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Walter Angelici – Carte del cielo e della terra
L’artista anconetano incontra e ‘traduce’ alcuni temi da l’Ecclesiaste attraverso una sequenza grafica di grande suggestione esponendo nelle sale del Museo della Città una quarantina di ‘carte intelaiate’, monotipi dalla grafia scabra e dalla densità profonda e ombrosa cercando -come scrive Roberto Cresti nel catalogo della mostra- “senza scrupolo di mimesi, la realtà nella pittura”. L’approdo di Angelici all’antico testo scritto in ebraico, la cui redazione avvenne nel IV o III secolo a.C. ad opera di un autore ignoto che scrive per bocca del Re Salomone, è avvenuto per naturale avvicinamento a soggetti e temi che già erano nel registro espressivo dell’artista.
Comunicato stampa
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Si inaugura domenica 21 ottobre alle ore 17 al Museo della Città di Rimini (via L.Tonini,1) la mostra di Walter Angelici dal titolo Carte del cielo e della terra, presentata da Massimo Pulini, Assessore alla Cultura e da Roberto Cresti, critico e studioso di estetica.
L'artista anconetano incontra e 'traduce' alcuni temi da l'Ecclesiaste attraverso una sequenza grafica di grande suggestione esponendo nelle sale del Museo della Città una quarantina di 'carte intelaiate', monotipi dalla grafia scabra e dalla densità profonda e ombrosa cercando -come scrive Roberto Cresti nel catalogo della mostra- “senza scrupolo di mimesi, la realtà nella pittura”. L'approdo di Angelici all'antico testo scritto in ebraico, la cui redazione avvenne nel IV o III secolo a.C. ad opera di un autore ignoto che scrive per bocca del Re Salomone, è avvenuto per naturale avvicinamento a soggetti e temi che già erano nel registro espressivo dell'artista.
Angelici dà origine ad una sequenza di incisioni dominata da campiture dai toni bruni, innervata da un segno potente e dissacrante, da un immaginario sulfureo, sintesi di sentimenti, umori e meditazioni che ben illustrano l'enigmatico contenuto dell'antico testo.
Un incontro fatale, nel suo cammino di ricerca, quello che Angelici ha con il Qoelet, anticipato e affrontato dalle precedenti serie pittoriche e incise quali Patire in Passione, che lega in termini metaforici il tema della resurrezione con la genesi delle immagini. Atmosfere che parlano dell'effimero dell'esistenza e del senso di caducità divenuti tratto peculiare dell'artista sono presenti anche nelle sue nature morte, nelle serie incise degli alberi e degli animali.
L'Ecclesiaste a cui Angelici si è accostato nella traduzione commentata di Guido Ceronetti, è composto di dodici capitoli contenenti varie meditazioni sapienziali sulla vita. Nel Qoelet viene esposto, in forma dialettica, un contraddittorio tra il bene e il male. La riflessione ruota intorno a due interrogativi, ovvero a cosa serva fare il bene e a cosa serva fare il male. Se la morte è l'unica conclusione della vita, allora tutto sembra vano. È qui che si legge la famosa frase Vanitas vanitatum (vanità delle vanità), significando che tutto non è altro che cosa vana, fatua. E qui che Angelici trova la sua specifica ragione di indagine, nella sfida a rappresentare un'opera letteraria che trae forza dalle dolorose implicazioni dell'esistenza umana, “facendo proprio l'Ecclesiaste, nel suo chiaroscuro. E la tecnica del monotipo che Angelici adotta pare fatta per fissare un ritmo di istanti..” . da queste cadenze, da queste stesure l'artista ci restituisce una meditazione malinconica, ma anche la denuncia sulla precarietà della condizione umana, e dell'ineffabile sfuggevolezza che l'accompagna.
Walter Angelici, nato ad Ancona nel 1964, docente di Discipline pittoriche, attualmente vive e lavora a Milano. Diplomato in Pittura all'Accademia di Belle Arti di Macerata, svolge da anni attività di incisore e pittore, illustrando con tecniche diverse (litografia, acquaforte, xilografia) opere di letteratura antica e moderna. Numerose le sue mostre in Italia e all'estero.
