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Vincenzo Parea – Universi di colore
La mostra riunisce oltre cinquanta opere sul tema astratto-geometrico, dell’artista italiano, apparso agli occhi della critica europea come singolare, vivace e innovativa figura dell’arte contemporanea.
Comunicato stampa
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Ha preso il via, all’interno dello storico “Palazzo Borghese” di Firenze il progetto, dal titolo “IL MUSEO DEI MUSEI”, un percorso artistico internazionale ideato e diretto dall’illustre Storico dell’Arte di piano internazionale Prof. Carlo Franza. Questa mostra dal titolo “Universi di colore” è la ventesima del nuovo percorso, imponendosi come evento di singolare importanza culturale in quanto è desiderio del curatore proporre in una città d’arte come Firenze nomi di rilievo dell’arte contemporanea, capaci di dettare e significare gli svolgimenti più intriganti del fare arte nel terzo millennio. L’esposizione curata dall’illustre Storico dell’Arte di fama internazionale, Prof. Carlo Franza, che firma anche il testo in catalogo dal titolo “Universi di colore”, riunisce oltre cinquanta opere sul tema astratto-geometrico, dell'artista Vincenzo Parea, apparso agli occhi della critica europea come singolare, vivace e innovativa figura dell’arte contemporanea.
Scrive Carlo Franza nel testo: “ Vincenzo Parea continua ad approfondire i valori della pittura, grazie a una sua sensibile e innovativa crescita artistica che ne movimenta il lavoro pittorico. Lo fa con una intelligenza pittorica fuor dal comune, certificando quella pittura pensata che è segno estremo di quell’ approfondimento scaturente dal proseguo selettivo della “pittura analitica”. Forme, strutture, geometrie coerenti, che partite da costrutti astratti e neoconcretisti oggi si assolutizzano in strutture dell’interiorità, in luoghi spaziali, in spazi della mente, secondo criteri che insistono su una coerenza e una sistematicità stilistica visibili in quelle zonature di colore sottoposte a vertigini di luce. Ed è proprio la luce a variegare toni, tonalità, iridescenze, intonacature azzurre, blu, verdi, rosse, rosate, gialle, nere, bianche, marroni, viola, a insistere su quelle movimentazioni monocromatiche che diventano ritmo piano e crescente. Quelle geometrie euclidee ci raccontano un’aria di paradiso, dove la pioggia di luce ha sedimentato ogni forma, portandosi tra rigore e dinamismo plastico. Le sue opere, le sue strutture lasciano pensare a Kazimir Malevic o alla serie “Rythme” di Robert Delaunay i cui dischi colorati scomponevano la luce in colore; senza tralasciare Thomas Downin, Alexander Liberman, Poul Guernes, Gerald Laing , Alain Jacquet, Sigmar Polke. E queste indicazioni valgono solo per definire più precisamente il contesto della ricerca di Vincenzo Parea, un contesto fortemente internazionale, tralasciando volontariamente le sperimentazioni di taluni italiani. Ora la stagione creativa, forsanche intellettualistica, dell’artista italiano, offre una cifra stilistica così alta e così colta da procedere in termini di pacata cromaticità e lirica sospensione dell’esperienza sensibile. Questa pittura appare proprio filtrata, interiorizzata, matura nelle sue varianti interne, ovvero in quelle zonature di colore che fanno leggere l’esperienza percettiva, agendo come per mutazione e selezione.
Ecco perché le opere di Parea ci appaiono eterne nel loro svolgimento, nel loro disporsi in alfabeto pittorico con le varianti di forme, colori e toni, ma anche nella loro ricerca e varietà di apparire finestre dello e sullo spazio, e d’essere scenografia di vitalità e di energia, spirituale, irrorando l’infinito di poetica germinazione, di rinascita fermentante in colori monocromi. L’arte di Parea si pone come unica e fertile testimonianza del contemporaneo, la cui visione diventa alfa e omèga del mondo, inizio e fine del tutto, luce assoluta, un nuovo paradiso”.
