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Visioni
Periferie cittadine, particolari industriali, visioni oniriche, la solitudine e l’abbandono dell’uomo contemporaneo, interni spogli, decadenti e infiniti. Seguendo il filone di ispirazione architettonica scelto dall’Associazione Momus, la mostra “Visioni” mescola stili e artisti differenti comprende
Comunicato stampa
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Periferie cittadine, particolari industriali, visioni oniriche, la solitudine e l’abbandono dell’uomo contemporaneo, interni spogli, decadenti e infiniti. Questi i concetti protagonisti della collettiva ospitata dall’Associazione “MOMUS arte e design” in via Rocciamelone 12/D in Borgo Vecchio Campidoglio a Torino. Seguendo il filone di ispirazione architettonica scelto dall’Associazione Momus, la mostra “Visioni” mescola stili e artisti differenti comprendendo quasi tutte le espressioni artistiche contemporanee.
Carlo D’Oria con il progetto “Ferite”: 4 installazioni composte da carta, resina e bronzo, caratterizzate da 4 diverse dimensioni . 4 differenti interpretazioni dell’uomo contemporaneo e della società che lo circonda, assorbendone i dolori, indifferente, ma in realtà lasciandolo solo, abbandonato, riflesso nella sua stessa ombra e nelle sue ferite.
Diego Pomarico con “Relazioni” :due opere pittoriche in tecnica mista su tela dove il paesaggio onirico, spiazzante, solitario, solitamente grigio dei viadotti autostradali, qui si accende di colori sgargianti e di nuovi significati. L’opera interagisce con il fruitore senza ulteriori intermediari, è l’opera stessa che interroga lo spettatore e non il contrario.
Marco Memeo con “Urban watercolours” piccoli acquerelli in bianco e nero e in collaborazione con Paolo Jins Gillone con il progetto “Floor Sixtysix” acrilico su piastrelle di cotto: vengono riproposti i temi e i soggetti-concetti a loro più cari facendo una sintesi minimalista di tutto il loro fervido repertorio artistico.
Gisella Molino con foto tratte dai lavori “Abbandoni, decadenza” e “ Amore lineare”: l’architettura abbandonata, inquietante, la solitudine, detriti e oggetti che raccontano storie, spettri dal passato. Le scale… scabre, strutturali e infinite.
Carlo D’Oria con il progetto “Ferite”: 4 installazioni composte da carta, resina e bronzo, caratterizzate da 4 diverse dimensioni . 4 differenti interpretazioni dell’uomo contemporaneo e della società che lo circonda, assorbendone i dolori, indifferente, ma in realtà lasciandolo solo, abbandonato, riflesso nella sua stessa ombra e nelle sue ferite.
Diego Pomarico con “Relazioni” :due opere pittoriche in tecnica mista su tela dove il paesaggio onirico, spiazzante, solitario, solitamente grigio dei viadotti autostradali, qui si accende di colori sgargianti e di nuovi significati. L’opera interagisce con il fruitore senza ulteriori intermediari, è l’opera stessa che interroga lo spettatore e non il contrario.
Marco Memeo con “Urban watercolours” piccoli acquerelli in bianco e nero e in collaborazione con Paolo Jins Gillone con il progetto “Floor Sixtysix” acrilico su piastrelle di cotto: vengono riproposti i temi e i soggetti-concetti a loro più cari facendo una sintesi minimalista di tutto il loro fervido repertorio artistico.
Gisella Molino con foto tratte dai lavori “Abbandoni, decadenza” e “ Amore lineare”: l’architettura abbandonata, inquietante, la solitudine, detriti e oggetti che raccontano storie, spettri dal passato. Le scale… scabre, strutturali e infinite.
27
maggio 2010
Visioni
Dal 27 maggio al 10 giugno 2010
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
MOMUS
Torino, Via Rocciamelone, 12/d, (Torino)
Torino, Via Rocciamelone, 12/d, (Torino)
Biglietti
libero
Orario di apertura
da lunedì a venerdì ore 10-13 e 14,30-18,30
sabato su appuntamento.
Vernissage
27 Maggio 2010, ore 18:30
Autore