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Vincenzo Vedovato – Arte&Design
Vedovato avvalendosi di una sensibile propensione estetica affinata dalla collaborazione con registi come:Bertolucci,Olmi,Storaro..elabora accattivanti soluzioni d’arredo nate dal connubio tra il suo suggestivo archivio d’immagini e l’attrazione per tessuti e costumi derivata dai set cinematografici
Comunicato stampa
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Con la sua capacità fotografica, qui Vincenzo Vedovato ha valorizzato in via percettiva due oggetti che sempre rientrano nell’arredo per la casa: il tappeto e lo specchio. In linea più generale, possiamo anche considerare la stoffa assieme al vetro. Camminando sul tappeto, seduti sul divano od appoggiata la testa sul cuscino, noi in apparenza ci troviamo contro la casa. Per l’arredatore, la stoffa permette d’alleggerire la “resistenza al tatto”, che sentiamo dai pavimenti o dalle pareti. Nella casa, la dimensione strutturale in orizzontale è “contrastata” dal tappeto; quella in verticale, invece, dal letto e dal divano. La stoffa fa in modo che noi virtualmente a livello tattile “entriamo” nel pavimento come nelle pareti. Il tappeto ed il cuscino consentono che viviamo in casa, in via prettamente pratica. Nello stesso tempo, non rinunciamo ad arredare con gli specchi, che ovviamente rientrano fra le superfici di vetro. Scegliendoli, arriviamo ad “entrare” nella casa in via essenzialmente… “teorica”. Lo specchio consente d’alleggerire la “resistenza alla vista”, che di nuovo si fa sentire dai pavimenti o dalle pareti. Noi conosciamo la casa soprattutto per mezzo delle sue “luci”. Oltre a quelle mediante gli specchi, non scordiamo le correlate dalle finestre o dalle porte (aprendole). Forse, pure un quadro consente di conoscere la nostra casa. Trattasi d’un oggetto che di solito s’appende considerando la situazione della stanza, decidendo che possa “starci bene”. Con l’estetica orientale (soprattutto in Giappone), all’architetto si raccomanda di costruire una casa che abbia molte verande. Così, la dimensione artificiale delle mura può “rientrare” in quella contrapposta della natura. Vincenzo Vedovato esibisce il suo caratteristico Moll, dove un pannello da parete incornicia una composizione di morbidi cuscinetti, ricoperti sia semplicemente con stoffa, sia con fotografie di paesaggi naturali stampate su tela leggera (a getto d’inchiostro). L’artista ci ricorda che la sua volontà estetica è quella di “campionare la realtà”. Il sito internet dove vediamo ogni “varietà” del Moll ha un titolo in inglese molto significativo: The samples, dal verbo to sample. Propriamente, la traduzione in italiano rimanda alla “campionatura”. Questa, agli occhi di Vincenzo Vedovato, deve registrare una realtà naturale che possa “rivalutarsi” nel tempo. Il campione è un oggetto che porta con sé una situazione unica, e tuttavia noi non rinunciamo a ripeterla. L’operazione autenticamente d’arte si differenzia da quella solo commerciale. La “campionatura” del paesaggio naturale nel Moll alla fine pare… “affrancarsi”, valendo per se stessa (come richiediamo per assegnare la valenza estetica). Vincenzo Vedovato ha spiegato che i cuscinetti senza le fotografie in qualche modo simbolicamente “ordinano” la nostra vita sentimentale e spirituale. Il pittore Kandinsky scrisse che le forme squadrate favoriscono la nostra percezione del ragionamento. Nel Moll, vediamo l’incrocio di più fasce rettangolari, che si prestano a suggestionare la “struttura” dei significati socioculturali (come nel campo della comunicazione), indispensabile per vivere. L’artista lascia che le immagini fotografiche si percepiscano sullo sfondo… dell’astrazione (del ragionamento). Guardando il Moll, non pare che le fasce rettangolari arrivino sul serio (perfettamente) a misurare la carica sentimentale e spirituale dentro la “libertà” del mondo naturale (che ignora le limitazioni dei codici socioculturali). La “campionatura” fotografica va così affrancandosi dalla sua mera riproduzione seriale. Vincenzo Vedovato spiega che la preferenza delle immagini naturali favorisce immediatamente il nostro desiderio d’evasione. Qualcosa che vediamo sullo sfondo, mentre lo rinviamo simbolicamente al piano dell’interiorità. C’è il dettaglio estetico per cui, in più pannelli, la tonalità “riposante” della fotografia torna nelle stesse fasce rettangolari (che in teoria dovrebbero riceverla in modo imperturbabile, per poi estrarne un significato razionale...). Citiamo soprattutto il Moll arancione delle palme, e forse quello blu con le onde del mare. Ciò non toglie che troviamo pannelli dove l’immagine naturale sta “in conflitto percettivo” con la sua fredda misurazione (opportunamente lasciata in nero). Vincenzo Vedovato ha registrato il marchio The samples lasciando che la lettera A si legga in chiave instabile. Sembra un invito a ricordare che qualsiasi codice linguistico venne pur sempre “fondato”. La lettera A è la prima di tutte… Se questa deriva da un “presupposto d’inquadramento (di misurazione, recuperata l’immagine delle fasce rettangolari)”, certo la possiamo sempre cambiare. Ciascun Moll esibisce l’instabilità e la mutevolezza della vita, che sfugge al razionalismo. L’artista invita ad “entrare” nel suo pannello, sia visivamente (sullo sfondo dell’immagine fotografica) sia col tatto (tramite la superficie a cuscinetto). Conferito esteticamente il primato al piano sentimentale o spirituale della vita, è come se il Moll fungesse da “casa… per la nostra anima”. La storia dell’arte affermerebbe che Vincenzo Vedovato ha preso spunto dal gusto tipicamente giapponese per la stoffa del tatami, e per il vetro della veranda. In chiave contemporanea, sembra che il Moll si realizzi con l’estetica del minimalismo. Una corrente d’arte, questa, dove le installazioni si percepiscono in maniera “ambigua” (diversamente), nonostante l’apparente semplicità della loro struttura. I “parallelepipedi” di Judd si ripetono uno sopra l’altro: dunque vedere il primo non è come vedere il secondo… Il minimalismo nel Moll di Vincenzo Vedovato, probabilmente, gioca sull’idea che percepiamo tutta la materialità del vetro (dello specchio) e della stoffa (del tappeto) nella metafora per cui l’anima diventa la “casa” dell’uomo.
Presentazione estetica a cura di:
PAOLO MENEGHETTI
Presentazione estetica a cura di:
PAOLO MENEGHETTI
22
gennaio 2011
Vincenzo Vedovato – Arte&Design
Dal 22 gennaio al 13 febbraio 2011
arte contemporanea
Location
DI SEGNO LIBERO
Vicenza, Corso Antonio Fogazzaro, 86, (Vicenza)
Vicenza, Corso Antonio Fogazzaro, 86, (Vicenza)
Orario di apertura
MERC/GIOV/VEN/DOM: 16/19
SABATO: 10/12.30 - 16/19
Vernissage
22 Gennaio 2011, ore 18
Autore
Curatore