele di grandi dimensioni in cui mirabilmente a brani di vita vissuta si mescola la vita immaginata attraverso le suggestioni dell’arte. Scrive Marano
Sentii il bisogno di racchiudere in grandi spazi una unicità di rappresentazione articolata in molteplici elementi in cui immagini ed emozioni della vita vissuta assumono nel proprio interno emozioni derivanti dalla storia dell’arte.
Un altro ciclo si fa pian piano strada, la storia delle sirene che irridenti e beffarde escono dal mare per vedere il mondo, parenti libere ed irrequiete delle fotomodelle , espressione di mito e reali nel loro beffarsi del tempo degli uomini. E gli uomini incantati che le guardano ammirati rispecchiano il turbamento dell’artista di fronte alla bellezza finalmente non mercificata ed inafferrabile . Scrive Vincenzo Marano
Occuparmi di loro è stato come ritrovare la mia terra, la Sicilia a Roma pensarle arrampicate sugli scogli o innamorate come racconta Tommasi di Lampedusa di un giovane studioso ed al tempo stesso farsi scherno di lui. Come vorrei essere io su quella barca circondato da sirene irridenti
Vincenzo dal 2012 nel suo studio, circondato dsi suoi sogni dipinti, vive il difficile percorso di una malattia invalidante,e nonostante questo ogni giorno si rivolge alla pittura rinnovando attraverso l’acquarello la magia del colore. Muore a Roma il 7 marzo 2016
In conclusione di questi appunti biografici riportiamo un brano di un intervista rilasciata di recente da Vincenzo Marano alla Sicilia, semplifica cosi il suo percorso pittorico:
Per anni ho creduto che la pittura potesse cambiare il destino dell’uomo, influire sull’andamento della società, denunciandone gli errori e contribuendo a renderla migliore. La pittura come atto di accusa ha avuto una parte importante nella mia produzione, una pittura esaltata dagli acrilici , dai bianchi e neri . Ma quando volevo prendermi una vacanza dall’impegno mi rivolgevo agli amati Ingres e Leger collocandoli in contesti inusuali oppure ad Alice, la bambina di Lewis Carrol, che rappresenta il predominio della immaginario sul reale e che , divenuta per me figura archetipica di colei che guarda, mi ha accompagnato per anni. E dopo, senza soluzione di continuità tornavo ad una pittura impoverita dall’acrilico, come i personaggi che rappresentavo.
Poi un giorno il colore, l’olio, la tempera prendono per sempre il soppravvento nel mio cuore .
Il desiderio di cambiare il mondo si tramuta definitivamente e fino ad oggi dentro di me nella avventura di un viaggio attraverso i canoni del mito e della favola, il mio personale percorso verso la soggettività della rappresentazione. Ho sempre cercato. Una chiave, un modo, un percorso di rappresentazione pittorica. E in questo mi ha guidato l’ innamoramento. Per una idea, un immagine, una materia.
Mi sono innamorato con tutto me stesso e per seguire la fascinazione ho cambiato più volte strada, ho intrecciato percorsi apparentemente lontani , ed in questo essere uno e cento ho mantenuto fede alla caratteristica più profonda di me stesso, rielaborare nella mia interiore alchimia l’altro da me, comprendere nell’ accezione latina, prendere dentro di se l’altro fino al punto di non saper più distinguere dove finisce uno ed inizia l’altro.
06
dicembre 2017
Vincenzo Marano – Ottovolante. Un’opera unica
Dal 06 al 19 dicembre 2017
arte contemporanea
Location
BIBLIOTHE’ CONTEMPORARY ART GALLERY
Roma, Via Celsa, 4/5, (ROMA)
Roma, Via Celsa, 4/5, (ROMA)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato: 11.00 - 23.00
Vernissage
6 Dicembre 2017, h 19
Autore
Curatore