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Visioni in Viaggio
A partire dal 8 luglio sino al 22 luglio 2004, torna nell’auditorium della Fondazione, tutti i giovedì alle ore 21, Visioni in viaggio. Dopo l’edizione invernale, dedicata alle artiste all’opera e alle testimonianze dagli anni Settanta ad oggi, questo quarto ciclo, nasce, in continuità con le precedenti, dalla volontà di esplorare produzioni visive particolari.
Comunicato stampa
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Lavori appartenenti ad un territorio visuale ibrido, dove convivono aspetti provenienti da diverse discipline: non solo cinema, non solo documentario, non solo arte, non solo ricerca antropologica. L'immagine, in questi lavori, ha un ruolo centrale, e lo sguardo non convenzionale sulla realtà convive con la sua narrazione.
Le tre serate di luglio, dedicate a questa densa rassegna, puntano lo sguardo su tre autrici e una coppia di autori provenienti da diversi ambiti disciplinari (un'artista, una documentarista, due antropologi e una regista) che hanno costruito visioni particolarissime intessendo visioni ravvicinate con la realtà contemporanea.
"Quattro esplorazioni di realtà non occidentali, contesti diversi, territori non facili che portano i segni di ferite recenti, per mano dell'uomo e della natura. L'elemento che accomuna la produzione di questi lavori è il tentativo coraggioso di dare vita ad un linguaggio capace di affrontare quel che viene dopo la catastrofe e la sofferenza, con uno sguardo che dichiara di non avere fretta di portare a casa la notizia e prende le distanze dalla ricerca dell'effetto e della visione spettacolare a tutti i costi", spiega Emanuela De Cecco
La rassegna si apre, giovedì 8 luglio 2004 alle ore 21, con la proiezione del video di Batul Mukhtiar 150 Seconds Ago, un documentario sul ritorno alla vita della gente di Bhuj, un villaggio indiano, sopravvissuta ad un terremoto devastante. Il video non mostra il disastro come evento ripreso dai mass media di tutto il mondo, la Mukhtiar si defila dal mainstream comunicativo puntato sul carattere tragico della vicenda, e ne descrive i retroscena, non i morti, gli atti eroici, la gente che cerca disperatamente di tirare fuori chi era rimasto intrappolato, ma il quotidiano e l'ordinario, di fronte a un evento che cambia la vita.
Segue, giovedì 15 luglio 2004, la proiezione di Le voyage de Maryam di Sepideh Farsi e Homi D. Sethna. Il video orienta lo sguardo verso l'identità culturale dell'artista, nata a Teheran, ma trasferitasi a Parigi a 19 anni. Un ritorno alle origini che parte da un pretesto, il ritrovamento del padre a partire da una foto, per interagire con gli abitanti della capitale dell'Iran calandosi nel contesto della sua giovinezza.
Nella serata finale, giovedì 22 luglio 2004, seguiranno le proiezioni dei video delle performance di Maja Bajevic: Women at work-under construction, Women at work-the observers, Women at work-washing up; Chambre avec vue e Double Bubble. La Bajevic coinvolge in tre performance un gruppo di donne bosniache rifugiate dopo il conflitto nei Balcani. Una condizione, quella delle donne protagoniste dei video, simile a quella dell'artista: vincitrice di una borsa di studio a Parigi, il suo trasferimento avviene poco prima dello scoppio dei recenti conflitti in ex Jugoslavia e il soggiorno francese si trasforma in una sorta di involontario esilio. L'esperienza del distacco, il nomadismo forzato, l'esperienza traumatica della guerra, le perdite e i mutamenti dei destini individuali e collettivi, la pericolosità delle singole identità nazionali, l'emergere di nazionalismi tesi a prevalere gli uni sugli altri, sono le tematiche centrali del suo lavoro.
A seguire: Naata (L'obbligo) di Anjali Monteiro e K.P. Jayasankar che raccontano il lavoro di due operatori sociali in un ghetto di Mumbai. Gli autori del video attivi nella produzione dei media, nell'insegnamento e nella ricerca. Insieme hanno vinto dieci premi internazionali e nazionali per i loro video. Tra questi il premio della giuria per la migliore innovazione al Festival Astra per i documentari antropologici a Sibiu, Romania, nel 1998 per YCP 1997. Hanno anche scritto numerosi articoli nel settore dei media e degli studi culturali e hanno dato il loro contributo a periodici scolastici e ricerche culturali.
