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Vladimir Makuc
uno sguardo retrospettivo sui quadri, le opere grafiche e plastiche di un artista che, giunto oggi sulla soglia degli ottant’anni, è considerato una personalità di rilievo internazionale per la straordinaria originalità dei suoi esiti e la maturità del linguaggio cui è giunto nel tempo
Comunicato stampa
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Il 4 maggio 2007 alle ore 18.00, la Galleria A+A - Centro Espositivo Pubblico Sloveno di Venezia - inaugurerà la mostra dello sloveno Vladimir Makuc: uno sguardo retrospettivo sui quadri, le opere grafiche e plastiche di un artista che, giunto oggi sulla soglia degli ottant'anni, è considerato una personalità di rilievo internazionale per la straordinaria originalità dei suoi esiti e la maturità del linguaggio cui è giunto nel tempo.
La peculiare personalità artistica di Vladimir Makuc è venuta formandosi gradualmente dai suoi esordi nel campo dell'incisione, per passare poi alla sperimentazione di altri media come l'arazzo e la pittura dalla cui matericità scaturisce dagli anni '80 la costruzione di oggetti tridimensionali. Nel contatto con la natia terra slovena e con il suo carattere rurale, rinviene una fonte di ispirazione perfettamente compatibile con il suo linguaggio di impronta modernista, ritrovando nell'arcaico, nello spontaneo e nel primitivo le premesse di un'arte emancipata dai vincoli delle norme e delle ideologie.
L'ispirazione primitivista fatalmente coincide con la sua predilizione per la xilografia, in cui la matrice è solcata e graffiata nella preparazione per la stampa. L'incisione è il campo principale dove rappresenta la propria vena poetica. Makuc costruisce il suo universo partendo dal ricorso alla linea. La traccia del segno grafico forma una costruzione meditata in cui la ricerca di un ordine si rivela contemporaneamente un'ossessione e l' antidoto allo scorrere del tempo. Egli tende alla composizione di un paesaggio perduto che acquista, anche su fogli di piccole dimensioni, un inaspettato monumentalismo.
Il lungo periodo della dedizione totale alla grafica viene gradualmente esaurendosi agli inizi degli anni ottanta - gli anni del postmoderno e della riscossa della pittura - quando , di fatti, si cimenta con le prime prove pittoriche. I quadri tridimensionali e gli oggetti di questo periodo appaiono come un'estensione organica delle pulsioni spaziali che in precedenza aveva cominciato a esplorare con la grafica a rilievo. La fedeltà alle figure che ne avevano accompagnato l'impegno nell'arte dell'incisione, le modalità sintattiche e compositive e, non da ultimo, il rilievo della superficie pittorica, costituiscono altrettanti nessi fra il mondo dell'incisione e quello della pittura.
I motivi conduttori dell'iconografia makuciana si addensano attorno alle figure di volatili, di buoi, di caproni, attorno a effigi femminili erette o sedute e all'autoritratto. A simbolo centrale elegge un soggetto animale, l'uccello, essendo l'ambito semantico della figura umana più limitato e per così dire confinato entro il proprio ambito esistenziale. Tramite l'animale, invece, poiché trascende, attinge più agevolmente alla sfera simbolica.
L'elemento materico e la combinazione di elementi eterogenei rendono l'artista simile ad un collezionista che compone e riassembla i frammenti in un insieme inedito e - come mosso da una brama di sintesi - si muove in direzione di un ordine che non trova più nelle leggi di natura. Sotto il profilo della padronanza delle abilità manuali ed artigianali, la sua opera appare magistrale, richiamando alla memoria il provetto artigiano. La sua arte può esesre considerata come quella del saggio che rimane volutamente bambino, producendo sull'osservatore un immediato effetto disarmante con la propria intenzionale ingenuità.
Breve biografia
Nato nel 1925 a Solkan (Salcano, Slovenia), dopo il diploma di pittura all'accademia di Lubiana e la specializzazione in Restauro si dedica soprattutto alla xilografia, tecnica atta alla sperimentazione di metodiche di stampa inedite e personalizzate. Tra il '55 e il '57 si cimenta anche nella grafica libraria curando l'edizione slovena del Vecchio ed il Mare di Hemingway e consegue nel '59 il primo premio alla Biennale Mediterranea di Arti Grafiche di Alessandria. Nel '65 è scelto in qualità di incisore con altri cinque artisti a rappresentare la Jugoslavia alla XXXIII Biennale di Venezia. Negli anni '60 e '70 allestisce numerose mostre personali d'incisione ed è spesso ospite di sale espositive italiane. Nell 1979 è insignito del prestigioso premio Preseren. Dagli anni '80 si cimenta con la pittura. La sua opera è stata oggetto di diverse importanti retrospettive, viene premiato nel '97 dalla giuria internazionale della 22a Biennale di incisione di Lubiana. L'artista vive e opera a Lubiana sin dagli esordi dei suoi studi artistici.
