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Vito Acconci – Body Art anni ’60/’70
La galleria Ierimonti ricostruisce un percorso frammentato di azioni storiche e le presenta nella prima personale milanese dell’artista americano.
Comunicato stampa
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La mostra è in bianco e nero.
Tra gli anni sessanta e settanta, Vito Acconci - nudo e vestito - è l'oggetto sessuale, sperimentale, masochistico, cieco, provocatorio, maniacale che, assieme agli altri artisti della body art, cambia il corso del linguaggio contemporaneo.
Il suo corpo è un documento estremo dell'esistenza.
Gioca a mosca cieca mentre viene bersagliato con delle palle, si morsica il corpo per arrivare al limite della sofferenza autoimposta, lascia che gli scarafaggi gli camminino sul viso.
Sono gli anni della guerra nel Vietnam. Come un dissociato e un paranoico, assieme a Chris Burden e Dennis Oppenheim, svela il cuore migliore dell'America anni '70.
Con Seedbed, nascosto in un cubo, insemina la galleria Sonnabend masturbandosi in continuazione, mentre ascolta ciò che il pubblico dice e fa.
La galleria Ierimonti ricostruisce un percorso frammentato di azioni storiche e le presenta nella prima personale milanese dell'artista americano.
Dalla percezione dei sentimenti umani e corporali ottenuta nella totale messa in gioco di se stesso, Acconci, giunge, negli anni ottanta, alla consapevolezza dell'azione nello spazio pubblico. Da allora, progetta architetture portatili per homeless, isole artificiali, parti di museo, muri accartocciati, gallerie decostruite, spazi intercambiabili. A entrare in gioco non è più il suo corpo ora, ma è il corpo di tutti. Pensando, dichiara, to design freedom, di progettare la libertà.
Tra gli anni sessanta e settanta, Vito Acconci - nudo e vestito - è l'oggetto sessuale, sperimentale, masochistico, cieco, provocatorio, maniacale che, assieme agli altri artisti della body art, cambia il corso del linguaggio contemporaneo.
Il suo corpo è un documento estremo dell'esistenza.
Gioca a mosca cieca mentre viene bersagliato con delle palle, si morsica il corpo per arrivare al limite della sofferenza autoimposta, lascia che gli scarafaggi gli camminino sul viso.
Sono gli anni della guerra nel Vietnam. Come un dissociato e un paranoico, assieme a Chris Burden e Dennis Oppenheim, svela il cuore migliore dell'America anni '70.
Con Seedbed, nascosto in un cubo, insemina la galleria Sonnabend masturbandosi in continuazione, mentre ascolta ciò che il pubblico dice e fa.
La galleria Ierimonti ricostruisce un percorso frammentato di azioni storiche e le presenta nella prima personale milanese dell'artista americano.
Dalla percezione dei sentimenti umani e corporali ottenuta nella totale messa in gioco di se stesso, Acconci, giunge, negli anni ottanta, alla consapevolezza dell'azione nello spazio pubblico. Da allora, progetta architetture portatili per homeless, isole artificiali, parti di museo, muri accartocciati, gallerie decostruite, spazi intercambiabili. A entrare in gioco non è più il suo corpo ora, ma è il corpo di tutti. Pensando, dichiara, to design freedom, di progettare la libertà.
14
ottobre 2004
Vito Acconci – Body Art anni ’60/’70
Dal 14 ottobre 2004 al 15 gennaio 2005
arte contemporanea
Location
IERIMONTI GALLERY
Milano, Via Gustavo Modena, 15, (Milano)
Milano, Via Gustavo Modena, 15, (Milano)
Orario di apertura
10,30_18,30 orario continuato
Sabato su appuntamento, domenica e festivi chiuso
Vernissage
14 Ottobre 2004, ore 18
Autore