Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Visioni di Sardegna. Stampe e disegni dalle Collezioni statali
Si presenta una selezione delle opere dei maggiori incisori sardi del Novecento
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Visioni di Sardegna
Stampe e disegni dalle Collezioni statali
Inaugurazione martedì 11 dicembre ore 17.
Se la Sardegna degli inizi del XX secolo fatica a uscire dall’isolamento e i suoi artisti stentano
- tranne che in rari casi e momenti - a ottenere riconoscimenti e visibilità, è con il diffondersi
della pratica dell’incisione che si afferma invece una sua preminenza in campo nazionale,
alimentata dalla creazione di una vera e propria scuola, riconosciuta e apprezzata in Italia e
all’estero.
Visioni di Sardegna sono quelle che complessivamente regala la Collezione di stampe di
Giuseppe Tomè, riunita nell’arco dei circa trent’anni che costituiscono il periodo d’oro della
scuola - dagli anni Venti ai Cinquanta - e ricca di una settantina di pezzi, quasi tutti di maestri
sardi, ma non solo. È la prima volta che si ha modo di esporre in modo organico almeno parte
di questa importante sezione della Collezione, a più di quarant’anni dalla sua donazione allo
Stato; l’accompagna e completa una piccola scelta di opere appartenute a un altro grande
collezionista di arte sarda del Novecento, Antonio Dessena. Accanto alla selezione delle
incisioni si presentano alcuni disegni, soprattutto ritratti realizzati a gessetto, come l’inedito
Ragazzo di Mario Paglietti, un bel monotipo di Antonio Ballero (Serafina: se ne conosceva
finora una copia di qualità inferiore, pubblicata nella monografia sull’artista), e una raccolta
di strumenti e matrici originali, sia in legno che in metallo, di Felice Melis Marini e Iginio
Zara, provenienti da collezioni private. La sezione didattica della mostra è costituita da un
pannello con semplici spiegazioni sulle tecniche e un video, prodotto per l’occasione, nel quale
l’incisore Enrico Piras illustra concretamente le varie tecniche.
Accompagnano le classiche stampe in bianco e nero le colorate linoleografie di Giuseppe
Biasi, che riveste anche per l’incisione il ruolo di pioniere nell’Isola; ma la presenza in mostra
di quasi tutti i maggiori autori del periodo permette di valutare le varie attitudini e differenze, e
gustare i risultati eccezionali raggiunti dagli altri incisori, quelli, per così dire, più “puri” - Stanis
Dessy, Mario Delitala, Remo Branca, Carmelo Floris.
La sicura e salda amicizia di Giuseppe Tomè con Stanis Dessy, autore di un terzo delle opere
collezionate, fa sì che siano le sue stampe a far la parte del leone: sua perciò la maggior parte
delle stampe in mostra, sua l’immagine simbolo della mostra, la splendida xilografia Concerto,
esposta a Firenze nel 1933 nella I Mostra Sindacale Nazionale, chiamata a comporre, in un
accordo a più voci, una sequenza armonica di Visioni di Sardegna, esempi di rara bellezza.
Stampe e disegni dalle Collezioni statali
Inaugurazione martedì 11 dicembre ore 17.
Se la Sardegna degli inizi del XX secolo fatica a uscire dall’isolamento e i suoi artisti stentano
- tranne che in rari casi e momenti - a ottenere riconoscimenti e visibilità, è con il diffondersi
della pratica dell’incisione che si afferma invece una sua preminenza in campo nazionale,
alimentata dalla creazione di una vera e propria scuola, riconosciuta e apprezzata in Italia e
all’estero.
Visioni di Sardegna sono quelle che complessivamente regala la Collezione di stampe di
Giuseppe Tomè, riunita nell’arco dei circa trent’anni che costituiscono il periodo d’oro della
scuola - dagli anni Venti ai Cinquanta - e ricca di una settantina di pezzi, quasi tutti di maestri
sardi, ma non solo. È la prima volta che si ha modo di esporre in modo organico almeno parte
di questa importante sezione della Collezione, a più di quarant’anni dalla sua donazione allo
Stato; l’accompagna e completa una piccola scelta di opere appartenute a un altro grande
collezionista di arte sarda del Novecento, Antonio Dessena. Accanto alla selezione delle
incisioni si presentano alcuni disegni, soprattutto ritratti realizzati a gessetto, come l’inedito
Ragazzo di Mario Paglietti, un bel monotipo di Antonio Ballero (Serafina: se ne conosceva
finora una copia di qualità inferiore, pubblicata nella monografia sull’artista), e una raccolta
di strumenti e matrici originali, sia in legno che in metallo, di Felice Melis Marini e Iginio
Zara, provenienti da collezioni private. La sezione didattica della mostra è costituita da un
pannello con semplici spiegazioni sulle tecniche e un video, prodotto per l’occasione, nel quale
l’incisore Enrico Piras illustra concretamente le varie tecniche.
Accompagnano le classiche stampe in bianco e nero le colorate linoleografie di Giuseppe
Biasi, che riveste anche per l’incisione il ruolo di pioniere nell’Isola; ma la presenza in mostra
di quasi tutti i maggiori autori del periodo permette di valutare le varie attitudini e differenze, e
gustare i risultati eccezionali raggiunti dagli altri incisori, quelli, per così dire, più “puri” - Stanis
Dessy, Mario Delitala, Remo Branca, Carmelo Floris.
La sicura e salda amicizia di Giuseppe Tomè con Stanis Dessy, autore di un terzo delle opere
collezionate, fa sì che siano le sue stampe a far la parte del leone: sua perciò la maggior parte
delle stampe in mostra, sua l’immagine simbolo della mostra, la splendida xilografia Concerto,
esposta a Firenze nel 1933 nella I Mostra Sindacale Nazionale, chiamata a comporre, in un
accordo a più voci, una sequenza armonica di Visioni di Sardegna, esempi di rara bellezza.
11
dicembre 2012
Visioni di Sardegna. Stampe e disegni dalle Collezioni statali
Dall'undici dicembre 2012 al 05 aprile 2013
disegno e grafica
Location
MUSEO MUS’A – PINACOTECA AL CANOPOLENO
Sassari, Via Santa Caterina, 4, (Sassari)
Sassari, Via Santa Caterina, 4, (Sassari)
Orario di apertura
Lunedì e Martedì h. 9.00 – 13.30 // 15.00 – 17. Dal Mercoledì al Venerdì h. 9.00 – 13.30
Vernissage
11 Dicembre 2012, Ore 17