Cenni biografici dell'artista
Vincenzo Parea è nato a Vigevano nel 1940. Compiuti i primi studi artistici presso la Scuola per Pittori e Decoratori del Civico Istituto Roncalli di Vigevano, ha approfondito la sua formazione artistico-culturale in un costante rapporto dialettico e di studio con i maggiori artisti operanti nell’epoca contemporanea. Infatti l’interesse dell’artista, rivolto in un primo momento al valore emozionalmente puro del colore, viene ad approdare, in seguito all’arricchimento dell’indagine estetica, alle ricerche riguardanti i valori analitici del colore stesso. La sua prima opera inoggettiva è datata 1969. Ha tenuto prestigiose mostre personali in Italia e all'estero. Nell'autunno 2014 lo Storico Prof. Carlo Franza lo invita con una personale dal titolo “Fenomenologia del colore” nel Progetto “Scenari” al Plus Florence di Firenze, e ancora una personale dal titolo “Vestibilità del colore” nel Progetto “Strade d'Europa” al Plus Berlin di Berlino. Nel maggio 2015 tiene una personale dal titolo “Passaggi per l’infinito” (evento per Expo Milano 2015) presentata sempre dall’illustre critico Prof. Carlo Franza, il quale consegna a Parea anche il Premio Expo Milano 2015 per l’arte contemporanea. Nel luglio 2016 il Prof. Carlo Franza presidente di Giuria, sulla Terrazza Belvedere del Plus Florence di Firenze gli consegna il Premium International Florence Seven Stars. Nel 2016-2017 è ancora l’illustre Storico dell’arte Prof. Carlo Franza ad inaugurare una sua mostra dal titolo “Universi di colore” a Palazzo Borghese a Firenze. All’opera di Vincenzo Parea hanno dedicato saggi critici e scritti introduttivi: Giulio Carlo Argan, Bruno Bandini, Riccardo Barletta, Carlo Belloli, Claudio Beccaria, Marco Beretta, Antonio Calderara, Domenico Cara, Claudio Cerritelli, Alfio Coccia, Mauro Corradini, Dadamaino, Federica Dafarra, Giorgio Di Genova, Giovanna Fiorenza, Julio Flores, Carlo Franza, Giuseppe Franzoso, Carlo Fumagalli, Isabella Giardini, Flaminio Gualdoni, Friedrich W. Heckmanns, Lucrecia Vega Gramunt, Dino Marangon, Attilio Marcolli, Francesco Marinone, Giuliano Menato, Marco Meneguzzo, Guido Montana, Elena Pontiggia, Federica Rabai, Claudio Rizzi, Nanni Rossi, Luigi Sansone, Giorgio Segato, Cristina Portioli Staudacher, Alberto Veca, Annalisa Vella, Francesco Vincitorio. ”.
Cenni biografici del curatore
Carlo Franza, nato ad Alessano-Lecce nel 1949, è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Filosofia e Sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e Assistente. Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E' Consulente Tecnico del Tribunale di Milano per l'Arte Moderna e Contemporanea. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, Critico d’Arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli, poi a Libero fondato e diretto da Vittorio Feltri. Nel 2012 riprende sul quotidiano “Il Giornale” la sua rubrica “Scenari dell'arte”. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000 (di cui è presidente di giuria dal 2001) e il Premio Città di Tricase nel 2008. Nel 2013 ha vinto il Premio “Berlino” per il Giornalismo e la Critica d'Arte.
Scrive Carlo Franza nel testo: “ Vincenzo Parea continua ad approfondire i valori della pittura, grazie a una sua sensibile e innovativa crescita artistica che ne movimenta il lavoro pittorico. Lo fa con una intelligenza pittorica fuor dal comune, certificando quella pittura pensata che è segno estremo di quell’ approfondimento scaturente dal proseguo selettivo della “pittura analitica”. Forme, strutture, geometrie coerenti, che partite da costrutti astratti e neoconcretisti oggi si assolutizzano in strutture dell’interiorità, in luoghi spaziali, in spazi della mente, secondo criteri che insistono su una coerenza e una sistematicità stilistica visibili in quelle zonature di colore sottoposte a vertigini di luce. Ed è proprio la luce a variegare toni, tonalità, iridescenze, intonacature azzurre, blu, verdi, rosse, rosate, gialle, nere, bianche, marroni, viola, a insistere su quelle movimentazioni monocromatiche che diventano ritmo piano e crescente. Quelle geometrie euclidee ci raccontano un’aria di paradiso, dove la pioggia di luce ha sedimentato ogni forma, portandosi tra rigore e dinamismo plastico. Le sue opere, le sue strutture lasciano pensare a Kazimir Malevic o alla serie “Rythme” di Robert Delaunay i cui dischi colorati scomponevano la luce in colore; senza tralasciare Thomas Downin, Alexander Liberman, Poul Guernes, Gerald Laing , Alain Jacquet, Sigmar Polke. E queste indicazioni valgono solo per definire più precisamente il contesto della ricerca di Vincenzo Parea, un contesto fortemente internazionale, tralasciando volontariamente le sperimentazioni di taluni italiani. Ora la stagione creativa, forsanche intellettualistica, dell’artista italiano, offre una cifra stilistica così alta e così colta da procedere in termini di pacata cromaticità e lirica sospensione dell’esperienza sensibile. Questa pittura appare proprio filtrata, interiorizzata, matura nelle sue varianti interne, ovvero in quelle zonature di colore che fanno leggere l’esperienza percettiva, agendo come per mutazione e selezione.
