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Visione sociale 2006
il titolo della mostra fa riferimento anche alla panoramica sulla ricerca artistica italiana che affronta tematiche sociali
Comunicato stampa
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Presso la Casina Pompeiana della Villa Comunale di Napoli si inaugura la mostra collettiva “visione sociale 2006”, a cura di Stefano Taccone, che intende fare il punto sulla ricerca artistica italiana legata a tematiche sociali. La mostra sarà visitabile dal lunedì al sabato (ore 9-19) fino al 5 gennaio. Gli artisti invitati sono: Michele Ciardiello, Michelangelo Consani, Innocente, Domenico Antonio Mancini, Salvatore Manzi, Libera Mazzoleni, Angelo Rossi, Giovanni Antonio Ruffo, Vincenzo Starnone, UR5O (Luigi Urso), Marcella Vanzo, e Marco Zezza. L’evento é promosso dalla Federazione Città Sociale di Napoli e patrocinato dal Comune di Napoli e dalla Regione Campania
Le condizioni di possibilità di un progetto alternativo dopo l’eclissi dei “grandi racconti” ed il conseguente ridimensionamento della sfera oppositiva; gli effetti di condizionamento prodotti dai meccanismi di controllo di una sovranità globale; la problematica sostenibilità delle molteplici contraddizioni che gravano sul pianeta: queste ed altre le tematiche affrontate dai dodici artisti (Michele Ciardiello, Michelangelo Consani, Innocente, Domenico Antonio Mancini, Salvatore Manzi, Libera Mazzoleni, Angelo Rossi, Giovanni Antonio Ruffo, Vincenzo Starnone, UR5O [Luigi Urso], Marcella Vanzo, e Marco Zezza) selezionati da Stefano Taccone per la prima edizione di visione sociale.
Possedere una “visione sociale” vuol dire in primis, per un artista, riconoscere l’inevitabile connessione esistente tra la sua prassi specifica ed ogni altro aspetto della società. In secondo luogo essa sottende un’ottica in cui la dimensione collettiva dell’esistenza,in quanto presa di coscienza delle sostanziali affinità tra gli uomini, assurge a momento privilegiato. Da qui l’urgenza di affrontare questioni di interesse pubblico; l’impulso che porta a trascendere ogni particolarismo per indagare i drammi riconducibili ai caratteri precipui dell’assetto mondiale. Da qui, però, anche letture provenienti da osservatorii critici ben precisi, nella consapevolezza che qualsiasi posizione si adotti essa risulterà inevitabilmente quanto legittimamente parziale.
Ma il titolo della mostra fa riferimento anche alla panoramica sulla ricerca artistica italiana che affronta tematiche sociali che, fornita della somma delle analisi dei singoli artisti, si offre allo sguardo e all’intelletto dello spettatore. Un offerta dal carattere volutamente assai eterogeneo, dal momento che il paragone tra diverse generazioni, con annesse disparità di formazioni ed esperienze, così come il bilanciamento tra diversi medium, traggono origine da ponderate scelte curatoriali. Tuttavia ogni proposta risulta conforme ad un’istanza che, lungi dal risolversi nel fiaccamente didascalico, concepisce il confronto dell’arte con certe problematiche come generatore di valori non perseguibili altrimenti. In altre parole una ricerca estetica seriamente votata all’universo del sociale ha senso solo nel momento in cui gli strumenti del linguaggio sono adoperati in modo da determinare un incremento cognitivo di qualità tale che si renda manifesta, in quel frangente, l’insostituibilità dell’arte con qualsiasi altra disciplina.
La Federazione Città Sociale è un ente di natura sociale che ha sede a Napoli. In collaborazione con enti ministeriali, regionali e locali opera sul territorio campano promovendo attività di prevenzione, in/formazione e recupero del dis-agio e dell’esclusione sociale realizzando, presso i propri Centri Polifunzionali Integrati e Centri socio-educativi, attività rivolte a minori e adolescenti, tossicodipendenti, diversamente abili ed immigrati, nonché gestendo strutture d’accoglienza residenziali per tossicodipendenti e minori. Aderiscono alla Federazione numerose cooperative e associazioni del terzo settore. La Federazione, iscritta al Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza, si articola nei seguenti dipartimenti: sociosanitario, socio-educativo, legalità e giustizia, carcere e cittadinanza, Welfare, lavoro e volontariato, arte e cultura, sviluppo sostenibile ed Europa sociale.
