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Visualising Transformation
Artissima apre per la prima volta al design con una speciale iniziativa. In linea con il programma culturale dell’edizione 2010, volto a scoprire e stimolare la contaminazione fra le diverse discipline e pratiche artistiche, Artissima 17, in collaborazione con la Camera di commercio di Torino, presenta Visualising Transformation, unico appuntamento al di fuori degli spazi della fiera.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Artissima apre per la prima volta al design con una speciale iniziativa. In linea con il programma
culturale dell’edizione 2010, volto a scoprire e stimolare la contaminazione fra le diverse discipline e
pratiche artistiche, Artissima 17, in collaborazione con la Camera di commercio di Torino,
presenta Visualising Transformation, unico appuntamento al di fuori degli spazi della fiera.
Ideato e curato da Barbara Brondi e Marco Rainò, Visualing Transformation comprende, nella
suggestiva cornice juvarriana di Palazzo Birago a Torino, una mostra collettiva e un workshop.
A completare il progetto, un dibattito aperto al pubblico animato dai protagonisti dell’evento, ospitato
presso il Meeting Point dell’OVAL, Lingotto Fiere.
L’esposizione presenta un’ampia selezione di lavori inediti realizzati da alcuni tra i nomi di maggior rilievo nel
contesto internazionale del design di ricerca: Tomás Alonso, Julien Carretero, Lanzavecchia+Wai, Minale-
Maeda e Mischer’Traxler e gli allestimenti ambientali concepiti e realizzati espressamente per l’occasione da tre
importanti studi di progettazione di Torino: MARC, Nucleo e UdA.
Visualising Transformation è uno speciale approfondimento del progetto IN Residence, laboratorio a
cadenza annuale, giunto alla sua terza edizione, mirato a costruire il dialogo tra designer affermati e
studenti selezionati, con l’obiettivo di individuare, analizzare e decodificare le attitudini con vocazione
sperimentale nel quadro del design thinking contemporaneo. Il progetto apre a nuove considerazioni
sulle discipline relative alla progettazione, con l’obiettivo di immaginare gli esiti del processo creativo
nel design determinanti nel confermare una necessità irrinunciabile della contemporaneità: continuare a
esercitare la sperimentazione.
ARTISSIMA DESIGN TALK
Visualising Transformation: ricerca ed esperimento nel design contemporaneo
Barbara Brondi e Marco Rainò dialogano con Julienne Carretero, Lanzavecchia + Wai, Minale-Maeda,
Mischer’Traxler, Marc, Nucleo e UdA. Con la partecipazione di Guido Bolatto, Segretario generale
Camera di commercio di Torino e Francesco Manacorda, direttore Artissima.
domenica 7 novembre 2010, ore 14.00 - Meeting Point Artissima - OVAL, Lingotto Fiere, Torino
Artissima Design è realizzata in collaborazione con la Camera di commercio di Torino
L’evento è parte del progetto IN Residence
Il catalogo ARTISSIMA DESIGN / VISUALISING TRANSFORMATION è disponibile in mostra
Partner:
Arjowiggins Creative Papers, Bombay Sapphire, MCL Officine Poligrafiche, Residence Du Parc,
VANNI Occhiali
ARTISSIMA DESIGN WORKSHOP
MARC, Nucleo e Uda si relazioneranno durante le giornate di incontro con 24 studenti selezionati
provenienti dai corsi di design di alcuni istituti cittadini. Lo scopo del workshop è di disegnare un
allestimento che interagisca con i lavori dei cinque designer internazionali in mostra, con l’obiettivo di
creare un confronto ed un dialogo ideale tra i progettisti torinesi e i designer ospitati.
Il workshop Visualising Transformation è realizzato in collaborazione con:
Disegno Industriale – Politecnico di Torino
IED (Istituto Europeo di Design) – Torino
IAAD (Istituto d’Arte Applicata e Design) – Torino
Accademia Albertina di Belle Arti – Torino
Workshop manager:
C12 – Francesca Casati, Anita Donna Bianco, Maria Strachini
I DESIGNER / GLI OGGETTI IN MOSTRA
Tomás Alonso
Il designer Tomás Alonso, nato in Spagna nel 1974, ha studiato e lavorato tra gli Stati Uniti, l’Italia e
l’Australia prima di trasferirsi a Londra per conseguire la laurea al Royal College of Art.
La sua scelta di entrare nel mondo del design di oggetti e arredamenti passa attraverso la conoscenza
dell’industria automobilistica e ha come risultato un intelligente approccio che fa della semplicità delle
forme lo strumento per comunicare idee e funzioni. Nel 2006 ha fondato l’OKAY studio, in
collaborazione con altri cinque laureati al RCA. I suoi lavori sono stati molto pubblicizzati ed esposti, e
recentemente inseriti nella collezione permanente del Design Museum di Londra.
Mr. Light Series, 2008
Una serie di lampade progettata utilizzando il nuovo tubo Led T8. Oltre a vantare una maggiore
efficienza energetica e durata rispetto alle lampadine fluorescenti standard, la recente realizzazione di
queste luci tubolari permette una maggiore flessibilità progettuale grazie alla riduzione del numero di
componenti necessari per alimentarle e al fatto che non richiedono schermi rifrangenti. Queste lampade
esplorano la continuità formale tra la lampadina e l’istallazione mentre giocano con il modo in cui i
materiali si uniscono per dare vita a una serie di figure inaspettate.
