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Vittorio Zecchin: i vetri trasparenti per Cappellin e Venini
In mostra una raffinatissima produzione di 250 opere monocrome in vetro soffiato, realizzate quando il pittore era direttore artistico per la V.S.M. Cappellin Venini & C. (1921-25), prima, e per la M.V.M. Cappellin & C poi (1925-26)
Comunicato stampa
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Sarà dedicata a Vittorio Zecchin, artista che negli anni Venti reinterpretò la classicità per rilanciare e modernizzare Murano, l’esposizione autunnale de LE STANZE DEL VETRO
In mostra una raffinatissima produzione di 250 opere monocrome in vetro soffiato, realizzate quando il pittore era direttore artistico per la V.S.M. Cappellin Venini & C. (1921-25), prima, e per la M.V.M. Cappellin & C poi (1925-26)
Artista e pittore muranese, figlio di un tecnico vetraio, Vittorio Zecchin (1878-1947) è stato un grande protagonista del vetro del Novecento, che ha contribuito in modo determinante a modernizzare negli anni Venti, proponendo sul mercato - con l’appoggio di due imprenditori illuminati come Giacomo Cappellin e Paolo Venini - soffiati monocromi con forme di grande eleganza che reinterpretavano la classicità, spesso ispirate alla vetraria del Cinquecento o ai vetri sulle tele di pittori veneziani del XVI secolo. Vittorio Zecchin: i vetri trasparenti per Cappellin e Venini, a cura di Marino Barovier, è la mostra autunnale de LE STANZE DEL VETRO dedicata all’artista, aperta al pubblico sull’Isola di San Giorgio Maggiore dall'11 settembre 2017 al 7 gennaio 2018.
La mostra, presentando circa 250 vetri eterei soffiati, vuole porre l’accento su quella raffinatissima produzione che segnò una svolta decisiva nel panorama muranese del XX secolo, contribuendo in misura rilevante alla rinascita di questo settore che, salvo rare eccezioni, era fermo sulla sterile ripetizione di modelli ormai sorpassati. In particolare Vittorio Zecchin: i vetri trasparenti per Cappellin e Venini, documenta la produzione di Zecchin a partire dal 1921, quando venne chiamato, in qualità di direttore artistico, alla V.S.M. Cappellin Venini & C., vetreria fondata quell’anno dall’antiquario veneziano Giacomo Cappellin e dal neoavvocato milanese Paolo Venini, con l’intento di realizzare una nuova produzione rivolta a una clientela alto borghese.
Si potranno ammirare coppe e vasi di grande rigore, a volte dotati di basi piatte, talvolta segnati da pieghe o strozzature sul corpo o sul collo. Tra i vetri dalle linee classiche si distingue il celebre vaso detto ‘Veronese’, che trae origine da un modello presente nella grande tela cinquecentesca de L’annunciazione, dipinta dall’omonimo pittore e conservata alle Gallerie dell’Accademia a Venezia. Il riferimento alla pittura e ai manufatti di quel periodo si potranno apprezzare anche nella piccola rassegna di servizi da tavola, che sembrano tratti dalle mense di Tintoretto e che documentano a titolo esemplificativo le numerose realizzazioni della vetreria in questo ambito. Allo stesso modo, la produzione di carattere più utilitaristico verrà documentata da una piccola selezione di compostiere, per la maggior parte impreziosite sul coperchio da delicati frutti d’ispirazione settecentesca.
I manufatti della Cappellin Venini, si distinsero subito rispetto alle coeve realizzazioni muranesi, connotate da eccessivi virtuosismi, sia per le proporzioni classiche e le linee di notevole essenzialità, sia per le notevoli cromie in prevalenza dai toni delicati, ma anche dalle tonalità intense e brillanti giocate nei toni del giallo, del verde, del blu e dell’ametista.