La peculiare personalità artistica di Vladimir Makuc è venuta formandosi gradualmente dai suoi esordi nel campo dell'incisione, per passare poi alla sperimentazione di altri media come l'arazzo e la pittura dalla cui matericità scaturisce dagli anni '80 la costruzione di oggetti tridimensionali. Nel contatto con la natia terra slovena e con il suo carattere rurale, rinviene una fonte di ispirazione perfettamente compatibile con il suo linguaggio di impronta modernista, ritrovando nell'arcaico, nello spontaneo e nel primitivo le premesse di un'arte emancipata dai vincoli delle norme e delle ideologie.
L'ispirazione primitivista fatalmente coincide con la sua predilizione per la xilografia, in cui la matrice è solcata e graffiata nella preparazione per la stampa. L'incisione è il campo principale dove rappresenta la propria vena poetica. Makuc costruisce il suo universo partendo dal ricorso alla linea. La traccia del segno grafico forma una costruzione meditata in cui la ricerca di un ordine si rivela contemporaneamente un'ossessione e l' antidoto allo scorrere del tempo. Egli tende alla composizione di un paesaggio perduto che acquista, anche su fogli di piccole dimensioni, un inaspettato monumentalismo.
Il lungo periodo della dedizione totale alla grafica viene gradualmente esaurendosi agli inizi degli anni ottanta - gli anni del postmoderno e della riscossa della pittura - quando , di fatti, si cimenta con le prime prove pittoriche. I quadri tridimensionali e gli oggetti di questo periodo appaiono come un'estensione organica delle pulsioni spaziali che in precedenza aveva cominciato a esplorare con la grafica a rilievo. La fedeltà alle figure che ne avevano accompagnato l'impegno nell'arte dell'incisione, le modalità sintattiche e compositive e, non da ultimo, il rilievo della superficie pittorica, costituiscono altrettanti nessi fra il mondo dell'incisione e quello della pittura.
I motivi conduttori dell'iconografia makuciana si addensano attorno alle figure di volatili, di buoi, di caproni, attorno a effigi femminili erette o sedute e all'autoritratto. A simbolo centrale elegge un soggetto animale, l'uccello, essendo l'ambito semantico della figura umana più limitato e per così dire confinato entro il proprio ambito esistenziale. Tramite l'animale, invece, poiché trascende, attinge più agevolmente alla sfera simbolica.
L'elemento materico e la combinazione di elementi eterogenei rendono l'artista simile ad un collezionista che compone e riassembla i frammenti in un insieme inedito e - come mosso da una brama di sintesi - si muove in direzione di un ordine che non trova più nelle leggi di natura. Sotto il profilo della padronanza delle abilità manuali ed artigianali, la sua opera appare magistrale, richiamando alla memoria il provetto artigiano. La sua arte può esesre considerata come quella del saggio che rimane volutamente bambino, producendo sull'osservatore un immediato effetto disarmante con la propria intenzionale ingenuità.
Breve biografia
Nato nel 1925 a Solkan (Salcano, Slovenia), dopo il diploma di pittura all'accademia di Lubiana e la specializzazione in Restauro si dedica soprattutto alla xilografia, tecnica atta alla sperimentazione di metodiche di stampa inedite e personalizzate. Tra il '55 e il '57 si cimenta anche nella grafica libraria curando l'edizione slovena del Vecchio ed il Mare di Hemingway e consegue nel '59 il primo premio alla Biennale Mediterranea di Arti Grafiche di Alessandria. Nel '65 è scelto in qualità di incisore con altri cinque artisti a rappresentare la Jugoslavia alla XXXIII Biennale di Venezia. Negli anni '60 e '70 allestisce numerose mostre personali d'incisione ed è spesso ospite di sale espositive italiane. Nell 1979 è insignito del prestigioso premio Preseren. Dagli anni '80 si cimenta con la pittura. La sua opera è stata oggetto di diverse importanti retrospettive, viene premiato nel '97 dalla giuria internazionale della 22a Biennale di incisione di Lubiana. L'artista vive e opera a Lubiana sin dagli esordi dei suoi studi artistici.
04
maggio 2007
Vladimir Makuc
Dal 04 al 31 maggio 2007
arte contemporanea
Location
A PLUS A GALLERY
Venezia, Calle Malipiero (San Marco), 3073, (Venezia)
Venezia, Calle Malipiero (San Marco), 3073, (Venezia)
Orario di apertura
dal martedi al sabato h. 11.00/14.00 - 15.00/18.00
Vernissage
4 Maggio 2007, ore 18
Autore