Side Table for an Apple, 2010
Un tavolino costruito sul modello di una mensola il cui ripiano può essere facilmente regolato ad altezze
diverse lungo il supporto di legno. Senza nessun ausilio meccanico, il ripiano si sostiene grazie al suo
peso, può essere posizionato in modi diversi e, staccandolo dal montante ligneo, utilizzato come
vassoio.
No.7 (Nube) Chair, 2008
Dallo stile insolito e realizzata utilizzando la tradizionale tecnica del legno piegato a vapore, la sedia
No.7 si ispira alle classiche Thonet reinterpretando l’estetica del legno curvato.
L’artista ha sviluppato l’idea dopo avere osservato alcune di queste vecchie sedie e visitato un
laboratorio in cui si lavora il legno per apprendere i vantaggi e i limiti di questa tecnica.
La sedia presenta un equilibrio che unisce il lavoro artigianale a un linguaggio visivo attuale e
innovativo, mantenendo allo stesso tempo utilizzabilità e comfort come parametri fondamentali nelle
proporzioni.
Julien Carretero
Il designer Julien Carretero, nato in Francia nel 1983, ha conseguito la laurea in Disegno Industriale sia
a Parigi che in Inghilterra. In seguito ha deciso di proseguire gli studi con il Master della Design
Academy di Eindhoven, sotto la direzione di Gijs Bakker (del gruppo Droog Design). Dopo gli studi in
Olanda, Julien ha lavorato per due anni nello studio di MaartenBaas. Dopo aver terminato il Master con
brillanti risultati, i suoi lavori sono stati presentati al pubblico nella Droog Gallery di Amsterdam. Julien
ha poi deciso di stabilirsi ad Eindhoven ed è entrato a far parte del collettivo Atelierdorp. I suoi lavori
sono stati inoltre esposti al Salone del Mobile di Milano, al Design Miami, al 21_21 Design Sightgallery
di Tokyo e all’ExperimentaDesign di Lisbona, per citarne soltanto alcuni. Nel 2008 Julien ha ricevuto il
Group SEB Design Award alla Design Parade di Villa Noailles, in Francia; le sue creazioni sono esposte
alla Moss Gallery di New York, nella sede della casa d’aste Phillips de Pury alla Saatchi Gallery di Londra
e alla FatGalerie di Parigi.
Drag Series, 2010
Il progetto Drag riguarda il processo di costruzione ispirato alla tecnica tradizionale con la quale il gesso
viene modellato mentre si solidifica. Tale tecnica, usata tradizionalmente per produrre cornici
ornamentali, è qui adattata per creare in serie varie tipologie di oggetti grazie a un unico dispositivo. Il
processo dà origine a un’infinita varietà di forme, tutte basate sui solidi di rivoluzione.
Forme semicircolari di svariate dimensioni sono allineate lungo l’asse centrale del dispositivo, che
modella il gesso su di esse. Le due metà vengono poi unite utilizzando il materiale in eccesso.
Lanzavecchia + Wai
Lanzavecchia + Wai è una collaborazione creativa tra Francesca Lanzavecchia, nata in Italia nel 1983, e
Hunn Wai, nato nel Regno Unito nel 1980. Per loro il designer è allo stesso tempo ricercatore,
ingegnere, artigiano e narratore.
Wai ha studiato come designer industriale alla National University; Lanzavecchia si è laureata in Design
del Prodotto Industriale al Politecnico di Milano.
Lanzavecchia concentra la sua attenzione sulla relazione che gli oggetti stabiliscono o possono stabilire
con il corpo e l’anima umani, mantenendo un occhio attento alle tendenze del futuro. Wai è affascinato
dall’impatto e dalla fusione di materiali, forme e significati.
La loro collaborazione si basa su questi approcci; inoltre, provenendo da culture e Paesi tanto diversi,
cercano di condividere le proprie esperienze, conoscenze e abilità allo scopo di alimentare il pensiero
laterale e la sua applicazione pratica.
Lanzavecchia + Wai hanno ottenuto insieme visibilità e riconoscimenti in occasione dei maggiori eventi
dedicati al design come il Fuori Salone di Milano, l’IMM di Colonia, la Tokio Design Week, il Design
ThatThinks di Lecce e la Social Interaction by Art & Design presso il t’Buurthuis di Breda, nei Paesi
Bassi.
Spaziale Series, 2009-2010
Femminile e maschile, elastico e statico, leggerezza e solidità, espressione e funzione, piacere tattile
dato dall’uso; la famiglia Spaziale vorrebbe entrare nelle vostre case e nella vostra vita, e magari
divertirsi un po’ con voi. È una famiglia di creature domestiche che vivrà insieme a voi e ai vostri
oggetti. Liberandosi dalle rigide scatole meccaniche che oggi fanno parte dei nostri spazi e
immagazzinano le nostre esistenze, la Spaziale Series reagisce in base all’oggetto e alla quantità di
materiale che viene riposto in essa, attraverso aperture che si comportano come vere e proprie bocche
nelle quali ci si può persino nascondere.
