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Vito Campanelli – Spunti concreti di Assoluto
Vito Campanelli da anni attivo sulla scena veneziana e nazionale, promotore e organizzatore di iniziative artistiche che a più riprese, nel tempo, hanno movimentato la vita culturale locale (ricordiamo, tra le tante, il progetto in progress Legrenzi Live Art che ha visto la partecipazione, nell’arco di due anni, di oltre 70 artisti e gli appuntamenti decennali con Incontri nell’ Atelier) presenta per Segnoperenne la più recente produzione pittorica legata al progetto Opus II, iniziato nel 2003 (Opus I risale invece agli anni 1996-1998) e ancora in fase di sviluppo.
Comunicato stampa
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Dopo la recente partecipazione ad Arte Fiera 2010 Segnoperenne riprende l’attività espositiva in galleria e inaugura sabato 6 febbraio 2010, alle ore 18.30, presso lo Spazio Espositivo Voltolina di Mestre, Spunti concreti di Assoluto, personale del pittore Vito Campanelli.
Vito Campanelli da anni attivo sulla scena veneziana e nazionale, promotore e organizzatore di iniziative artistiche che a più riprese, nel tempo, hanno movimentato la vita culturale locale (ricordiamo, tra le tante, il progetto in progress Legrenzi Live Art che ha visto la partecipazione, nell'arco di due anni, di oltre 70 artisti e gli appuntamenti decennali con Incontri nell’ Atelier) presenta per Segnoperenne la più recente produzione pittorica legata al progetto Opus II, iniziato nel 2003 (Opus I risale invece agli anni 1996-1998) e ancora in fase di sviluppo.
Presenti in mostra anche alcuni lavori inediti, i Grigi, anticipazione della seconda fase di questo percorso artistico lungo e articolato, segnato da tracce materiche continue di superfici pittoriche complesse, identità non figurative (o pre-figurative) libere da risvolti immediatamente astratti di semplificazione del soggetto e narrate dalla forza multi-evocativa dei Rossi come passaggio intermedio di un processo formativo del segno, in attesa di una sua traslazione concreta e solida dall’interiorità cosmica all’universo delle cose.
Le opere, acrilici e tecnica mista su tele di grande e grandissimo formato, saturano lo spazio espositivo come letteratura primordiale scarna e aulica in cui il parler pour parler cede il posto all’ essenzialità argomentativa delle introspezioni, delle speranze, delle illusioni, asciugandosi di ogni elemento superfluo e riscoprendosi – pur nella vitalità di qualche sbavatura di colore puro, liquida come linfa vitale – laica liturgia che rinuncia alla prolissità della prosa in favore di azzardati equilibri compositivi, secchi e imprevedibili come versi avanguardistici.
Dal magma di pittura che dovrebbe essere informale e perdersi nell’incompiutezza e invece tocca punte di lirismo e di conquista della quadri-dimensionalità vicine alla ricerca spazialista di scuola veneziana, Vito Campanelli inventa nella materia cromatica e solo attraverso di essa, elegantemente raggrumata o stemperata nei bui o nei vortici di luminosità, paesaggi eterei, visioni, viaggi siderali che lasciano talvolta affiorare un elemento concreto, particolare minore ma fortemente evocativo di una tangibilità dissolta e vittima del pigmento, prima di ricollocarsi nell’assoluto e fondersi nei turbinii serrati e claustrofobici della vernice.
Accenni di musicalità sacrale, orchestrati sugli insegnamenti di Vasilij Kandiskij, svincolano l’oggetto-pittura da una fruizione meramente visiva per ricondurlo ad una ricezione psichica che consente lunghi viaggi spirituali e apre percorsi emotivi prossimi a quelli compiuti dall’artista e dal suo agire nella sfera della comunicazione sensoriale; le pennellate grezze e ansiose lambiscono la tela come note talvolta disarmoniche all’interno di partiture euritmiche, destrutturando una prosodia narrativa che parrebbe dover essere lineare e monocroma e invece si reinventa costantemente in nuovi virtuosismi e in nuovi assoli, in giochi cromatici complementari sulle tonalità basiche dello spazio che vanno a risvegliare archetipi assopiti ma sublimi.
Il segno che ne deriva implode ed esplode a intermittenza, come se scorresse fluido e sincronico da sempre, costantemente vincolato in spazi-altri nei quali la contemporaneità del tempo presente si rigenera nella successione degli attimi, della vita, lasciando giusto il tempo al colore di variare i toni ma inalterata la sostanza, sedimentata in momenti aggregativi continui, dai contorni labili eppure certi, percepibili, nel loro dipanarsi inesausto lungo vettori creazionistici imprevedibili, come forme energetiche ieratiche e assolute.