Le tre serate di luglio, dedicate a questa densa rassegna, puntano lo sguardo su tre autrici e una coppia di autori provenienti da diversi ambiti disciplinari (un'artista, una documentarista, due antropologi e una regista) che hanno costruito visioni particolarissime intessendo visioni ravvicinate con la realtà contemporanea.
"Quattro esplorazioni di realtà non occidentali, contesti diversi, territori non facili che portano i segni di ferite recenti, per mano dell'uomo e della natura. L'elemento che accomuna la produzione di questi lavori è il tentativo coraggioso di dare vita ad un linguaggio capace di affrontare quel che viene dopo la catastrofe e la sofferenza, con uno sguardo che dichiara di non avere fretta di portare a casa la notizia e prende le distanze dalla ricerca dell'effetto e della visione spettacolare a tutti i costi", spiega Emanuela De Cecco
La rassegna si apre, giovedì 8 luglio 2004 alle ore 21, con la proiezione del video di Batul Mukhtiar 150 Seconds Ago, un documentario sul ritorno alla vita della gente di Bhuj, un villaggio indiano, sopravvissuta ad un terremoto devastante. Il video non mostra il disastro come evento ripreso dai mass media di tutto il mondo, la Mukhtiar si defila dal mainstream comunicativo puntato sul carattere tragico della vicenda, e ne descrive i retroscena, non i morti, gli atti eroici, la gente che cerca disperatamente di tirare fuori chi era rimasto intrappolato, ma il quotidiano e l'ordinario, di fronte a un evento che cambia la vita.
Segue, giovedì 15 luglio 2004, la proiezione di Le voyage de Maryam di Sepideh Farsi e Homi D. Sethna. Il video orienta lo sguardo verso l'identità culturale dell'artista, nata a Teheran, ma trasferitasi a Parigi a 19 anni. Un ritorno alle origini che parte da un pretesto, il ritrovamento del padre a partire da una foto, per interagire con gli abitanti della capitale dell'Iran calandosi nel contesto della sua giovinezza.
Nella serata finale, giovedì 22 luglio 2004, seguiranno le proiezioni dei video delle performance di Maja Bajevic: Women at work-under construction, Women at work-the observers, Women at work-washing up; Chambre avec vue e Double Bubble. La Bajevic coinvolge in tre performance un gruppo di donne bosniache rifugiate dopo il conflitto nei Balcani. Una condizione, quella delle donne protagoniste dei video, simile a quella dell'artista: vincitrice di una borsa di studio a Parigi, il suo trasferimento avviene poco prima dello scoppio dei recenti conflitti in ex Jugoslavia e il soggiorno francese si trasforma in una sorta di involontario esilio. L'esperienza del distacco, il nomadismo forzato, l'esperienza traumatica della guerra, le perdite e i mutamenti dei destini individuali e collettivi, la pericolosità delle singole identità nazionali, l'emergere di nazionalismi tesi a prevalere gli uni sugli altri, sono le tematiche centrali del suo lavoro.
A seguire: Naata (L'obbligo) di Anjali Monteiro e K.P. Jayasankar che raccontano il lavoro di due operatori sociali in un ghetto di Mumbai. Gli autori del video attivi nella produzione dei media, nell'insegnamento e nella ricerca. Insieme hanno vinto dieci premi internazionali e nazionali per i loro video. Tra questi il premio della giuria per la migliore innovazione al Festival Astra per i documentari antropologici a Sibiu, Romania, nel 1998 per YCP 1997. Hanno anche scritto numerosi articoli nel settore dei media e degli studi culturali e hanno dato il loro contributo a periodici scolastici e ricerche culturali.
08
luglio 2004
Visioni in Viaggio
08 luglio 2004
serata - evento
Location
FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO
Torino, Via Modane, 16, (Torino)
Torino, Via Modane, 16, (Torino)
Vernissage
8 Luglio 2004, ore 21
Curatore