Pleats Series, 2010
Attraverso l’introduzione di pieghe nei rivestimenti di tessuto e con la semplificazione delle strutture, il
contrasto e la percezione del peso e della leggerezza diventano più netti.
Il trattamento di flessione a cui viene sottoposto il tessuto permette di nascondere le aperture su tutti i
lati dello spazio vuoto, mantenendo al contempo l’aspetto di un blocco monolitico che, se non incontra
ostacoli, crea un effetto ancora maggiore grazie alla “caduta” del rivestimento.
Nel momento in cui sono insieme, gli armadietti annidati a pieghe hanno un aspetto unitario, ma
quando vengono separati e sistemati di conseguenza, possono dividersi e creare spazi, o persino dare
origine a nuove opportunità di deposito se inseriti nello spazio domestico.
Lightmate, 2008
Può l’energia elettrica riempire il vuoto dell’assenza di una persona?
I Lightmates sono al contempo morbidi cuscini amorfi e lampade che riscaldano. Queste creature
incredibilmente piacevoli scaldano, illuminano e fanno compagnia. Le diverse dimensioni disponibili
rispondono a ogni esigenza di calore: un amico da abbracciare o un ampio compagno su cui sdraiarsi.
Minale-Maeda
La giapponese Kuniko Maeda, si è laureata in Scienze del Design alla Musashino Art University di Tokio;
Mario Minale, nato in Italia ma cresciuto in Germania, si è laureato in Disegno Industriale all’Università
di Wuppertal. Dopo aver conseguito il Master alla Design Accademy di Eindhoven nel 2005, i due
designer si sono associati nella Minale-Maeda, con sede a Rotterdam, in Olanda.
Vivere in una città cosmopolita con il loro bagaglio interculturale permette al duo di avere un’ampia
prospettiva sull’utilizzo dei materiali. I primi lavori per il gruppo Droog comprendono: Red Blue Lego
Chair, Touch Wood e ChromaKey.
Lego Buffet, 2010
Un pezzo d’arredamento deliziosamente scherzoso ma che allo stesso tempo si rivolge seriamente agli
adulti, Buffet è una rivisitazione costruita con circa ventiseimila mattoncini Lego della celebre opera di
Rietveld, risalente al Ventesimo secolo. In linea con la filosofia di Rietveld, nell’intento di proporre un
metodo fai-da-te per realizzare pezzi d’arredamento partendo da componenti base, l’interpretazione
Minale-Maeda si distacca dai propri predecessori diventando autonoma grazie alle sue peculiarità;
l’icona Rietveld e l’icona mattoncino Lego. I mattoncini Lego sono il materiale ideale per i nostri tempi,
e il fatto che funzionino per il modello di Rietveld è una perfetta dimostrazione della validità della sua
idea. Utilizzare dei giocattoli al fine di realizzare veri arredi per gli adulti è un processo industriale di
standardizzazione che inizia ad apparire più umano.
Lego Red Blue Chair, 2004
Questa versione Lego della celebre Red Blue Chair di Gerrit Rietveld è più grande del 6% rispetto
all’originale, dal momento che l’unità di riferimento è il mattoncino Lego. È stata realizzata rispettando
le intenzioni di Rietveld, che voleva rendere il progetto disponibile su larga scala; tuttavia le leggi sul
copyright non hanno consentito una produzione di massa della versione Lego.
Mischer’Traxler
Katharina Mischer, nata in Austria nel 1982 e Thomas Traxler, nato in Austria nel 1981, progettano e
creano prodotti, mobili, esposizioni e altro, spesso focalizzati sul design sperimentale e concettuale. Essi
esaminano, sperimentano, analizzano e scartano, e nel farlo cercano di guardare in modo differente
all’ambiente circostante e alle abitudini delle persone, per trarre le proprie conclusioni e per porre
nuove domande. “Perché e per che cosa?” sono, nella maggior parte dei casi, le domande che si
pongono prima di iniziare qualsiasi progetto, e che li portano a sviluppare concetti, sistemi e visioni
globali piuttosto che singoli prodotti. “E se…?” ha come esito nuove interpretazioni e permette inoltre di
sviluppare processi di produzione completi e approcci differenti rispetto alle possibilità. Dopo aver
conseguito nel 2008 un Master alla Design Academy di Eindhoven e dopo svariati anni di collaborazione
a progetti diversi, nel 2009 hanno fondato a Vienna lo studio Mischer’Traxler. Le loro opere sono state
esposte a festival internazionali di design e in diversi musei.
The Idea of a Tree, 2008-2010
The idea of a tree è un processo di produzione autosufficiente che coniuga energia naturale e
procedimento meccanico. È alimentato a energia solare che ogni giorno viene trasformata in un oggetto
per mezzo di un dispositivo meccanico. Il risultato rispecchia le variazioni di intensità della luce solare
che si sono registrate durante quel giorno. Proprio come un albero, tale oggetto diventa la
testimonianza tridimensionale del suo stesso processo di creazione nel tempo.
L’apparecchio “Recorder One” entra in funzione quando sorge il sole e si ferma al tramonto; a quel
punto l’oggetto finito può essere “raccolto”. Il congegno dà lentamente forma all’oggetto trascinando
dei fili attraverso un meccanismo di colorazione, poi in una vasca piena di colla e infine avvolgendoli
intorno a una sagoma.
