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Volperosso nel cosmo
La storia inizia nel Sole. Un quanto di luce, fotone, nasce staccandosi dalle criniere del Sole e cade in, condizioni molto particolari, sulla terra dove si riunisce con il suo quanto gemello spin, raggiungendo esattamente la pelliccia di Volperosso che vive
Comunicato stampa
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Comunicato Stampa
Volperosso nel cosmo
La storia inizia nel Sole. Un quanto di luce, fotone, nasce staccandosi dalle criniere del Sole e cade in, condizioni molto particolari, sulla terra dove si riunisce con il suo quanto gemello spin, raggiungendo esattamente la pelliccia di Volperosso che vive ai margini di un deserto. Con questo “urto”, Volperosso perde la sua oscurità, il suo labirinto senza porte, la sua domanda senza risposta, cioè la sua ombra. Si ritrova così nel deserto dove incontra un saggio serpente.
Il serpente induce Volperosso a mettere in discussione la realtà.
I quanti scompaiono all’improvviso, le loro strade si separano dal serpente e Volperosso si ritira in se stesso nel deserto. Nei suoi pensieri esplora i concetti di: limite e comunicazione.
Successivamente si stabilisce in una grotta sulle montagne e inizia a costruire ciotole di legno. Lì, viene raggiunto inizialmente dal drago, che è la forma trasformata del serpente, e poi dai quanti. Insieme, riflettono sui viaggi nel tempo e su come le circostanze modellano la percezione. Mentre intaglia la ciotola, Volperosso comincia a viaggiare nello spazio e nel tempo. Durante questi viaggi, incontra una balena. Con il desiderio di comprendere l’altrui estraneità e di acquisire una nuova prospettiva e con l’incoraggiamento della balena, Volperosso si apre ad apprendere le leggi dei quanti, cioè del microcosmo. Così, trova il coraggio di viaggiare nello spazio.
In questo modo, Volperosso, sposta la sua ricerca dal deserto al macrocosmo: incontra mondi completamente diversi e di fronte alla forza trasformativa dell’arte, alla perfezione, alla paura e agli opposti, si sente impotente e si trova faccia a faccia con la sua stessa immagine, che attrae Volperosso come un buco nero, pur essendogli estranea. Volperosso forza la sua volontà di fronte alla sua (falsa) immagine -ingannatrice- e si chiude nel proprio guscio. Come un seme, inizia a cadere verso la Terra, attaccandosi alla Luna.
Mentre scende, aggrappato alla Luna, un nuovo mondo comincia a germogliare dentro lui. Il suo “guscio” si incrina, improvvisamente, si imbatte nel suo smarrito labirinto che i quanti hanno sottratto allo spazio, lo riconosce e si ferma. Scopre la vita contenuta nel labirinto. Si rende conto della responsabilità di ciò che ha trascurato fino a quel momento, ma incolpa i quanti.
Saluta il vecchio labirinto e lo abbandona, perché dentro di sé ne sta già nascendo uno nuovo. Rompe il guscio e decide di scendere con i suoi piedi sulla Terra, inizia il viaggio attraverso la Via Lattea, accompagnato dai suoi fedeli compagni, portando con sé il trofeo della sciarpa blu intorno al collo e la scacchiera in mano. Inaspettatamente la scacchiera si apre…
Il racconto, che unisce la metafisica quantistica con il mondo fantastico, è modellato da immagini che derivano dalla domanda su quanto possa appartenerci qualcosa che non conosciamo, dal potere trasformativo dell’arte, dalle qualità del reale e del falso, dal viaggio verso l’ignoto, dalla percezione del tempo e dello spazio, dall’amicizia, dalla solitudine, dal giudizio, dal concetto di appartenenza, dalla forza dei ricordi, dal significato della comunicazione nell’universo, dalla scoperta di sé nell’ignoto e dal fascino dell’oscurità. Il racconto parla anche della formazione e della trasformazione di un archetipo. Alla fine del suo viaggio di ricerca, che va dallo Terra allo spazio, sfidando il vasto abisso tra macrocosmo e microcosmo, Volperosso raggiunge una nuova comprensione dell’universo.
La storia si conclude con l’eroe che, trovando lo straniero più familiare nel cuore dell’ignoto, riesce a mantenere l’attaccamento alla vita.
