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Walter Bosshard – L’india al tempo di gandhi
terzo appuntamento della fortunata serie di esposizioni temporanee, intitolata «Esovisioni», che il Museo delle Culture dedica dal 2005 al tema dell’esotismo e, in particolare, alle peculiarità e ai caratteri della visione delle culture nell’opera dei grandi fotografi del Novecento
Comunicato stampa
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«L'india al tempo di Gandhi» è il terzo appuntamento della fortunata serie di esposizioni temporanee, intitolata «Esovisioni», che il Museo delle Culture dedica dal 2005 al tema dell'esotismo e, in particolare, alle peculiarità e ai caratteri della visione delle culture nell'opera dei grandi fotografi del Novecento.
Il tema dell'esposizione è l'India nel ritratto fattone, nel 1930, dal grande fotoreporter svizzero Walter Bosshard. Inviato dall'Agenzia berlinese Dephot per documentare la situazione di generale agitazione contro la presenza britannica e il nascente movimento d'indipendenza che si sta imponendo dinnanzi all'opinione pubblica mondiale, Bosshard ha la ventura d'incontrare Gandhi e di fotografarne la vita privata con quel taglio di semplicissima, ma proprio per questo autorevole, ieraticità, che diverrà da allora in poi uno degli stereotipi dell'iconografia pubblica del Mahatma.
In quel celebre reportage, che lo consacra fra i massimi fotografi dell'epoca, Bosshard descrive visivamente il fermento d'un mondo all'alba d'un cambiamento epocale, sospeso fra il retaggio d'un passato ancora manifesto nelle architetture e nelle forme della cultura e un impegno civile che trasforma le grandi masse nel soggetto narrante degli immensi spazi luministici del sub-continente indiano.
Le immagini di Bosshard sono ritratti minuziosi in cui il nitore della composizione trasmette, con grande immediatezza, i concetti che egli intende suggerire allo sguardo dell'osservatore. Attraverso gli occhi di Bosshard, la realtà ci viene, per così dire, restituita quasi in presa diretta, contenendo -e qui sta la grandissima arte del fotografo svizzero- lo spazio dell'interpretazione ed esaltando il valore della testimonianza dell'altro. La fotografia di Bosshard risulta così scevra da simbolismi e priva di particolari riferimenti stilistici. La sua visione è generata dall'occasione che s'impone allo sguardo con tutto il suo carico di significati e informa, in modo del tutto eterogeneo, la narrazione per immagini. Ne risulta un'atmosfera sospesa che lascia all'osservatore la possibilità d'esprimere il suo giudizio e alla storia l'occasione di manifestarsi con grande libertà.
Le 38 opere in esposizione sono state selezionate dallo Staff del Museo delle Culture con un lavoro di ricerca condotto negli archivi della Fotostiftung Schweiz di Winterthur e riprodotte su carta baritica a partire dai negativi originali. Per la maggior parte delle opere si tratta di prime stampe.
Il percorso espositivo intende suggerire al visitatore una serie di piani di lettura che corrispondono al dipanarsi delle scoperte visive di Bosshard, così come le possiamo dedurre dall'analisi degli oltre duemila scatti superstiti e dalla trama narrativa del volume Indian kämpft! che scrisse nel 1931, a partire dagli appunti raccolti l'anno precedente sul campo
L'allestimento dell'esposizione temporanea è della giovane arch. Athena Demenga.
Il catalogo bilingue (italiano/inglese), edito da Giunti Arte Mostre Musei, è a cura di due giovani collaboratori esterni del Museo delle Culture, Giulia R. M. Bellentani e Lorenzo Gottardi e comprende saggi che permettono al lettore una visione multifocale e multidisciplinare del tema della ricerca e dell'esposizione.
Il tema dell'esposizione è l'India nel ritratto fattone, nel 1930, dal grande fotoreporter svizzero Walter Bosshard. Inviato dall'Agenzia berlinese Dephot per documentare la situazione di generale agitazione contro la presenza britannica e il nascente movimento d'indipendenza che si sta imponendo dinnanzi all'opinione pubblica mondiale, Bosshard ha la ventura d'incontrare Gandhi e di fotografarne la vita privata con quel taglio di semplicissima, ma proprio per questo autorevole, ieraticità, che diverrà da allora in poi uno degli stereotipi dell'iconografia pubblica del Mahatma.
In quel celebre reportage, che lo consacra fra i massimi fotografi dell'epoca, Bosshard descrive visivamente il fermento d'un mondo all'alba d'un cambiamento epocale, sospeso fra il retaggio d'un passato ancora manifesto nelle architetture e nelle forme della cultura e un impegno civile che trasforma le grandi masse nel soggetto narrante degli immensi spazi luministici del sub-continente indiano.
Le immagini di Bosshard sono ritratti minuziosi in cui il nitore della composizione trasmette, con grande immediatezza, i concetti che egli intende suggerire allo sguardo dell'osservatore. Attraverso gli occhi di Bosshard, la realtà ci viene, per così dire, restituita quasi in presa diretta, contenendo -e qui sta la grandissima arte del fotografo svizzero- lo spazio dell'interpretazione ed esaltando il valore della testimonianza dell'altro. La fotografia di Bosshard risulta così scevra da simbolismi e priva di particolari riferimenti stilistici. La sua visione è generata dall'occasione che s'impone allo sguardo con tutto il suo carico di significati e informa, in modo del tutto eterogeneo, la narrazione per immagini. Ne risulta un'atmosfera sospesa che lascia all'osservatore la possibilità d'esprimere il suo giudizio e alla storia l'occasione di manifestarsi con grande libertà.
Le 38 opere in esposizione sono state selezionate dallo Staff del Museo delle Culture con un lavoro di ricerca condotto negli archivi della Fotostiftung Schweiz di Winterthur e riprodotte su carta baritica a partire dai negativi originali. Per la maggior parte delle opere si tratta di prime stampe.
Il percorso espositivo intende suggerire al visitatore una serie di piani di lettura che corrispondono al dipanarsi delle scoperte visive di Bosshard, così come le possiamo dedurre dall'analisi degli oltre duemila scatti superstiti e dalla trama narrativa del volume Indian kämpft! che scrisse nel 1931, a partire dagli appunti raccolti l'anno precedente sul campo
L'allestimento dell'esposizione temporanea è della giovane arch. Athena Demenga.
Il catalogo bilingue (italiano/inglese), edito da Giunti Arte Mostre Musei, è a cura di due giovani collaboratori esterni del Museo delle Culture, Giulia R. M. Bellentani e Lorenzo Gottardi e comprende saggi che permettono al lettore una visione multifocale e multidisciplinare del tema della ricerca e dell'esposizione.
24
novembre 2007
Walter Bosshard – L’india al tempo di gandhi
Dal 24 novembre 2007 al 30 marzo 2008
fotografia
Location
MUSEC | MUSEO DELLE CULTURE
Lugano, Riva Caccia , 5, (Lugano)
Lugano, Riva Caccia , 5, (Lugano)
Biglietti
Intero Fr. 8 / € 5,20 Ridotto Fr. 5 / € 3,20
Orario di apertura
Martedì-Domenica 10-18 Lunedì chiuso. Chiuso 24, 25, e 31 Dicembre 2007; 1 gennaio 2008
Vernissage
24 Novembre 2007, ore 18.30
Editore
GIUNTI
Ufficio stampa
STUDIO ESTER DI LEO
Autore