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Walter Angelici / Gaetano D’Auria – Il racconto, il silenzio, la pittura
Doppia personale
Comunicato stampa
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La scenografica cornice del Castello Visconteo di Legnano ospiterà dal 24 settembre al 23 ottobre 2016 nelle sale della Pinacoteca una doppia personale con le opere di Walter Angelici e Gaetano D’Auria dal titolo “Il racconto, il silenzio, la pittura” e dal 24 settembre al 9 ottobre 2016 nella Cappella della Chiesetta di San Giorgio la mostra di sculture di Veronica Mazzucchi dal titolo “Per aspera ad astra – attraverso le asperità sino alle stelle”
Le mostre, “Il racconto, il silenzio, la pittura” di Walter Angelici e Gaetano D’Auria “Per aspera ad astra – attraverso le asperità sino alle stelle”di Veronica Mazzucchi, organizzate dall'Assessorato alla Cultura in collaborazione con i tre artisti evidenziano un percorso fra pittura e scultura.
Walter Angelici, insegnante dal 2007 fino al 2011, nelle cattedre di Pittura, Scultura, Illustrazione e Tecniche della Xilografia presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata.
Numerosi cataloghi monografici ne documentano l’attività artistica, rivolta da sempre alla pittura, all’incisione e, da qualche anno alla fotografia. Dal 2011 è titolare di cattedra in Discipline Pittoriche al Liceo Artistico Statale di Brera, Milano.
Angelici si racconta:
“… ai pittori bisognerebbe tagliare la lingua…” (H.Matisse)
Il ciclo di dipinti, oggetto dell’esposizione, è frutto di una ricerca personale che, come suggerisce il titolo della mostra, sottolinea il filo che lega la parola scritta, all’immagine pittorica.
Parola scritta quale necessario meccanismo, capace di attivare processi espressivi che attendevano una sollecitazione poetica per trovare una loro identità formale.
Si tratta di schegge, minuscoli frammenti testimoniati dall’esistenza degli uomini, degli animali, delle cose, raccolti dallo sguardo di chi dipinge e ritrovati nella pagina scritta. Stabilire analogie e differenze in ambito letterario, è compito, del critico, non del pittore. Utilizzare perciò, non gli strumenti dell’analisi critica ma la propria sensibilità interpretativa la cui sostanza risiede unicamente nel linguaggio iconico: forma, colore, linea, composizione in un tentativo poetico di traduzione - o meglio - di interpretazione non illustrativa, della parola in immagine.
Opere pittoriche dunque che possono esser guardate e considerate come si preferisce: un elenco di reperti, di tracce mediante le quali ricostruire una visione del proprio mondo poetico spesso perfettamente aderente a quello della pagina scritta, per una singolare e fortuita simmetria col mondo dello scrittore. Persino come intuizioni, visioni, ricordi. Quasi fossero pagine prelevate in blocco da un comune e intimo diario”.
Gaetano D’Auria, nato in provincia di Agrigento con un’intensa carriera artistica nel territorio legnanese, si dedica inizialmente alla grafica, pubblicità e fumetto per riservarsi dagli anni 90’ esclusivamente alla pittura.
D’Auria si racconta:
“Ad un tratto, succede, che giocherellando distrattamente con il proprio telefonino ti rendi conto di essere, inconsapevolmente, entrato nel futuro, quel futuro che qualche anno fa chiamavamo “fantascienza”.
Questo minuscolo computer che portiamo nel taschino della nostra giacca ci permette una serie di operazioni incredibili fino a dieci anni fa e che allora sarebbero state catalogate come fantascientifiche!
Non ce ne siamo accorti, ma il futuro tecnologico di alcuni romanzi e film fantasiosi è già qui con noi, dentro le nostre case, nelle strade, vola sopra le nostre teste.
Dietro l’ angolo ci aspetta un mondo completamente nuovo. Un mondo che nel suo proiettarsi in avanti avrà anche l’ arduo compito di conservare l’ essenza stessa della vita sulla terra, realizzando equilibri instabili, tra la voracità degli esseri umani e i delicati e fragili sistemi della natura.