Il lavoro di Zecchin, avviato in sinergia con i due soci Cappellin e Venini, rispondeva appieno al nuovo gusto che andava affermandosi, come dimostrò il notevole consenso che la vetreria riscosse fin dal suo esordio, sia in ambito nazionale che internazionale, anche grazie alla sua partecipazione alle esposizioni di arte decorativa, tra cui la I Biennale di Monza nel 1923 e la celebre Exposition Internationale des Arts Décoratifs di Parigi del 1925. Quest’ultima vide però la conclusione del sodalizio tra Cappellin e Venini, che proseguirono la loro attività ognuno per conto proprio: il primo con la M.V.M. Cappellin & C. e il secondo con la V.S.M. Venini & C., dove il ruolo di Zecchin passò allo scultore Napoleone Martinuzzi.
Vittorio Zecchin rinnovò la collaborazione con Giacomo Cappellin e operò come direttore artistico della nuova fornace, dove rimase fino all’ottobre 1926, continuando a progettare nuovi modelli caratterizzati da un sobrio classicismo e da una signorile essenzialità.
Entrambe le ditte continuarono a realizzare i modelli della Cappellin Venini che, da quel momento, furono contrassegnati da una firma ad acido con il nome dell’azienda produttrice.
In occasione della mostra Vittorio Zecchin: i vetri trasparenti per Cappellin e Venini, verrà pubblicato un catalogo, edito da Skira per LE STANZE DEL VETRO, curato da Marino Barovier e Carla Sonego.
L’inaugurazione di Vittorio Zecchin: i vetri trasparenti per Cappellin e Venini sarà l’evento di apertura della prima edizione di The Venice Glass Week, il primo festival internazionale dedicato all’arte vetraria, con particolare riguardo a quella muranese, che si terrà a Venezia dal 10 al 17 settembre 2017. L’iniziativa è promossa dal Comune di Venezia e ideata da tre fra le principali istituzioni culturali veneziane che da anni lavorano sul tema - Fondazione Musei Civici di Venezia, Fondazione Giorgio Cini, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti - e dalla più importante realtà associativa di settore, il Consorzio Promovetro Murano, gestore del marchio della Regione del Veneto Vetro Artistico® Murano. Sono più di 100 le realtà, per un totale di oltre 140 eventi tra mostre, convegni, seminari, attività didattiche e fornaci aperte, che parteciperanno a The Venice Glass Week (www.theveniceglassweek.com).
In mostra una raffinatissima produzione di 250 opere monocrome in vetro soffiato, realizzate quando il pittore era direttore artistico per la V.S.M. Cappellin Venini & C. (1921-25), prima, e per la M.V.M. Cappellin & C poi (1925-26)
Artista e pittore muranese, figlio di un tecnico vetraio, Vittorio Zecchin (1878-1947) è stato un grande protagonista del vetro del Novecento, che ha contribuito in modo determinante a modernizzare negli anni Venti, proponendo sul mercato - con l’appoggio di due imprenditori illuminati come Giacomo Cappellin e Paolo Venini - soffiati monocromi con forme di grande eleganza che reinterpretavano la classicità, spesso ispirate alla vetraria del Cinquecento o ai vetri sulle tele di pittori veneziani del XVI secolo. Vittorio Zecchin: i vetri trasparenti per Cappellin e Venini, a cura di Marino Barovier, è la mostra autunnale de LE STANZE DEL VETRO dedicata all’artista, aperta al pubblico sull’Isola di San Giorgio Maggiore dall'11 settembre 2017 al 7 gennaio 2018.
La mostra, presentando circa 250 vetri eterei soffiati, vuole porre l’accento su quella raffinatissima produzione che segnò una svolta decisiva nel panorama muranese del XX secolo, contribuendo in misura rilevante alla rinascita di questo settore che, salvo rare eccezioni, era fermo sulla sterile ripetizione di modelli ormai sorpassati. In particolare Vittorio Zecchin: i vetri trasparenti per Cappellin e Venini, documenta la produzione di Zecchin a partire dal 1921, quando venne chiamato, in qualità di direttore artistico, alla V.S.M. Cappellin Venini & C., vetreria fondata quell’anno dall’antiquario veneziano Giacomo Cappellin e dal neoavvocato milanese Paolo Venini, con l’intento di realizzare una nuova produzione rivolta a una clientela alto borghese.