Ecco perché le opere di Parea ci appaiono eterne nel loro svolgimento, nel loro disporsi in alfabeto pittorico con le varianti di forme, colori e toni, ma anche nella loro ricerca e varietà di apparire finestre dello e sullo spazio, e d’essere scenografia di vitalità e di energia, spirituale, irrorando l’infinito di poetica germinazione, di rinascita fermentante in colori monocromi. L’arte di Parea si pone come unica e fertile testimonianza del contemporaneo, la cui visione diventa alfa e omèga del mondo, inizio e fine del tutto, luce assoluta, un nuovo paradiso”.
Cenni biografici dell'artista
Vincenzo Parea è nato a Vigevano nel 1940. Compiuti i primi studi artistici presso la Scuola per Pittori e Decoratori del Civico Istituto Roncalli di Vigevano, ha approfondito la sua formazione artistico-culturale in un costante rapporto dialettico e di studio con i maggiori artisti operanti nell’epoca contemporanea. Infatti l’interesse dell’artista, rivolto in un primo momento al valore emozionalmente puro del colore, viene ad approdare, in seguito all’arricchimento dell’indagine estetica, alle ricerche riguardanti i valori analitici del colore stesso. La sua prima opera inoggettiva è datata 1969. Ha tenuto prestigiose mostre personali in Italia e all'estero. Nell'autunno 2014 lo Storico Prof. Carlo Franza lo invita con una personale dal titolo “Fenomenologia del colore” nel Progetto “Scenari” al Plus Florence di Firenze, e ancora una personale dal titolo “Vestibilità del colore” nel Progetto “Strade d'Europa” al Plus Berlin di Berlino. Nel maggio 2015 tiene una personale dal titolo “Passaggi per l’infinito” (evento per Expo Milano 2015) presentata sempre dall’illustre critico Prof. Carlo Franza, il quale consegna a Parea anche il Premio Expo Milano 2015 per l’arte contemporanea. Nel luglio 2016 il Prof. Carlo Franza presidente di Giuria, sulla Terrazza Belvedere del Plus Florence di Firenze gli consegna il Premium International Florence Seven Stars. Nel 2016-2017 è ancora l’illustre Storico dell’arte Prof. Carlo Franza ad inaugurare una sua mostra dal titolo “Universi di colore” a Palazzo Borghese a Firenze. All’opera di Vincenzo Parea hanno dedicato saggi critici e scritti introduttivi: Giulio Carlo Argan, Bruno Bandini, Riccardo Barletta, Carlo Belloli, Claudio Beccaria, Marco Beretta, Antonio Calderara, Domenico Cara, Claudio Cerritelli, Alfio Coccia, Mauro Corradini, Dadamaino, Federica Dafarra, Giorgio Di Genova, Giovanna Fiorenza, Julio Flores, Carlo Franza, Giuseppe Franzoso, Carlo Fumagalli, Isabella Giardini, Flaminio Gualdoni, Friedrich W. Heckmanns, Lucrecia Vega Gramunt, Dino Marangon, Attilio Marcolli, Francesco Marinone, Giuliano Menato, Marco Meneguzzo, Guido Montana, Elena Pontiggia, Federica Rabai, Claudio Rizzi, Nanni Rossi, Luigi Sansone, Giorgio Segato, Cristina Portioli Staudacher, Alberto Veca, Annalisa Vella, Francesco Vincitorio. ”.
Cenni biografici del curatore
Carlo Franza, nato ad Alessano-Lecce nel 1949, è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Filosofia e Sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e Assistente. Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E' Consulente Tecnico del Tribunale di Milano per l'Arte Moderna e Contemporanea. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, Critico d’Arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli, poi a Libero fondato e diretto da Vittorio Feltri. Nel 2012 riprende sul quotidiano “Il Giornale” la sua rubrica “Scenari dell'arte”. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000 (di cui è presidente di giuria dal 2001) e il Premio Città di Tricase nel 2008. Nel 2013 ha vinto il Premio “Berlino” per il Giornalismo e la Critica d'Arte.
09
dicembre 2016
Vincenzo Parea – Universi di colore
Dal 09 dicembre 2016 al 25 maggio 2017
arte contemporanea
Location
PALAZZO BORGHESE
Firenze, Via Ghibellina, 110n, (Firenze)
Firenze, Via Ghibellina, 110n, (Firenze)
Orario di apertura
dal lunedì alla domenica ad eventi
Vernissage
9 Dicembre 2016, ore 18.00
Autore
Curatore