La mostra Carte del cielo e della terra è a cura di Rita Maria Astolfi Oliva
Ingresso libero orario: 8,30-13/16-19 domenica e festivi 10-12,30/ 15-19 Lunedì chiuso / Info: 0541 793851/704414 musei@comune.rimini.it
La mostra e il catalogo sono stati resi possibili grazie alla sensibilità e al contributo di
Valfarma s.a e Palace Hotel Repubblica di S.Marino e di Atalia Tresoldi Ravaioli
START Romagna
L'artista anconetano incontra e 'traduce' alcuni temi da l'Ecclesiaste attraverso una sequenza grafica di grande suggestione esponendo nelle sale del Museo della Città una quarantina di 'carte intelaiate', monotipi dalla grafia scabra e dalla densità profonda e ombrosa cercando -come scrive Roberto Cresti nel catalogo della mostra- “senza scrupolo di mimesi, la realtà nella pittura”. L'approdo di Angelici all'antico testo scritto in ebraico, la cui redazione avvenne nel IV o III secolo a.C. ad opera di un autore ignoto che scrive per bocca del Re Salomone, è avvenuto per naturale avvicinamento a soggetti e temi che già erano nel registro espressivo dell'artista.
Angelici dà origine ad una sequenza di incisioni dominata da campiture dai toni bruni, innervata da un segno potente e dissacrante, da un immaginario sulfureo, sintesi di sentimenti, umori e meditazioni che ben illustrano l'enigmatico contenuto dell'antico testo.
Un incontro fatale, nel suo cammino di ricerca, quello che Angelici ha con il Qoelet, anticipato e affrontato dalle precedenti serie pittoriche e incise quali Patire in Passione, che lega in termini metaforici il tema della resurrezione con la genesi delle immagini. Atmosfere che parlano dell'effimero dell'esistenza e del senso di caducità divenuti tratto peculiare dell'artista sono presenti anche nelle sue nature morte, nelle serie incise degli alberi e degli animali.
L'Ecclesiaste a cui Angelici si è accostato nella traduzione commentata di Guido Ceronetti, è composto di dodici capitoli contenenti varie meditazioni sapienziali sulla vita. Nel Qoelet viene esposto, in forma dialettica, un contraddittorio tra il bene e il male. La riflessione ruota intorno a due interrogativi, ovvero a cosa serva fare il bene e a cosa serva fare il male. Se la morte è l'unica conclusione della vita, allora tutto sembra vano. È qui che si legge la famosa frase Vanitas vanitatum (vanità delle vanità), significando che tutto non è altro che cosa vana, fatua. E qui che Angelici trova la sua specifica ragione di indagine, nella sfida a rappresentare un'opera letteraria che trae forza dalle dolorose implicazioni dell'esistenza umana, “facendo proprio l'Ecclesiaste, nel suo chiaroscuro. E la tecnica del monotipo che Angelici adotta pare fatta per fissare un ritmo di istanti..” . da queste cadenze, da queste stesure l'artista ci restituisce una meditazione malinconica, ma anche la denuncia sulla precarietà della condizione umana, e dell'ineffabile sfuggevolezza che l'accompagna.
Walter Angelici, nato ad Ancona nel 1964, docente di Discipline pittoriche, attualmente vive e lavora a Milano. Diplomato in Pittura all'Accademia di Belle Arti di Macerata, svolge da anni attività di incisore e pittore, illustrando con tecniche diverse (litografia, acquaforte, xilografia) opere di letteratura antica e moderna. Numerose le sue mostre in Italia e all'estero.
La mostra Carte del cielo e della terra è a cura di Rita Maria Astolfi Oliva
Ingresso libero orario: 8,30-13/16-19 domenica e festivi 10-12,30/ 15-19 Lunedì chiuso / Info: 0541 793851/704414 musei@comune.rimini.it
La mostra e il catalogo sono stati resi possibili grazie alla sensibilità e al contributo di
Valfarma s.a e Palace Hotel Repubblica di S.Marino e di Atalia Tresoldi Ravaioli
START Romagna
21
ottobre 2012
Walter Angelici – Carte del cielo e della terra
Dal 21 ottobre al 02 dicembre 2012
arte contemporanea
Location
MUSEO DELLA CITTA’
Rimini, Via Luigi Tonini, 1, (Rimini)
Rimini, Via Luigi Tonini, 1, (Rimini)
Orario di apertura
8,30-13/16-19 domenica e festivi 10-12,30/ 15-19 Lunedì chiuso
Vernissage
21 Ottobre 2012, ore 17 con la presentazione di Massimo Pulini e Roberto Cresti.
Autore
Curatore