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Vito Vaccaro 1887-1960. Una presenza a Lodi
Una mostra alla chiesa di San Cristoforooffre l’occasione diriscoprire, a ottantacinque anni di distanza, la figura di Vito Vaccaro. Lodi l’ha conosciuto nell’autunno del 1929, quando espose alla Camera di Commercio insieme a Sandro Zenatello e a Dante Broglio, entrambi veronesi: un tempo che vede in città nascere l’interesse per le esposizioni d’arte
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Una mostra alla chiesa di San Cristoforo offre l'occasione di riscoprire, a
ottantacinque anni di distanza, la figura di Vito Vaccaro. Lodi l'ha
conosciuto nell'autunno del 1929, quando espose alla Camera di
Commercio insieme a Sandro Zenatello e a Dante Broglio, entrambi
veronesi: un tempo che vede in città nascere l'interesse per le esposizioni
d'arte. L'iniziativa, sostenuta dal Comune di Lodi, viene dalla figlia di
Vito Vaccaro e permette di conoscere un autore che ha impersonato il suo
tempo, lontano dallo sterile accademismo come dalle esperienze di
avanguardia, con la serietà e il valore di un'antica coscienza di artista.
All'epoca della mostra lodigiana Vito Vaccaro vive a Milano; al termine
della prima guerra mondiale vi si era trasferito da Palermo dove era nato
nel 1887 e aveva frequentato l'Accademia di Belle Arti. Allievo di Mario
Rutelli, tra gli importanti scultori italiani tra Ottocento e Novecento,
presentò a Lodi la sua opera plastica, come tre anni prima aveva fatto alla
XV Esposizione Internazionale d'Arte di Venezia; anche se, proprio in
quegli anni, la pittura aveva cominciato ad assumere nella sua ricerca un
ruolo sempre più dominante. Le cronache lodigiane del tempo segnalano
l'interesse del pubblico per i bronzi di Vaccaro, molti dei quali ritroviamo
ora esposti a San Cristoforo; primo fra tutti il “Bimbo che ride”, acquisito
nel 1929 dal Museo di Lodi e ancora oggi parte delle sue collezioni.
Il realismo con radici nella cultura meridionale è all'origine delle piccole
sculture, la parte migliore della produzione plastica di Vaccaro che
privilegia lo studio del vero in aspetti intimistici e quotidiani. La sicura
freschezza del modellato rimanda alla tradizione tardo ottocentesca, ma si
scorgono anche accenni di ricordo tardoscapigliato a movimentare con
vibrazioni di luce l'impianto classico dei ritratti.
Sarà l'ambiente milanese a fare da sfondo per Vaccaro alla scelta della
pittura, sulla quale si fonda la mostra lodigiana con 35 dipinti cui si
aggiungono disegni e sculture, nel tempo che vede l'intonazione post
romantica di Ambrogio Alciati formare dalla cattedra di Brera una
generazione di pittori. A questo clima si avvicina anche Vaccaro,
concentrando l'attenzione sulla luce degli interni, scenario della vena
intimista che ovatta le nature morte e le figure ambientate. Caldi impasti
di colore creano le atmosfere vaporose dove gli oggetti vivono momenti
di poeticità quotidiana, la stessa che percorre le scene degli interni soffusi
di polvere del tempo.
Dagli anni Cinquanta, l'interesse per il paesaggio porterà la pennellata a
divenire più rapida e movimentata nella morbida pastosità dei toni:
saranno soprattutto gli scorci dell'amata Milano gli interpreti prediletti dei
quadri di Vaccaro che nelle immagini dei Navigli, della Darsena e di
piazza Duomo registra lo spirito di una città in cambiamento, restituendo
nelle velature atmosferiche la sua visione di un'epoca.
ottantacinque anni di distanza, la figura di Vito Vaccaro. Lodi l'ha
conosciuto nell'autunno del 1929, quando espose alla Camera di
Commercio insieme a Sandro Zenatello e a Dante Broglio, entrambi
veronesi: un tempo che vede in città nascere l'interesse per le esposizioni
d'arte. L'iniziativa, sostenuta dal Comune di Lodi, viene dalla figlia di
Vito Vaccaro e permette di conoscere un autore che ha impersonato il suo
tempo, lontano dallo sterile accademismo come dalle esperienze di
avanguardia, con la serietà e il valore di un'antica coscienza di artista.
All'epoca della mostra lodigiana Vito Vaccaro vive a Milano; al termine
della prima guerra mondiale vi si era trasferito da Palermo dove era nato
nel 1887 e aveva frequentato l'Accademia di Belle Arti. Allievo di Mario
Rutelli, tra gli importanti scultori italiani tra Ottocento e Novecento,
presentò a Lodi la sua opera plastica, come tre anni prima aveva fatto alla
XV Esposizione Internazionale d'Arte di Venezia; anche se, proprio in
quegli anni, la pittura aveva cominciato ad assumere nella sua ricerca un
ruolo sempre più dominante. Le cronache lodigiane del tempo segnalano
l'interesse del pubblico per i bronzi di Vaccaro, molti dei quali ritroviamo
ora esposti a San Cristoforo; primo fra tutti il “Bimbo che ride”, acquisito
nel 1929 dal Museo di Lodi e ancora oggi parte delle sue collezioni.
Il realismo con radici nella cultura meridionale è all'origine delle piccole
sculture, la parte migliore della produzione plastica di Vaccaro che
privilegia lo studio del vero in aspetti intimistici e quotidiani. La sicura
freschezza del modellato rimanda alla tradizione tardo ottocentesca, ma si
scorgono anche accenni di ricordo tardoscapigliato a movimentare con
vibrazioni di luce l'impianto classico dei ritratti.
Sarà l'ambiente milanese a fare da sfondo per Vaccaro alla scelta della
pittura, sulla quale si fonda la mostra lodigiana con 35 dipinti cui si
aggiungono disegni e sculture, nel tempo che vede l'intonazione post
romantica di Ambrogio Alciati formare dalla cattedra di Brera una
generazione di pittori. A questo clima si avvicina anche Vaccaro,
concentrando l'attenzione sulla luce degli interni, scenario della vena
intimista che ovatta le nature morte e le figure ambientate. Caldi impasti
di colore creano le atmosfere vaporose dove gli oggetti vivono momenti
di poeticità quotidiana, la stessa che percorre le scene degli interni soffusi
di polvere del tempo.
Dagli anni Cinquanta, l'interesse per il paesaggio porterà la pennellata a
divenire più rapida e movimentata nella morbida pastosità dei toni:
saranno soprattutto gli scorci dell'amata Milano gli interpreti prediletti dei
quadri di Vaccaro che nelle immagini dei Navigli, della Darsena e di
piazza Duomo registra lo spirito di una città in cambiamento, restituendo
nelle velature atmosferiche la sua visione di un'epoca.
10
maggio 2014
Vito Vaccaro 1887-1960. Una presenza a Lodi
Dal 10 al 25 maggio 2014
arte contemporanea
Location
EX CHIESA DI SAN CRISTOFORO
Lodi, Via Tito Fanfulla, 22, (Lodi)
Lodi, Via Tito Fanfulla, 22, (Lodi)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì 17- 19, sabato e domenica 10- 12 e 16- 19
Vernissage
10 Maggio 2014, ore 17
Autore
Curatore