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Virginia Cafiero / Maria Rosa Vendola – Doppia Visione
La mostra Doppia Visione racconta due modi opposti di pensare l’arte e il processo creativo, che vengono messi a confronto in un face to face dove lo spettatore è coinvolto in un gioco di corrispondenze ed opposizioni che richiama la dualità insita in ogni elemento dell’universo.
Comunicato stampa
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Lo studio ARCHIMIA presenta DOPPIA VISIONE, ovvero due modi opposti di pensare l’arte e il processo creativo, che vengono messi a confronto in un “face to face” dove lo spettatore è coinvolto in un gioco di corrispondenze ed opposizioni che richiama la dualità insita in ogni elemento dell’Universo.
VIRGINIA CAFIERO e MARIA ROSA VENDOLA sono due artiste profondamente diverse ma entrambe, percorrendo strade opposte, anelano ad afferrare il “divino” attraverso una ricerca estetica.
Virginia ha una visione artistica che riprende elementi della tradizione giapponese. La sua sperimentazione verso l’utilizzo di materiale naturale nasce da un lavoro artigianale di maestria e pazienza che la vede creare le sue carte facendo macerare la cellulosa insieme a fiori ed erbe da lei stessa raccolte nei campi. Un lavoro profondamente intimista che la porta a realizzare raffinati kimono, carte e libri d’artista, a trasformare bustine da tè in armature e installazioni, con una resa estetica che diventa anche tattile ed olfattiva. Questi elementi naturali, per la loro caducità, rappresentano l'effimero, il provvisorio, il respiro della terra che nasce e muore. E’ la dimensione inafferrabile del divino. É la bellezza che ama nascondersi, quella della natura, in cui c'è assenza di artificio.
Maria Rosa segue un processo inverso: trae forza dall'artificio per dare vita al suo percorso più intimo. Aderente alle tradizioni occidentali in cui prevale la figura del Dio che si rivela, plasma figure umane fondendo un polimero a 300 gradi, il Methacrylate-Optix di sua invenzione, la cui forma perdurerà in eterno. Al contrario di Virginia, il processo creativo avviene all’interno di un laboratorio chimico dove, con guanti e maschera, viene a contatto con fornaci e solventi. Da lì Mariarosa plasma e fa emergere dalla materia fusa le sue figure: sarcofaghi emozionali che rimandano a visioni angeliche, agglomerati antropomorfi che la materia, così totalmente artificiale, riesce a trasformare in poetica visiva.
Questo modo antitetico di lavorare sottolinea l'importanza della complementarietà delle visioni. Non sussiste equilibrio se non esistono gli opposti. Ma come lo Yin e lo Yang recano entrambi in sé il seme della forza contraria, qui queste due artiste rafforzano l’una l’opera dell’altra e la celebrano. Le figure della Vendola emergono prepotenti vicino alla delicatezza raffinata del lavoro di Cafiero, che a sua volta ne è esaltato rivelando un grande vigore compositivo.
La visione orientale, intimista e meditativa, si sposa con quella occidentale, aperta, rivelata. La natura e la chimica, la delicatezza e la forza, il silenzio dei campi e il rumore della fabbrica, lo Yin e lo Yang che in continua interazione l’uno nell’altro mantengono l’equilibrio e l’ordine di tutto il Cosmo.
VIRGINIA CAFIERO e MARIA ROSA VENDOLA sono due artiste profondamente diverse ma entrambe, percorrendo strade opposte, anelano ad afferrare il “divino” attraverso una ricerca estetica.
Virginia ha una visione artistica che riprende elementi della tradizione giapponese. La sua sperimentazione verso l’utilizzo di materiale naturale nasce da un lavoro artigianale di maestria e pazienza che la vede creare le sue carte facendo macerare la cellulosa insieme a fiori ed erbe da lei stessa raccolte nei campi. Un lavoro profondamente intimista che la porta a realizzare raffinati kimono, carte e libri d’artista, a trasformare bustine da tè in armature e installazioni, con una resa estetica che diventa anche tattile ed olfattiva. Questi elementi naturali, per la loro caducità, rappresentano l'effimero, il provvisorio, il respiro della terra che nasce e muore. E’ la dimensione inafferrabile del divino. É la bellezza che ama nascondersi, quella della natura, in cui c'è assenza di artificio.
Maria Rosa segue un processo inverso: trae forza dall'artificio per dare vita al suo percorso più intimo. Aderente alle tradizioni occidentali in cui prevale la figura del Dio che si rivela, plasma figure umane fondendo un polimero a 300 gradi, il Methacrylate-Optix di sua invenzione, la cui forma perdurerà in eterno. Al contrario di Virginia, il processo creativo avviene all’interno di un laboratorio chimico dove, con guanti e maschera, viene a contatto con fornaci e solventi. Da lì Mariarosa plasma e fa emergere dalla materia fusa le sue figure: sarcofaghi emozionali che rimandano a visioni angeliche, agglomerati antropomorfi che la materia, così totalmente artificiale, riesce a trasformare in poetica visiva.
Questo modo antitetico di lavorare sottolinea l'importanza della complementarietà delle visioni. Non sussiste equilibrio se non esistono gli opposti. Ma come lo Yin e lo Yang recano entrambi in sé il seme della forza contraria, qui queste due artiste rafforzano l’una l’opera dell’altra e la celebrano. Le figure della Vendola emergono prepotenti vicino alla delicatezza raffinata del lavoro di Cafiero, che a sua volta ne è esaltato rivelando un grande vigore compositivo.
La visione orientale, intimista e meditativa, si sposa con quella occidentale, aperta, rivelata. La natura e la chimica, la delicatezza e la forza, il silenzio dei campi e il rumore della fabbrica, lo Yin e lo Yang che in continua interazione l’uno nell’altro mantengono l’equilibrio e l’ordine di tutto il Cosmo.
19
giugno 2016
Virginia Cafiero / Maria Rosa Vendola – Doppia Visione
Dal 19 giugno all'otto luglio 2016
arte contemporanea
Location
ARCHIMIA
Genova, Via Francesco Domenico Guerrazzi, 42r, (Genova)
Genova, Via Francesco Domenico Guerrazzi, 42r, (Genova)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì ore 10-12 e 16-19
Vernissage
19 Giugno 2016, ore 18
Autore
Curatore