L’artista sarà presente durante la vernice di sabato 6 febbraio e domenica 14 febbraio, alle ore 18.00, per il consueto appuntamento di Segnoperenne Aperitivo in galleria con l’artista.
Il catalogo sarà disponibile in galleria.
Vito Campanelli da anni attivo sulla scena veneziana e nazionale, promotore e organizzatore di iniziative artistiche che a più riprese, nel tempo, hanno movimentato la vita culturale locale (ricordiamo, tra le tante, il progetto in progress Legrenzi Live Art che ha visto la partecipazione, nell'arco di due anni, di oltre 70 artisti e gli appuntamenti decennali con Incontri nell’ Atelier) presenta per Segnoperenne la più recente produzione pittorica legata al progetto Opus II, iniziato nel 2003 (Opus I risale invece agli anni 1996-1998) e ancora in fase di sviluppo.
Presenti in mostra anche alcuni lavori inediti, i Grigi, anticipazione della seconda fase di questo percorso artistico lungo e articolato, segnato da tracce materiche continue di superfici pittoriche complesse, identità non figurative (o pre-figurative) libere da risvolti immediatamente astratti di semplificazione del soggetto e narrate dalla forza multi-evocativa dei Rossi come passaggio intermedio di un processo formativo del segno, in attesa di una sua traslazione concreta e solida dall’interiorità cosmica all’universo delle cose.
Le opere, acrilici e tecnica mista su tele di grande e grandissimo formato, saturano lo spazio espositivo come letteratura primordiale scarna e aulica in cui il parler pour parler cede il posto all’ essenzialità argomentativa delle introspezioni, delle speranze, delle illusioni, asciugandosi di ogni elemento superfluo e riscoprendosi – pur nella vitalità di qualche sbavatura di colore puro, liquida come linfa vitale – laica liturgia che rinuncia alla prolissità della prosa in favore di azzardati equilibri compositivi, secchi e imprevedibili come versi avanguardistici.
Dal magma di pittura che dovrebbe essere informale e perdersi nell’incompiutezza e invece tocca punte di lirismo e di conquista della quadri-dimensionalità vicine alla ricerca spazialista di scuola veneziana, Vito Campanelli inventa nella materia cromatica e solo attraverso di essa, elegantemente raggrumata o stemperata nei bui o nei vortici di luminosità, paesaggi eterei, visioni, viaggi siderali che lasciano talvolta affiorare un elemento concreto, particolare minore ma fortemente evocativo di una tangibilità dissolta e vittima del pigmento, prima di ricollocarsi nell’assoluto e fondersi nei turbinii serrati e claustrofobici della vernice.
Accenni di musicalità sacrale, orchestrati sugli insegnamenti di Vasilij Kandiskij, svincolano l’oggetto-pittura da una fruizione meramente visiva per ricondurlo ad una ricezione psichica che consente lunghi viaggi spirituali e apre percorsi emotivi prossimi a quelli compiuti dall’artista e dal suo agire nella sfera della comunicazione sensoriale; le pennellate grezze e ansiose lambiscono la tela come note talvolta disarmoniche all’interno di partiture euritmiche, destrutturando una prosodia narrativa che parrebbe dover essere lineare e monocroma e invece si reinventa costantemente in nuovi virtuosismi e in nuovi assoli, in giochi cromatici complementari sulle tonalità basiche dello spazio che vanno a risvegliare archetipi assopiti ma sublimi.
Il segno che ne deriva implode ed esplode a intermittenza, come se scorresse fluido e sincronico da sempre, costantemente vincolato in spazi-altri nei quali la contemporaneità del tempo presente si rigenera nella successione degli attimi, della vita, lasciando giusto il tempo al colore di variare i toni ma inalterata la sostanza, sedimentata in momenti aggregativi continui, dai contorni labili eppure certi, percepibili, nel loro dipanarsi inesausto lungo vettori creazionistici imprevedibili, come forme energetiche ieratiche e assolute.
L’artista sarà presente durante la vernice di sabato 6 febbraio e domenica 14 febbraio, alle ore 18.00, per il consueto appuntamento di Segnoperenne Aperitivo in galleria con l’artista.
Il catalogo sarà disponibile in galleria.
06
febbraio 2010
Vito Campanelli – Spunti concreti di Assoluto
Dal 06 al 16 febbraio 2010
arte contemporanea
Location
STUDIO LUIGI VOLTOLINA
Venezia, Calle Della Testa, 1, (Venezia)
Venezia, Calle Della Testa, 1, (Venezia)
Orario di apertura
ore 15.30 – 19.00 al di fuori degli orari di apertura la mostra è visitabile previo appuntamento telefonico
Vernissage
6 Febbraio 2010, ore 18.30
Sito web
www.segnoperenne.it
Autore
Curatore