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Vincenzo Martini – L’omaggio di un giorno
Mostra personale di pittura
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Nei suggestivi spazi prospicienti la chiesa di Sant'Ansano a Dofana, nota già nel 1139, in occasione del XII concorso e mostra di pittura della Festa della Quarta Domenica di Quaresima, l'artista Vincenzo Martini presenta la sua ultima produzione artistica incentrata sul tema spirituale della semplicità e della leggerezza. L'autore propone una rilettura, attraverso i suoi fraticelli-icona, dei luoghi che hanno ispirato a Dante i celeberrimi versi: “...Lo strazio e 'l grande scempio che fece l'Arbia colorata in rosso, tali orazion fa far nel nostro tempio...". (Inferno, cant X, vv. 85 e segg.). Non mancheranno, quindi, riferimenti alla nota Battaglia di Montaperti, località attraversata dal torrente Arbia, situata a pochi chilometri da Siena, né alle vicende di Guidoriccio da Fogliano.
Il Medioevo di Martini, la sua espressività messa al servizio della valorizzazione e, come è stato notato dai critici, della conservazione delle bellezze architettoniche e urbanistiche del passato, omaggiano la Toscana, e in particolare Siena.
Alle 18.30 Vincenzo Martini riceverà l'ambito riconoscimento del Consiglio regionale della Toscana. Il conferimento della medaglia d'argento alla carriera artistica è motivato sia per le tematiche cristiane e spirituali che l'autore sostiene con coerenza da molti anni, sia per la qualità delle sue opere pittoriche.
Il Premio alla Carriera al Maestro Vincenzo Martini, quale personalità di alto profilo nel campo dell’arte figurativa, verrà consegnato dal Presidente del Consiglio della Regione Toscana, dott. Alberto Monaci e dal direttore dei Musei civici di Siena, dott. Mauro Civai. Parteciperanno, inoltre, l'assessore alla cultura della Provincia di Perugia, dott.ssa Donatella Porzi e il Sindaco del Comune di Spello, dott. Sandro Vitali.
In occasione dell'evento, sarà annunciata da Giovanna M. Carli, storico dell'arte e critico, Presidente della Giuria del Premio, la mostra antologica dell'autore nella città di Siena.
Orari di apertura: dalle ore 9 alle ore 21.
Biglietto: free admittance
Orario del vernissage: ore 9.00
Eventuali recapiti specifici dell'evento
Tel. 00390577364859 (Sig. Fabio Fantozzi)
Patrocini: Regione Toscana (Consiglio regionale), Comune di Castelnuovo Berardenga, Regione Umbria, Provincia di Perugia
Curatore: Giovanna M. Carli
Artista: Vicenzo Martini
DIDASCALIA FOTO
Vincenzo Martini
Con lieve cuore, con lievi mani, 2011
olio su tela, 50x50 cm.
Testo critico
Con lieve cuore, con lievi mani...
“Una vita pura è interamente ritmata su questa musica leggera e veemente, tutta oblio e sollecitudine, tutta senso e pietà”.
Cristina Campo, s.d.
Estremo bisogno, oggi, della pittura di Vincenzo Martini. C'è una sensazione di vuoto, di smarrimento che avvolge i nostri passi sempre più veloci. Difficile poter sapere dove conduce questa ansia dell'arrivo che non ci fa assaporare a pieno il viaggio.
Estremo bisogno, dicevo.
Martini, infatti, è artista che sa, con il dono della sua pittura, aprire le porte di un mondo in pausa, atemporale, sicuramente anacronistico, utopico anche, necessario sicuramente. Un mondo costruito dal pittore con l'assillo della “dolce prospettiva” di Paolo Uccello, dove tutto torna. Tutto, in funzione di un palcoscenico per coloro che hanno compreso appieno l'importanza della leggerezza: “con lieve cuore, con lievi mani”... Leggerezza che fa parte della concezione poetica di Vincenzo, a cui non manca neppure la grazia nell'estensione di un sacro e profano sospeso nell'incantesimo di borghi medievali, suggestionati e impreziositi dalle tonalità ora fredde ora calde, con bagliori di luce irreali, sapientemente ricercati.
Vedute realistiche e idealizzate insieme, costellate di piccole presenze: i fraticelli.
