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Vincenzo Parea – Passaggi per l’infinito
La mostra riunisce opere dell’artista italiano, che svelano il capitolo della pittura analitica ambientata su monocromi ove geometrie dispensano proporzioni, accensioni di luce e destini germinanti.
Comunicato stampa
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La mostra dal titolo “Passaggi per l'infinito” è promossa dall' ARTESTUDIO 26, punto di riferimento significativo nella planimetria artistica di una città fortemente europea come Milano. Lo spazio oltre a vivacizzare ricognizioni ad ampio raggio di tendenze che caratterizzano l’arte contemporanea, offre lezioni tecniche e teoriche e conferenze di illustri artisti e intellettuali italiani del secondo Novecento. L’esposizione curata dal Prof. Carlo Franza, illustre Storico dell’Arte Contemporanea, che firma anche il testo, dal titolo “Passaggi per l'infinito” riunisce opere dell'artista Vincenzo Parea, che svelano il capitolo della pittura analitica ambientata su monocromi ove geometrie dispensano proporzioni, accensioni di luce e destini germinanti. La presenza di artisti affermati e di altri più giovani nel panorama delle scelte che l' ARTESTUDIO 26 propone lascia intendere la capacità di leggere la storicità, di scoprire il nuovo, di rompere con un passato troppo vischioso e riscrivere anche una sorta di taccuino del futuro.
Scrive Carlo Franza : “Per Vincenzo Parea e per il suo mirabile percorso tutto innestato nel tracciato della pittura analitica cresce da qualche tempo un interesse fuor dal comune, attestato già in un clima che dalla fine degli anni Sessanta Filiberto Menna mise in risalto su quella sponda dell'arte concettuale cui la pittura analitica si declinò con medesime affinità elettive. “Pittura-pittura” resa orchestra in senso minimalista, concreto o luministico-spaziale. E in un momento di tensiva scoperta esistenziale dell'intero pensiero occidentale, questa pittura di Vincenzo Parea, depurata da ogni costruzione, ricostruzione e decostruzione, pare vivere il ritmo poetico degli effetti visivi delle forme prescelte (quadrato, tondo, ecc. ) quasi esasperando la coscienza della potenzialità creativa, verso un colore assoluto che oscilla tra atto e potenzialità, tra realizzazione e aspettazione, tra immanenza e memoria. Questa pittura del Vincenzo Parea nella sua fisicità interna, ovvero sul filo dell'esserci e del non esserci, è per via dei ritmi dei piani cromatici, delle tonalità ascendenti e discendenti, diga alla razionalità, sicchè ogni opera monocroma, pur con tutte le sue varianti interne ed esterne, cresce verso un'assolutezza, verso un infinito, verso un ritmo universale, e si fa spazio di attraversamento, calmo orizzonte. Tutti gli spazi delle superfici riambientano una logica interna, in cui rispuntano le suggestioni per Malevic ma anche l' astrattismo e i successivi movimenti di forma e armonia, e la loro sintesi, l'essenza delle parti e del tutto, il flusso del colore e della luce come testimonianza dell'ordine e ancora l'intima coerenza. La pazienza esecutiva e l'intonacatura delle forme ove aleggia poi la grammatura del colore, mette in scena la tensione spaziale che cresce in ogni angolo e in ogni centro, e il tutto si lascia percepire in una mitologia di ali ed orizzonti, di vuoti e di pieni, di strategie delle forme e liberazione da esse, di architetture e simmetrie, di ideologia interna del visivo e di esperienze percettive, di tracce e parti oblique, decise e nitide. Forme e perimetri entrano ed escono dalla luce che volge verso una vera e propria fenomenologia spaziale, che argomenta anche tracce di misticità, libertà e amore contemplativo, da vera e propria fabula optical. Vincenzo Parea insiste sugli spazi come tracciati di un divenire, sillabati tra movimenti e annunci della bellezza, ormai fermenti centrali di una lingua e di una sintassi inoggettiva, e recinti di quotidiana eternità a luce radente”.
