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Visual poetry. L’avanguardia delle neoavanguardie mezzo secolo di Poesia Visiva, Poesia Concreta, Scrittura Visuale
Più di 1000 opere, per un totale di 150 artisti, italiani e internazionali: Pavia celebra i cinquant’anni della Poesia Visiva con una grande mostra, la più importante che sia mai stata realizzata per questo movimento artistico, sviluppatosi nel clima rovente della neo-avanguardia europea.
Comunicato stampa
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Visual Poetry – L’avanguardia delle neoavanguardie – mezzo secolo di Poesia Visiva, Poesia Concreta, Scrittura Visuale si disloca in due sedi: nella Sala mostre dei Musei Civici del Castello Visconteo, dove inaugura venerdì 14 febbraio 2014, alle 17.30 (su invito), e nello Spazio per le arti contemporanee del Broletto, che apre i battenti la sera stessa, dopo l’inaugurazione ufficiale in Castello.
Il giorno seguente, sabato 15 febbraio 2014, a partire dalle 11.30, nello Spazio per le arti contemporanee del Broletto, si svolgeranno alcune performance artistiche, verbo-sonore e verbo-pittoriche. Tra gli artisti protagonisti: Giovanni Fontana, Jakob de Chirico e Julien Blaine.
È un grande privilegio per la nostra città – dichiara Matteo Mognaschi, Vicesindaco e Assessore alla Cultura, Turismo e Marketing territoriale del Comune di Pavia – ospitare una mostra di tale rilievo, alla quale partecipano tutti i nomi che hanno segnato la storia della Visual Poetry. Ancora una volta Pavia si conferma polo d’attrazione culturale.
Curata da Giosuè Allegrini, organizzata dal Centro Giorgio La Pira Onlus, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura, Turismo e Marketing territoriale del Comune di Pavia, e con il contributo dell’ Associazione Pavia Città Internazionale dei Saperi, la mostra (parte della quale ha già avuto un’anteprima a Palazzo delle Prigioni e al Museo Storico Navale di Venezia) intende rendere omaggio alla Visual Poetry, un fiume dove convergono Poesia Visiva, Poesia Concreta e Scrittura Visuale/Nuova Scrittura, in occasione del cinquantesimo anniversario della fondazione del Gruppo ’70 di Firenze, fra i primi e più efficaci promulgatori di questa arte.
Lo spirito del Gruppo ’70 (nato nel 1963 da Lamberto Pignotti ed Eugenio Miccini) era marcatamente interdisciplinare, volto a potenziare il linguaggio artistico attraverso il sinergismo di diversi codici espressivi, per raggiungere la stessa immediatezza ed efficacia comunicativa della lingua parlata e della moderna pubblicità. E la poesia visiva (termine coniato dal gruppo nel 1964) sembrava perfetta, perché sperimentava la possibilità di instaurare rapporti tra la cultura e la comunicazione di massa attraverso una sintesi in forma di collage fra parola e immagine, scrittura e pittura, che acquisivano così nuovi significati simbolici, codificando un sistema complesso ed eterogeneo, sia logico-verbale che iconico.
La contaminazione lessicale tra scrittura ed immagine, l'interscambio fra grafia e grafismo, già presente nelle tavole parolibere del Futurismo, trasforma così la parola in segno visivo, immagine, colore, luce e superficie, permettendo ai due linguaggi, la letteratura e la pittura, di potenziarsi reciprocamente e facendo sì che la poesia venga fruita come un quadro e viceversa, secondo un'idea di arte totale presente poi anche in molti movimenti degli anni Sessanta e Settanta (Fluxus, Arte sinestetica, Pop Art, Arte Povera, New Media, ecc.).
Per questo nel percorso espositivo, accanto agli artisti aderenti alla Visual Poetry, compaiono esponenti di movimenti affini come Fluxus, Mail Art, Narrative Art; il tutto – dichiara il curatore Giosuè Allegrini – sconfindando in interlacciamenti verbovisivi con movimenti antesignani quali il Futurismo, il Dadaismo e il Lettrismo, e coevi o successivi, quali il Concettuale, l’Arte Povera, la Pop Art, il Nouveau Realisme e i Nuovi Media. Perché non bisogna dimenticare che la Visual Poetry rappresenta l’alfiere di un processo artistico-culturale che, partendo dall’Italia (non dimentichiamo che trae proprie origini dal Futurismo), si è successivamente diffuso nell’intero globo, dall’Europa agli Stati Uniti, dall’America Latina al Giappone.