Una musica che si avvolge in quilismi su tetragramma gregoriano della sua tela per una società inchiodata alla croce dell'arroganza “da cui pende una carità cupa e figée, che farebbe fuggire i cherubini coprendosi i molti occhi con le molte ali...” (C.C., op. cit.).
Se lo spartito, dunque, è lo spazio medievale con le sue mura, le sue piazze che si aprono all'improvviso quando meno te l'aspetti, nel tempo della Chiesa e nel tempo del Mercante, quei borghi incastellati di rara bellezza, i fraticelli sono le note musicali e a loro è ben chiaro l'ammonimento di Francesco di Assisi: “Si guardino i fratelli dal mostrarsi tristi all'esterno e ipocritamente rannuvolati, ma si mostrino lieti nel Signore, ilari e convenientemente gradevoli...”. (“Regola non bollata”, cap.VII).
Ilarità e gradevolezza, ecco altre parole chiave per una giusta lettura dell'opera artistica di Vincenzo Martini, capace di chiudere nella sua pittura, come un astuccio l'anello, il ritorno alla vita semplice con l'ausilio della sprezzatura: la semplicità non per natura, ma per grazia, la medesima qualità trasparente che rese Francesco “...raggiante signore d'anime quando, come succede, non gli importò più di possederle...” (Op.cit.).
I fraticelli, quindi, come icone del genuino stupore per le cose temporali, ilari e giocosi come si conviene, indugianti in pensieri e azioni che hanno e pretendono il tempo, quello dell'attenzione, dell'attesa, del riposo, ma anche del lavoro.
Le stagioni, nel racconto di Vincenzo Martini incentrato sull'importanza delle piccole cose, quelle proprio piccole, si susseguono facendo il loro corso, riprendendosi (anche loro!) lo spazio e il significato dovuto finché una neve, scendendo in ampi fiocchi, “immacola” tutto...ed è subito magia.
Una rinascita collettiva, la medesima con cui Francesco “...da un tetto di Assisi buttava giù con furia angelica tegole e mattoni per ricondurre la mente fuorviata dei monaci alla necessità del tetto aereo, casuale, delle mura di lievi giunchi, da disfare appena fatte...che nel convento delle Clarisse...tracciava al centro della sala del capitolo un cerchio con la cenere, vi si prostrava nel mezzo e se ne andava senza proferire parola...”. (Op. cit.).
Una pittura silente, da meditare, che sollecita in noi spettatori domande sul vero senso della nostra vita e che ci regala, da sempre, brani di felice intensità poetica.
Giovanna M. Carli
Il Medioevo di Martini, la sua espressività messa al servizio della valorizzazione e, come è stato notato dai critici, della conservazione delle bellezze architettoniche e urbanistiche del passato, omaggiano la Toscana, e in particolare Siena.
Alle 18.30 Vincenzo Martini riceverà l'ambito riconoscimento del Consiglio regionale della Toscana. Il conferimento della medaglia d'argento alla carriera artistica è motivato sia per le tematiche cristiane e spirituali che l'autore sostiene con coerenza da molti anni, sia per la qualità delle sue opere pittoriche.
Il Premio alla Carriera al Maestro Vincenzo Martini, quale personalità di alto profilo nel campo dell’arte figurativa, verrà consegnato dal Presidente del Consiglio della Regione Toscana, dott. Alberto Monaci e dal direttore dei Musei civici di Siena, dott. Mauro Civai. Parteciperanno, inoltre, l'assessore alla cultura della Provincia di Perugia, dott.ssa Donatella Porzi e il Sindaco del Comune di Spello, dott. Sandro Vitali.
In occasione dell'evento, sarà annunciata da Giovanna M. Carli, storico dell'arte e critico, Presidente della Giuria del Premio, la mostra antologica dell'autore nella città di Siena.
Orari di apertura: dalle ore 9 alle ore 21.
Biglietto: free admittance
Orario del vernissage: ore 9.00
Eventuali recapiti specifici dell'evento
Tel. 00390577364859 (Sig. Fabio Fantozzi)
Patrocini: Regione Toscana (Consiglio regionale), Comune di Castelnuovo Berardenga, Regione Umbria, Provincia di Perugia
Curatore: Giovanna M. Carli
Artista: Vicenzo Martini
DIDASCALIA FOTO
Vincenzo Martini
Con lieve cuore, con lievi mani, 2011
olio su tela, 50x50 cm.