Le condizioni di possibilità di un progetto alternativo dopo l’eclissi dei “grandi racconti” ed il conseguente ridimensionamento della sfera oppositiva; gli effetti di condizionamento prodotti dai meccanismi di controllo di una sovranità globale; la problematica sostenibilità delle molteplici contraddizioni che gravano sul pianeta: queste ed altre le tematiche affrontate dai dodici artisti (Michele Ciardiello, Michelangelo Consani, Innocente, Domenico Antonio Mancini, Salvatore Manzi, Libera Mazzoleni, Angelo Rossi, Giovanni Antonio Ruffo, Vincenzo Starnone, UR5O [Luigi Urso], Marcella Vanzo, e Marco Zezza) selezionati da Stefano Taccone per la prima edizione di visione sociale.
Possedere una “visione sociale” vuol dire in primis, per un artista, riconoscere l’inevitabile connessione esistente tra la sua prassi specifica ed ogni altro aspetto della società. In secondo luogo essa sottende un’ottica in cui la dimensione collettiva dell’esistenza,in quanto presa di coscienza delle sostanziali affinità tra gli uomini, assurge a momento privilegiato. Da qui l’urgenza di affrontare questioni di interesse pubblico; l’impulso che porta a trascendere ogni particolarismo per indagare i drammi riconducibili ai caratteri precipui dell’assetto mondiale. Da qui, però, anche letture provenienti da osservatorii critici ben precisi, nella consapevolezza che qualsiasi posizione si adotti essa risulterà inevitabilmente quanto legittimamente parziale.
Ma il titolo della mostra fa riferimento anche alla panoramica sulla ricerca artistica italiana che affronta tematiche sociali che, fornita della somma delle analisi dei singoli artisti, si offre allo sguardo e all’intelletto dello spettatore. Un offerta dal carattere volutamente assai eterogeneo, dal momento che il paragone tra diverse generazioni, con annesse disparità di formazioni ed esperienze, così come il bilanciamento tra diversi medium, traggono origine da ponderate scelte curatoriali. Tuttavia ogni proposta risulta conforme ad un’istanza che, lungi dal risolversi nel fiaccamente didascalico, concepisce il confronto dell’arte con certe problematiche come generatore di valori non perseguibili altrimenti. In altre parole una ricerca estetica seriamente votata all’universo del sociale ha senso solo nel momento in cui gli strumenti del linguaggio sono adoperati in modo da determinare un incremento cognitivo di qualità tale che si renda manifesta, in quel frangente, l’insostituibilità dell’arte con qualsiasi altra disciplina.
La Federazione Città Sociale è un ente di natura sociale che ha sede a Napoli. In collaborazione con enti ministeriali, regionali e locali opera sul territorio campano promovendo attività di prevenzione, in/formazione e recupero del dis-agio e dell’esclusione sociale realizzando, presso i propri Centri Polifunzionali Integrati e Centri socio-educativi, attività rivolte a minori e adolescenti, tossicodipendenti, diversamente abili ed immigrati, nonché gestendo strutture d’accoglienza residenziali per tossicodipendenti e minori. Aderiscono alla Federazione numerose cooperative e associazioni del terzo settore. La Federazione, iscritta al Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza, si articola nei seguenti dipartimenti: sociosanitario, socio-educativo, legalità e giustizia, carcere e cittadinanza, Welfare, lavoro e volontariato, arte e cultura, sviluppo sostenibile ed Europa sociale.
16
dicembre 2006
Visione sociale 2006
Dal 16 dicembre 2006 al 05 gennaio 2007
arte contemporanea
Location
CASINA POMPEIANA
Napoli, Riviera Di Chiaia, (Napoli)
Napoli, Riviera Di Chiaia, (Napoli)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato (ore 9-19)
Vernissage
16 Dicembre 2006, ore 17:30
Autore
Curatore