GLI STUDI DI DESIGN DI TORINO / GLI ALLESTIMENTI
MARC
Michele Bonino (Italia, 1974) e Subhash Mukerjee (India, 1974) fondano MARC nel 2006. Lo studio è
invitato a esporre alla Biennale di Venezia (Padiglione Italia, 2010), alla Royal Academy of Arts (Londra,
2009), al London Festival of Architecture (2008), agli Annali dell’Architettura e delle Città (Napoli, 2007)
ed è finalista alla Medaglia d'Oro all'Architettura Italiana (Triennale di Milano, 2009). MARC è speaker al
Congresso mondiale UIA 2008, tiene conferenze a Seul, Belgrado, Mosca, Mumbai e insegna a NABA,
Milano. Progetti di MARC sono pubblicati su riviste internazionali come “A10”, ”Abitare”, “Casabella”,
Michele Bonino è docente di Progettazione architettonica e urbana al Politecnico di Torino, Subhash
Mukerjee presso il programma internazionale USAC.
MARC, per Visualising Transformation progetta l’allestimento/installazione UNTILTED.
UNTILTED si confronta con i lavori di Lanzavecchia+Wai e Mischer’Traxler
Nucleo
Nucleo è un collettivo di quattro artisti diretto da Piergiorgio Robino, creato nel 1997 a Torino, Italia.
Nucleo è un team interdisciplinare attivo nel campo dell’arte contemporanea, design ed architettura. Le
opere di Nucleo, capaci di trovare un contatto tra arte e design, sono esposte in tutto il mondo, dal
MoMa di New York al Beaubourg di Parigi alla Triennale Design Museum di Milano. Nucleo è sinonimo di
ricerca, innovazione, introspezione, continuamente ispirato alla realtà contemporanea liberamente e, a
volte con ironia.
Nucleo è formato da Piergiorgio Robino (Italia, 1969), Stefania Fersini (Italia, 1982), Alice Carlotta
Occleppo (Italia, 1981), Daniele Ragazzo (Italia, 1977).
Nucleo, per Visualising Transformation progetta l’allestimento/installazione CHI È L’OPERA?
CHI È L’OPERA? si confronta con i lavori di Tomás Alonso e Minale-Maeda
UdA
UdA è stato fondato nel 1992 a Torino da Valter Camagna (Italia, 1967), Massimiliano Camoletto
(Italia, 1967) e Andrea Marcante (Italia, 1966). Con i tre partner si alterna un gruppo di collaboratori
composto da architetti, designer e grafici stranieri e italiani, tra i quali collabora per i progetti di interni
la designer Adelaide Testa. I Una sofisticatezza non fine a sé stessa, ma cifra della complessità delle
relazioni tra l’uomo e lo spazio che lo circonda. Questo tema unitamente all’interesse per le
contaminazioni con le altre forme di espressione creativa, alla comunicazione visiva, nonché allo
spaziare con i lavori dall’interior design all’architettura, ha condotto UdA a concepire i propri progetti
nell’ottica della trasformazione del concetto di “spazio cartesiano” nel suo omologo emotivo-sensoriale
di “territorio”, “paesaggio”. Proseguendo questo filo conduttore nel tempo, numerosi progetti hanno
ottenuto riconoscimenti e premi stimolando sempre più lo studio a procedere lungo la strada di una
Documentazione dei lavori di UdA è reperibile sulle principali riviste e pubblicazioni di settore.
Il progetto di UdA è realizzato in collaborazione con Abet Laminati e Materiadesign
I laminati impiegati nel progetto, dal catalogo storico Abet e su disegni originali di Ettore Sottsass e
Alessandro Mendini, sono stati riprodotti per l’occasione ad uso specifico dell'installazione per
Visualising Transformation.
UdA, per Visualising Transformation progetta con Adelaide Testa l’allestimento/installazione
MATERIA-ANTIMATERIA.
MATERIA-ANTIMATERIA si confronta con i lavori di Julien Carretero
I CURATORI
Barbara Brondi & Marco Rainò
Barbara Brondi e Marco Rainò sono architetti, interessati alla sperimentazione attraverso la prassi del
progetto e impegnati nella ricerca teorica.
Ideatori e curatori dell’intero progetto IN Residence (www.inresidence.it), sono responsabili della serie
di laboratori tematici annuali così come della mostra collettiva Ten Small Atlases/Ten Processes Behind
Ten Objects realizzata a Milano durante il FUORI SALONE 2010 in zona Ventura-Lambrate.
Nel 2002 fondano brh+ (www.brh.it), studio attivo nell’ambito della progettazione ad ampio spettro
derivata dal concetto di architettura aperta alla convergenza tra discipline; il loro lavoro è espressione
di una ricerca non lineare, che ricorre a strumenti e metodi di elaborazione di volta in volta
riconfigurabili e che si esprime, dal micro al macro, attraverso rappresentazioni molteplici ma sempre
concepite come vettori di senso.
culturale dell’edizione 2010, volto a scoprire e stimolare la contaminazione fra le diverse discipline e
pratiche artistiche, Artissima 17, in collaborazione con la Camera di commercio di Torino,
presenta Visualising Transformation, unico appuntamento al di fuori degli spazi della fiera.