Testo critico
Con lieve cuore, con lievi mani...
“Una vita pura è interamente ritmata su questa musica leggera e veemente, tutta oblio e sollecitudine, tutta senso e pietà”.
Cristina Campo, s.d.
Estremo bisogno, oggi, della pittura di Vincenzo Martini. C'è una sensazione di vuoto, di smarrimento che avvolge i nostri passi sempre più veloci. Difficile poter sapere dove conduce questa ansia dell'arrivo che non ci fa assaporare a pieno il viaggio.
Estremo bisogno, dicevo.
Martini, infatti, è artista che sa, con il dono della sua pittura, aprire le porte di un mondo in pausa, atemporale, sicuramente anacronistico, utopico anche, necessario sicuramente. Un mondo costruito dal pittore con l'assillo della “dolce prospettiva” di Paolo Uccello, dove tutto torna. Tutto, in funzione di un palcoscenico per coloro che hanno compreso appieno l'importanza della leggerezza: “con lieve cuore, con lievi mani”... Leggerezza che fa parte della concezione poetica di Vincenzo, a cui non manca neppure la grazia nell'estensione di un sacro e profano sospeso nell'incantesimo di borghi medievali, suggestionati e impreziositi dalle tonalità ora fredde ora calde, con bagliori di luce irreali, sapientemente ricercati.
Vedute realistiche e idealizzate insieme, costellate di piccole presenze: i fraticelli.
Una musica che si avvolge in quilismi su tetragramma gregoriano della sua tela per una società inchiodata alla croce dell'arroganza “da cui pende una carità cupa e figée, che farebbe fuggire i cherubini coprendosi i molti occhi con le molte ali...” (C.C., op. cit.).
Se lo spartito, dunque, è lo spazio medievale con le sue mura, le sue piazze che si aprono all'improvviso quando meno te l'aspetti, nel tempo della Chiesa e nel tempo del Mercante, quei borghi incastellati di rara bellezza, i fraticelli sono le note musicali e a loro è ben chiaro l'ammonimento di Francesco di Assisi: “Si guardino i fratelli dal mostrarsi tristi all'esterno e ipocritamente rannuvolati, ma si mostrino lieti nel Signore, ilari e convenientemente gradevoli...”. (“Regola non bollata”, cap.VII).
Ilarità e gradevolezza, ecco altre parole chiave per una giusta lettura dell'opera artistica di Vincenzo Martini, capace di chiudere nella sua pittura, come un astuccio l'anello, il ritorno alla vita semplice con l'ausilio della sprezzatura: la semplicità non per natura, ma per grazia, la medesima qualità trasparente che rese Francesco “...raggiante signore d'anime quando, come succede, non gli importò più di possederle...” (Op.cit.).
I fraticelli, quindi, come icone del genuino stupore per le cose temporali, ilari e giocosi come si conviene, indugianti in pensieri e azioni che hanno e pretendono il tempo, quello dell'attenzione, dell'attesa, del riposo, ma anche del lavoro.
Le stagioni, nel racconto di Vincenzo Martini incentrato sull'importanza delle piccole cose, quelle proprio piccole, si susseguono facendo il loro corso, riprendendosi (anche loro!) lo spazio e il significato dovuto finché una neve, scendendo in ampi fiocchi, “immacola” tutto...ed è subito magia.
Una rinascita collettiva, la medesima con cui Francesco “...da un tetto di Assisi buttava giù con furia angelica tegole e mattoni per ricondurre la mente fuorviata dei monaci alla necessità del tetto aereo, casuale, delle mura di lievi giunchi, da disfare appena fatte...che nel convento delle Clarisse...tracciava al centro della sala del capitolo un cerchio con la cenere, vi si prostrava nel mezzo e se ne andava senza proferire parola...”. (Op. cit.).
Una pittura silente, da meditare, che sollecita in noi spettatori domande sul vero senso della nostra vita e che ci regala, da sempre, brani di felice intensità poetica.
Giovanna M. Carli
03
aprile 2011
Vincenzo Martini – L’omaggio di un giorno
03 aprile 2011
arte contemporanea
Location
CHIESA DI S. ANSANO
Castelnuovo Berardenga, centro storico, (Siena)
Castelnuovo Berardenga, centro storico, (Siena)
Vernissage
3 Aprile 2011, ore 9-21
Autore
Curatore