Tra le prerogative che si attribuiscono agli artisti c’ è anche la “chiaroveggenza”, le sensibili antenne dei creativi sono spesso in grado, anche inconsapevolmente, di leggere al meglio la realtà e di comprenderne le conseguenze. A volte riescono a percepire anche quel mondo nascosto ai nostri sensi e arrivano sin dove la razionalità non è in grado di arrivare”.
Veronica Mazzucchi, nata in provincia di Varese, dopo un percorso terapeutico e di arte terapia inizia quello che l'artista definisce il suo secondo periodo, dove prende vita “La favola di Psiche e Soma”.
Mazzucchi lavora sia a livello pittorico che scultoreo su un'immagine del corpo che nasce dalla visione di anime e figure ferite, un'urgenza del fare arte che si manifesta nel suo segno e nella scelta dei materiali. Un’indagine profonda che si rivela come cura del corpo a partire dalla cura della mente.
I suoi “personaggi” sono in preda a continue trasformazioni. L’identità oscilla tra accettazione e rifiuto del sé, in netta scissione tra l'essenza corporea e la consapevolezza dell’interiorità.
La ricerca di Veronica è un continuo “lavoro” spirituale desideroso di comprendere e dare senso all’esistenza, un’indagine che si manifesta ed esprime attraverso i gesti che compie modellando la terra.
- “IL RACCONTO, IL SILENZIO, LA PITTURA” di Walter Angelici e Gaetano D’Auria
Dal 24 settembre al 23 ottobre 2016 - Pinacoteca del Castello Visconteo – Viale Toselli – Legnano.
- “PER ASPERA AD ASTRA – ATTRAVERSO LE ASPERITA’ SINO ALLE STELLE” di Veronica Mazzucchi
Dal 24 settembre al 9 ottobre 2016 – Cappella della Chiesetta di San Giorgio del Castello Visconteo – viale Toselli - Legnano
Inaugurazione sabato 24 settembre 2016 ore 17.00
Orari di apertura:
- sabato dalle ore 15.00 alle 19.00
- domenica e festivi dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 19.00
Ingresso libero
Le mostre, “Il racconto, il silenzio, la pittura” di Walter Angelici e Gaetano D’Auria “Per aspera ad astra – attraverso le asperità sino alle stelle”di Veronica Mazzucchi, organizzate dall'Assessorato alla Cultura in collaborazione con i tre artisti evidenziano un percorso fra pittura e scultura.
Walter Angelici, insegnante dal 2007 fino al 2011, nelle cattedre di Pittura, Scultura, Illustrazione e Tecniche della Xilografia presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata.
Numerosi cataloghi monografici ne documentano l’attività artistica, rivolta da sempre alla pittura, all’incisione e, da qualche anno alla fotografia. Dal 2011 è titolare di cattedra in Discipline Pittoriche al Liceo Artistico Statale di Brera, Milano.
Angelici si racconta:
“… ai pittori bisognerebbe tagliare la lingua…” (H.Matisse)
Il ciclo di dipinti, oggetto dell’esposizione, è frutto di una ricerca personale che, come suggerisce il titolo della mostra, sottolinea il filo che lega la parola scritta, all’immagine pittorica.
Parola scritta quale necessario meccanismo, capace di attivare processi espressivi che attendevano una sollecitazione poetica per trovare una loro identità formale.
Si tratta di schegge, minuscoli frammenti testimoniati dall’esistenza degli uomini, degli animali, delle cose, raccolti dallo sguardo di chi dipinge e ritrovati nella pagina scritta. Stabilire analogie e differenze in ambito letterario, è compito, del critico, non del pittore. Utilizzare perciò, non gli strumenti dell’analisi critica ma la propria sensibilità interpretativa la cui sostanza risiede unicamente nel linguaggio iconico: forma, colore, linea, composizione in un tentativo poetico di traduzione - o meglio - di interpretazione non illustrativa, della parola in immagine.