Ideato e curato da Barbara Brondi e Marco Rainò, Visualing Transformation comprende, nella
suggestiva cornice juvarriana di Palazzo Birago a Torino, una mostra collettiva e un workshop.
A completare il progetto, un dibattito aperto al pubblico animato dai protagonisti dell’evento, ospitato
presso il Meeting Point dell’OVAL, Lingotto Fiere.
L’esposizione presenta un’ampia selezione di lavori inediti realizzati da alcuni tra i nomi di maggior rilievo nel
contesto internazionale del design di ricerca: Tomás Alonso, Julien Carretero, Lanzavecchia+Wai, Minale-
Maeda e Mischer’Traxler e gli allestimenti ambientali concepiti e realizzati espressamente per l’occasione da tre
importanti studi di progettazione di Torino: MARC, Nucleo e UdA.
Visualising Transformation è uno speciale approfondimento del progetto IN Residence, laboratorio a
cadenza annuale, giunto alla sua terza edizione, mirato a costruire il dialogo tra designer affermati e
studenti selezionati, con l’obiettivo di individuare, analizzare e decodificare le attitudini con vocazione
sperimentale nel quadro del design thinking contemporaneo. Il progetto apre a nuove considerazioni
sulle discipline relative alla progettazione, con l’obiettivo di immaginare gli esiti del processo creativo
nel design determinanti nel confermare una necessità irrinunciabile della contemporaneità: continuare a
esercitare la sperimentazione.
ARTISSIMA DESIGN TALK
Visualising Transformation: ricerca ed esperimento nel design contemporaneo
Barbara Brondi e Marco Rainò dialogano con Julienne Carretero, Lanzavecchia + Wai, Minale-Maeda,
Mischer’Traxler, Marc, Nucleo e UdA. Con la partecipazione di Guido Bolatto, Segretario generale
Camera di commercio di Torino e Francesco Manacorda, direttore Artissima.
domenica 7 novembre 2010, ore 14.00 - Meeting Point Artissima - OVAL, Lingotto Fiere, Torino
Artissima Design è realizzata in collaborazione con la Camera di commercio di Torino
L’evento è parte del progetto IN Residence
Il catalogo ARTISSIMA DESIGN / VISUALISING TRANSFORMATION è disponibile in mostra
Partner:
Arjowiggins Creative Papers, Bombay Sapphire, MCL Officine Poligrafiche, Residence Du Parc,
VANNI Occhiali
ARTISSIMA DESIGN WORKSHOP
MARC, Nucleo e Uda si relazioneranno durante le giornate di incontro con 24 studenti selezionati
provenienti dai corsi di design di alcuni istituti cittadini. Lo scopo del workshop è di disegnare un
allestimento che interagisca con i lavori dei cinque designer internazionali in mostra, con l’obiettivo di
creare un confronto ed un dialogo ideale tra i progettisti torinesi e i designer ospitati.
Il workshop Visualising Transformation è realizzato in collaborazione con:
Disegno Industriale – Politecnico di Torino
IED (Istituto Europeo di Design) – Torino
IAAD (Istituto d’Arte Applicata e Design) – Torino
Accademia Albertina di Belle Arti – Torino
Workshop manager:
C12 – Francesca Casati, Anita Donna Bianco, Maria Strachini
I DESIGNER / GLI OGGETTI IN MOSTRA
Tomás Alonso
Il designer Tomás Alonso, nato in Spagna nel 1974, ha studiato e lavorato tra gli Stati Uniti, l’Italia e
l’Australia prima di trasferirsi a Londra per conseguire la laurea al Royal College of Art.
La sua scelta di entrare nel mondo del design di oggetti e arredamenti passa attraverso la conoscenza
dell’industria automobilistica e ha come risultato un intelligente approccio che fa della semplicità delle
forme lo strumento per comunicare idee e funzioni. Nel 2006 ha fondato l’OKAY studio, in
collaborazione con altri cinque laureati al RCA. I suoi lavori sono stati molto pubblicizzati ed esposti, e
recentemente inseriti nella collezione permanente del Design Museum di Londra.
Mr. Light Series, 2008
Una serie di lampade progettata utilizzando il nuovo tubo Led T8. Oltre a vantare una maggiore
efficienza energetica e durata rispetto alle lampadine fluorescenti standard, la recente realizzazione di
queste luci tubolari permette una maggiore flessibilità progettuale grazie alla riduzione del numero di
componenti necessari per alimentarle e al fatto che non richiedono schermi rifrangenti. Queste lampade
esplorano la continuità formale tra la lampadina e l’istallazione mentre giocano con il modo in cui i
materiali si uniscono per dare vita a una serie di figure inaspettate.
Side Table for an Apple, 2010
Un tavolino costruito sul modello di una mensola il cui ripiano può essere facilmente regolato ad altezze
diverse lungo il supporto di legno. Senza nessun ausilio meccanico, il ripiano si sostiene grazie al suo
peso, può essere posizionato in modi diversi e, staccandolo dal montante ligneo, utilizzato come
vassoio.