Sono molti i gruppi artistici italiani rappresentati: dal Gruppo Genovese di Oberto, Tola e Vitone al Gruppo Napoletano di Diacono e Martini, dal Gruppo 70 di Miccini, Pignotti e Marcucci al Gruppo 63 di Balestrini, per giungere al gruppo Milanese del Mercato del Sale di Carrega e Accame.
E altrettanti i poeti visivi internazionali: da Arias Misson a Blaine, da Bory a De Vree, da Kolar a Novak, da Clavin a Garnier, da Brossa a Padin, da Pignatari a De Campos, da Takahashi a Motojuki, da Furnival a Williams, fino a Bandi Zhao e Desheng, solo per citarne alcuni.
Per giungere ad artisti contemporanei di fama internazionale, come Maurizio Cattelan, Jannis Kounellis, Mimmo Rotella, Ben Vautier, Dennis Oppenheim, Joseph Beuys, Tony Oursler, Joseph Kosuth.
Molteplici anche le modalità espressive: dai collage alle installazioni verbo visive, dai Libri d’artista ai Libri oggetto ad una selezione di rare ceramiche di Poesia Visiva. Si tratta di strumenti atti a stimolare la comprensione dell’Arte Moderna e Contemporanea – spiega il curatore – fornendo così, di riflesso, un contributo alla futura società della conoscenza, attraverso un capitale storico, culturale e sociale condiviso da tutti, in quanto la cultura è patrimonio di tutti e da tutti deve essere amata e rispettata.
Le opere presenti in mostra provengono da fondazioni e collezioni come: MART di Trento e Rovereto con testimonianze dei fondi Carrega-Fraccaro-Della Grazia e Stelio Maria Martini, Museo della Carale di Ivrea, Fattoria di Celle Pistoia, Fondazione Berardelli, Archivio E.O.N. di Viareggio, Collezione Battaglia, Collezione Frittelli, Collezione Garau, Collezione Guarneri, Collezione La Bezuga–Vichi, Collezione Masnata, Collezione Montini, Collezione Menguzzato-Bosco dei Poeti, Collezione Oberto, Collezione Palli, Collezione Parise, Collezione Pignotti, Collezione della Pusterla, Collezione Sarenco, Collezione Valmore Zordan.
Il giorno seguente, sabato 15 febbraio 2014, a partire dalle 11.30, nello Spazio per le arti contemporanee del Broletto, si svolgeranno alcune performance artistiche, verbo-sonore e verbo-pittoriche. Tra gli artisti protagonisti: Giovanni Fontana, Jakob de Chirico e Julien Blaine.
È un grande privilegio per la nostra città – dichiara Matteo Mognaschi, Vicesindaco e Assessore alla Cultura, Turismo e Marketing territoriale del Comune di Pavia – ospitare una mostra di tale rilievo, alla quale partecipano tutti i nomi che hanno segnato la storia della Visual Poetry. Ancora una volta Pavia si conferma polo d’attrazione culturale.
Curata da Giosuè Allegrini, organizzata dal Centro Giorgio La Pira Onlus, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura, Turismo e Marketing territoriale del Comune di Pavia, e con il contributo dell’ Associazione Pavia Città Internazionale dei Saperi, la mostra (parte della quale ha già avuto un’anteprima a Palazzo delle Prigioni e al Museo Storico Navale di Venezia) intende rendere omaggio alla Visual Poetry, un fiume dove convergono Poesia Visiva, Poesia Concreta e Scrittura Visuale/Nuova Scrittura, in occasione del cinquantesimo anniversario della fondazione del Gruppo ’70 di Firenze, fra i primi e più efficaci promulgatori di questa arte.
Lo spirito del Gruppo ’70 (nato nel 1963 da Lamberto Pignotti ed Eugenio Miccini) era marcatamente interdisciplinare, volto a potenziare il linguaggio artistico attraverso il sinergismo di diversi codici espressivi, per raggiungere la stessa immediatezza ed efficacia comunicativa della lingua parlata e della moderna pubblicità. E la poesia visiva (termine coniato dal gruppo nel 1964) sembrava perfetta, perché sperimentava la possibilità di instaurare rapporti tra la cultura e la comunicazione di massa attraverso una sintesi in forma di collage fra parola e immagine, scrittura e pittura, che acquisivano così nuovi significati simbolici, codificando un sistema complesso ed eterogeneo, sia logico-verbale che iconico.