Opere pittoriche dunque che possono esser guardate e considerate come si preferisce: un elenco di reperti, di tracce mediante le quali ricostruire una visione del proprio mondo poetico spesso perfettamente aderente a quello della pagina scritta, per una singolare e fortuita simmetria col mondo dello scrittore. Persino come intuizioni, visioni, ricordi. Quasi fossero pagine prelevate in blocco da un comune e intimo diario”.
Gaetano D’Auria, nato in provincia di Agrigento con un’intensa carriera artistica nel territorio legnanese, si dedica inizialmente alla grafica, pubblicità e fumetto per riservarsi dagli anni 90’ esclusivamente alla pittura.
D’Auria si racconta:
“Ad un tratto, succede, che giocherellando distrattamente con il proprio telefonino ti rendi conto di essere, inconsapevolmente, entrato nel futuro, quel futuro che qualche anno fa chiamavamo “fantascienza”.
Questo minuscolo computer che portiamo nel taschino della nostra giacca ci permette una serie di operazioni incredibili fino a dieci anni fa e che allora sarebbero state catalogate come fantascientifiche!
Non ce ne siamo accorti, ma il futuro tecnologico di alcuni romanzi e film fantasiosi è già qui con noi, dentro le nostre case, nelle strade, vola sopra le nostre teste.
Dietro l’ angolo ci aspetta un mondo completamente nuovo. Un mondo che nel suo proiettarsi in avanti avrà anche l’ arduo compito di conservare l’ essenza stessa della vita sulla terra, realizzando equilibri instabili, tra la voracità degli esseri umani e i delicati e fragili sistemi della natura.
Tra le prerogative che si attribuiscono agli artisti c’ è anche la “chiaroveggenza”, le sensibili antenne dei creativi sono spesso in grado, anche inconsapevolmente, di leggere al meglio la realtà e di comprenderne le conseguenze. A volte riescono a percepire anche quel mondo nascosto ai nostri sensi e arrivano sin dove la razionalità non è in grado di arrivare”.
Veronica Mazzucchi, nata in provincia di Varese, dopo un percorso terapeutico e di arte terapia inizia quello che l'artista definisce il suo secondo periodo, dove prende vita “La favola di Psiche e Soma”.
Mazzucchi lavora sia a livello pittorico che scultoreo su un'immagine del corpo che nasce dalla visione di anime e figure ferite, un'urgenza del fare arte che si manifesta nel suo segno e nella scelta dei materiali. Un’indagine profonda che si rivela come cura del corpo a partire dalla cura della mente.
I suoi “personaggi” sono in preda a continue trasformazioni. L’identità oscilla tra accettazione e rifiuto del sé, in netta scissione tra l'essenza corporea e la consapevolezza dell’interiorità.
La ricerca di Veronica è un continuo “lavoro” spirituale desideroso di comprendere e dare senso all’esistenza, un’indagine che si manifesta ed esprime attraverso i gesti che compie modellando la terra.
- “IL RACCONTO, IL SILENZIO, LA PITTURA” di Walter Angelici e Gaetano D’Auria
Dal 24 settembre al 23 ottobre 2016 - Pinacoteca del Castello Visconteo – Viale Toselli – Legnano.
- “PER ASPERA AD ASTRA – ATTRAVERSO LE ASPERITA’ SINO ALLE STELLE” di Veronica Mazzucchi
Dal 24 settembre al 9 ottobre 2016 – Cappella della Chiesetta di San Giorgio del Castello Visconteo – viale Toselli - Legnano
Inaugurazione sabato 24 settembre 2016 ore 17.00
Orari di apertura:
- sabato dalle ore 15.00 alle 19.00
- domenica e festivi dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 19.00
Ingresso libero
24
settembre 2016
Walter Angelici / Gaetano D’Auria – Il racconto, il silenzio, la pittura
Dal 24 settembre al 23 ottobre 2016
arte contemporanea
Location
CASTELLO VISCONTEO
Legnano, Viale Pietro Toselli, (MILANO)
Legnano, Viale Pietro Toselli, (MILANO)
Orario di apertura
sabato dalle ore 15.00 alle 19.00
- domenica e festivi dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 19.00
Vernissage
24 Settembre 2016, h 17
Autore