No.7 (Nube) Chair, 2008
Dallo stile insolito e realizzata utilizzando la tradizionale tecnica del legno piegato a vapore, la sedia
No.7 si ispira alle classiche Thonet reinterpretando l’estetica del legno curvato.
L’artista ha sviluppato l’idea dopo avere osservato alcune di queste vecchie sedie e visitato un
laboratorio in cui si lavora il legno per apprendere i vantaggi e i limiti di questa tecnica.
La sedia presenta un equilibrio che unisce il lavoro artigianale a un linguaggio visivo attuale e
innovativo, mantenendo allo stesso tempo utilizzabilità e comfort come parametri fondamentali nelle
proporzioni.
Julien Carretero
Il designer Julien Carretero, nato in Francia nel 1983, ha conseguito la laurea in Disegno Industriale sia
a Parigi che in Inghilterra. In seguito ha deciso di proseguire gli studi con il Master della Design
Academy di Eindhoven, sotto la direzione di Gijs Bakker (del gruppo Droog Design). Dopo gli studi in
Olanda, Julien ha lavorato per due anni nello studio di MaartenBaas. Dopo aver terminato il Master con
brillanti risultati, i suoi lavori sono stati presentati al pubblico nella Droog Gallery di Amsterdam. Julien
ha poi deciso di stabilirsi ad Eindhoven ed è entrato a far parte del collettivo Atelierdorp. I suoi lavori
sono stati inoltre esposti al Salone del Mobile di Milano, al Design Miami, al 21_21 Design Sightgallery
di Tokyo e all’ExperimentaDesign di Lisbona, per citarne soltanto alcuni. Nel 2008 Julien ha ricevuto il
Group SEB Design Award alla Design Parade di Villa Noailles, in Francia; le sue creazioni sono esposte
alla Moss Gallery di New York, nella sede della casa d’aste Phillips de Pury alla Saatchi Gallery di Londra
e alla FatGalerie di Parigi.
Drag Series, 2010
Il progetto Drag riguarda il processo di costruzione ispirato alla tecnica tradizionale con la quale il gesso
viene modellato mentre si solidifica. Tale tecnica, usata tradizionalmente per produrre cornici
ornamentali, è qui adattata per creare in serie varie tipologie di oggetti grazie a un unico dispositivo. Il
processo dà origine a un’infinita varietà di forme, tutte basate sui solidi di rivoluzione.
Forme semicircolari di svariate dimensioni sono allineate lungo l’asse centrale del dispositivo, che
modella il gesso su di esse. Le due metà vengono poi unite utilizzando il materiale in eccesso.
Lanzavecchia + Wai
Lanzavecchia + Wai è una collaborazione creativa tra Francesca Lanzavecchia, nata in Italia nel 1983, e
Hunn Wai, nato nel Regno Unito nel 1980. Per loro il designer è allo stesso tempo ricercatore,
ingegnere, artigiano e narratore.
Wai ha studiato come designer industriale alla National University; Lanzavecchia si è laureata in Design
del Prodotto Industriale al Politecnico di Milano.
Lanzavecchia concentra la sua attenzione sulla relazione che gli oggetti stabiliscono o possono stabilire
con il corpo e l’anima umani, mantenendo un occhio attento alle tendenze del futuro. Wai è affascinato
dall’impatto e dalla fusione di materiali, forme e significati.
La loro collaborazione si basa su questi approcci; inoltre, provenendo da culture e Paesi tanto diversi,
cercano di condividere le proprie esperienze, conoscenze e abilità allo scopo di alimentare il pensiero
laterale e la sua applicazione pratica.
Lanzavecchia + Wai hanno ottenuto insieme visibilità e riconoscimenti in occasione dei maggiori eventi
dedicati al design come il Fuori Salone di Milano, l’IMM di Colonia, la Tokio Design Week, il Design
ThatThinks di Lecce e la Social Interaction by Art & Design presso il t’Buurthuis di Breda, nei Paesi
Bassi.
Spaziale Series, 2009-2010
Femminile e maschile, elastico e statico, leggerezza e solidità, espressione e funzione, piacere tattile
dato dall’uso; la famiglia Spaziale vorrebbe entrare nelle vostre case e nella vostra vita, e magari
divertirsi un po’ con voi. È una famiglia di creature domestiche che vivrà insieme a voi e ai vostri
oggetti. Liberandosi dalle rigide scatole meccaniche che oggi fanno parte dei nostri spazi e
immagazzinano le nostre esistenze, la Spaziale Series reagisce in base all’oggetto e alla quantità di
materiale che viene riposto in essa, attraverso aperture che si comportano come vere e proprie bocche
nelle quali ci si può persino nascondere.
Pleats Series, 2010
Attraverso l’introduzione di pieghe nei rivestimenti di tessuto e con la semplificazione delle strutture, il
contrasto e la percezione del peso e della leggerezza diventano più netti.
Il trattamento di flessione a cui viene sottoposto il tessuto permette di nascondere le aperture su tutti i
lati dello spazio vuoto, mantenendo al contempo l’aspetto di un blocco monolitico che, se non incontra
ostacoli, crea un effetto ancora maggiore grazie alla “caduta” del rivestimento.
