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Vittorio Emanuele
Prassi lenta dunque, governata dalla penetrazione dello sguardo e dalla cura dei gesti delle mani che conducono gli strumenti della pittura guidati dalla sensibilità dell’artista.
Comunicato stampa
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“Dietro l’apparenza della rappresentazione, il senso che ogni cosa custodisce nella pittura di Vittorio Emanuele.”
…..Prassi lenta dunque, governata dalla penetrazione dello sguardo e dalla cura dei gesti delle mani che conducono gli strumenti della pittura guidati dalla sensibilità dell’artista. La sensibilità, appunto. Quel territorio particolarissimo in cui trovano ospitalità i sentimenti e le passioni, per i quali non c’è ragione temporale che ne misuri l’efficacia e il risultato. Ma allora è per passione e sentimento che ancora Vittorio Emanuele si attarda sulle velate trasparenze d’una foglia, sui riflessi che si allungano sui fondali che ospitano i soggetti dei suoi dipinti, che si concede l’ostinazione per il dettaglio, la cura preziosa attorno alle tinte e ai loro narranti riverberi, per giungere al tempo finale dell’apparizione dell’opera attraverso il lucente spettacolo che l’olio del dipinto pare vestire di quel bagliore che merita la bellezza. Ma passione e sentimento sono anche i sigilli della sicura appartenenza al territorio dell’arte del lavoro di Vittorio Emanuele. L’arte che ha nel senso d’ogni cosa le proprie radici, per le quali fiorisce la sensibilità dell’artista che ne indaga ogni possibile espressività per mostracene l’inesauribile tragitto. Un percorso condotto nel mistero dell’esistente, che l’opera d’arte non svela perché non è suo compito fornire spiegazioni, bensì restituircene solamente il seducente spettacolo. Vittorio Emanuele possiede quello sguardo che aiuta le cose a rivelarsi, rivolgendosi all’esistente come chi chiede cosa esso sia e non solo a cosa esso serva, rivelando così d’esser guidato da un atteggiamento che non ha nella ragione la propria fonte, bensì trova alimento fecondo nel proprio sentimento che è sigillo d’appartenenza alla schiera dei maestri.
Ed io credo che sia sempre stato così, tanto da farmi pensare che qualora non si manifesti quest’origine passionale e non ci sia trasmissione d’emozione verso chi osserva l’opera, probabilmente non siamo in presenza di un’opera d’arte. E non è quindi solo l’orizzonte figurativo a decidere della qualità artistica, perché la poesia non sempre necessita della riconoscibilità delle forme per potersi esprimere. ….
Carlo Adelio Galimberti
…..Prassi lenta dunque, governata dalla penetrazione dello sguardo e dalla cura dei gesti delle mani che conducono gli strumenti della pittura guidati dalla sensibilità dell’artista. La sensibilità, appunto. Quel territorio particolarissimo in cui trovano ospitalità i sentimenti e le passioni, per i quali non c’è ragione temporale che ne misuri l’efficacia e il risultato. Ma allora è per passione e sentimento che ancora Vittorio Emanuele si attarda sulle velate trasparenze d’una foglia, sui riflessi che si allungano sui fondali che ospitano i soggetti dei suoi dipinti, che si concede l’ostinazione per il dettaglio, la cura preziosa attorno alle tinte e ai loro narranti riverberi, per giungere al tempo finale dell’apparizione dell’opera attraverso il lucente spettacolo che l’olio del dipinto pare vestire di quel bagliore che merita la bellezza. Ma passione e sentimento sono anche i sigilli della sicura appartenenza al territorio dell’arte del lavoro di Vittorio Emanuele. L’arte che ha nel senso d’ogni cosa le proprie radici, per le quali fiorisce la sensibilità dell’artista che ne indaga ogni possibile espressività per mostracene l’inesauribile tragitto. Un percorso condotto nel mistero dell’esistente, che l’opera d’arte non svela perché non è suo compito fornire spiegazioni, bensì restituircene solamente il seducente spettacolo. Vittorio Emanuele possiede quello sguardo che aiuta le cose a rivelarsi, rivolgendosi all’esistente come chi chiede cosa esso sia e non solo a cosa esso serva, rivelando così d’esser guidato da un atteggiamento che non ha nella ragione la propria fonte, bensì trova alimento fecondo nel proprio sentimento che è sigillo d’appartenenza alla schiera dei maestri.
Ed io credo che sia sempre stato così, tanto da farmi pensare che qualora non si manifesti quest’origine passionale e non ci sia trasmissione d’emozione verso chi osserva l’opera, probabilmente non siamo in presenza di un’opera d’arte. E non è quindi solo l’orizzonte figurativo a decidere della qualità artistica, perché la poesia non sempre necessita della riconoscibilità delle forme per potersi esprimere. ….
Carlo Adelio Galimberti
06
novembre 2004
Vittorio Emanuele
Dal 06 novembre al 10 dicembre 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA ARTE ARMANTI
Varese, Via Carlo Avegno, 1, (Varese)
Varese, Via Carlo Avegno, 1, (Varese)
Orario di apertura
10-12:30 /16:00-19:30
Chiuso Lunedì – Domenica su appuntamento
Vernissage
6 Novembre 2004, dalle ore 17