Kozmosda Kızılt
Volperosso nel cosmo
La storia inizia nel Sole. Un quanto di luce, fotone, nasce staccandosi dalle criniere del Sole e cade in, condizioni molto particolari, sulla terra dove si riunisce con il suo quanto gemello spin, raggiungendo esattamente la pelliccia di Volperosso che vive ai margini di un deserto. Con questo “urto”, Volperosso perde la sua oscurità, il suo labirinto senza porte, la sua domanda senza risposta, cioè la sua ombra. Si ritrova così nel deserto dove incontra un saggio serpente.
Il serpente induce Volperosso a mettere in discussione la realtà.
I quanti scompaiono all’improvviso, le loro strade si separano dal serpente e Volperosso si ritira in se stesso nel deserto. Nei suoi pensieri esplora i concetti di: limite e comunicazione.
Successivamente si stabilisce in una grotta sulle montagne e inizia a costruire ciotole di legno. Lì, viene raggiunto inizialmente dal drago, che è la forma trasformata del serpente, e poi dai quanti. Insieme, riflettono sui viaggi nel tempo e su come le circostanze modellano la percezione. Mentre intaglia la ciotola, Volperosso comincia a viaggiare nello spazio e nel tempo. Durante questi viaggi, incontra una balena. Con il desiderio di comprendere l’altrui estraneità e di acquisire una nuova prospettiva e con l’incoraggiamento della balena, Volperosso si apre ad apprendere le leggi dei quanti, cioè del microcosmo. Così, trova il coraggio di viaggiare nello spazio.
In questo modo, Volperosso, sposta la sua ricerca dal deserto al macrocosmo: incontra mondi completamente diversi e di fronte alla forza trasformativa dell’arte, alla perfezione, alla paura e agli opposti, si sente impotente e si trova faccia a faccia con la sua stessa immagine, che attrae Volperosso come un buco nero, pur essendogli estranea. Volperosso forza la sua volontà di fronte alla sua (falsa) immagine -ingannatrice- e si chiude nel proprio guscio. Come un seme, inizia a cadere verso la Terra, attaccandosi alla Luna.
Mentre scende, aggrappato alla Luna, un nuovo mondo comincia a germogliare dentro lui. Il suo “guscio” si incrina, improvvisamente, si imbatte nel suo smarrito labirinto che i quanti hanno sottratto allo spazio, lo riconosce e si ferma. Scopre la vita contenuta nel labirinto. Si rende conto della responsabilità di ciò che ha trascurato fino a quel momento, ma incolpa i quanti.
Saluta il vecchio labirinto e lo abbandona, perché dentro di sé ne sta già nascendo uno nuovo. Rompe il guscio e decide di scendere con i suoi piedi sulla Terra, inizia il viaggio attraverso la Via Lattea, accompagnato dai suoi fedeli compagni, portando con sé il trofeo della sciarpa blu intorno al collo e la scacchiera in mano. Inaspettatamente la scacchiera si apre…
Il racconto, che unisce la metafisica quantistica con il mondo fantastico, è modellato da immagini che derivano dalla domanda su quanto possa appartenerci qualcosa che non conosciamo, dal potere trasformativo dell’arte, dalle qualità del reale e del falso, dal viaggio verso l’ignoto, dalla percezione del tempo e dello spazio, dall’amicizia, dalla solitudine, dal giudizio, dal concetto di appartenenza, dalla forza dei ricordi, dal significato della comunicazione nell’universo, dalla scoperta di sé nell’ignoto e dal fascino dell’oscurità. Il racconto parla anche della formazione e della trasformazione di un archetipo. Alla fine del suo viaggio di ricerca, che va dallo Terra allo spazio, sfidando il vasto abisso tra macrocosmo e microcosmo, Volperosso raggiunge una nuova comprensione dell’universo.
La storia si conclude con l’eroe che, trovando lo straniero più familiare nel cuore dell’ignoto, riesce a mantenere l’attaccamento alla vita.
Kozmosda Kızılt
26
novembre 2024
Volperosso nel cosmo
Dal 26 al 29 novembre 2024
arte contemporanea
Location
Pocket Art Studio
Roma, Via della Reginella, 11, (RM)
Roma, Via della Reginella, 11, (RM)
Orario di apertura
Da martedì a sabato 11-13 e 16-19
Vernissage
26 Novembre 2024, 17,00
Sito web
Autore
Curatore