Si potranno ammirare coppe e vasi di grande rigore, a volte dotati di basi piatte, talvolta segnati da pieghe o strozzature sul corpo o sul collo. Tra i vetri dalle linee classiche si distingue il celebre vaso detto ‘Veronese’, che trae origine da un modello presente nella grande tela cinquecentesca de L’annunciazione, dipinta dall’omonimo pittore e conservata alle Gallerie dell’Accademia a Venezia. Il riferimento alla pittura e ai manufatti di quel periodo si potranno apprezzare anche nella piccola rassegna di servizi da tavola, che sembrano tratti dalle mense di Tintoretto e che documentano a titolo esemplificativo le numerose realizzazioni della vetreria in questo ambito. Allo stesso modo, la produzione di carattere più utilitaristico verrà documentata da una piccola selezione di compostiere, per la maggior parte impreziosite sul coperchio da delicati frutti d’ispirazione settecentesca.
I manufatti della Cappellin Venini, si distinsero subito rispetto alle coeve realizzazioni muranesi, connotate da eccessivi virtuosismi, sia per le proporzioni classiche e le linee di notevole essenzialità, sia per le notevoli cromie in prevalenza dai toni delicati, ma anche dalle tonalità intense e brillanti giocate nei toni del giallo, del verde, del blu e dell’ametista.
Il lavoro di Zecchin, avviato in sinergia con i due soci Cappellin e Venini, rispondeva appieno al nuovo gusto che andava affermandosi, come dimostrò il notevole consenso che la vetreria riscosse fin dal suo esordio, sia in ambito nazionale che internazionale, anche grazie alla sua partecipazione alle esposizioni di arte decorativa, tra cui la I Biennale di Monza nel 1923 e la celebre Exposition Internationale des Arts Décoratifs di Parigi del 1925. Quest’ultima vide però la conclusione del sodalizio tra Cappellin e Venini, che proseguirono la loro attività ognuno per conto proprio: il primo con la M.V.M. Cappellin & C. e il secondo con la V.S.M. Venini & C., dove il ruolo di Zecchin passò allo scultore Napoleone Martinuzzi.
Vittorio Zecchin rinnovò la collaborazione con Giacomo Cappellin e operò come direttore artistico della nuova fornace, dove rimase fino all’ottobre 1926, continuando a progettare nuovi modelli caratterizzati da un sobrio classicismo e da una signorile essenzialità.
Entrambe le ditte continuarono a realizzare i modelli della Cappellin Venini che, da quel momento, furono contrassegnati da una firma ad acido con il nome dell’azienda produttrice.
In occasione della mostra Vittorio Zecchin: i vetri trasparenti per Cappellin e Venini, verrà pubblicato un catalogo, edito da Skira per LE STANZE DEL VETRO, curato da Marino Barovier e Carla Sonego.
L’inaugurazione di Vittorio Zecchin: i vetri trasparenti per Cappellin e Venini sarà l’evento di apertura della prima edizione di The Venice Glass Week, il primo festival internazionale dedicato all’arte vetraria, con particolare riguardo a quella muranese, che si terrà a Venezia dal 10 al 17 settembre 2017. L’iniziativa è promossa dal Comune di Venezia e ideata da tre fra le principali istituzioni culturali veneziane che da anni lavorano sul tema - Fondazione Musei Civici di Venezia, Fondazione Giorgio Cini, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti - e dalla più importante realtà associativa di settore, il Consorzio Promovetro Murano, gestore del marchio della Regione del Veneto Vetro Artistico® Murano. Sono più di 100 le realtà, per un totale di oltre 140 eventi tra mostre, convegni, seminari, attività didattiche e fornaci aperte, che parteciperanno a The Venice Glass Week (www.theveniceglassweek.com).
08
settembre 2017
Vittorio Zecchin: i vetri trasparenti per Cappellin e Venini
Dall'otto settembre 2017 al 07 gennaio 2018
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE GIORGIO CINI
Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore, (Venezia)
Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore, (Venezia)
Orario di apertura
10 – 19, chiuso il mercoledì
Vernissage
8 Settembre 2017, su invito
Sito web
www.lestanzedelvetro.org
Editore
SKIRA
Autore
Curatore