Cenni biografici dell'artista
Vincenzo Parea è nato a Vigevano nel 1940. Compiuti i primi studi artistici presso la Scuola per Pittori e Decoratori del Civico Istituto Roncalli di Vigevano, ha approfondito la sua formazione artistico-culturale in un costante rapporto dialettico e di studio con i maggiori artisti operanti nell’epoca contemporanea. Infatti l’interesse dell’artista, rivolto in un primo momento al valore emozionalmente puro del colore, viene ad approdare, in seguito all’arricchimento dell’indagine estetica, alle ricerche riguardanti i valori analitici del colore stesso. La sua prima opera inoggettiva è datata 1969. Ha tenuto prestigiose mostre personali in Italia e all'estero. Nell'autunno 2014 lo Storico Prof. Carlo Franza lo invita con una personale dal titolo “Fenomenologia del colore” nel Progetto “Scenari” al Plus Florence di Firenze, e ancora una personale dal titolo “Vestibilità del colore” nel Progetto “Strade d'Europa” al Plus Berlin di Berlino. All’opera di Vincenzo Parea hanno dedicato saggi critici e scritti introduttivi: Giulio Carlo Argan, Bruno Bandini, Riccardo Barletta, Carlo Belloli, Claudio Beccaria, Marco Beretta, Antonio Calderara, Domenico Cara, Claudio Cerritelli, Alfio Coccia, Mauro Corradini, Dadamaino, Federica Dafarra, Giorgio Di Genova, Giovanna Fiorenza, Julio Flores, Carlo Franza, Giuseppe Franzoso, Carlo Fumagalli, Isabella Giardini, Flaminio Gualdoni, Friedrich W. Heckmanns, Lucrecia Vega Gramunt, Dino Marangon, Attilio Marcolli, Francesco Marinone, Giuliano Menato, Marco Meneguzzo, Guido Montana, Elena Pontiggia, Federica Rabai, Claudio Rizzi, Nanni Rossi, Luigi Sansone, Giorgio Segato, Cristina Portioli Staudacher, Alberto Veca, Annalisa Vella, Francesco Vincitorio.
Biografia del curatore
Carlo Franza, nato nel 1949, è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Filosofia e Sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e Assistente. Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, Critico d’arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli, poi a Libero fondato da Vittorio Feltri e diretto da Maurizio Belpietro. Nel 2012 riprende sul quotidiano “Il Giornale” la sua rubrica “Scenari dell'arte”. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte, il Premio Città di Alassio nel 1980, il Premio Barocco-Città di Gallipoli nel 1990, il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000 (di cui è presidente di giuria dal 2001) e il Premio Città di Tricase nel 2008. Nel 2013 vince il Premio Berlino per la Critica d'Arte.
Scrive Carlo Franza : “Per Vincenzo Parea e per il suo mirabile percorso tutto innestato nel tracciato della pittura analitica cresce da qualche tempo un interesse fuor dal comune, attestato già in un clima che dalla fine degli anni Sessanta Filiberto Menna mise in risalto su quella sponda dell'arte concettuale cui la pittura analitica si declinò con medesime affinità elettive. “Pittura-pittura” resa orchestra in senso minimalista, concreto o luministico-spaziale. E in un momento di tensiva scoperta esistenziale dell'intero pensiero occidentale, questa pittura di Vincenzo Parea, depurata da ogni costruzione, ricostruzione e decostruzione, pare vivere il ritmo poetico degli effetti visivi delle forme prescelte (quadrato, tondo, ecc. ) quasi esasperando la coscienza della potenzialità creativa, verso un colore assoluto che oscilla tra atto e potenzialità, tra realizzazione e aspettazione, tra immanenza e memoria. Questa pittura del Vincenzo Parea nella sua fisicità interna, ovvero sul filo dell'esserci e del non esserci, è per via dei ritmi dei piani cromatici, delle tonalità ascendenti e discendenti, diga alla razionalità, sicchè ogni opera monocroma, pur con tutte le sue varianti interne ed esterne, cresce verso un'assolutezza, verso un infinito, verso un ritmo universale, e si fa spazio di attraversamento, calmo orizzonte. Tutti gli spazi delle superfici riambientano una logica interna, in cui rispuntano le suggestioni per Malevic ma anche l' astrattismo e i successivi movimenti di forma e armonia, e la loro sintesi, l'essenza delle parti e del tutto, il flusso del colore e della luce come testimonianza dell'ordine e ancora l'intima coerenza. La pazienza esecutiva e l'intonacatura delle forme ove aleggia poi la grammatura del colore, mette in scena la tensione spaziale che cresce in ogni angolo e in ogni centro, e il tutto si lascia percepire in una mitologia di ali ed orizzonti, di vuoti e di pieni, di strategie delle forme e liberazione da esse, di architetture e simmetrie, di ideologia interna del visivo e di esperienze percettive, di tracce e parti oblique, decise e nitide. Forme e perimetri entrano ed escono dalla luce che volge verso una vera e propria fenomenologia spaziale, che argomenta anche tracce di misticità, libertà e amore contemplativo, da vera e propria fabula optical. Vincenzo Parea insiste sugli spazi come tracciati di un divenire, sillabati tra movimenti e annunci della bellezza, ormai fermenti centrali di una lingua e di una sintassi inoggettiva, e recinti di quotidiana eternità a luce radente”.
