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Vittorio Gregotti – L’architettura del realismo critico
In occasione dell’uscita del volume L’architettura del realismo critico dello stesso autore pubblicato da Editori Laterza riprendono al Politecnico di Bari con l’incontro con Vittorio Gregotti, i contributi “esterni” ai corsi di corsi di Storia dell’Architettura ed ai corsi di Storia dell’Arte Contemporanea per le facoltà di Architettura e di Ingegneria.
Comunicato stampa
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PRESENTAZIONE DI FRANCESCO MOSCHINI
interverranno:
IL MAGNIFICO RETTORE DEL POLITECNICO DI BARI PROF. ING. SALVATORE MARZANO
IL PRESIDE DELLA I FACOLTÀ DI INGEGNERIA PROF. ING. RENATO CERVINI
IL PRESIDE DELLA FACOLTÀ DI ARCHITETTURA PROF. ARCH. ATTILIO PETRUCCIOLI
IL DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO DI ARCHITETTURA E URBANISTICA PROF. ING. DINO BORRI
“…Concluso il suo lavoro di estenuazione sui “materiali malati” ereditati dalla generazione delle “Muse inquietanti”, Gregotti sembra voler chiudere anche con l’architettura come “saggio”. Disposto ad essere messo in discussione, ma sicuro della sua rotta, il viaggio gregottiano nel territorio dell’architettura si presenta così come il percorso di un “curioso” di continuo costretto, quasi suo malgrado, ad abbandonare il jeu a favore del sérieux. Il suo ottimismo progettuale è anch’esso il sintomo di un’epoca, di una condizione culturale, di una scommessa rivolta al presente: frutto, in sostanza, della ostinata volontà di presenza in una “cittadella priva di vessilli”.
Con queste parole Manfredo Tafuri, agli inizi degli anni Ottanta, chiude un suo saggio critico che fa il bilancio dell’attività svolta, fino ad allora, da Gregotti: dal debutto come “giovane ed agguerrito” redattore di Casabella, alle tematiche legate al recupero della mémoire, mosse da meditazioni sulla storia e inviti alla realtà, che trovano nel singolo oggetto di design l’occasione, attraverso la forma, per il riscatto di questi valori. La Triennale del ’64, dedicata in chiave avanguardistica alla polisemia dei linguaggi segna per Gregotti l’importante momento di passaggio verso la ricerca di nuovi territori per l’architettura. L’uscita del volume Il territorio dell’architettura sancirà, in questo momento, lo spostamento dell’autore verso riflessioni che riguardano il territorio e l’architettura su scala geografica. In qualche modo, tutti i progetti degli anni successivi saranno informati dal tentativo di individuare “una strategia del discontinuo e del circuito (…) fondando sulla diversificazione” (Gregotti in Casabella, n° 421, pp.60) e al contempo dalla volontà di definire una dialettica, tra introversione ed estroversione, come relazione contestuale. I progetti siciliani, che coincidono anche con l’inizio della collaborazione con Franco Purini, segnano il principio di questo nuovo corso. Dal troppo costruito, come risposta alla minaccia del paesaggio, dello Zen a Palermo partono, infatti, una serie di proposte dedicate alla forma del territorio che raggiungeranno momenti di sconcertante bellezza nell’atto fondativo del progetto per la nuova Università di Firenze e nelle riflessioni sui modelli insediativi, legati alla particolarità dei luoghi, per quella della Calabria. Come testimoniano le pagine dell’ultimo volume di Gregotti pubblicato da Laterza, L’architettura del realismo critico, in questi ultimi anni le occasioni progettuali sono state calibrate sui fondamenti insediativi propedeutici all’ampliamento delle città. Dopo quasi mezzo secolo speso da questo viandante dell’architettura ad inseguire i problemi inerenti il disegno della città e le ricadute che questo inevitabilmente comporta sul linguaggio, paradossalmente, l’ultima riflessione in ordine temporale sul come progettare una città “italiana” è offerto da Gregotti nel contesto territoriale di Shangai. In questo senso, il progetto della nuova città di Pujiang, come tutti i più recenti progetti di Gregotti Associati cercano di stimolare una serie di riflessioni generali nei confronti delle aree urbane attraverso il riconoscimento delle condizioni locali quali materiali fondamentali dell’architettura. (A. Labalestra)
FONDO FRANCESCO MOSCHINI ARCHIVIO A.A.M. ARCHITETTURA ARTE MODERNA PER LE ARTI, LE SCIENZE E L’ARCHITETTURA
interverranno:
IL MAGNIFICO RETTORE DEL POLITECNICO DI BARI PROF. ING. SALVATORE MARZANO
IL PRESIDE DELLA I FACOLTÀ DI INGEGNERIA PROF. ING. RENATO CERVINI
IL PRESIDE DELLA FACOLTÀ DI ARCHITETTURA PROF. ARCH. ATTILIO PETRUCCIOLI
IL DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO DI ARCHITETTURA E URBANISTICA PROF. ING. DINO BORRI
“…Concluso il suo lavoro di estenuazione sui “materiali malati” ereditati dalla generazione delle “Muse inquietanti”, Gregotti sembra voler chiudere anche con l’architettura come “saggio”. Disposto ad essere messo in discussione, ma sicuro della sua rotta, il viaggio gregottiano nel territorio dell’architettura si presenta così come il percorso di un “curioso” di continuo costretto, quasi suo malgrado, ad abbandonare il jeu a favore del sérieux. Il suo ottimismo progettuale è anch’esso il sintomo di un’epoca, di una condizione culturale, di una scommessa rivolta al presente: frutto, in sostanza, della ostinata volontà di presenza in una “cittadella priva di vessilli”.