Nel momento in cui sono insieme, gli armadietti annidati a pieghe hanno un aspetto unitario, ma
quando vengono separati e sistemati di conseguenza, possono dividersi e creare spazi, o persino dare
origine a nuove opportunità di deposito se inseriti nello spazio domestico.
Lightmate, 2008
Può l’energia elettrica riempire il vuoto dell’assenza di una persona?
I Lightmates sono al contempo morbidi cuscini amorfi e lampade che riscaldano. Queste creature
incredibilmente piacevoli scaldano, illuminano e fanno compagnia. Le diverse dimensioni disponibili
rispondono a ogni esigenza di calore: un amico da abbracciare o un ampio compagno su cui sdraiarsi.
Minale-Maeda
La giapponese Kuniko Maeda, si è laureata in Scienze del Design alla Musashino Art University di Tokio;
Mario Minale, nato in Italia ma cresciuto in Germania, si è laureato in Disegno Industriale all’Università
di Wuppertal. Dopo aver conseguito il Master alla Design Accademy di Eindhoven nel 2005, i due
designer si sono associati nella Minale-Maeda, con sede a Rotterdam, in Olanda.
Vivere in una città cosmopolita con il loro bagaglio interculturale permette al duo di avere un’ampia
prospettiva sull’utilizzo dei materiali. I primi lavori per il gruppo Droog comprendono: Red Blue Lego
Chair, Touch Wood e ChromaKey.
Lego Buffet, 2010
Un pezzo d’arredamento deliziosamente scherzoso ma che allo stesso tempo si rivolge seriamente agli
adulti, Buffet è una rivisitazione costruita con circa ventiseimila mattoncini Lego della celebre opera di
Rietveld, risalente al Ventesimo secolo. In linea con la filosofia di Rietveld, nell’intento di proporre un
metodo fai-da-te per realizzare pezzi d’arredamento partendo da componenti base, l’interpretazione
Minale-Maeda si distacca dai propri predecessori diventando autonoma grazie alle sue peculiarità;
l’icona Rietveld e l’icona mattoncino Lego. I mattoncini Lego sono il materiale ideale per i nostri tempi,
e il fatto che funzionino per il modello di Rietveld è una perfetta dimostrazione della validità della sua
idea. Utilizzare dei giocattoli al fine di realizzare veri arredi per gli adulti è un processo industriale di
standardizzazione che inizia ad apparire più umano.
Lego Red Blue Chair, 2004
Questa versione Lego della celebre Red Blue Chair di Gerrit Rietveld è più grande del 6% rispetto
all’originale, dal momento che l’unità di riferimento è il mattoncino Lego. È stata realizzata rispettando
le intenzioni di Rietveld, che voleva rendere il progetto disponibile su larga scala; tuttavia le leggi sul
copyright non hanno consentito una produzione di massa della versione Lego.
Mischer’Traxler
Katharina Mischer, nata in Austria nel 1982 e Thomas Traxler, nato in Austria nel 1981, progettano e
creano prodotti, mobili, esposizioni e altro, spesso focalizzati sul design sperimentale e concettuale. Essi
esaminano, sperimentano, analizzano e scartano, e nel farlo cercano di guardare in modo differente
all’ambiente circostante e alle abitudini delle persone, per trarre le proprie conclusioni e per porre
nuove domande. “Perché e per che cosa?” sono, nella maggior parte dei casi, le domande che si
pongono prima di iniziare qualsiasi progetto, e che li portano a sviluppare concetti, sistemi e visioni
globali piuttosto che singoli prodotti. “E se…?” ha come esito nuove interpretazioni e permette inoltre di
sviluppare processi di produzione completi e approcci differenti rispetto alle possibilità. Dopo aver
conseguito nel 2008 un Master alla Design Academy di Eindhoven e dopo svariati anni di collaborazione
a progetti diversi, nel 2009 hanno fondato a Vienna lo studio Mischer’Traxler. Le loro opere sono state
esposte a festival internazionali di design e in diversi musei.
The Idea of a Tree, 2008-2010
The idea of a tree è un processo di produzione autosufficiente che coniuga energia naturale e
procedimento meccanico. È alimentato a energia solare che ogni giorno viene trasformata in un oggetto
per mezzo di un dispositivo meccanico. Il risultato rispecchia le variazioni di intensità della luce solare
che si sono registrate durante quel giorno. Proprio come un albero, tale oggetto diventa la
testimonianza tridimensionale del suo stesso processo di creazione nel tempo.
L’apparecchio “Recorder One” entra in funzione quando sorge il sole e si ferma al tramonto; a quel
punto l’oggetto finito può essere “raccolto”. Il congegno dà lentamente forma all’oggetto trascinando
dei fili attraverso un meccanismo di colorazione, poi in una vasca piena di colla e infine avvolgendoli
intorno a una sagoma.