Cenni biografici dell'artista
Vincenzo Parea è nato a Vigevano nel 1940. Compiuti i primi studi artistici presso la Scuola per Pittori e Decoratori del Civico Istituto Roncalli di Vigevano, ha approfondito la sua formazione artistico-culturale in un costante rapporto dialettico e di studio con i maggiori artisti operanti nell’epoca contemporanea. Infatti l’interesse dell’artista, rivolto in un primo momento al valore emozionalmente puro del colore, viene ad approdare, in seguito all’arricchimento dell’indagine estetica, alle ricerche riguardanti i valori analitici del colore stesso. La sua prima opera inoggettiva è datata 1969. Ha tenuto prestigiose mostre personali in Italia e all'estero. Nell'autunno 2014 lo Storico Prof. Carlo Franza lo invita con una personale dal titolo “Fenomenologia del colore” nel Progetto “Scenari” al Plus Florence di Firenze, e ancora una personale dal titolo “Vestibilità del colore” nel Progetto “Strade d'Europa” al Plus Berlin di Berlino. All’opera di Vincenzo Parea hanno dedicato saggi critici e scritti introduttivi: Giulio Carlo Argan, Bruno Bandini, Riccardo Barletta, Carlo Belloli, Claudio Beccaria, Marco Beretta, Antonio Calderara, Domenico Cara, Claudio Cerritelli, Alfio Coccia, Mauro Corradini, Dadamaino, Federica Dafarra, Giorgio Di Genova, Giovanna Fiorenza, Julio Flores, Carlo Franza, Giuseppe Franzoso, Carlo Fumagalli, Isabella Giardini, Flaminio Gualdoni, Friedrich W. Heckmanns, Lucrecia Vega Gramunt, Dino Marangon, Attilio Marcolli, Francesco Marinone, Giuliano Menato, Marco Meneguzzo, Guido Montana, Elena Pontiggia, Federica Rabai, Claudio Rizzi, Nanni Rossi, Luigi Sansone, Giorgio Segato, Cristina Portioli Staudacher, Alberto Veca, Annalisa Vella, Francesco Vincitorio.
Biografia del curatore
Carlo Franza, nato nel 1949, è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Filosofia e Sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e Assistente. Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, Critico d’arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli, poi a Libero fondato da Vittorio Feltri e diretto da Maurizio Belpietro. Nel 2012 riprende sul quotidiano “Il Giornale” la sua rubrica “Scenari dell'arte”. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte, il Premio Città di Alassio nel 1980, il Premio Barocco-Città di Gallipoli nel 1990, il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000 (di cui è presidente di giuria dal 2001) e il Premio Città di Tricase nel 2008. Nel 2013 vince il Premio Berlino per la Critica d'Arte.
06
maggio 2015
Vincenzo Parea – Passaggi per l’infinito
Dal 06 al 30 maggio 2015
arte contemporanea
Location
ARTESTUDIO 26
Milano, Via Padova, 26, (Milano)
Milano, Via Padova, 26, (Milano)
Orario di apertura
martedì e mercoledì ore 10 – 18
giovedì e venerdì ore 15 - 18
visitabile in giorni e orari diversi previo appuntamento al 338.9197709
Vernissage
6 Maggio 2015, ore 18.00
Autore
Curatore