Con queste parole Manfredo Tafuri, agli inizi degli anni Ottanta, chiude un suo saggio critico che fa il bilancio dell’attività svolta, fino ad allora, da Gregotti: dal debutto come “giovane ed agguerrito” redattore di Casabella, alle tematiche legate al recupero della mémoire, mosse da meditazioni sulla storia e inviti alla realtà, che trovano nel singolo oggetto di design l’occasione, attraverso la forma, per il riscatto di questi valori. La Triennale del ’64, dedicata in chiave avanguardistica alla polisemia dei linguaggi segna per Gregotti l’importante momento di passaggio verso la ricerca di nuovi territori per l’architettura. L’uscita del volume Il territorio dell’architettura sancirà, in questo momento, lo spostamento dell’autore verso riflessioni che riguardano il territorio e l’architettura su scala geografica. In qualche modo, tutti i progetti degli anni successivi saranno informati dal tentativo di individuare “una strategia del discontinuo e del circuito (…) fondando sulla diversificazione” (Gregotti in Casabella, n° 421, pp.60) e al contempo dalla volontà di definire una dialettica, tra introversione ed estroversione, come relazione contestuale. I progetti siciliani, che coincidono anche con l’inizio della collaborazione con Franco Purini, segnano il principio di questo nuovo corso. Dal troppo costruito, come risposta alla minaccia del paesaggio, dello Zen a Palermo partono, infatti, una serie di proposte dedicate alla forma del territorio che raggiungeranno momenti di sconcertante bellezza nell’atto fondativo del progetto per la nuova Università di Firenze e nelle riflessioni sui modelli insediativi, legati alla particolarità dei luoghi, per quella della Calabria. Come testimoniano le pagine dell’ultimo volume di Gregotti pubblicato da Laterza, L’architettura del realismo critico, in questi ultimi anni le occasioni progettuali sono state calibrate sui fondamenti insediativi propedeutici all’ampliamento delle città. Dopo quasi mezzo secolo speso da questo viandante dell’architettura ad inseguire i problemi inerenti il disegno della città e le ricadute che questo inevitabilmente comporta sul linguaggio, paradossalmente, l’ultima riflessione in ordine temporale sul come progettare una città “italiana” è offerto da Gregotti nel contesto territoriale di Shangai. In questo senso, il progetto della nuova città di Pujiang, come tutti i più recenti progetti di Gregotti Associati cercano di stimolare una serie di riflessioni generali nei confronti delle aree urbane attraverso il riconoscimento delle condizioni locali quali materiali fondamentali dell’architettura. (A. Labalestra)
FONDO FRANCESCO MOSCHINI ARCHIVIO A.A.M. ARCHITETTURA ARTE MODERNA PER LE ARTI, LE SCIENZE E L’ARCHITETTURA
14
maggio 2004
Vittorio Gregotti – L’architettura del realismo critico
14 maggio 2004
architettura
incontro - conferenza
incontro - conferenza
Location
POLITECNICO DI BARI – FACOLTÀ DI ARCHITETTURA
Bari, Via Edoardo Orabona, 4, (Bari)
Bari, Via Edoardo Orabona, 4, (Bari)
Vernissage
14 Maggio 2004, ore 11.30