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Voluttà che volli
In occasione del Genova Pride 2009 sei artisti si misurano sul tema dell’Eros con pitture, sculture e fotografie.
Comunicato stampa
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Il tema conduttore della mostra è l’erotismo, inteso in senso libero, senza preconcetti, svincolato dalle distinzioni di genere e gusto sessuale. Etero, gay, lesbo, trans sono etichette limitanti, che non fanno parte di un amore fisico e mentale che vuole recuperare la sua essenza, anche etimologica, di sentimento tout court. Eros ritorna come protagonista di una umana necessità, di un impulso al contatto che trova in ogni individuo declinazioni differenti.
Il Cancello continua il suo percorso in una logica di trasversalità, volta alla creazione di una sinergia che intende superare la normale attività, spesso miseramente mediocre, della galleria, fatta di mostre e “pezzi” in vendita, alla costante ricerca di nuovi stimoli, nuovi partner con cui instaurare un dialogo artistico e umano.
Sei artisti affrontano il tema dell’Eros, ognuno dando libera espressione alle proprie suggestioni, paure, illusioni.
Leonardo Denoda, pittore uruguayano, propone due dipinti: ne "Il sogno di Freud, o Edipo e Giocasta", lo spettro dell’incesto ha la forma di un serpente che avvolge e viola un busto di donna; nel secondo, "Eros e Thanatos, o Paolo e Francesca", due mani si incontrano in un destino di amore e di morte.
Gon Brego, artista albanese che vive ad Atene, partecipa all’esposizione con due opere, due nudi da cui traspare un erotismo raffinato e sensuale, in una cornice surrealista intrisa di dolcezza.
A sfondo più esplicitamente pornografico sono invece i lavori di Giorgio Fracassi, pittore genovese, che ripropone sulla tela immagini fotografiche di un erotismo esplicito, senza filtri.
Nell’idea di Eros del toscano Antonio Bobò ritorna costantemente l’immagine della sirena come musa ispiratrice, raffigurata in uno stile sintetico e asciutto.
La scultura partecipa alla mostra con due lavori del toscano Emiliano Moretti. Il marmo di Carrara, plasmato in “Morfologie”, acquisisce un’apparente morbidezza che, in forme falliche più o meno inconsce, invita lo spettatore ad un rapporto tattile.
Ad ultimare la rassegna di opere votate all’Eros, due introvabili polaroid di Mario Schifano che appartengono della rarissima serie erotica: due scatti a contenuto pornografico sui quali l’artista ha operato con cancellazioni.
Parte integrante della mostra è la re-lecture joué "Voluttà che volli" di Jacopo Sabar Giacchino: un’operazione di recupero di un’antichità che Kavafis, poeta alessandrino del primo Novecento, ha fatto sua. Una poesia nel suo svolgersi, non parole lasciate cadere nelle pagine di un libro, ma il risveglio di sonorità antiche, di soavità dimenticate. Versi musicati che riecheggiano l’eterno, da cui traspare una delicatezza omosessuale, un sesso senza colpa che non è maschile o femminile, che ha la purezza di un fiore.
Il Cancello continua il suo percorso in una logica di trasversalità, volta alla creazione di una sinergia che intende superare la normale attività, spesso miseramente mediocre, della galleria, fatta di mostre e “pezzi” in vendita, alla costante ricerca di nuovi stimoli, nuovi partner con cui instaurare un dialogo artistico e umano.
Sei artisti affrontano il tema dell’Eros, ognuno dando libera espressione alle proprie suggestioni, paure, illusioni.
Leonardo Denoda, pittore uruguayano, propone due dipinti: ne "Il sogno di Freud, o Edipo e Giocasta", lo spettro dell’incesto ha la forma di un serpente che avvolge e viola un busto di donna; nel secondo, "Eros e Thanatos, o Paolo e Francesca", due mani si incontrano in un destino di amore e di morte.
Gon Brego, artista albanese che vive ad Atene, partecipa all’esposizione con due opere, due nudi da cui traspare un erotismo raffinato e sensuale, in una cornice surrealista intrisa di dolcezza.
A sfondo più esplicitamente pornografico sono invece i lavori di Giorgio Fracassi, pittore genovese, che ripropone sulla tela immagini fotografiche di un erotismo esplicito, senza filtri.
Nell’idea di Eros del toscano Antonio Bobò ritorna costantemente l’immagine della sirena come musa ispiratrice, raffigurata in uno stile sintetico e asciutto.
La scultura partecipa alla mostra con due lavori del toscano Emiliano Moretti. Il marmo di Carrara, plasmato in “Morfologie”, acquisisce un’apparente morbidezza che, in forme falliche più o meno inconsce, invita lo spettatore ad un rapporto tattile.
Ad ultimare la rassegna di opere votate all’Eros, due introvabili polaroid di Mario Schifano che appartengono della rarissima serie erotica: due scatti a contenuto pornografico sui quali l’artista ha operato con cancellazioni.
Parte integrante della mostra è la re-lecture joué "Voluttà che volli" di Jacopo Sabar Giacchino: un’operazione di recupero di un’antichità che Kavafis, poeta alessandrino del primo Novecento, ha fatto sua. Una poesia nel suo svolgersi, non parole lasciate cadere nelle pagine di un libro, ma il risveglio di sonorità antiche, di soavità dimenticate. Versi musicati che riecheggiano l’eterno, da cui traspare una delicatezza omosessuale, un sesso senza colpa che non è maschile o femminile, che ha la purezza di un fiore.
12
giugno 2009
Voluttà che volli
Dal 12 al 27 giugno 2009
arte contemporanea
Location
GALLERIA IL CANCELLO
Genova, Vico Falamonica, 6r, (Genova)
Genova, Vico Falamonica, 6r, (Genova)
Orario di apertura
da lunedì a sabato ore 10-19
Vernissage
12 Giugno 2009, ore 18
Autore
Curatore