GLI STUDI DI DESIGN DI TORINO / GLI ALLESTIMENTI
MARC
Michele Bonino (Italia, 1974) e Subhash Mukerjee (India, 1974) fondano MARC nel 2006. Lo studio è
invitato a esporre alla Biennale di Venezia (Padiglione Italia, 2010), alla Royal Academy of Arts (Londra,
2009), al London Festival of Architecture (2008), agli Annali dell’Architettura e delle Città (Napoli, 2007)
ed è finalista alla Medaglia d'Oro all'Architettura Italiana (Triennale di Milano, 2009). MARC è speaker al
Congresso mondiale UIA 2008, tiene conferenze a Seul, Belgrado, Mosca, Mumbai e insegna a NABA,
Milano. Progetti di MARC sono pubblicati su riviste internazionali come “A10”, ”Abitare”, “Casabella”,
Michele Bonino è docente di Progettazione architettonica e urbana al Politecnico di Torino, Subhash
Mukerjee presso il programma internazionale USAC.
MARC, per Visualising Transformation progetta l’allestimento/installazione UNTILTED.
UNTILTED si confronta con i lavori di Lanzavecchia+Wai e Mischer’Traxler
Nucleo
Nucleo è un collettivo di quattro artisti diretto da Piergiorgio Robino, creato nel 1997 a Torino, Italia.
Nucleo è un team interdisciplinare attivo nel campo dell’arte contemporanea, design ed architettura. Le
opere di Nucleo, capaci di trovare un contatto tra arte e design, sono esposte in tutto il mondo, dal
MoMa di New York al Beaubourg di Parigi alla Triennale Design Museum di Milano. Nucleo è sinonimo di
ricerca, innovazione, introspezione, continuamente ispirato alla realtà contemporanea liberamente e, a
volte con ironia.
Nucleo è formato da Piergiorgio Robino (Italia, 1969), Stefania Fersini (Italia, 1982), Alice Carlotta
Occleppo (Italia, 1981), Daniele Ragazzo (Italia, 1977).
Nucleo, per Visualising Transformation progetta l’allestimento/installazione CHI È L’OPERA?
CHI È L’OPERA? si confronta con i lavori di Tomás Alonso e Minale-Maeda
UdA
UdA è stato fondato nel 1992 a Torino da Valter Camagna (Italia, 1967), Massimiliano Camoletto
(Italia, 1967) e Andrea Marcante (Italia, 1966). Con i tre partner si alterna un gruppo di collaboratori
composto da architetti, designer e grafici stranieri e italiani, tra i quali collabora per i progetti di interni
la designer Adelaide Testa. I Una sofisticatezza non fine a sé stessa, ma cifra della complessità delle
relazioni tra l’uomo e lo spazio che lo circonda. Questo tema unitamente all’interesse per le
contaminazioni con le altre forme di espressione creativa, alla comunicazione visiva, nonché allo
spaziare con i lavori dall’interior design all’architettura, ha condotto UdA a concepire i propri progetti
nell’ottica della trasformazione del concetto di “spazio cartesiano” nel suo omologo emotivo-sensoriale
di “territorio”, “paesaggio”. Proseguendo questo filo conduttore nel tempo, numerosi progetti hanno
ottenuto riconoscimenti e premi stimolando sempre più lo studio a procedere lungo la strada di una
Documentazione dei lavori di UdA è reperibile sulle principali riviste e pubblicazioni di settore.
Il progetto di UdA è realizzato in collaborazione con Abet Laminati e Materiadesign
I laminati impiegati nel progetto, dal catalogo storico Abet e su disegni originali di Ettore Sottsass e
Alessandro Mendini, sono stati riprodotti per l’occasione ad uso specifico dell'installazione per
Visualising Transformation.
UdA, per Visualising Transformation progetta con Adelaide Testa l’allestimento/installazione
MATERIA-ANTIMATERIA.
MATERIA-ANTIMATERIA si confronta con i lavori di Julien Carretero
I CURATORI
Barbara Brondi & Marco Rainò
Barbara Brondi e Marco Rainò sono architetti, interessati alla sperimentazione attraverso la prassi del
progetto e impegnati nella ricerca teorica.
Ideatori e curatori dell’intero progetto IN Residence (www.inresidence.it), sono responsabili della serie
di laboratori tematici annuali così come della mostra collettiva Ten Small Atlases/Ten Processes Behind
Ten Objects realizzata a Milano durante il FUORI SALONE 2010 in zona Ventura-Lambrate.
Nel 2002 fondano brh+ (www.brh.it), studio attivo nell’ambito della progettazione ad ampio spettro
derivata dal concetto di architettura aperta alla convergenza tra discipline; il loro lavoro è espressione
di una ricerca non lineare, che ricorre a strumenti e metodi di elaborazione di volta in volta
riconfigurabili e che si esprime, dal micro al macro, attraverso rappresentazioni molteplici ma sempre
concepite come vettori di senso.
06
novembre 2010
Visualising Transformation
Dal 06 al 14 novembre 2010
design
arte contemporanea
incontro - conferenza
serata - evento
arte contemporanea
incontro - conferenza
serata - evento
Location
PALAZZO BIRAGO DI BORGARO
Torino, Via Carlo Alberto, 16, (Torino)
Torino, Via Carlo Alberto, 16, (Torino)
Orario di apertura
In occasione della Notte delle arti contemporanee, sabato 6 novembre, la mostra sarà aperta in
anteprima al pubblico dalle ore 21.00 alle 24.00 tutti i giorni dalle 15.00 alle 19.00
Vernissage
6 Novembre 2010, ore 19.30 su invito
Autore
Curatore