La contaminazione lessicale tra scrittura ed immagine, l'interscambio fra grafia e grafismo, già presente nelle tavole parolibere del Futurismo, trasforma così la parola in segno visivo, immagine, colore, luce e superficie, permettendo ai due linguaggi, la letteratura e la pittura, di potenziarsi reciprocamente e facendo sì che la poesia venga fruita come un quadro e viceversa, secondo un'idea di arte totale presente poi anche in molti movimenti degli anni Sessanta e Settanta (Fluxus, Arte sinestetica, Pop Art, Arte Povera, New Media, ecc.).
Per questo nel percorso espositivo, accanto agli artisti aderenti alla Visual Poetry, compaiono esponenti di movimenti affini come Fluxus, Mail Art, Narrative Art; il tutto – dichiara il curatore Giosuè Allegrini – sconfindando in interlacciamenti verbovisivi con movimenti antesignani quali il Futurismo, il Dadaismo e il Lettrismo, e coevi o successivi, quali il Concettuale, l’Arte Povera, la Pop Art, il Nouveau Realisme e i Nuovi Media. Perché non bisogna dimenticare che la Visual Poetry rappresenta l’alfiere di un processo artistico-culturale che, partendo dall’Italia (non dimentichiamo che trae proprie origini dal Futurismo), si è successivamente diffuso nell’intero globo, dall’Europa agli Stati Uniti, dall’America Latina al Giappone.
Sono molti i gruppi artistici italiani rappresentati: dal Gruppo Genovese di Oberto, Tola e Vitone al Gruppo Napoletano di Diacono e Martini, dal Gruppo 70 di Miccini, Pignotti e Marcucci al Gruppo 63 di Balestrini, per giungere al gruppo Milanese del Mercato del Sale di Carrega e Accame.
E altrettanti i poeti visivi internazionali: da Arias Misson a Blaine, da Bory a De Vree, da Kolar a Novak, da Clavin a Garnier, da Brossa a Padin, da Pignatari a De Campos, da Takahashi a Motojuki, da Furnival a Williams, fino a Bandi Zhao e Desheng, solo per citarne alcuni.
Per giungere ad artisti contemporanei di fama internazionale, come Maurizio Cattelan, Jannis Kounellis, Mimmo Rotella, Ben Vautier, Dennis Oppenheim, Joseph Beuys, Tony Oursler, Joseph Kosuth.
Molteplici anche le modalità espressive: dai collage alle installazioni verbo visive, dai Libri d’artista ai Libri oggetto ad una selezione di rare ceramiche di Poesia Visiva. Si tratta di strumenti atti a stimolare la comprensione dell’Arte Moderna e Contemporanea – spiega il curatore – fornendo così, di riflesso, un contributo alla futura società della conoscenza, attraverso un capitale storico, culturale e sociale condiviso da tutti, in quanto la cultura è patrimonio di tutti e da tutti deve essere amata e rispettata.
Le opere presenti in mostra provengono da fondazioni e collezioni come: MART di Trento e Rovereto con testimonianze dei fondi Carrega-Fraccaro-Della Grazia e Stelio Maria Martini, Museo della Carale di Ivrea, Fattoria di Celle Pistoia, Fondazione Berardelli, Archivio E.O.N. di Viareggio, Collezione Battaglia, Collezione Frittelli, Collezione Garau, Collezione Guarneri, Collezione La Bezuga–Vichi, Collezione Masnata, Collezione Montini, Collezione Menguzzato-Bosco dei Poeti, Collezione Oberto, Collezione Palli, Collezione Parise, Collezione Pignotti, Collezione della Pusterla, Collezione Sarenco, Collezione Valmore Zordan.
15
febbraio 2014
Visual poetry. L’avanguardia delle neoavanguardie mezzo secolo di Poesia Visiva, Poesia Concreta, Scrittura Visuale
Dal 15 febbraio al 02 marzo 2014
arte contemporanea
Location
SPAZIO PER LE ARTI CONTEMPORANEE DEL BROLETTO
Pavia, Piazza Della Vittoria, 27, (Pavia)
Pavia, Piazza Della Vittoria, 27, (Pavia)
Orario di apertura
16-19 mar-ven; 10-13 e 16-19 sab-dom; lunedì chiuso
Vernissage
15 Febbraio 2014, ore 11
Editore
SKIRA
Curatore